Signori miei, era inevitabile. Ogni anno, da quando scrivo, mi trovo costretto a trovare un senso a una domenica così paradossale e imprevedibile che sembra essere uscita dall’episodio di Seinfeld in cui il mondo diventa bizarro e tutto funziona al contrario, circa: ecco, questa domenica abbiamo assistito a un numero di upset così elevato che potremmo quasi pensare che le squadre si siano messe d’accordo fra di loro.
Scaviamo un po’.

Partiamo da Cleveland, dove dei commoventi Browns hanno preso lo scalpo a dei 49ers ieri più 49ers che mai: 19 a 17 il punteggio finale. Fra infortuni, occasioni fallite e penalità dubito che qualsiasi membro dei ‘Niners potrà godere di una notte di sonno sereno per tutta la settimana che ci stiamo apprestando a vivere.
Non doveva esserci partita, o almeno, non con P.J. Walker under center per i Marroni al posto di Watson. Almeno per qualche minuto, le nostre impressioni sembravano poter trovare riscontro nella realtà in quanto pronti-via ‘Niners sopra col solito touchdown di McCaffrey – 15 partite di fila con almeno una meta per CMC, è record all-time a pari merito con altre leggende.
Da quel momento lì, però, qualcosa si è rotto in San Francisco. Anche qualcuno, visto che hanno perso Samuel per il resto della partita a causa di un infortunio alla spalla.

Dopo un intercetto di Gipson, Moody si rende protagonista del primo errore della stagione – e della giornata – mancando un ostico piazzato da 54 yard complicato da condizioni meteorologiche disastrose: poco male visto che qualche istante dopo Hopkins lo avrebbe emulato.
Da quel momento in poi i Browns cominciano a risalire la china prendendo progressivamente campo. I drive cominciano a diventare sostenuti e competenti mentre l’eroica difesa condanna Purdy ad affidarsi sistematicamente al proprio special team.
Un pregevole touchdown di Kareem Hunt – soprattutto per la chiamata di Stefanski – li porta sul 10 a 7 ‘Niners che, come avrete intuito, nel frattempo hanno aggiunto tre punti al bottino.

Per ristabilire la parità a Cleveland basta il primo drive della seconda metà di gioco, concluso con un piazzato da 42 yard di Hopkins mentre la difesa, ieri più eroica che mai, continua a fare il suo prima costringendo Purdy al primo intercetto stagionale e poi inanellando una serie impressionante di three n’ out: un’altra pedata di Hopkins regala ai Marroni il primo vantaggio della giornata.
La gioia però non si protrae per chissà quanto poiché il secondo errore di giornata di Walker porta a un sanguinoso intercetto che regala la palla a Purdy e compagni dentro le dieci avversarie: a Jordan Mason, subentrato all’infortunato McCaffrey, basta una sola portata per firmare il touchdown del controsorpasso.
Cleveland, però, non ci sta.

Walker architetta un commovente drive da 14 giocate – per quasi otto minuti – che si conclude con un altro piazzato di Hopkins, quello del -1 e la difesa, tanto per cambiare, restituisce immediatamente il pallone all’attacco a seguito dell’ennesimo three n’ out avversario.
A questo punto sale in cattedra un eroe dimenticato, Jerome Ford, che si carica – letteralmente – l’intero reparto offensivo sulle proprie spalle e corsa dopo corsa mette Hopkins nella posizione di convertire il quarto field goal della propria giornata, quello del +2 a un minuto e quaranta dal fischio finale.

Purdy, raramente con le spalle al muro, ha l’ultima occasione per redimersi e aiutare i suoi a tornare nella Baia con una vittoria infinitamente più sofferta di quanto potessero immaginare. No Samuel e McCaffrey? Nessun problema, c’è pur sempre Aiyuk: il roccioso ricevitore di San Francisco è una sentenza e con un paio di ricezioni mette Moody nella posizione di firmare il definitivo controsorpasso ma, sciaguratamente, il pallone termina il proprio viaggio alla destra dei pali.
Che vittoria impressionante per i Browns, che prova di forza incredibile del loro reparto difensivo.
Non preoccupatevi, leggerete pure domattina di questa partita.

Da un upset all’altro, da una prestazione monumentale di una difesa a un vero e proprio capolavoro da esporre a una mostra d’arte contemporanea: dei stupendi New York Jets hanno macchiato il record finora immacolato degli Eagles con un sorprendente 20 a 14.
Per Philadelphia sembrava fatta, dopo tre drive avevano già realizzato due touchdown e si sa, portarsi sopra di due possessi contro i Jets di Zach Wilson spesso è tutto ciò che basta per garantirsi una vittoria, ma non potevamo sicuramente preventivare il blackout di cui sto per parlarvi.

Sopra 14 a 9 a termine del primo tempo, Philadelphia incappa nella peggior metà di football dell’ultimo biennio sbagliando tutto lo sbagliabile. Negli ultimi trenta minuti di gioco, il ruolino di marcia offensivo recita punt, punt, intercetto, field goal sbagliato, intercetto e turnover on downs.
I Jets, con tutti i loro limiti, fanno quello che possono per convertire l’inefficienza offensiva avversaria in punti, ma dobbiamo pur sempre ricordarci che stiamo parlando del reparto offensivo di Zach Wilson contro una difesa arcigna come quella degli Eagles – anche se a dire il vero i tanti infortuni in secondaria li hanno resi decisamente meno spaventosi del solito.

Mancano due minuti, i Jets sono sotto di due punti e con una conversione su terzo down Philadelphia può chiudere i conti o, alla peggio, restituire il pallone a Zach Wilson costringendolo a percorrere il campo: nulla di tutto questo.
Hurts, ieri inspiegabilmente nevrotico e sciupone, sparacchia un tremendo intercetto che Tony Adams quasi riporta in end zone per il touchdown del sorpasso che, però, arriva pochi istanti dopo quando la difesa degli Eagles decide di regalare un touchdown a Breece Hall per restituire immediatamente il pallone all’attacco.
Se siete stati attenti, però, già saprete l’esito del drive della disperazione: turnover on downs.
I Jets hanno battuto gli Eagles per la prima volta nella loro storia e, soprattutto, nessuna squadra è ancora imbattuta.
Cheers ai Dolphins del 1972.

Nel pomeriggio, a Londra, i Ravens festeggiano una sofferta vittoria contro i sempre ostici Titans grazie a un provvidenziale 24 a 16. Baltimore gioca bene, costruisce tanto ma fatica a concretizzare trovando i sei punti solamente a termine di uno dei sei (!!!) viaggi in red zone: figuratevi che a fine partita Tucker avrà convertito ben sei piazzati.
A un certo punto sembrava essere finita, ma un intercetto di Jackson ridà linfa vitale ai Titans che si portano sotto solamente di un possesso a seguito del solito touchdown di Henry ma a quel punto, atipicamente, Baltimore ritrova la lucidità ricominciando a muovere le catene e, ovviamente, a segnare piazzati con Tucker.

Tennessee, onore al merito, resta in partita fino, anche quando Vrabel è costretto a scongelare Malik Willis per fargli prendere il posto dell’acciaccato Ryan Tannehill: i tentativi di rimonta dei Titans non portano a nulla, Baltimore questa volta riesce a proteggere il vantaggio nell’ultimo quarto.
Prestazione mediocre per i Ravens che pur non avendo avuto particolari problemi a muovere le catene hanno faticato decisamente troppo in red zone, parte di campo dove solitamente non hanno problemi a risultare efficaci.

Stesso punteggio e destino per i vicini di casa di Washington che, ad Atlanta, si regalano una buonissima vittoria con un 24 a 16 che immagino nessun tifoso dei Falcons digerirà tanto in fretta.
Perché dico ciò? Perché Atlanta non aveva alcuna ragione di perdere una partita in cui l’attacco ha prodotto più del doppio delle yard di Washington che, però, ha trovato modo di punire ogni singolo errore avversario.

Ciò rende inspiegabilmente frustrante questa sconfitta sta nel fatto che Atlanta, dopo essersi riportata sotto di un possesso, abbia avuto ben tre occasioni per trovare il pareggio: i tre drive giocati sul 24 a 16 per i Commanders si sono conclusi con due intercetti e un turnover on downs.
I due intercetti, tanto per rincarare la dose, sono arrivati in piena red zone o alle sue porte. L’aggettivo beffardo non compendia assolutamente la delusione dei Falcons che, nuovamente, sono stati messi davanti a tutti i limiti del proprio quarterback: in NFL certe occasioni devono essere sfruttate. Esattamente il contrario di ciò che ha fatto Howell che, dal canto suo, ha trasformato in oro ogni singola opportunità avuta.

A proposito di frustrazione, che dire del 17 a 13 con cui i Bengals sono sopravvissuti ai Seahawks?
Non tifo Seahawks, ma non ho problemi ad ammettere di essermi lanciato in sguaiati gesti di stizza in reazione ai ripetuti nulla di fatto in cui è sistematicamente incappato il loro reparto offensivo. Fa sempre male, indipendentemente dalla propria fede, vedere una squadra continuare a tirarsi la zappa sui piedi precludendosi più o meno volontariamente l’opportunità di vincere una partita fondamentale per il loro campionato.
Non potevano chiedere di più a una difesa che negli ultimi quaranta minuti ha concesso la miseria di tre punti al reparto guidato da Joe Burrow.

Con il vantaggio sempre a portata di mano, Geno Smith e compagni continuavano a muovere le catene per poi impantanarsi inevitabilmente in red zone, dove prima Smith ha lanciato un disastroso intercetto e poi, sotto di quattro misere lunghezze, è stato spedito a bordocampo a stomaco vuoto a seguito di due turnover on downs consecutivi all’interno delle dieci dei Bengals.
Se siamo così masochisti da convertire in piazzati i due turnover on downs otterremmo una vittoria Seahawks.
Si riprenderanno, ma perdere una partita del genere fa indubbiamente male.

Vittoria tranquilla e meritata per i Jacksonville Jaguars che con un perentorio 37 a 20 si sbarazzano degli Indianapolis Colts che si svegliano decisamente troppo tardi.
La prolungata permanenza londinese sembra aver rigenerato i Jags che ieri si sono regalati un pomeriggio da grande squadra, vincendo senza particolari patemi d’animo una partita che dovevano vincere. Fondamentale lo sforzo coordinato di Etienne e Lawrence che con un paio di touchdown a testa hanno permesso a Jacksonville di scappare sul 31 a 6, baratro da cui questi Colts non possono essere in grado di uscire.

Tutto facile – fino a un certo punto – per i Miami Dolphins che sfornano il quarantello settimanale, questa volta a scapito dei poveri Carolina Panthers: 42 a 21 il punteggio finale.
Come ho provato ad anticiparvi, non è stata sicuramente una passeggiata per i Dolphins che dopo i primi due drive dei Panthers si sono sorprendentemente trovati sotto 14 a 0. Da lì in avanti, però, la difesa è salita di giri fino ad annullare completamente il reparto offensivo di Young mentre Tua e compagni facevano quello che sanno fare meglio, ossia segnarne tanti.
Ennesima prestazione da incorniciare per Mostert che con tre touchdown non ha fatto sicuramente rimpiangere Achane.

Meglio una brutta vittoria che una bella sconfitta, no? I Minnesota Vikings, orfani di Justin Jefferson, si sono portati a casa una brutta vittoria a scapito dei Chicago Bears, un 19 a 13 che ci dice tutto quello che dobbiamo sapere sulle condizioni della squadra di Kirk Cousins.
Dopo due settimane di insperata efficienza offensiva, Chicago incappa in un pomeriggio da incubo commettendo ben tre turnover, fra cui il decisivo fumble riportato in end zone dal sottovalutato Jordan Hicks per il touchdown che ha spaccato in due la contesa.
Sotto 19 a 6 i Bears sono stati costretti a rinunciare a Fields a causa di un infortunio al polso e, col rookie Tyson Bagent under center, non sono stati in grado completare la rimonta: i loro sogni di gloria si sono spenti con un mesto intercetto a meno di due minuti dal fischio finale.

Vittoria di carattere per gli Houston Texans che vanificano il miglior Derek Carr della stagione con un preziosissimo 20 a 13. Pure in questo caso il delta fra vittoria e sconfitta risiede nell’inefficienza in red zone che ha condannato New Orleans alla sconfitta. Esattamente come nel caso dei Seahawks, New Orleans ha avuto varie occasioni di portarsi in vantaggio salvo poi tirarsi sistematicamente la zappa sul piede una volta arrivata in red zone: gli ultimi due drive della loro partita si sono spenti nel cuore della red zone con un intercetto e un turnover on downs.
Sfondo la quarta parete per chiedervi l’ovvio: avete ricordi di una domenica di simile inefficienza in red zone?

Niente da fare per questi Patriots.
Quella con i Raiders è stata un’ode alla tristezza, una partita noiosa e a tratti soporifera che però ha consegnato a Las Vegas una vittoria provvidenziale che li porta sul 3-3, record che tiene aperte porte: il 21 a 17 finale, se dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno, costituisce un passo in avanti per i Patriots che se non altro ne hanno segnati 17.
New England avrebbe anche avuto l’occasione di vincerla, ma con due minuti da giocare e l’intero campo da percorrere Mac Jones è incappato nel safety, anche se non può rimproverarsi troppo visto che pochi istanti prima aveva pescato Parker in profondità per una ricezione che li avrebbe catapultati in zona field goal sotto solamente di due punti: ovviamente il pallone ha trovato il suolo a seguito di un drop.

Prendiamo coscienza dell’ovvio: in questo momento Jared Goff è il favorito per l’MVP. Per carità, mancano ancora una vita e tre quarti al termine della regular season, ma con vittorie come il 20 a 6 con cui hanno regolato i Buccaneers a domicilio è difficile non essere d’accordo con quanto appena affermato.
In un pomeriggio funestato dall’ennesimo infortunio a Montgomery, Goff si è caricato sulle proprie spalle l’intero attacco sfoderando una prestazione da leccarsi i baffi contro un reparto difensivo di qualità: 353 yard e due fondamentali touchdown per il franchise quarterback dei Lions che, semplicemente, non sembra intenzionato a commettere errori.

La grandezza di questi Lions, però, va ben oltre quella del proprio quarterback poiché il reparto difensivo si è reso protagonista di una prova eccezionale culminata in un esaltante 2 su 12 dell’attacco avversario su terzo down.
Ripeto, questi non sono i soliti Lions.

Buona vittoria per i Rams a cui basta una sola metà di serietà per avere ragione dei Cardinals: 26 a 9 il punteggio finale di una partita a suo modo strana.
Los Angeles nei primi trenta minuti decide inspiegabilmente di ignorare il gioco di corse provando – per ragioni non ancora note – a percorrere il campo nel minor tempo possibile: i tentativi non vanno nemmeno eccessivamente male, ma una volta arrivati in red zone, tanto per cambiare, vengono sistematicamente costretti ad accontentarsi dei tre punti.
Durante la pausa lunga Sean McVay prende coscienza della presenza di Kyren Williams che da 18 portate raccoglie 154 yard e un touchdown: a quel punto la strada per Los Angeles diventa in discesa e un touchdown di Kupp e qualche piazzato di Maher mettono in ghiaccio la meritata vittoria.

La domenica degli upset stava per essere resa leggendaria dai Giants, arrivati a tanto così da prendere lo scalpo a dei brutti Bills: Buffalo, fortunatamente per loro, è sopravvissuta ai commoventi tentativi di rimonta dei Giants portandosi a casa un soffertissimo 14 a 9 che, però, verrà fatto passare in secondo piano dalle legittime proteste di New York.
Sì, quella su Darren Waller era una trattenuta più che plateale, non mi capacito del fatto che gli arbitri non abbiano fischiato un fallo così netto.

New York, inspiegabilmente, non ha avuto problemi a muovere le catene mettendosi ripetutamente nella posizione di portarsi a casa punti, ma, pure in questo caso, la red zone è stata funesta. Viene naturale puntare il dito verso il tragico zero su cinque nella porzione più importante del campo per spiegare questa sconfitta, resa ancora più beffarda dal fatto che a tempo scaduto, sulla goal line, gli arbitri non abbiano fischiato la sacrosanta penalità contro Buffalo che avrebbe regalato a Tyrod Taylor un’altra opportunità di vincerla sulla sirena.
Che beffa questa per i Giants.

22 thoughts on “Il riassunto della sesta domenica del 2023 NFL

  1. Nessuna partita è scontata ed è questo il bello della NFL.
    Sf già alle prese con la sfiga.. non lo meritano e spero che possano recuperare.
    Jetz tosti nonostante non ci sia AR ma R.Penny come mai non gioca ancora con gli eagles?
    Questi leoni fanno paura.. Ravens avvisati

  2. ciao Mattia
    visto che hai parlato del mancato fallo su Waller, che dire del TD negato ai 49ers per un assurdo pass incompleto (poi chiamato pure Grounding)?
    Daccordissimo su Goff MVP.

  3. Questa sconfitta dei Niners mi preoccupa non poco. Usciti i due RB-WR “intercambiabili”, la luce si è spenta di brutto e per l’attacco guidato da Purdy è stato il buio pesto. Una partita di stagione regolare si può perdere, ci mancherebbe, specie se poi la teorica rivale Phila restituisce il favore in un gioco a distanza che non so quanto sia casuale. Si può perdere dicevo, ma non così. Una fila infinita di three-and-out, un gioco insipido ed inconcludente in cui come altre volte, anche Aiyuk non la prende mai. Una fila interminabile di flag da una parte e dall’altra, e mi duole ricordare che sia il primo, ma soprattutto l’ultimo drive di SF stavano per morire nel solito modo, se non fosse intervenuta una salvifica infrazione degli avversari. Il kicker poi, se hai certe ambizioni deve essere affidabile. Il primo calcio era lungo, pioveva, si può certo sbagliarlo. Ma l’ultimo era piuttosto vicino.. Non la vedo più così bene e non è questione di perdere una partita ma del come. Spero proprio di sbagliarmi, ma c’è ancora da crescere e un bel po’. Forse sono troppo umorale io, lo spero proprio.

    • Si la risposta sta nell ultima frase, SF rimane la squadra meglio calibrata con più talento e insomma piu forte di tutte e per me Favorita numero 1

      • Che abbia molto talento in un po’ tutte le zone del campo concordo, ma questo è vero da anni e alla fine quello che conta è il risultato. Col cuore spero si tratti solo di un episodio, ma secondo me il campanello d’allarme c’è e suona bello forte: ieri sera i numeri a un certo punto erano impietosi, 11 su 25 passaggi completati, 22 a 170 come yard guadagnate nel secondo tempo. Un massacro, un tiro al piccione, dal quale ci ha tenuti a galla la difesa, sempre buona, ma non sempre così dominante da chiudere la saracinesca e tenere gli avversari sullo zero barrato. Sono preoccupato. Col cuore spero di sbagliarmi, ma i numeri raccontano che appena le cose si sono messe così così, l’attacco è sparito dal campo, e contro un’avversaria buona ma non certo al top. Vedremo cosa ci riserva il futuro.

        • Premetto che questa volta non ho visto nulla e nulla ho seguito su ESPN e canali vari, quindi quanto sto per dire vale come il 2 di picche.
          Vero è che SF questa partita l’ha toppata e oltre averla toppata ha aggiunto il carico di due infortuni importanti CMC-Deebo e, non da poco, Trent Williams! Forse quello di CMC meno grave della spalla di Samuel. Speriamo che rientrino tutti e tre dopo il bye.
          Detto ciò, è vero che sarà stata una partita orrenda piena di errori e penalties (caratteristica propria dei 9ers di Shanahan, che ci è già costata sconfitte negli anni scorsi) ma alla fine la si è persa per un FG mancato che non avrebbe avuto replica. Così come mi sento di dire che anche solo per i grandi numeri doveva succedere che Purdy toppasse una partita, si è fermato a 10 successi consecutivi e per essere un esordiente è veramente tanta roba.
          Aggiungo che, se ho letto bene, è stata una partita giocata in un ambiente caldissimo dove son volate parole, e non solo, già nel pregara, contro, comunque, la miglior difesa della lega.
          Concludo, secondo me la cosa che i Niners devono temere di più in assoluto è la dea Sfiga, che come una divinità della mitologia greca ha eletto i 49ers a suo bersaglio preferito….
          Alla prossima

          • Se non ci si metteva la sfiga, non vedo perchè questa partita non avrebbe dovuto essere il prolungamento ideale di quella con Dallas. I primi due drive sono stati di quel tipo lì. Purtroppo ci si è messa la sfiga e mi ha impressionato, come scrivevo, non certo la sconfitta in sè ma l’implosione verticale dell’attacco. Poi chiaramente spero anche io che si sia trattato della giornata no, che sia stata colpa della pioggia, che Purdy non stesse benissimo ed è vero che comunque, di riffa o di raffa, la stavamo portando a casina lo stesso. Ma l’attacco ha fatto schifo davvero. Sono riemersi certi fantasmi dell’anno scorso con Dallas ai playoff, quando aumentato il livello, il meccanismo dell’attacco che era stato efficiente fino ad allora si è messo improvvisamente a cigolare. Poi come sempre, nulla è compromesso e vedremo. Se penso alla stagione regolare di Tampa Bay un paio d’anni fa quando poi ha vinto il SB stracciando i Chiefs, mi viene da dire che perdere male certe partite può anche fare bene. Solo, oggi è il giorno dopo di ieri sera, e ieri sera messo di fronte alle prime difficoltà ho visto qualcosa di proprio inguardabile. Comunque, si vedrà. La qualità c’è, speriamo di usarla.

  4. Due cose sugli upset di giornata, uno è che Cleveland la stava buttando quando il suo qb ha lanciato in endzone un quasi intercetto quando poteva scivolare, perdere tempo o fare qualunque altra cosa invece ha fermato il cronometro e dato l ultima opportunità a San Francisco.
    La seconda era la quota degli Eagles, che in questo momento e condizioni varie dovevano stare se non a 1.0 qualcosa almeno 1.10-1.15.
    Me li ritrovo a 1.3 e per esperienza non è mai una partita scontata e difatti

    • Da tifoso dei 49ers concordo con chi scrive che, nonostante sia solo una partita persa tra l’ altro per un calcio facile sbagliato, un campanello d’allarme è suonato. Per me la cosa più preoccupante è lo sfaldamento totale della OL che non ha MAI e dico MAI protetto purdy come si deve. È stato imbarazzante vedere quanto fosse facile x la difesa arrivare al qb…. così è ovvio che l’ attacco non può funzionare se, come ieri, non funziona il gioco di corsa. Se l’OL non torna a proteggere come prima la vedo dura con squadre più toste!!

  5. Ah, io invece i Seahawks li tifo e i gesti di stizza li ho avuti fino a un certo punto, cioè quando mi sono ricordato che c’è geno Smith under center e questo ti rende una squadra mediocre; difatti con una vittoria sarebbero saliti 4-1 e prossima in casa con Arizona, non puoi avere lo stesso record dei 49ers miglior squadra NFL si capisce bene. Giusto così. Mi aspettavo la sconfitta di misura ed è arrivata. Tra l altro Seattle è al quarto anno in fila di sconfitta dopo il bye

  6. Giornata negativa x SF può succedere. Però Browns eccellenti spero che vadano ai PO quando ho iniziato a seguire l NFL li ho visti spesso xche’ una delle migliori squadre AFC. Speriamo che domenica i 49ers cancellino subito questa L. Un saluto a tutti.

  7. Credo che la penalità contro Buffalo non sia stata fischiata perché ne era appena stata chiamata un’altra (infatti l’ultima azione è partita dalla linea di 1 yard con 0.00 sul cronometro): difficile che gli arbitri abbiano il coraggio fischiare due volte di seguito a tempo scaduto, specie contro la squadra di casa. Comunque, facciamo sempre di tutto per complicarci la vita: ieri sera, due errori di Tyler Bass, che in stagione era 9 su 9. Forse il secondo field goal, a un minuto e mezzo dalla fine, non era nemmeno da tentare: sarebbe stato preferibile un punt. Sbagliandolo, abbiamo fatto ripartire i Giants quasi da metà campo.

    L’mvp spero lo vinca McCaffrey.

    Ho notato diversi posti vuoti ad Atlanta: non i soliti vuoti a inizio primo quarto o a inizio terzo quarto, ma proprio nel bel mezzo della partita. I dati ufficiali parlano di 69.921 spettatori su una capienza di 71.000, ma i seggiolini vuoti erano palesemente più di 1000. Forse Desmond Ridder non stimola tanto le fantasie dei tifosi.

  8. Considerazioni sparse
    in generale attacchi da rivedere, punteggi mediamente bassi, con un livellamento del gioco verso il basso.
    che SF e Fila abbiano un pò tirato il fiato ci sta in una stagione così lunga soprattutto per le loro aspettative di PO.
    L’attacco di SF gira a mille se in campo ci sono i fenomeni altrimenti Purdy è in difficoltà come qualsiasi QB che non sia Mahomes
    I miei Dolphins continuano a non convincermi in difesa dove la coperta mi sembra sempre troppo corta con le Safety che non sanno se aiutare avanti o dietro. Speriamo nel rientro di Ramsey
    Ma i Patriots stanno tankando o cosa?

      • prova del 9 per i dolphins dopo la ripassata subita dai Bills. occorre dimostrare di essere forte anche con i forti e non solo coi giants o panthers di turno.

        • Concordo pienamente e ripeto quanto ho detto prima della partita coi Bills: si può anche perdere con gli Eagles, ma dipende come. Coi Bills è andata malissimo e Miami è sprofondata. Purtroppo la difesa di Miami finora mi ha deluso tantissimo: a Phila non si potranno concedere due TD come coi Panthers due giorni fa!!! Il famoso detto NFL è molto minaccioso per i miei Dolphins: l’attacco fa vendere i biglietti, la difesa fa vincere le partite!

  9. Dei Lions mi fa impressione quanti 3zi down siano stati convertiti, ma il treno Reynolds all’improvviso è stata la cosa più bella vista in campo. Ma qualcosa di molto brutto sta per succedere, non può andare avanti così…

      • Qualcosa di molto peggio, qualcosa che ci faccia perdere le partita, stavolta con tutto l’infortunio abbiamo vinto ancora.

  10. Il titolo per la domenica sarebbe “La caduta degli dei”. Prima sconfitta per Philadelphia e SF. Ci può stare. Per gli Eagles giusta. per 49ers un po’ meno. Più che il primo 1 sulla casella L mi preoccupano gli infortuni. La solita sfortuna… ora basta!. E’ stata anche la domenica dei kicker. Chi ce l’ha bravo ha vinto. Nessun riferimento… anche i più grandi campioni hanno sbagliato un calcio di rigore, però…

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