La forza dei Chiefs è la continua capacità di rigenerarsi, rimanendo sempre fedeli a sé stessi.
A parte Mahomes, Kelce e Jones (i veterani di questo gruppo), la sensazione è che nessuno sia indispensabile ma tutti sono importanti: ciò che invece fa la differenza è la mentalità vincente della franchigia degli ultimi anni; proprio per questo, nonostante tutti i pezzi mossi e i
cambiamenti effettuati, alla fine i Chiefs sembrano essere sempre gli stessi.
Quello di quest’anno è un team diverso da quello dei due Super Bowl vinti, probabilmente è questo il gruppo che ci dirà se la trade di Tyreek Hill è stata una vittoria o una sconfitta. Difatti, molti dei giocatori che fanno parte del nucleo di questo roster, sono dei giovani arrivati anche
grazie alle picks acquisite da Miami in cambio dell’ex ricevitore ora in forza ai Dolphins.
Proprio perché il core di questa squadra è così giovane, in particolare per quanto riguarda le armi offensive a disposizione di Mahomes, paradossalmente gli ex campioni del mondo sono una delle squadre con il più alto margine di crescita all’interno della stagione.
La partita di giovedì notte contro i Broncos conferma la crescita progressiva di Kansas City all’interno di questa stagione, giacché, dopo aver perso durante l’opening night contro Detroit (c’è da dire l’unica contender affrontata fino ad ora), percorre una striscia di 5 vittorie consecutive, inclusa l’ultima ai danni di Denver.
Il match di per sé non è stato entusiasmante, l’unico elemento utile a renderlo leggermente in equilibrio è stato, infatti, la scarsa concretezza di Mahomes e compagni in red zone, che hanno chiuso la partita segnando un solo touchdown.
Il 19-8 totale è a mio avviso particolarmente bugiardo rispetto all’andamento della gara, in cui la difesa di casa, sempre più in crescita, ha concesso pochissimo spazio all’attacco guidato da Russell Wilson, che chiude la partita con sole 95 yards lanciate.
Il reparto di Steve Spagnuolo, come ha spiegato proprio quest’ultimo, ha trovato un mix perfetto di alchimia e fiducia che ha permesso ai 3 volte campioni del mondo di imporsi come una tra le squadre che subiscono meno punti all’interno della lega.
Alla base di ciò vi è sicuramente l’ulteriore passo in avanti di alcuni giocatori al secondo anno, come i vari Cook, McDuffie, Watson,
Chenal, Karlaftis scelti al draft o il veterano Reid arrivato in Missouri solo da due anni; oltre a loro, a fare la differenza vi sono i veterani come Jones, perno della difesa e costante pericolo per le linee offensive vista la facilità con cui riesce ad atterrare i QB avversari, ma anche Bolton, Sneed e Gay che, nonostante la giovane età, rappresentano già delle certezze.
Offensivamente invece, oltre all’ex mvp della lega Patrick Mahomes, una certezza è Kelce, soprattutto per la sua capacità di leggere le zone avversarie e quindi posizionarsi nel punto giusto percorrendo le sue “proprie tracce” come definite proprio da Mahomes; oltre a lui, l’altro punto fermo è Pacheco, che, nonostante sia solo al secondo anno, è forse uno dei running back più solidi che l’ex Quarterback campione del mondo abbia mai avuto nel backfield negli ultimi anni: non a caso, il gioco su corse dei Chiefs è nettamente migliorato.
Oltre a tutto ciò, l’attaco di coach Red sembra ancora tutto da inventare. I due giocatori che a mio avviso saranno sempre più centrali all’interno di questo sistema sono i due ricevitori Kadarius Toney e Rasheed Rice.
Del primo, ex New York Giants, è sicuramente da apprezzare la versatilità: solamente considerando la serata contro Denver, infatti, lo abbiamo visto prima lanciare all’interno di una “trick play” e successivamente, sempre nel corso della serata, ricevere direttamente dal centro lo snap.
Tuttavia Toney, in generale additato come uno dei grandi protagonisti in negativo nella sconfitta di Kansas City durante la serata di apertura contro Detroit, in particolare per un drop su un passaggio, anche ieri in realtà, nonostante i tentativi di coinvolgerlo attraverso tutte queste
chiamate particolari, non mi è sembrato particolarmente incisivo.
Detto ciò, se questo coaching staff, che brilla all’interno della lega per estro e fantasia, ritiene che coinvolgere Toney, anche in maniera non convenzionale, sia il modo migliore per sfruttare al meglio il talento del giovane ricevitore, col tempo quest’ultimo potrebbe finalmente esprimere tutto il suo potenziale e quindi diventare un’arma pericolosa a disposizione dell’offensive coordinator Nagy.
Discorso diverso per il rookie Rice, che per fisicità e capacità di ottenere yards after catch mi ricorda, chiaramente con le dovute proporzioni, proprio Tyreek Hill e sappiamo tutti quanto questo tipo di giocatore, inserito in questo tipo di sistema, sapesse essere micidiale.
Oltre a loro, ci si aspetta anche uno step up di Sky Moore, giocatore al secondo anno che, vista la partenza di Smith Schuster in off season, dovrebbe trovare sempre più target.
Per completare il quadro completo occorre menzionare McKinnon e Valdez-Scatling, in particolare il primo per la sua capacità di ricevere una volta uscito dal backfield, il secondo per l’abilità nell’attaccare la profondità e dunque allungare le difese avversarie.
Come detto, il reparto offensivo dei Chiefs è ancora un cantiere in corso che ha probabilmente bisogno ancora di qualche mese per esprimere il massimo potenziale, un tempo che questa squadra ha sicuramente a disposizione, visto che non mi sembra vi sia all’interno della AFC West
una franchigia in grado di impensierire l’egemonia divisionale vissuta negli ultimi anni.
In generale, sicuramente l’AFC mi sembra abbastanza ricca di pretendenti al titolo, su tutte Dolphins, poi Bills e Ravens, ma gli ex Super Bowl Champions sembrano giocare con la tranquillità e la leggerezza tipica di chi ha consapevolezza di avere ogni volta il destino nelle proprie mani; infatti, se questi nuovi vecchi Chiefs raggiungeranno nei prossimi mesi i livelli di rendimento che ad oggi questo roster lascia solo intravedere, probabilmente l’unico elemento che potrebbe realmente fermarli dal quarto anello sono soltanto loro stessi.
Ci aggiorniamo nel corso della stagione per monitorare i progressi della squadra di coach Red e per capire se ci regalerà la solita, inarrestabile, cavalcata.
Studente universitario, appassionato di football americano e, più in generale, degli sport a stelle e strisce.
Tifoso delle franchigie di Chicago dopo aver vissuto qualche mese nella Windy City, qualora ve lo stiate domandando, tra Cubs e White Sox tifo per i Southsiders.
Da qualche anno ho lasciato la Boxe con la speranza di diventare il nuovo Michael Jordan o, nel peggiore dei casi, il nuovo Walter Payton.
Articolo ineccepibile, c’è da dire però che nell’opening day,toney di drop ne ha commessi ben quattro…sarebbe bastato un solo pallone ricevuto e i Capi sarebbero stati tranquillamente 6-0…è ricordiamo anche un paio di drop a testa tra mMoore e Rice,di cui uno in endzone clamoroso..
Poi per quanto riguarda il calendario,non mi sembra proprio agevole,i Jets che i Chiefs hanno battuto, domenica hanno preso lo scalpo di Phila…i Jaguars che hanno perso in casa contro i campioni in carica,hanno poi vinto con i bills…
Ma sono d’accordo cmq che c’è un margine di crescita ENORME per questa squadra.
Saluti V
Mahomes, Kelce e Jones e Andy Reid