Grandissima domenica di football, i palloni sono stati lanciati, portati, ricevuti e sporcati, tutti i touchdown hanno avuto luogo in end zone, ogni partita ha decretato una vincitrice, assi nella manica sono stati giocati e tutti si sono dati un gran da fare.
Signori miei, dopo tutti questi anni e tutti questi articoli mi risulta genuinamente difficile fornirvi volta per volta un incipit fresco e interessante, perciò ho chiesto alle mie mani di scrivere quattro righe di football prima di iniziare a parlarne davvero.

Penso che dopo una vittoria del genere sia lecito concedermi di partire dai Ravens. Mentre espiavo la passeggiata del lunedì pomeriggio ho guardato la conferenza stampa di Lamar Jackson e l’ho visto veramente annoiato e disilluso. Bella partita, bellissimi numeri, una superpotenza della giovane stagione NFL umiliata in quella che sarebbe dovuta essere la giornata della consacrazione.
Una vittoria in regular season.

Sì, tutto qua. Come ha detto un Lamar Jackson per niente impressionato, questa è solo una vittoria in regular season. Ne sono arrivate parecchie negli anni.
Quanto fatto vedere domenica non impressiona nemmeno me. Quest’anno, questo Lamar, l’ho già visto: la differenza sta nel fatto che questa volta chi il pallone deve riceverlo abbia collaborato. Contro gli Steelers avrebbe potuto concludere con numeri molto simili se i ricevitori si fossero ricordati di avvitarsi le mani.

Certo, domenica in attacco tutto è girato alla perfezione mentre la difesa, non si sa come, continuava a mettere le mani addosso a Goff. Dico non si sa come perché non trovo una spiegazione al fatto che in sette partite abbiano messo a segno 29 sack senza una stella acclamata nel pass rush.
Justin Madubuike guida la squadra con 5.5 sack, veteranissimi come Jadaveon Clowney e Kyle Van Noy possono vantare rispettivamente 3.5 e 3.0. Patrick Queen e Roquan Smith, inoltre arrivano spesso al quarterback.

Il punto è uno: stiamo parlando di regular season.
Li conosciamo, è da anni che sono una buona squadra, ma non sarà sicuramente ottobre a definire la loro stagione. Se in salute possono giocare bene, ma dopo tutto questo tempo non ho assolutamente voglia di esaltarmi per una vittoria prima di Halloween.
Bene, ma non è questo il punto.

Inizio a essere preoccupato per i Buffalo Bills.
Non è tanto il record, questi possono tranquillamente prendere fuoco e vincerne otto di fila, è che mi sembra che dopo Londra qualcosa si sia rotto. Nello specifico, i difensori caduti come foglie a metà novembre.
Senza Milano, Jones, White, Oliver e Miller che ha giocato mezza dozzina di snap questo reparto fatica: comprensibilmente, direi. Mentalità next man up e cliché vari quanto volete, ma è indubbiamente complicato rendere ad alti livelli se mancano gran parte dei giocatori attorno a cui hai costruito il reparto.

La sconfitta contro i Patriots, a mio avviso, ci dice più cose sui Bills che sui ragazzi di Belichick. L’attacco guidato da Mac Jones è stato fatto passare per un reparto competente, ordinato ed efficiente che non ha particolari problemi a percorrere il campo e mettere a segno touchdown.
Non sono niente di ciò che vi ho appena detto, questa è un’unità irreparabilmente rotta. Ne segnano 14.4 a partita e si sono affacciati a domenica segnandone 12 tondi tondi. Quanto accaduto è inaccettabile, o meglio, lo è se si accetta che la difesa sia semplicemente troppo debilitata per rendere ai livelli a cui ci ha abituati.

L’attacco, invece, resta un’enigma. Sai che possono segnarne quaranta con disinvoltura, ma i giri a vuoto cominciano a essere tanti – oltre che preoccupanti. Le statistiche sono buone, stiamo pur sempre parlando del terzo miglior attacco per punti della lega, ma nella prima metà contro i Patriots ne hanno segnati solamente tre. Nei primi trenta minuti di gioco del Sunday Night Football contro i Giants non ne hanno segnato nemmeno uno.

Questo comincia a essere un vizio.
Una partita di football si vince in sessanta minuti anche se si è i Buffalo Bills. Soprattutto in un momento in cui la difesa, a causa di forze maggiori, non riesce a tenere inchiodati a zero pure gli avversari.

Siamo tutti testimoni di un omicidio e nessuno di noi sembra aver voglia di parlarne: la NFL sta massacrando Sam Howell.
Il quarterback di Washington in sette partite è stato sottoposto a 40 sack, numero che se lo trasliamo sulle diciassette partite che compongono il campionato ci dà come risultato 97. Il record di sack subiti in una stagione da un quarterback è di 76 – David Carr nel 2002: sì, stiamo assistendo a qualcosa di storico.
Domenica contro i Giants ne ha incassati altri sei. Mica male se si considera che fino a quel punto New York ne avesse accumulati cinque.

Il football è un gioco semplice: non vinci se vai indietro. Con Howell under center, beh, l’attacco di Washington va consistentemente indietro. Se hanno convertito un solo primo down sui 15 giocati non possiamo però incolpare solamente Howell: il resto dell’attacco ha dato manforte al proprio quarterback commettendo una marea di penalità.
Avrebbero tutto il potenziale per fare bene. McLaurin se chiamato in causa risponde sempre presente. Dotson e Samuel se imbeccati correttamente la loro big play te la fanno anche. Robinson è un running back incredibilmente solido.
Niente da fare, sack di Howell.

Non saprei dirvi se consegnare le redini a Jacoby Brissett possa essere la soluzione, ma forse qualche minuto di riflessione in panchina potrebbe fare giusto che bene a Howell. È uscito dal campo dopo aver assorbito almeno quattro sack in ognuna delle sette partite giocate finora.
Ha sicuramente talento e potenziale, ma deve essere meno scellerato. A volte lanciare il pallone a bordocampo e limitarsi a sopravvivere può essere tutto ciò di cui un quarterback ha bisogno – per info contattare Derek Carr.
Finché gioca così Washington parte svantaggiata.

Quindi a Kansas City va tutto bene? Strano, non sembrava.
Forse non sono esplosivi come l’anno scorso, forse manca Tyreek Hill – ma va? -, forse non so nemmeno io cosa dire, ma quella di domenica contro i Chargers è stata una vera e propria prova di forza. Quando vuole Kansas City può essere la Kansas City che ha rapito il cuore di noi tutti.
Finché ci saranno Travis Kelce e Patrick Mahomes tutto andrà secondo i piani. Poi se i vari Pacheco e Rice mantengono stabile la produzione attuale…

Essere i migliori non comporta solo onori, ma anche oneri. Pretendiamo che i Chiefs vincano e divertano ogni settimana perché, in un certo senso, ce lo devono. Potevano abituarci meno bene, sono stati loro a decidere di farlo.
La realtà è che i Chiefs affrontano la regular season seguendo il protocollo redatto dai Patriots di Brady e i Colts di Manning: come una mera formalità, a questo punto.

Sono arrivati sul 6-1 col cruise control e, in division, i più vicini sono i putridi Raiders sul 3-4. Mentre Dolphins, Bills, Ravens e Jaguars si danno i turni a buttare partite, loro ogni tanto si permettono di vincerne una segnandone solamente 20 e noi, abituati troppo bene, reclamiamo.
È un problema nostro, non loro.

Pur non capendoli, gli Steelers sto cominciando a capirli.
Domenica, dopo una prima metà offensivamente nulla – un piazzato e quattro punt -, Pittsburgh si è recata negli spogliatoi sotto solamente 9 a 3 grazie a un magnifico sforzo del reparto difensivo.
Pronti-via, primo snap della seconda metà di gioco, intercetto di T.J. Watt che fa regala a Pickett e amici una posizione di campo magnifica, la linea delle sette yard avversarie: touchdown.

Il ruolino di marcia degli ultimi trenta minuti recita touchdown, punt, touchdown, touchdown e il drive che ha chiuso definitivamente i giochi: bel cambio di passo, non trovate?
Una sola domanda: perché deve sempre avere luogo nel secondo tempo? Perché costringere inevitabilmente la difesa agli straordinari prima di attivarsi ed eventualmente portare a casa la giornata? Pittsburgh è sul 4-2 in una AFC magmatica e, con una difesa del genere, può giocarsela assolutamente contro chiunque: il loro differenziale di punti è negativo (-24) e ciò nonostante sono 4-2, capite l’assurdità della questione?
Un minimo di efficienza offensiva potrebbe renderli davvero pericolosi.

I Browns, invece, sono veramente frustranti.
Pure in una giornata in cui ne hanno incassati 38 è stata la difesa a trascinarli alla vittoria. L’attacco ha concluso il pomeriggio con 316 yard di total offense, numero che stride coi 39 punti segnati e, soprattutto, con un misero 25% di successo sui terzi down. Ciò nonostante hanno vinto grazie a una difesa che ha generato quattro turnover e un Dustin Hopkins da mitologia che ha convertito ben quattro piazzati fra cui due da 54 e uno da 58 yard.

Come nel caso degli Steelers, non ci si può che interrogare su dove potrebbero arrivare con un attacco perlomeno competente. Watson potrebbe essere nuovamente costretto ai box e, dopo quanto fattoci vedere in una manciata di snap domenica, forse è meglio così. Un completo su cinque tentativi, un intercetto e la netta sensazione che ogni pallone si spegnesse un paio di yard prima di dove lo avesse collocato mentalmente.

Il numero di partite giocate inizia a essere rispettabile e fra infortuni e inefficienza varia finora Watson ha deluso enormemente. Per carità, Cleveland sta vincendo, ma inizio a percepire dell’irrequietezza: dov’è finito il quarterback visto nel 2020? Lo vedremo mai il Watson per cui Cleveland ha sacrificato letteralmente tutto?
Viene quasi da chiedersi se non stessero meglio con Brissett o chi per lui.

Quanto successo domenica in Colorado non può che deprimere profondamente i Green Bay Packers e i loro tifosi. Questi Broncos sono la vittima sacrificale perfetta, una squadra concepita appositamente per permettere all’avversaria di ritrovare sé stessa e sbloccarsi mentalmente. Prima di domenica, in media, hanno concesso più di 33 punti a partita.
Contro Green Bay ne hanno subiti quasi la metà esatta, 17.

Sì, Love è un veterano ma di fatto è un rookie, tutto quello che volete, ma che fatica. Non è consistente nelle letture e, ciò che mi preoccupa davvero, sbaglia veramente troppi lanci. Per esempio, l’intercetto che ha chiuso i conti poteva essere evitato: A.J. Dillon era completamente libero con decine di yard di verde davanti ai propri occhi. Niente da fare, Jordan Love ha cercato la profondità e ha trovato un intercetto.

Il roster e giovane e, intuitivamente, col tempo si faranno, ma l’esordio in pompa magna contro Chicago di un paio di mesi fa appare come un ricordo oggi più che mai sbiadito. Love nelle ultime partite ha faticato e spesso giocato veramente male, ma riesco comunque a trovare un risvolto positivo a questo periodo da incubo. Chi prende decisioni può farsi un’idea un po’ più precisa sulla sua leadership e tenuta mentale guardando come reagirà a tutte queste difficoltà.
O, in caso, come non reagirà.

Non sono troppo distanti dal punto di non ritorno che una volta oltrepassato renderà il 2023 un anno buttato, ma ciò nonostante resto convinto che non tutto il male venga per nuocere. Con allenamento e lavoro in offseason immagino che Love potrà aggiustare la mira e diventare più consistente come lanciatore di palloni da football.
Ciò che in offseason non può fare è mettere il proprio front office davanti alla sua forza mentale che, per essere misurata, necessita inevitabilmente di un periodo funesto come quello che sta attraversando.

Concludo con i Raiders: detonare immediatamente il roster.
Lancio un appello alla corte dei diritti umani del football americano: liberate gente come Adams e Crosby che sta devolvendo i migliori anni della propria carriera a una causa persa. Questi Raiders non hanno né capo né coda.
Prenderne 30 dai Bears del rookie Bagent all’esordio da titolare è inaccettabile sotto qualsiasi punto di vista. Non sono stati battuti, sono stati umiliati.

Hanno fatto tutto quello che dovevano per rendere il più umiliante possibile la sconfitta. Tanti turnover, una problematica allergia alle conversioni su terzo down, un gioco di corse assolutamente inutile e una difesa annichilita dalla combo Bagent-Foreman: un paio di backup di una delle peggiori squadre della lega hanno umiliato una squadra che nemmeno due anni fa aveva dichiarato guerra ai Chiefs.
Esperimento fallito, ora ponete fine pure quella che è diventata a tutti gli effetti un’agonia. Vi supplichiamo.

15 thoughts on “Considerazioni (il più possibile) lucide su Week 7 del 2023 NFL

  1. Finalmente il punto di vista Giusto sui miei capi…!
    La squadra che temo di più,già prima di domenica.. sono i Ravens,hanno tanto e tutto,Lamar quando gioca lucido(e quest’anno lo fa spesso)è veramente tanta roba,quasi impossibile da fermare.
    Il trafiletto sui Raiders? Chapeau!

  2. MN
    2 indizi non faranno una prova ma ci vanno molto vicini. secondo stop consecutivo per i 49ers , se vogliamo peggiore di quello con i browns. primo perchè i Vikings di quest’anno erano sembrati fino ad ora poca cosa. secondo perchè il 22 a 17 finale è bugiardo visto l’enorme differenza di yards guadagnate in favore dei Vikings e gli errori in red zone di Cousins. Purdy è parso di nuovo in difficoltà contro una ottima difesa dei Vikings che ha tirato fuori la prestazione dell’anno. Addison ha massacrato la secondaria dei 49ers non Facendo rimpiangere l’assenza di JJ. Cousins ha mosso le catene molto bene convertendo tanti 3i down impantanandosi solo un pò in red zone.
    Che dire. pare che la macchina da guerra di SF stia rallentando dopo i fuochi d’artificio del primo mese e mezzo. Personalmente credo che abbiano tutte le carte in regola per riprendersi e arrivare fino in fondo anche se queste 2 sconfitte possono aver minato qualche certezza acquisita tipo il QB.
    Certo prima del bye c’è una gustosissima sfida con i Bengals che ci dirà parecchio sullo stato di salute delle due squadre.

  3. Sembrerebbe che Deebo sia più che importante, direi fondamentale. E la secondaria mi è parsa spesso fuori giri. Mi sa che piano piano come l’anno scorso Chiefs ed Eagles si eleveranno sopra agli altri con i Ravens a cercare di inserirsi nel discorso.

  4. Ho visto che Purdy sta tornando sulla terra dopo l’ottima annata scorsa. Adesso per lui inizia un periodo cruciale: o si riprende dalle ultime due tristissime prestazioni (quella di ieri contro i Vikings è stata terribile con tre intrcetti evitabilissimi e un fumble da comiche) e dimostra di essere un vero fenomeno, oppure inizia la china di quei giocatori che hanno avuto una fiammata inaspettata e poi si sono spenti nel nulla. Ha approfittato di una situazione per lui fantastica a Frisco in passato (Lance rotto e Garoppolo a fine corsa coi 49ers) e ha giocato alla grande. Però adesso sta pasticciando parecchio.

  5. Io ho la sensazione che rispetto a qualche tempo fa in Nfl ci sia stato un livellamento: anni fa si vedevano squadre dominanti che terminavano la stagione 16-0 o 15-1, e squadre materasso che chiudevano 0-16 o 1-15. Adesso non è più così: dopo appena sette settimane, non solo non ci sono più squadre imbattute, ma 30 su 32 hanno già perso almeno due partite; di contro, 30 su 32 ne hanno già vinte almeno due.

    Quindi non bisogna fare drammi se Buffalo perde con New England, se San Francisco perde con Minnesota, se Baltimore perde con Indianapolis o se Philadelphia perde coi N. Y. Jets: dobbiamo abituarci a queste sovversioni dei pronostici. Solo sulla lunga distanza cominceremo a capire qualcosa sui reali valori in campo.

    • Come sempre grazie mille Nick, sappi che la prima parte del commento te la rubo per la guida di venerdì!

      • Grazie a te di avermi rincuorato: a volte ho paura a commentare, perché temo di dire stupidaggini 😆 .

        Anche perché mi rendo conto di non saperne molto di football: lo dimostra il fatto che da quando ci hai consigliato il gioco della griglia ci ho provato quasi tutti i giorni, ma non sono mai riuscito a completarla (al massimo sono arrivato a sette).

  6. Devo preoccuparmi per i niners? Al netto di qualche dubbia decisione arbitrale a sfavore li ho visti in grande difficoltà. Sia in difesa (Minnesota ha fatto quel che ha voluto), che in attacco dove siamo CMC dipendenti. Domenica partita difficile con i Bengals in crescita. Speriamo in bene.

  7. Da tifoso niners non mi ero esaltato dopo le prime 5 partite (in cui ho visto comunque alcuni problemi) e non mi sono depresso dopo le ultime 2, però un pò di dubbi mi sono venuti. Non sono riuscito a vedere la partita di stanotte e ho visto solo gli highlights, ma da quel poco che ho visto credo si possa dire che le due sconfitte abbiano evidenziato problemi diversi. Quella con i Browns è stata una disfatta per la OL che non ha MAI protetto Purdy che aveva sempre un difensore in faccia dopo 3 secondi e così è difficile per tutti i QB della lega. Quella con i Vikings mi sembra sia stata un pò meglio per la OL ma molto peggio per Purdy che ha fatto errori veramente grossolani perdendo del tutto la sua glacialità nei momenti cruciali della partita. Credo che la prossima partita con i Bengals possa dirci di che pasta sono fatti questi Niners, mi sembra però che Eagles e KC siano più solidi in senso assoluto.
    Per un ultimo dubbio chiedo l’aiuto da casa, ovvero il tuo Mattia! Comincio a pensare che Shanahan non sia proprio il fenomeno che tutti dicono e non lo dico per queste due sconfitte ovviamente, ma per il fatto che mi sembra non sia in grado di sfruttare a pieno le enormi potenzialità dell’attacco, tanto per fare un esempio, è possibile avere in squadra un TE come Kittle e sfruttarlo così poco per muovere le catene? Dovrebbe essere quello che ti leva dai guai spesso e volentieri e invece in partite come le ultime due non è stato quasi mai cercato…. che ne pensi Mattia??
    Grazie come sempre per i tuoi articoli che aspetto a gloria all’inizio della settimana!!

  8. Et voilà! I Niners sono riusciti a perdere anche in quel di Minneapolis, anche in questo caso mi baso sui commenti degli articoli letti su ESPN, ma mi è sembrato che si sia caduti in una certa sciatteria: fumble di CMC, ulteriore piazzato sbagliato dal rookie Moody, ben due intercetti di Purdy. Wilks che schiera ben sette blitzers per sorprendere Cousins, il quale non si fa sorprendere e tira un Hail Mary che Ward non riesce ad intercettare e spalanca la via al touchdown che, di fatto, chiude l’incontro.
    Adesso ci aspetta una striscia rovente, e forse le due sconfitte potrebbero servire per fare un bagno di umiltà e far sì da non dare per scontate anche le partite sulla carta più facili.
    See you soon! Go Niners!

  9. Commento anche io la sconfitta dei Niners. Temevo sarebbe arrivata, dato che come ho scritto in tanti commenti, l’implosione vista la settimana scorsa secondo me era stata troppo fragorosa per pensare ad un episodio occasionale. E difatti stavolta è stata per certi versi anche peggio. Intendiamoci, con i Vikings speravo di vincere, ma l’elefante nella stanza sarebbe comunque rimasto lì presente.
    Secondo me la causa non è da cercarsi nell’assenza di questo o di quello. Samuel in particolare è un campione che ti può fare vincere le partite, ma nel roster di quest’anno non è un giocatore strutturale, la cui mancanza fa saltare tutti gli schemi. La sua uscita l’altra volta (e quella di CMC) è stata l’occasione di fare emergere quella che mi sembra una immaturità della squadra. Gli infortuni in NFL esistono, sai già che qualcuno prima o poi dovrà uscire, non sai chi, non sai quando. Gli altri sanno che dovranno fare il loro meglio, anche quando saranno costretti a fare a meno di qualcuno. Ovviamente le assenze incideranno sulla forza complessiva dell’organico, ma tonfi così generalizzati secondo me non trovano una giustificazione tecnica. Il problema è altrove.
    Discorso a parte per Purdy. Lui sì che è strutturale. Ovviamente stiamo parlando di due sconfitte in stagione regolare per un ragazzino del ruolo: nulla è perduto. Dico solo che lui non è un QB esplosivo, cosa che nemmeno cercherei. Il suo punto di forza era e deve essere prima di tutto l’affidabilità. Fino all’altro giorno, qualche drive si spegneva con un punt, più spesso si arrivava a fare punti, ma comunque non si regalava il pallone agli avversari. Esibiva una maturità sorprendente, riuscendo a adattarsi alle varie situazioni. Ora deve tornare ad essere affidabile. Campanello d’allarme, a questo punto doppio, anche per lui.

    • Non avrei saputo esprimere meglio ciò che penso attualmente dei ‘Niners. Anzi, sono curioso di vederli reagire alle difficoltà (Purdy soprattutto), non è football americano vincere ogni domenica.
      Grazie mille.

      • Mi restano i dubbi sulla gestione di Shanahan, resto convinto che tutto quel talento in attacco vada sfuttato meglio e in maniera più varia, poi sicuramente sbaglierò…. :-)

  10. Ciao Mattia e grazie mille per le tue analisi e considerazioni!! Da (ahimè) tifoso Commaders sono d’accordo su tutta la linea! Non incolperei la O-line ma bensì il modo di giocare di Sam… Fatica a liberarsi del pallone e pecca in mobilità under pressure quindi la difesa avversaria pressa e blitza…. Però credo sia corretto lasciarlo QB1, è giovane, il talento c’è ma è alla sua prima vera stagione. Sta giocando nel meglio del meglio, il livello atletico e tecnico-tattico si è alzato molto. Rimane il fatto che la squadra è psicotica, probabilmente le scorie tossiche di Snyder sono ancora in circolo! 🤣 Comunque è una bellissima stagione, combattuta e divertente ed è bello vederla insieme a te e alla community di playitusa! Grazie 💪🏻🔝

  11. Mahomes – kelce the new Brady – gronk
    Costruiscigli una squadra intorno e hai annate a gennaio inoltrato assicurate

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