1) Kansas City Chiefs (5-1) Magari non sono stati troppo convincenti nel Thursday Night scorso contro Denver, tuttavia finché non giungono particolari capitomboli la squadra da battere sono pur sempre loro. Le difficoltà offensive patite contro i Broncos sono supportate dal trovare costantemente un metodo per vincere, e la prima partita stagionale di Travis Kelce sopra le 100 yard di sicuro è un contributo che non guasta, in particolare con tutti i problemi fisici che il tight end ha dovuto assorbire.
2) Miami Dolphins (5-1) Il reparto offensivo dei sogni continua a macinare yard e punti e ritmi fenomenali, pur partendo maluccio contro i Panthers (sotto per 14-0) dimostrano di potersi riprendere in un baleno e confezionare giocate ad alto voltaggio nel giro di secondi. Altra giornata goduriosa per le notevoli armi offensive a disposizione, Tua Tagovailoa prosegue una marcia inarrestabile mettendo a referto tre nuove mete, Tyreek Hill sembra ormai imprendibile in testa alla classifica dei migliori ricevitori con 814 yard già accumulate, e Raheem Mostert sta vivendo la stagione di tutta una carriera, con una frequentazione molto serrata dalla endzone. Avere Christian Wilkins in difesa e vedergli giocare gare come quella di domenica è tutto grasso che cola.
3) San Francisco 49ers (5-1) Prima battuta d’arresto stagionale, ma restiamo convinti che i 49ers rimangano una compagine degna del top della Lega. Brock Purdy ha vissuto la peggior partita di carriera, messo in croce da una difesa molto sottovalutata come quella dei Browns, e se questo può rivelarsi un episodio isolato dall’altro lato della faccenda preoccupano molto gli infortuni, ovvero ciò che ha diviso San Francisco dall’aggiungere nuovi titoli alla bacheca. McCaffrey ha fortunatamente sventato l’ipotesi di assenze troppo lunghe, con Samuel siamo un pò alle solite, ma alla fine dei conti i Niners hanno sì giocato male offensivamente, ma senza l’errore del rookie Jake Moody allo scadere staremmo comunque parlando di una squadra imbattuta nonostante le numerose difficoltà vissute domenica.
4) Detroit Lions (5-1) I Lions sono qui per restare, fanno sul serio e lo stanno dimostrando di gara in gara. Jared Goff è rinato dopo una trade che tempo fa pareva punitiva ma che oggi si sta rivelando una vera ventata d’aria fresca per la carriera, l’attacco ha ritrovato Amon-Ra St. Brown e la differenza si è sentita tutta, poi se Jameson Williams tiene la testa attaccata al collo non ce n’è, in quanto il touchdown a lunga gittata (e senza i drop il fatturato sarebbe stato maggiore) è un pericolo sempre in agguato dietro l’angolo. La difesa morde forte, di sicuro Baker Mayfield non ha dormito sonni tranquilli nella nottata tra domenica e lunedì, dopo aver accumulato 251 yard di total offense, soli due field goal e una quantità di colpi che è meglio dimenticare.
5) Philadelphia Eagles (5-1) Gli Eagles stanno faticando più del dovuto pur vincendo parecchio, ma lo stop contro i Jets è di quelli che fanno arrivare pensieri non desiderati. Phila aveva la gara in mano ma l’inerzia è sfuggita di mano nel quarto periodo, passi la rimonta, passi meno l’intercetto di Hurts in un momento molto importante della partita. Troppi turnover, un secondo tempo offensivo in bianco, e no, non sembrano più dominanti come dodici mesi fa.
6) Jacksonville Jaguars (4-2) Tra le squadre con il loro stesso record sono senz’altro i più convincenti, la doppietta di affermazioni britanniche viene confermata dal terzo successo in fila, con una prestazione offensiva assolutamente maiuscola. Vittoria fondamentale in chiave divisionale in quanto atta a distanziare i concorrenti Colts, difesa in pieno controllo a conferma di essere la migliore di Lega per palloni recuperati, e gara molto ordinata per quanto non superlativa di Trevor Lawrence, il cui problema al ginocchio non dovrebbe tramutarsi in alcun tipo di assenza. un’ottima notizia per un reparto che sta viaggiando molto bene grazie alla diversità di arsenale a disposizione, con Etienne, Kirk e Engram ad assumere ruoli primari nella produzione.
7) Dallas Cowboys (4-2) Nel mezzo di prestazioni altalenanti giunge un’affermazione molto importante a Los Angeles, in primetime, contro dei Chargers che erano arrivati a condurre la gara nel quarto periodo. Miglior partita stagionale per un rinfrescato Prescott, che ha creato dalla tasca, lanciato bene, e punito nelle azioni in scramble, nutrendo adeguatamente la fame di ricezioni del fido CeeDee Lamb. Parsons ha salvato ancora una volta capre e cavoli nei momenti decisivi, atterrando Herbert nel possibile drive del pareggio dei padroni di casa, poi chiuso dall’intercetto di Stephon Gilmore.
8) Baltimore Ravens (4-2) L’attacco tende ancora a stagnare quel tantino in più del dovuto, incoraggiante in ogni caso la prestazione di un Lamar Jackson intelligente nella selezione dei lanci e svelto nel trovare soluzioni improvvisate per creare guadagni determinanti di terreno. Alla fine l’ha vinta Justin Tucker, sei i field goal messi a segno dal futuro Hall Of Famer, che equivalgono al numero dei sack raccolti da una difesa aggressiva, che ha messo fuori gioco Tannehill prima del quarto finale.
9) Buffalo Bills (4-2) Le partite bisogna vincerle tutte, anche quelle brutte, e questa, per i Bills, è stata particolarmente ardua da mettere in ghiaccio. Inspiegabile come un attacco che ne aveva segnati 48 ai Dolphins non troppo tempo fa riesca a produrre solamente due mete contro i derelitti Giants, con Josh Allen e compagni completamente privi di ritmo per tre quarti di gioco. Segnare il primo touchdown nel quarto periodo contro una squadra in netta difficoltà e con le sue migliori armi offensive assenti, non è accettabile per chi punta in alto come Buffalo, che deve assolutamente limare le palle perse.
10) Pittsburgh Steelers (3-2) Domenica di riposo, domenica si va a Los Angeles a sfidare i Rams cercando di capire quale versione degli Steelers si presenterà.
11) Cleveland Browns (3-2) Fine settimana da eroi, battono imprevedibilmente San Francisco pur dovendo schierare P.J. Walker nel ruolo di quarterback e dovendosi affidare al piede di Dustin Hopkins per creare la maggior parte della produzione offensiva. Gara stellare della difesa, che ha tenuto Purdy al 44% di completi contro una media stagionale del 72%, cancellando Kittle e concedendo solamente il 25% di conversioni nei terzi down. DeShaun Watson può riposare tranquillo, sperando che per la spalla si scelga un massaggiatore maschio.
12) Tampa Bay Buccaneers (3-2) L’abbinamento è fin troppo scontato e crudele, ma i Bucs hanno giocato proprio come facevano quando indossavano le divise arancioni. Ovvero malissimo. Molto meno fisici rispetto agli avversari Lions, i Buccaneers hanno sofferto per una prestazione offensiva completamente fuori ritmo, giungendo a confezionare solamente due field goal mettendo assieme numeri del tutto insufficienti, con Mayfield mai in ritmo e un gioco di corse inesistente.
13) Seattle Seahawks (3-2) La difesa ha fatto il possibile per concedere più e più opportunità all’attacco di recuperare il punteggio, costringendo i Bengals a sei punt consecutivi a seguito dei due touchdown iniziali. Dopo un primo drive di 11 giochi per Geno Smith è sceso il buio pressoché totale, grazie anche al deleterio intercetto del quarto periodo, in un secondo tempo dove Seattle ha messo assieme solamente la bruttezza di tre miseri punticini, sprecando un’occasione dietro l’altra per ottenere una vittoria più che fattibile.
14) Houston Texans (3-3) Quando le previsioni anticipano che sarai la peggior franchigia della NFL per l’ennesimo anno e dopo sei partite pareggi il totale dei successi del 2022 significa che le cose cominciano a volgersi per il verso giusto. L’ottima notizia è che l’attacco, pur non muovendosi con la costanza richiesta, è condotto dal quarterback più maturo di quest’ultima nidiata, Stroud ha lanciato solamente il primo intercetto di carriera alla sua sesta gara professionistica e ha assunto un ruolo di leadership fondamentale. Bene che pure il reparto difensivo – la specialità di coach Ryans – abbia dato segnali di presenza, fermando un determinante quarto down con i Saints in odore di pareggio.
15) Cincinnati Bengals (3-3) Prosegue la rimonta dei Bengals dopo l’orrido inizio di campionato, permane l’impressione di non trovarsi dinanzi a una possibile contender della AFC, in particolar modo per le numerose problematiche offensive che stanno affliggendo la compagine di Zac Taylor, che un anno fa in una gara come quella contro Seattle ne avrebbe messi una trentina facili. La doppia vù è senza dubbio da attribuirsi a una difesa stoica, che ha sostanzialmente azzerato i Seahawks nel secondo tempo creando turnover e giungendo al quarterback con estrema puntualità. Con Burrow in campo è consigliato non scommettere contro, per carità, ma la produzione degli ultimi due quarti è stata proprio mediocre, e la AFC North di quest’anno è davvero tostissima.
16) New York Jets (3-3) Bilancio in perfetto pareggio dopo sei gare con Zach Wilson al timone dei comandi offensivi, c’è da scommettere che Robert Saleh avrebbe firmato documenti fasulli per ritrovarsi in questo stato a questo punto del cammino dei Jets orfani di Rodgers. Squadra fortemente motivata dalla presenza spirituale del suo leader, in piedi senza stampelle sulla sideline nel tentativo di effettuare un recupero storico, difesa punitiva con i tre intercetti comminati a Jalen Hurts, e soprattutto prima vittoria di sempre contro Philadelphia dopo dodici tentativi consecutivi andati male. Upset della settimana, se non è un gran lavoro questo da parte di Saleh, non sappiamo cos’altro possa essere.
17) Los Angeles Rams (3-3) Non che Arizona fosse un ostacolo difficilmente aggirabile, ma l’affermazione dei Rams riporta il bilancio a quota .500 e un’iniezione di gran fiducia per il prosieguo di un campionato iniziato in maniera zoppicante. Provvidenziale il recupero di Cooper Kupp, mattatore di giornata e tornato fulmineamente a essere carta determinante per le sorti offensive, miglior giornata di carriera per Kyren Williams, il cui forte utilizzo nel secondo tempo dimostra che McVay è capace di assumere un’identità offensiva ben diversa dall’offensiva aerea che si è soliti vedere a Los Angeles.
18) Los Angeles Chargers (3-3) Avrebbero potuto fare loro il Monday Night casalingo contro Dallas, ma sono troppo propensi a commettere errori in ciascun lato del campo. Da un lato i big play concessi dalla difesa a Pollard e Prescott, dall’altro un attacco in grado di convertire solamente cinque dei quattordici terzi down giocati, e un Herbert decisivo in negativo con diversi lanci mancati e l’intercetto subìto nel drive del possibile pareggio. La squadra deve peraltro mostrare maggior disciplina, dato che le penalità fioccano con frequenza preoccupante.
19) Indianapolis Colts (3-3) Quotazioni in ribasso, se non altro perché la grande scommessa di quest’anno, Anthony Richardson, ha già terminato la sua esperienza da matricola, e promesse ne aveva mostrate parecchie. Imparerà senz’altro a proteggersi meglio dalle grandi e grosse difese NFL, ora l’immediato futuro vede Gardner Minshew stabilmente titolare, e i numeri non depongono a suo favore nonostante la grande simpatia che il personaggio inevitabilmente suscita. Aspettiamoci una pesante dose di corse nella speranza che Taylor riprenda presto i ritmi, l’uno-due con Zach Moss è tra le pochi fattori che mantengono positività nell’ambiente.
20) Las Vegas Raiders (3-3) L’allievo batte il maestro, la succursale di ex-Patriots vede addirittura il ritorno in campo di Bryan Hoyer ma il grosso problema guardando avanti è Jimmy Garoppolo, purtroppo perennemente infortunato. L’attacco in qualche modo gira lo stesso, se i Raiders hanno vinto le ultime due gare debbono esclusivamente ringraziare Jacobi Myers e non l’ignorato Davante Adams, oltre alla garanzia Jacobs e al crescente tight end Michael Mayer. La difesa tiene, regge, e centra le giocate determinanti nei momenti cruciali, Maxx Crosby è una furia della natura.
21) Washington Commanders (3-3) Come di consueto né carne né pesce, l’atteggiamento inerme di Rivera sulla sideline racconta molto più di quanto si riesca a captare dai microfoni dei media. La buona notizia è che Sam Howell è un quarterback solido, efficace, che deve semplicemente imparare a tenere palla meno a lungo, pena terminare la stagione con qualche ammaccatura indesiderata. I Commanders non sanno chiudere le partite, la vittoria è opera delle scelte poco aggraziate di Desmond Ridder, per quanto la difesa abbia contenuto tutto sommato bene Bijan Robinson.
22) New Orleans Saints (3-3) Il reparto offensivo produce parecchio ma conclude pochino, non basta la soddisfazione del massimo stagionale di Derek Carr con 343 yard, perché troppi sono i punti lasciati sul campo. I Saints hanno già bruciato la partenza di 2-0, e spesso terminano le partite in totale frustrazione per l’incapacità di segnare adeguatamente. Fortunatamente la Division è equilibrata, e i danni fatti possono ancora essere riparati.
23) Atlanta Falcons (3-3) Decision time per coach Arthur Smith, spesso inquadrato dalle telecamere nell’incredulità dei turnover commessi dal suo quarterback. La gara di Desmond Ridder è stata disastrosa per il timing negli intercetti e per livello generale delle decisioni, la partita è stata la seconda delle ultime tre in cui il regista ha perso almeno tre palloni, il che mette seriamente a repentaglio il suo futuro da titolare. Cinque i sack messi a segno dalla difesa, e finalmente in meta Kyle Pitts dopo un’autentica agonia.
24) Green Bay Packers (2-3) a riposo dopo la mediocre prestazione contro i Raiders.
25) Minnesota Vikings (2-4) La vita era già dura prima, ora a maggior ragione data la prolungata assenza forzata di Justin Jefferson. In qualche modo vincono ma gli avversari erano i Bears, si salvano grazie anche al ritorno di fumble di Jordan Hicks, essenziale nel computo del punteggio finale.
26) Tennessee Titans (2-4) Contro i Ravens se la sono sicuramente giocata, ma al di là della corsa di 63 yard del solito Henry l’attacco non ha mostrato un granché. Potremmo essere al capolinea dell’era Tannehill, inefficace e ora pure nuovamente infortunato, e Malik Willis non è certo la risposta di cui i Titans hanno bisogno. Il quarterback è una priorità per la prossima offseason.
27) New York Giants (1-5) Perdono molto meno pesantemente del previsto grazie alla difesa e al masochismo dei Bills, per il resto, come prevedibile, non ci siamo proprio.
28) Arizona Cardinals (1-5) Sconfitta netta contro i Rams, Kyler Murray può recuperare in tutta calma, oramai la stagione è andata a sud.
29) Chicago Bears (1-5) Tentano di superare i Vikings con il rookie Tyson Bagent in sostituzione di Justin Fields, ma finisce con due sanguinosi palloni persi.
30) Denver Broncos (1-5) Ennesimo anno in cui il roster sembra da rifare, ora Sean Payton si sarà senza dubbio reso conto di quale ambiente viveva il tanto criticato Hackett.
31) New England Patriots (1-5) Nuova sconfitta imbarazzante, peraltro riportata a vantaggio di Josh McDaniels. Non un bel periodo per Bill Belichick.
32) Carolina Panthers (0-6) Partono forte contro i Dolphins, ma l’opera di asfaltatura di Miami non tarda ad arrivare. Adam Thielen porta la croce in totale solitudine, l’unica cosa che pare interessare è una scelta molto alta al prossimo Draft.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.
per me 2° posto per Miami è esagerato. al momento li vedo dietro certamente ai 49ers e probabilmente ai Lions che mi sembrano più equilibrate dei dolphins. per il resto mi pare un Power Ranking congruo.
Il punto l avrei messo già a “il problema è garoppolo.”
Sempre belli i power ranking, anche se ovviamente non troveranno mai completamente d’accordo i lettori!
Io avrei messo Miami tre o quattro posizioni più in basso, mentre avrei messo Cincinnati al posto di Pittsburgh: vero che sta attraversando un momento difficile, ma nelle prime dieci dovrebbe comunque starci.