Vi sfido a trovare un arco narrativo più soddisfacente di quello dei Detroit Lions. Certo, la stagione è ancora giovane e mi sento inspiegabilmente stupido a emettere (mezzi) verdetti quando fuori ci sono ancora trenta gradi, ma questi Detroit Lions non possono lasciare indifferenti.
Non possiamo permetterci di spellarci le mani su una vittoria contro questa versione dei Panthers, ma sono rimasto impressionato dalla maturità con cui hanno liquidato la pratica. Chi di football scrive per mestiere si riferisce a partite del genere come trap game perché, diciamocelo, il rischio che li sottovalutassero non solo era alto, ma pure comprensibile. Il delta fra il valore delle squadre in campo e un paio di infortuni di troppo – spiccano quelli di St. Brown e Gibbs – sembravano costituire la vegetazione con cui un personaggio dei cartoni animati prova a coprire il classico buco nel terreno nel quale cascherà – inevitabilmente – il rivale: non è andata così.
Detroit, da grande squadra quale vuole essere, ha creato il vuoto tenendo il piede pigiato sull’acceleratore per almeno 55 minuti di gioco: il passivo, a mio avviso, poteva essere molto più pesante. Ripeto, una squadra che ambisce ai playoff non può concedersi esaltazione per una vittoria contro i Panthers a ottobre, ma ci tengo a farvi notare che l’anno scorso abbiano mancato l’accesso alla postseason proprio per una sciagurata sconfitta contro dei Panthers ancora più deprimenti in un periodo in cui sembravano essere inarrestabili.
Questi Lions sono diversi, sono dei Lions più maturi, consapevoli dei propri mezzi e razionali. Raramente si mettono nella posizione di perdere, fatto mai banale se si sta parlando di questa franchigia.
The only times the @Lions have rushed for at least 100 yards and 1 TD in each of the first 5 games of a season:
– 2023
– 1962
– 1956
– 1936The only time the Lions have had at least 9 passing TDs and 9 rushing TDs through the first 5 games of a season:
– 2023#OnePride pic.twitter.com/FuxlO9VheU
— Detroit Lions PR (@LionsPR) October 9, 2023
Forse mi sono bruciato questo articolo, sarebbe magari stato più saggio proporvelo dopo gli impegni ben più indicativi con Buccaneers e Ravens, ma faccio fatica a non parlare di una delle migliori squadre del campionato.
La ricostruzione iniziata un paio di stagioni fa si può dichiarare ufficialmente conclusa, Detroit si è rimessa in piedi in tempo record e, nel frattempo, potrebbe aver pure trovato una soluzione sul lungo termine under center. Sì, sto parlando di Jared Goff.
Da contratto zavorra da scaricare a franchise quarterback – di nuovo: quanto diamine è soddisfacente la sua storia? Mi preme ricordare che Los Angeles, per liberarsi del suo contrattone, non c’ha pensato due volte ad appesantire il pacchetto per arrivare a Stafford aggiungendo scelte al draft: quello che fino a non troppo tempo fa era visto come un effetto collaterale ora si è trasformato in possibile soluzione.
Anzi, togliamo il possibile, il Goff che stiamo vedendo settimana dopo settimana è un quarterback con cui la tua squadra del cuore può fare strada ai playoff.
Adoro vedere l’attacco dei Lions operare principalmente perché ribadisce quanto sia intelligente costruire una squadra partendo dall’interno, in questo caso la linea d’attacco. Nella O-line dei Lions troviamo infatti tre scelte al primo round, una al terzo e un investimento in free agency che ai suoi tempi ci aveva fatto inarcare il sopracciglio. Campbell e Holmes hanno ereditato una linea d’attacco di primo livello e, molto saggiamente, hanno deciso di perfezionarla utilizzando una scelta nella top ten per Sewell.
Con il senno di poi si può tranquillamente affermare che questa loro decisione abbia pagato. Holmes ha ereditato una linea d’attacco forte e non c’ha pensato due volte a fare quello che doveva fare per aiutarla a compiere il definitivo salto di qualità.
Avevamo storto il naso dinanzi agli arrivi di Montgomery e Gibbs ignorando quanto per loro sia fondamentale correre. Poco importa se Montgomery non è il running back più efficiente della lega, il loro obiettivo è quello di sfiancare il front seven avversario per permettere a Goff di sfruttare la play action.
I numeri che sto per fornirvi sono clamorosi, perciò vi do un altro paio di parole per prepararvi mentalmente. Il passer rating di Goff passa da 143.8 su play action a 88.8 in qualsiasi altra situazione diversa dalla play action: Dan Campbell le accetterà sempre e comunque le tre yard di Montgomery su primo down perché, alla fine dei conti, sono quelle che permettono a Goff di brillare come sta facendo.
Inoltre, con una linea del genere, Detroit non ha problemi a guadagnare sistematicamente la iarda che serve per chiudere il down o per spingere il pallone in end zone. Non è un caso che Jamaal Williams abbia concluso il 2022 come leading scorer per quanto concerne i rushing touchdown.
A mio avviso il loro successo offensivo è assolutamente sostenibile e Goff è il regista perfetto in quanto affidabile, preciso e ora pure costante. Vi farò sanguinare il naso – e me ne scuso in anticipo -, ma al momento fatico a individuare due quarterback più meritevoli dell’MVP di lui e Purdy. La rivincita del game manager?
Inclinate la testa leggermente in avanti e tenete premuto il naso, l’epistassi dovrebbe fermarsi a breve.
E in tutto ciò pensate a cosa potrebbe succedere nel momento in cui Jameson Williams trova la propria dimensione all’interno dell’attacco.
Jared Goff: 23 completions gaining 20+ yards this season
Leads the NFL
🦁 @Lions 🦁 pic.twitter.com/YBVRJdfLdS
— PFF DET Lions (@PFF_Lions) October 9, 2023
Che l’attacco potesse fare bene era risaputo, che la difesa facesse un salto di qualità del genere era invece imprescindibile. Per almeno metà della scorsa stagione il reparto difensivo dei Lions è stato la parodia di una difesa. Ora ci riferiamo a loro come una delle migliori run defense in assoluto – figuratevi che concedono solamente 3.3 yard a partita.
Gli infortuni di Moseley e Houston avranno ovvie ripercussioni, ma il semplice fatto che questo reparto sia stato capace di riabbracciare la competenza è già tanto. Viste le premesse credo che quello appena delineato costituisse uno scenario da sogno per il loro front office, il punto di partenza era veramente terrificante.
Hutchinson sta quotidianamente facendo passare per inetto il front office di Jacksonville che gli ha preferito Travon Walker: è immorale che un pass rusher abbia messo le mani su quattro intercetti in 22 partite, soprattutto se teniamo presente quanto efficientemente porti pressione al quarterback avversario. La facilità con cui trova il pallone mi ricorda molto da vicino quella di T.J. Watt. Paragone ingeneroso ed esagerato?
Hutchinson, Joseph, Anzalone, Campbell, Branch e McNeill – oltre agli infortunati – ci mettono davanti a una quantità di talento sufficiente per dare per scontata l’elusiva competenza di cui vi ho parlato poc’anzi, anche se faccio fatica a nascondere il rammarico pensando all’infortunio di Houston che ci ha privato dell’opportunità di vederlo tormentare quarterback in compagnia di Hutchinson.
Stiamo pur sempre parlando dei Lions, non vi invito alla prudenza perché la do per scontata – ripeto, stiamo parlando dei Lions -, ma al momento fatico a trovare una squadra che può essere altrettanto orgogliosa di sé stessa. No, non sono i primi della classe, quelli sono i ‘Niners, ma se pensiamo a dove si trovassero due anni fa e a cosa siano diventati ora sorridere è una mera reazione fisiologica.
Sono inciampati in un franchise quarterback e dopo tanti tentativi andati male hanno finalmente trovato l’allenatore giusto per loro: gli ingredienti per fare bene ci sono tutti. Carismatico, coriaceo e amato dai propri giocatori ciò che più mi piace di Campbell è la sua consistenza: non importa la circostanza, lui non smetterà mai di essere Dan Campbell. Il 4&7 nei pressi della metà campo lo giocherà sia contro i Chiefs che contro i Panthers, non cambierà la sua personalità e filosofia in funzione dell’avversario: questo non è poco.
Un cambio di cultura così radicale non lo ritenevo possibile e malgrado non abbiano ancora fatto niente mi sembra doveroso celebrare un mezzo miracolo sportivo. Rimettere in piedi una franchigia maledetta – letteralmente – in così poco tempo non ha assolutamente senso, ma che potesse nascere qualcosa di speciale lo si è capito praticamente subito constatando la sinergia fra front office e coaching staff, merce rara soprattutto per squadre così storicamente disfunzionali.
“We got the right dudes in this room”
Dan Campbell post game speeches never get old 😤 pic.twitter.com/bSu3LW5531
— Woodward Sports Network (@woodwardsports) October 9, 2023
Campbell e Holmes sono arrivati condividendo una visione di quello che questa squadra sarebbe dovuta diventare per iniziare a vincere e, in pochissimo tempo, sono riusciti nel loro intento mettendo le mani su persone – prima che giocatori – congeniali alla loro idea di football americano e di squadra.
I risultati ora sono sotto gli occhi di tutti.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Beh, Mattia! Mi son preso qualche commento ironico ieri quando ho commentato il successo dei Lions, vedo che la pensi come me. Detroit sta costruendo un roster che potrebbe diventare una bella contender nei prox anni.
Se Goff sarà il comandante o meno della truppa lo dirà la storia. Anche se tifo per i Niners, auguro ai Lions di ottenere la loro prima 😱 partecipazione ad un Super Bowls!
Ci fosse ancora Megatron! Nostalgia a parte mi fa piacere che i Lions siano così forti. A memoria sono tra le tre squadre ( Houston? Chargers? ) a non avere mai giocato il SuperBowl, mi sbaglio? Da sempre, a partire dagli anni 80, mi hanno dato l’impressione di essere troppo scarsi e disorganizzati per ambire a qualcosa e quindi simpatici. Adesso grazie ad un progetto sensato spero tanto giungano almeno al CampioShip… e poi si vedrà. Mattia grazie per l’articolo.
Ciao, le squadre che non hanno mai disputato un SuperBowl sono i Lions (NFC) e Houston, Jacksonville e Cleveland per la AFC. I Chargers (allora San Diego) hanno disputato il SB 1995, perso con i 49ers.
Spero che Mattia non porti sfiga ai Lions.
Ciao Giovanni grazie per l’aggiornamento. Non ricordavo Jacks e Marroni nella lista e i Chargers al SB
Si esatto, anche i Browns non hanno mai partecipato
Concordo su tutto e sono contento della resurrezione di Goff.
Fossi in te, Mattia, per raccontare quanto può essere difficile e piena di alti e bassi la vita di un QB, farei un bell’articolo ripercorrendo la storia in parallelo di Goff e Wentz dal Draft 2016 ad oggi.
Il naso sanguina a ricordare i tempi di Matt Patricia…
Raga, sono tifoso dei Lions dal 2010, quando passai un anno a Detroit per lavoro. Adoro da sempre i boys in honolulu blu, e quest’anno ci stanno pure rendendo orgogliosi! Sono quasi commosso……
Lascia stare….
Che poi, a questo punto, valuto ancora più positivamente la vittoria dei Seahawks in quel di Detroit, quando pensavo invece la solita fatica contro una squadra con la quale dovresti vincere quasi sempre. A Cincinnati test vero e proprio