Il nostro viaggio non può che partire da Londra dove gli acclimatati Jaguars – a Londra da una decina di giorni – sono riusciti a sopravvivere ai disperati tentativi di rimonta dei Buffalo Bills: 25 a 20 il risultato finale.
Che quello che i Bills stavano per vivere sarebbe stato un pomeriggio nefasto lo si era inteso quasi subito poiché Buffalo, soprattutto in difesa, ha cominciato a perdere immediatamente pezzi a causa di continui infortuni – fra cui spicca quello dell’ottimo Matt Milano. Per tutta la prima metà di gioco Buffalo ha faticato immensamente, ma ciò nonostante il punteggio strizzava loro l’occhio: andare negli spogliatoi solamente sotto 11 a 7 poteva infatti essere visto come un mezzo miracolo.

Dopo un terzo quarto sornione le squadre hanno avuto modo di regalarci degli ultimi quindici minuti estremamente spettacolari. Per cominciare Etienne ha riportato i suoi sopra di due possessi, gioia durata nemmeno il tempo di prendersi un tè poiché riecco i Bills farsi sotto con un’ottima meta di Gabe Davis. Etienne, con il cronometro da dissanguare, si è regalato la doppietta personale con una pregevole galoppata da 35 yard che ha reso inutile il touchdown di corsa di Josh Allen che ha fissato il punteggio sul 25 a 20 finale.

Pomeriggio da incubo per dei Bills resisi protagonisti di troppi giri a vuoto e, soprattutto, martoriati da una serie di infortuni – specialmente sul versante difensivo – le cui ripercussioni potrebbero farsi sentire per mesi. Molto bene, invece, Jacksonville che con grande personalità e maturità ha affrontato a viso aperto quella che sembrava essere la squadra più calda della lega: le due vittorie londinesi catapultano i Jaguars su un utile 3-2.

Vi avevo avvertiti, quando Ravens e Steelers si incrociano siamo spesso testimoni di cose che esulano da record e valore assoluto delle squadre in campo. Contro dei Ravens troppo sciuponi per poter anche solo pensare di essere una grande squadra, gli Steelers si portano a casa un 17 a 10 che definire preziosissimo sarebbe un eufemismo.
Baltimore domina la prima metà di gioco ma, come spesso accade, perde per strada troppi punti. Fra imperdonabili drop – fra cui ne spicca uno di Bateman in end zone – e scelte scellerate di Harbaugh i Ravens non riescono a prendere il largo restando inchiodati su un inquietante 10 a 3 che non può far stare tranquillo assolutamente nessuno.

Nell’ultimo quarto il patatrac. Prima Pittsburgh rosicchia due punti grazie a un safety arrivato a seguito di un punt bloccato, poi ne lima altri tre con un piazzato di Boswell. Nel momento più buio in assoluto arriva un insperato regalo quando Olszewski commette fumble su punt return regalando ai Ravens la palla all’interno delle proprie dieci: Jackson, però, si fa intercettare dal rookie Porter in end zone.

Pittsburgh, con l’inerzia dalla propria, percorre il campo senza alcuna difficoltà e si porta avanti per la prima volta grazie a uno squisito touchdown di Pickens pescato stupendamente in profondità da Pickett. I goffi tentativi di rimonta dei Ravens non portano a nulla e Pittsburgh, dopo aver aggiunto altri tre punti al proprio bottino con un piazzato di Boswell, può festeggiare una vittoria di vitale importanza principalmente perché stronca sul nascere i piani di fuga dei Ravens che, purtroppo per loro, son tutto fuorché una grande squadra.

Nella giornata di Jonathan Taylor a rubare la scena a tutti ci pensa Zack Moss che con la miglior prestazione della propria carriera regala ai Colts un sorriso in quello che altrimenti sarebbe stato un giorno infausto. Il 23 a 16 con cui si sono sbarazzati dei Tennessee Titans mitiga parzialmente la preoccupazione arrecata dall’infortunio alla spalla che ha estromesso dalla contesa Anthony Richardson.

Quella che ha scena a Indianapolis è una partita punto a punto fra due squadre che si conoscono a memoria, anche se i Titans un Moss del genere non se lo potevano nemmeno sognare: contro una delle migliori run defense della lega Moss accumula 195 yard dallo scrimmage impreziosite da due fondamentali touchdown.
Taylor è tornato e l’inchiostro sul rinnovo contrattuale deve ancora finire di seccarsi, ma siamo sicuri che con un Moss del genere abbiano veramente bisogno di lui?

Nelle ultime settimane ho spesso criticato Desmond Ridder, ma rendiamo onore al merito, il 21 a 19 con cui i suoi Falcons l’hanno spuntata sui Texans è arrivato anche grazie a una prova finalmente adulta del quarterback.
Entrambe le squadre hanno mosso le catene con lodevole disinvoltura, anche se i touchdown faticavano ad arrivare, soprattutto per dei Texans costretti ad accontentarsi di ben quattro piazzati: dura pensare di vincere così.

Nel momento in cui Houston è finalmente riuscita a scardinare la difesa dei Falcons trovando i sei punti – più uno – che hanno regalato loro il vantaggio a meno di due minuti dal termine, Ridder ha confezionato il drive della vita tenendo costantemente le catene in moto fino a regalare all’affidabile Koo l’opportunità di vincerla con un più che abbordabile piazzato da 37 yard.
Come anticipato, mi ha colpito il carattere con cui Ridder ha affrontato l’ultimo drive: calmo e sempre in controllo, Ridder ha marciato lungo il campo gestendo magnificamente il cronometro.

Notte fonda a Foxborough. Degli impresentabili Patriots sono stati messi in imbarazzo davanti ai propri tifosi da dei Saints che fino a questo momento non erano apparsi irresistibili: direi che nel 34 a 0 finale troviamo parecchie indicazioni sullo stato dell’arte in casa Patriots.
Mi duole dirlo ma, pure ieri, Mac Jones si è dimostrato oltremodo inadeguato alla NFL faticando a completare lanci che per un quarterback professionista dovrebbero essere mera routine. New Orleans per dominare si è limitata a sfruttare i ripetuti errori avversari incassando 17 punti dai tre turnover commessi dal quarterback avversario – pur avendo controllato il possesso per quasi 40 minuti hanno faticato a scollinare quota 300 yard di total offense.
Urgono cambiamenti in casa Patriots, quella che stanno vivendo si sta trasformando in una stagione buttata e a questo punto la giuria sembra aver definitivamente deliberato su Mac Jones: inadeguato.

Impressionante prova di forza quella dei Detroit Lions. Pur senza Amon-Ra St. Brown e Jahmyr Gibbs, Detroit non ha avuto problemi a strapazzare i poveri Carolina Panthers: seppur palindromo, il 42 a 24 non rende giustizia al dominio dei Lions.
Pure ieri sugli scudi Jared Goff che con quattro touchdown totali – uno su corsa – ha vissuto una delle migliori giornate da quarterback dei Lions che potrebbero aver trovato in Sam LaPorta un altro inarrestabile playmaker: due touchdown pure ieri per il rookie.

Il passivo è stato reso più digeribile da un paio di touchdown di Carolina negli ultimi quindici minuti di gioco, ma poco importa, sul 4-1 Detroit sta prendendo il largo in division e in luce della maturità esibita mi arrogo il diritto di tirarli in ballo pure in qualche folle ragionamento sulla conference: sto volutamente esagerando, tranquilli.
O forse no.

Ricomincia la marcia dei Dolphins che, forse faticando più del dovuto, liquidano la pratica Giants con un buon 31 a 16.
I tre turnover commessi daranno di che pensare a coach McDaniel, ma finché possono contare su gente come Achane e Hill errori del genere difficilmente presenteranno il conto contro una squadra in crisi come New York. L’incontenibile rookie ha infatti realizzato un touchdown da 76 yard, mentre il solito Hill ha spaccato in due la partita con un impressionante TD da 69 yard che ha ribadito quanto scellerato sia provare a farlo marcare a uomo – senza aiuto – da un cornerback rookie.
Contro i Giants questo può bastare, contro squadre più serie non lo so.

Attenzione, vi segnalo un avvistamento di Cincinnati Bengals: contro i soliti volenterosi Arizona Cardinals i Bengals sono tornati Bengals grazie a una prestazione finalmente à la Burrow di Joe Burrow. Il vero protagonista del 34 a 20 con cui Cincinnati ha provato a lasciarsi alle spalle l’ultimo sciagurato mese è pero Ja’Marr Chase che con una partita da antologia – 15 ricezioni per 192 yard e tre touchdown – ci ha ricordato quanto pericolosa e letale sappia essere questa squadra. Provate a indovinare chi lo aveva contro al fantasy?

Come spesso accade Arizona è rimasta aggrappata alla partita più di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, figuratevi che al termine del terzo quarto si trovavano sotto solamente di quattro lunghezze, ma negli ultimi quindici minuti Cincinnati ha rispedito i tentativi di rimonta al mittente mettendo in ghiaccio la vittoria con il terzo touchdown di Chase e un piazzato di McPherson.
Crisi definitivamente superata? Troppo presto per dirlo, ma senza ombra di dubbio il Burrow visto ieri sembrava essere tutto fuorché un giocatore limitato dagli infortuni.

Resta immacolato il record dei Philadelphia Eagles che contro dei buoni Los Angeles Rams si portano a casa un sudato ma meritato 23 a 14: malgrado la sconfitta vi segnalo il ritorno di Cooper Kupp che ha ripreso da dove si era fermato, ossia da prestazioni da più di 100 yard.
Philadelphia, seppur senza fuochi d’artificio, ha giocato una partita estremamente intelligente controllando dispoticamente il ritmo di gioco come testimoniato dai quasi 38 minuti di possesso. A suon di Brotherly Shove – la giocata più inesorabile di cui io abbia memoria – Philly ha mosso a piacere le catene convertendo ben 13 dei 18 terzi down giocati finendo per tenere relegato a bordocampo l’attacco dei Rams che, a onor del vero, non ha affatto sfigurato.

Non sembra destinata ad arrestarsi tanto in fretta la caduta libera dei Denver Broncos, questa volta messi in imbarazzo dai New York Jets di Zach Wilson: 31 a 21 il punteggio finale di una partita… strana?
Cumulativamente, le due squadre non sono riuscite a convertire nemmeno un terzo dei terzi down giocati e il computo dei turnover recita un eloquente cinque che ci mette davanti a tutti i limiti di reparti offensivi più che rivedibili. A rubare la scena a tutti ci ha pensato il miglior Breece Hall della stagione che con 177 rushing yard e un fantastico touchdown da 72 ha sopperito quasi da solo a tutti i limiti di Zach Wilson.
Denver, occorre dirlo, avrebbe anche avuto l’opportunità di vincerla ma il drive della verità si è concluso con un deprimente strip sack riportato in end zone da Bryce Hall per il touchdown che ha chiuso definitivamente i giochi: Denver precipita su un 1-4 che lascia poco spazio all’interpretazione.

I soliti Vikings spingono al limite i Chiefs, ma trattandosi dei “soliti Vikings” il risultato finale è sempre quello: a Minneapolis passano i Chiefs con un preziosissimo 27 a 20.
Per Kansas City le cose sembravano essersi messe male quando nella prima metà Travis Kelce si è accasciato al suolo senza subire alcun tipo di contatto, ma dopo interminabili quarti d’ora trascorsi in spogliatoio il fidanzato più famoso d’America ha fatto il proprio ritorno in campo togliendosi anche lo sfizio di realizzare il touchdown che, col senno di poi, si sarebbe rivelato essere quello della vittoria.

Minnesota avrebbe anche avuto l’opportunità di pareggiarla, ma come spesso accade il drive decisivo si è concluso con un beffardo turnover on downs che li condanna a un 1-4 che anche in luce dello stato di forma dei Detroit Lions sembra estrometterli anzitempo dalla corsa al titolo divisionale.

No contest a Santa Clara. Con tutta l’America a guardare, San Francisco ribadisce l’ovvio giustiziando con un perentorio 42 a 10 i poveri Dallas Cowboys che a questo punto non sembrano avere risposte allo strapotere degli acerrimi nemici. Al momento in NFL non esiste una squadra più bilanciata, profonda, matura e forte di quella di Shanahan.
Di questa partita ho veramente poco da raccontarvi, San Francisco ha dominato in tutte e tre le fasi del gioco. In attacco il miglior Purdy di sempre – quattro touchdown lanciati – ha dettato legge regalando a Kittle la gioia di realizzare una tripletta, mentre la difesa ha tenuto a bocca asciutta il reparto di Dak Prescott costringendolo a lanciare tre sciagurati intercetti – in tre drive consecutivi – che hanno permesso ai padroni di casa di liquidare per l’ennesima volta una pratica sempre più vicina a essere una vera e propria formalità.
San Francisco fa paura.

27 thoughts on “Il riassunto della quinta domenica del 2023 NFL

  1. ieri ho visto
    alcune partite ( titans colts, texans falcons) a punteggio basso ma lottate punto a punto
    nel secondo tempo i peggiori ravens dell’era Jackson
    i miei soliti Dolphins forti con i deboli
    i Patriots tankare di brutto
    dei Lions sempre più sul pezzo
    Abbracci Fraterni come se piovesse
    Purdy Bredeggiare. Migliore presa al draft dai tempi di Tommasone.

  2. Ravens : In partite come quella di ieri non mi danno mai l’impressione che possano risalire..
    Dai drop di Bateman che ho visto (ma pare puro uno di Agholor…) voglio puntare l’indice sullo strapagato lamar che fà un lancio stracorto per OBJ in endzone e viene intercettato e lancia una schifezza cortissima con Andrews libero nei minuti finali…. non ha mai avuto una batteria di ricevitori come quest’anno…..
    Mi guardo i Lions squadra che già dallo scorso anno mi fà impazzire

    • Non sono arrivato ai minuti finali per disperazione. Ma Jackson fino a inizio del 4/4 aveva fatto il suo. (E non sono un suo fan). Pero in questa partita almeno 6 drop enormi, (tra cui Bateman en end zone). La scelta scellerata di andare a giocarsi il 4 down a fine 2 tempo, la difesa che all’improvviso non é stata capace di fare uno stop.. partita orribile..

    • Difesa degli steelers che mette ottima pressione sul QB, ma se i WR non avessero avuto le mani a gruviera la partita non sarebbe stata in discussione

      • Infatti la frase è che gioia la difesa degli steelers, non che gioia la difesa degli steelers che ha vinto la partita. Poi che li hanno mantenuti nel match come sempre soprassediamo

  3. 3 cose:
    1) non so se il buon Belichick abbia fatto il suo tempo o meno a Boston, ma senza talento anche lui non vale una cicca. Da quando il personale che gli è passato sotto mano ha cambiato qualità (Brady, Gronkowsky, Edelman, Amendola, e ne dimentico a frotte) è diventato un signor nessuno come coach e gli serva come lezione di umiltà: ha vinto quando lui e i suoi giocatori erano formidabili (chapeau!), ma senza quei giocatori si accomoda al fondo della Nfl. Su Mac Jones non spendo una parola: se non fosse per il suo presuntuoso coach attuale, sarebbe già a fare altro nella vita!
    2) per me i Ravens negli ultimi 15 anni sono sempre stati sinonimo di concretezza, forza e organizzazione. Quanto ho visto ieri è stato imbarazzante ed effettivamente ho visto crepe anche nelle decisioni del coaching staff. Bateman ha fatto un fumble terribile. Lamar ha lanciato col consueto poco tocco, ma gli ho visto fare nel finale un passaggio laterale di 5 yds….che inquietantemente si è spento a terra a un metro dal TE!!! Non puoi perdere con Steelers così. O almeno non puoi perdere in questo modo!
    3) Miami vince, ma dimostra una volta ancora che è a un livello di football medio alto, non alto. Tua ha dato l’ennesima dimostrazione dei propri limiti: il primo intercetto lo prende su un forzatissimo lancio in end zone (che costa un ritorno da 102 yds in meta!!!), poi dopo di tocco sbaglia di due metri un lancio non difficile, ma eseguito sotto pressione. Dimenticate i numeri e le statistiche: questo ragazzo, sotto pressione, combina solo disastri! Poi, contro Giants derelitti, ci pensano Hill, Waddle e “tornado” Achane a nascondere i suoi errori e a vincere la partita. Contro avversari da playoff, non basterà!

    • Per quanto riguarda Lamar provo a rispondere con un ctrl+c e ctrl+v da PFF dove ha trovato spazio nella squadra della settimana – per quello che può contare PFF.
      “The Ravens’ receivers let Jackson down at a near-historic level in Week 5. He had one of the best games of his career as a passer, throwing the ball downfield with poise and accuracy. On throws targeted 10 or more yards downfield, Jackson went 9-of-20 for 163 yards but suffered five drops from his receivers.” Consueto poco tocco, non so più veramente cosa dire a questo punto, se non piace per partito preso alzo le mani.

        • Tra l altro ho letto un
          Giornata da incorniciare per i detrattori di Lamar Jackson, pessimo nella sconfitta dei Ravens a Pittsburgh.
          Copiato e incollato. Però si sicuramente saranno solo i WR

  4. L’antispam non mi passa più i commenti… proprio oggi mannaggia. E che avrò mai scritto😂😂😂

    • L’altro giorno ho provato tre volte a inviare un messaggio all’articolo sul baseball e non mi è stato pubblicato.

      Non so cosa sia successo: hanno cambiato il sistema per scrivere i messaggi, ma questo nuovo non funziona bene.

      Spero che almeno questo messaggio si visualizzi…

  5. Oggi mi limito ad un: “…….GODOOOO!!!”
    Anche questa volta i minatori hanno seppellito i cowboys!!

  6. Purdy da paura… se non erro credo fosse il terzo quarto dopo un touchdown annullato per penalità….su 3&14 trova Deebo…. E ha la faccia di uno che sta sul divano a bere birra e guardare la tv…

  7. 4-1 e gli altri continuano a suicidarsi, a Detroit sta per succedere qualcosa di bruttissimo

  8. Innanzitutto sono impressionato da quanto bene giocano i “miei” 49ers. Una vittoria dominante. Sono anche scaramanticamente un pochino spaventato, perchè sono troppo in forma per essere appena ottobre. Spero possano continuare così. Per il resto, I Ravens si sono praticamente suicidati. Ci hanno provato, senza però riuscirci, anche i Jaguars. Belle ed importanti vittorie per Lions e Colts. Non mi sono dispiaciuti i Jets, ma probabilmente sono i Broncos ad essere veramente scarsi (così come i Patriots ed i poveri Panthers). Mi dispiace per Minnesota, che avrebbe meritato qualcosina in più ma, al solito, alla fine getta tutto alle ortiche mentre contro una formazione cinica come KC non ci si può distrarre un attimo.

    • Per i Niners, questa è la prima partita che secondo il mio insignificante parere, mostra qualcosa di cosa dovrebbero e potrebbero essere in 49ers. In particolare mi riferisco alla difesa. Non scrivo altro sennò mi blocca il commento.

  9. Giornata che ha sorriso a chi gioca per salvarsi il posto. Fields, Ridder e pure Wilson dei Jets si guadagnano un po’ di respiro…
    Sono divertenti entrambe le south division, sono piacevolmente sorpreso. Ci sono talenti giovani a Houston, Indy e Atlanta e veterani che non mollano a NO, Tampa e sopratutto Tennessee.
    Payton parte malissimo e paga caro le cannonate estive contro Hackett. Wilson non è più il primo problema.
    Buffalo troppo incerottata troppo presto, sarà dura.
    Achane è pazzesco, Miami è la più divertente di questo inizio, anche se farfallona.
    Mr Irrelevant è tra i favoriti per l’MVP per i bookmakers, ed i 49ers si sono regalati Gregory come ciliegina sulla torta.
    TJ degno fratello di JJ. Le difese possono ancora vincere le partite, ma non a Boston, sigh

  10. NOn capirò un kaizer ma e’ ora che Mc Carthy e Prescott se ne devono andare a ….. non ricordo come si chiama ma il QB che hanno provato nella pre season non era male questo e’ il mio modestissimo parere qualcuno o che ne sa di più mi può dire qualcosa in merito? grazie

      • Se non ricordo male si chiamava Will Grier lo visto giocare in week 3 di pré season

      • È la prima volta che scrivo sono una 49ers è ancora lunga ma la squadra come dice Mattia è completa. Buon football 🏈 🖐️ ciao a tutti quanti.

    • No no McCarthy e Prescott vanno benissimo😏
      Mi aspettavo che dopo i tre intercetti di fila di Prescott, mettessero un Lance assetato di sportiva vendetta. Non è successo e non so cosa pensare. Se vogliano tutelare un Dak sempre in bilico tra l’affermazione ed il bust, o se Lance non si sia ripreso del tutto. Persa era persa e sepolta, ma si poteva provare una scossa.

  11. Lo dissi in tempi non sospetti, la storia metterà tutti al suo posto, Belichick senza Brady, che è andato a miracolare Arians di un Super Bowl a 43 anni suonati, è la barzelletta della lega, altro che organizzazioni che fanno la differenza.
    E chi pensa che i Patriots perdano apposta per avere delle scelte alte, per farci non si sa cosa visto che Belichick è uno dei peggiori al draft,(vedere la scelta buttata nel cesso con Cole Strange) si sbaglia di grosso, il supposto genio del football queste figure non le vuole fare, lui vuole far vedere che è lui a fare la differenza. L’ha fatta fuori dal vaso mandando via Brady tre anni fa con arroganza, ora nessuno crede più nel suo valore come coach.

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