Faccio una premessa, forse inutile, ma mi sento di farla: la NFL è avanti anni luce rispetto a qualsiasi altra lega mondiale in quanto promozione del proprio “prodotto”.
Se pensate che il Super Bowl è l’evento singolo più visto al mondo e con più introiti pubblicitari (per uno spot di 30″, occorrono dai 5,05 ai 6 milioni di dollari)… Diciamo che i ragazzi con sede a New York ci sanno fare. E tanto.
La scommessa che fecero nel lontano 2007 con la prima partita oltre-oceano tra Dolphins e Giants, si è rivelata più che vincente e lo scorso week-end a Londra, ne è stata l’ennesima prova. Anzi, mai come quest’anno si giocheranno partite NFL(5) al di fuori dello stato a stelle e strisce.
Dicevo… lo scorso weekend c’ero pure io in UK, passaporto alla mano (eh si, suona strano, ma la Brexit ci obbliga a questo orpello burocratico, costoso…lungo…ma cosa si fa per il football..) sono atterrato in quel di Londra sabato mattina.
Già dall’aeroporto (Stansted) si vedevano alcune magliette dei Bills, i miei Buffalo Bills. Tra tifosi della squadra del profondo nord USA, c’è un’usanza: quando ci si riconosce, ovunque, ci si saluta con un “Go Bills“. Ma vi garantisco che ovunqe, anche a Milano qualche settimana fa, ero in giro con la maglietta di Kincaid (#86) e un tizio dell’Ohio mi ha fermato con “Go Bills!”. Sarà il leit-motiv di tutto il mio soggiorno londinese.
Sbrigate le formalità aeroportuali, mi catapulto…ops, dimenticavo: io Londra non la conosco, non so girarci e proprio non so nulla della capitale inglese..”God Bless CitymAPPer”, una manna!
Dicevo, mi catapulto a Battersea Power Station, divincolandomi tra Underground, Overground e Bus. Quartiere un po’ simile a Citylife a Milano, con case che sanno di nuovo e dove la riqualificazione urbana ha riportato in vita (e che vita) una vecchia centrale idroelettrica in riva al Tamigi.
Nello spazio verde di quest’area, è stata allestita la NFL Experience: una sorta di parco divertimenti con tema, ovviamente, il football americano. Ecco, meglio specificare sempre AMERICANO che gli inglese concepiscono come Football solo quello con la palla sferica e non lo sferoide prolato. NON chiamatelo SOCCER che si arrabbiano!!
Si può fare qualsiasi tipo di Experience: dal lanciare come un QB, a ricevere come un wide-receiver o, addirittura (ed era l’attrazione con più coda) calciare un FieldGoal come un kicker. Onore al volontario che funge da “holder”(colui che mette il dito sul pallone per tenerlo fermo, mentre arriva il piede per l’impatto) perchè un conto è se calcia Justin Tucker o Tyler Bass, un conto è se lo fa “Pippuzzo o’sciancrato” con lo scarpone Timberland da 800 chili. Ecco, non si hanno notizie di amputamenti o fratture. Bene.
Il tutto condito dall’immancabile birra (costosa), dagli shop NFL e dall’esposizione di tutti i caschi, in formato gigante, delle 30 franchigie NFL. Un’autentica chicca.
Passate un paio di ore, decido che per il momento con l’NFL è tutto.
FastForward a domenica alle 10.30, vi evito la mia “experience” con la stanza che ho prenotato perchè magari qualcuno è in pausa pranzo e può rovinargli l’appetito… Sorvoliamo che è meglio.
“GAME DAY, BABY”
I “Go Bills” si inizano a sprecare. Persino mentre sono alla Toilette, mi si affianca uno e me lo dice…ecco, ragazzo, guarda avanti e concentrati su quello che stai facendo, mi raccomando. Indosso il mio cappellino brandizzato PlayItUSA che ho fatto fare poco prima di partire e mi incammino verso la meta…ops..end-Zone, better!
La fiumana di gente che inizia a dirigersi verso il Tottenham Stadium (o New White Hart Lane) è già imponente nonostante manchino 4 ore al kick-off della partita che andrò a “vivere”, quella tra i (miei) Buffalo Bills e i Jacksonville Jaguars che sono a Londra già da una settimana, vista la vittoria in W4 contro gli Atlanta Falcons al Wembley Stadium.
Lo stadio lo si raggiunge prevalentemente a piedi dopo aver utilizzato i mezzi pubblici. Scordatevi parcheggi immensi pieni di macchine. Qui l’edificio è incastonato tra case, pub, giardini pubblici e ci sta benissimo. I negozi (tanti) al suo interno sono totalmente cash-less, ovvero, non si paga in contanti ma solo con carta. E’ forse lo stadio più bello e moderno d’Europa. Ha un prato retrattile che permette l’installazione di un campo da football o rugby. Insomma, una figata pazzesca.
Dopo aver ritirato il mio “Media-pass”, torno fuori per vivere il “TailGate” organizzato dall’NFL: non proprio il classico pre-partita con i tifosi a cucinare “la qualsiasi” (anche se qualcuno ha provato a imitarlo nelle zone limitrofe allo stadio), ma un più contenuto “Street food” non molto vissuto. Ci si accontenta, ci mancherebbe.
Intanto mi ritrovo con gli altri amici italiani tifosi dei Bills, quei matti scatenati dei Buffalo Bills Backer’s Italy, una tra le fanbase di football più attive in Italia, di cui faccio parte. Foto, saluti, “Go Bills”, ancora foto… insomma… tutto quello che serve per immortalare il momento.
Non è una cosa da tutti i giorni trovarsi a Londra, a vedere una partita di football. E vedo solo gente con il sorriso sul volto. Quando lo sport, finalmente, è solo divertimento.
Incontro anche un’altro gruppo di tifosi Bills in Italia, i “Bills Brothers Italy“, con la loro bandiera pronti per entrare allo stadio. Infatti, è arrivata l’ora. Sono le 12.30 e si aprono i cancelli.
Io torno nella MediaRoom insieme a Giovanni Ganci (Huddle Magazine) e Luca Poglio, altra ottima penna di NFL. C’è il brunch offerto dalla NFL e io, ovviamente, non mi tiro indietro. Usassero un po’ meno aglio, sarebbe anche ottimo…però quando uno ha fame…mangia tutto.
Vado a prendere posizione in tribuna stampa e qui iniziano a luccicarmi gli occhi….SBAAAAAM…l’impatto con l’interno dello Stadium è quello che ti fa anche stringere lo stomaco. Mi siedo in postazione e penso “è tutto vero! Oh, sono qui!!”. Intanto le squadre fanno il loro ingresso in campo per il riscaldamento.
Prima i kicker/punter che hanno bisogno di tutto il campo per provare i loro calci, poi entra il “grosso” della ciurma: special team, difesa e poi l’attacco. Non c’è gara tra il boato quando sono entrati Josh Allen&soci e quando ha fatto l’ingresso il reparto offensivo dei Jaguars, guidato da Trevor Lawrence.
I “BILLS MAFIA” (nome con cui vengono universalmente riconosciuti i tifosi di Buffalo) sono tantissimi e si vedono (e si sentono) sulle tribune con le loro maglie blu. Io ne indosso una bianca di Kincaid, non potevo esimermi dal farlo, nonostante la tribuna stampa.
-7′, partono gli inni. “Star-Spangled Banner” e “God Save the King” sono quelle cose che fanno venire i brividi anche adesso mentre scrivo. Lo stadio è pieno, sono 60.000 persone che si stanno godendo davvero il momento, che cantano a squarcia gola.
Durante la partita ripeteremo l’esperimento con altre 2 canzoni: “Sweet Caroline” di Niel Diamond e “Don’t Look back in anger” degli Oasis, quest’ultima canzone scelta dai tifosi direttamente allo stadio durante la partita. Anche questo è “Showtime”.
La partita sapete tutti come è andata: oltre al risultato avverso ai miei Bills (20-25), da segnalare anche 2 infortuni gravi a giocatori fondamentali quali il “LineBacker” Matt Milano e il “DefensiveEnd” DaQuan Jones, fuori entrambi per tutta la stagione.
Dopo le quasi 3h30′ di partita, arriva un altro momento che aspettavo da tutta la giornata: la conferenza stampa.
C’è da scegliere se andare a quella dei Jaguars (A) o a quella dei Bills (B), in quanto si svolgono contemporaneamente in due sale diverse e lontane. Secondo voi a quale ho assistito?
Mi metto in prima fila, per avere un’inquadratura migliore per le live che ho intenzione di fare (trovate tutto sul nostro canale Facebook). Visto il mio abbigliamento non propriamente consono, mi chiedono per ben 2 volte il pass e io, serenissimo, lo mostro con orgoglio.
Arrivano Micah Hide e Jordan Poyer (a piedi nudi), poi coach Sean McDermott, il rientrante Von Miller e, infine, il wide-receiver “all-star” Stefon Diggs.
La quasi totalità delle domande dei numerosi giornalisti presenti verte sulle condizioni fisiche dei due difensori dei Bills. Le facce sono preoccupate (si saprà solo il giorno successivo dell’entità di entrambi gli infortuni) e non lasciano presagire nulla di buono.
Mi azzardo anche a fare una domanda a Von Miller sull’ambiente che ha trovato a Londra, sui “BILLS MAFIA” e mi risponde molto cordialmente dicendo che sono unici e tifosi incredibili. Tralasciamo il mio inglese, ma l’Edge (ruolo che ricopre nella DL dei Bills) ha capito benissimo. Grande Von!.
Terminata la conferenza stampa, la sicurezza (capitolo sicurezza nello stadio: da 1 a 10, 15…e ho detto tutto) ci scorta all’uscita. Noi ripassiamo dalla Media Room per l’ultimo caffè e per prendere la “schiscetta” che nuovamente l’NFL ha offerto a tutti i giornalisti. Apprezzato, sicuramente!
Mi incammino verso l’underground quando inizia a far sera anche a Tottenham. La temperatura è mite (straordinario per periodo e location) e si sta bene in maniche corte.
Mentre passeggio, penso che questa sarebbe la vita che mi piacerebbe fare, quella di raccontare sport e trasmettere le emozioni che provo nel guardarlo, qualunque esso sia. Poi scrollo la testa e penso che questo ragionamento avrei dovuto farlo una 30ina di anni fa. Ma mi dico che sono già fortunato ad aver vissuto una giornata come quella che sta per finire.
La fila per accedere al sottosuolo è troppa e decido di prendere un bus (rigorosamente a rosso a 2 piani) e affidarmi a Citymapper che non mi tradisce.
Termina qui il mio racconto su un’esperienza straordinaria che mi ha lasciato con tante, tante cose belle da ricordare. La volontà è quella di ripetere l’anno prossimo.
See you soon, London!
Latitante da troppi anni da PlayIt, ma con gli “inizi” nei primi anni 2000 ancora nel cuore. Reunion di Arenzano e Ferrara ancora ben impresse nella mia mente!
Complimenti davvero: peccato solo per il risultato.
In America non gradiscono molto queste partite europee: ho letto commenti di tifosi Bills che si lamentavano di essere stati depredati di una partita casalinga e del prato che avrebbe provocato gli infortuni ai giocatori. Però, per chi vive in Europa, sono occasioni davvero ghiotte di vedere una bella partita di football: volare al di là dell’oceano sarebbe più complicato.
Ciao Nick, diciamo che i bills potevano gestirla meglio questa trasferta e non arrivare il giovedì ma almeno il martedì così da abituarsi al ritmo londinese. E poi i Jags ci sono proprio indigesti 😊
Fantastico racconto , complimenti.
Penso che a tutti noi appassionati piacerebbe vivere una esperienza del genere.
Chissà se un giorno potremmo vedere anche in Italia una partita di NFL, sarebbe bellissimo.
Grazie 1000. Per poter ospitare un evento del genere, occorre avere una struttura adatta. Io ero convinto che magari San Siro potesse esserlo, ma vedendo le “venues” di Londra…diciamo che occorrerebbe un bel restyling…siamo ancora un po’ lontani…
Battersea Power Station copertina dell’album animals dei Pink Floyd. Bella esperienza, bell’articolo. Brao Cine
Grazie 1000 Enrico