Il nostro viaggio non può che cominciare da Detroit, stadio in cui i Seahawks hanno ritrovato sé stessi battendo 37 a 31 ai supplementari i Lions reduci dall’esaltante vittoria sui Chiefs.
Quello andato in scena al Ford Field è stato un gradevolissimo botta e risposta scandito da ripetute big play e atipici errori, basti pensare che nella sola prima metà il solitamente affidabile Jason Myers abbia sbagliato due piazzati che, col senno di poi, sarebbero bastati a rendere più tranquillo il loro pomeriggio: a breve ne vedremo altri.

Dei dieci drive complessivi giocati nella ripresa ben sette hanno portato a punti, fra cui i 17 consecutivi dei Seahawks che sembravano aver spaccato in due la partita: ben due touchdown sono arrivati in seguito – o a causa – di un turnover. Jared Goff, pure ieri sul pezzo, ha visto spegnersi a 383 la serie di passaggi consecutivi senza lanciare un intercetto a causa di un sanguinoso lancio ricevuto da Tre Brown che, per non farsi mancare niente, lo ha riportato in end zone per quello che sarebbe dovuto essere il touchdown della vittoria.
Sotto di dieci con poco più di otto minuti rimasti da giocare, Detroit s’è furiosamente riportata sotto di tre grazie a un touchdown di Reynolds che ha preceduto un fondamentale three n’ out di Seattle.

Con poco meno di due minuti a disposizione Goff e compagni potevano sognare il colpo grosso a causa di un’ottima posizione di partenza, la metà campo, ma i sogni di gloria dei padroni di casa hanno avuto vita breve poiché dopo un paio di guadagni trascurabili coach Campbell ha saggiamente optato per portarla ai supplementari con un piazzato di Patterson.
Supplementari, dunque: a Seattle la prima opportunità. E anche l’unica. Con ammirevole autorità Geno Smith ha condotto il proprio reparto in piena red zone dove, su 3&2 sulla linea delle sei di Detroit, l’ex quarterback dei Jets ha connesso con Tyler Lockett per il secondo e decisivo touchdown della sua domenica.

Questa è stata una partita davvero pregevole fra due squadre che si sono approcciate a Week 2 con stati d’animi diametralmente diversi: immagino che una vittoria su un campo del genere possa bastare a restaurare l’autostima di Seattle, inspiegabilmente scomparsa nella seconda metà contro i Rams.
Almeno offensivamente, Detroit non ha molto da recriminare, Goff e compagni hanno giocato una partita più che buona anche se i tre turnover commessi hanno fruttato agli ospiti ben 14 punti: troppi in una contesa così equilibrata.

Chi invece sembra essersi smarrito è Cincinnati, caduta un’altra volta per mano di una rivale divisionale: gli acciaccati Baltimore Ravens si sono portati a casa un preziosissimo 27 a 24 che fa sprofondare Cincy sullo 0-2.
Dopo un esordio in chiaroscuro il reparto offensivo di Todd Monken ha messo in mostra ottime cose muovendo consistentemente le catene con apprezzabile autorevolezza mentre Cincinnati, almeno per la prima metà di gioco, ha replicato quanto fatto vedere a Cleveland la settimana scorsa faticando a chiudere un misero down.

Buona la prestazione di Lamar Jackson che con due passing touchdown nella seconda metà di gioco ha regalato a Baltimore un vantaggio di due possessi che, contrariamente a ciò a cui ci avevano abituati lo scorso anno, hanno saputo difendere con rinfrescante maturità.
Immagino che dopo il secondo touchdown della giornata del redivivo Tee Higgins – quello del 27 a 24 – i tifosi abbiano cominciato a sudare freddo al cospetto di un copione visto e rivisto, ma questa volta i Ravens hanno saputo chiudere la contesa guadagnando due fondamentali primi down che hanno privato i padroni di casa dell’opportunità di trascinarla ai supplementari.

Ci aspettavamo fuochi d’artificio, yard e un bancale di punti, l’esatto contrario: a seguito di una partita di matrice difensiva i Kansas City Chiefs hanno ritrovato il sorriso battendo a domicilio dei mosci Jacksonville Jaguars. 17 a 9 il punteggio finale.
A costare a Jacksonville la partita è stata l’atipica inefficacia in red zone, parte di campo in cui Lawrence e compagni si sono affacciati ben tre volte non riuscendo mai a mettere a segno un touchdown.
L’attacco dei Chiefs, seppur a intermittenza, ha fatto quello che doveva fare coadiuvato dal buonissimo lavoro del reparto difensivo che con Chris Jones finalmente a disposizione è ben altra cosa.

Finalmente Tennessee Titans, finalmente: dopo ben otto sconfitte consecutive i Titans ritrovano il sorriso battendo i Chargers 27 a 24 al termine di una partita che per decretare il vincitore ha necessitato dei tempi supplementari.
Quello andata in scena a Nashville è stato un incontro ruvido e teso fra due squadre che avevano disperatamente bisogno di vincere. Ai miei occhi a condannare alla sconfitta Los Angeles c’ha pensato la loro inefficienza in red zone, basti pensare che il kicker Dicker sia stato chiamato a convertire piazzati da 27, 30 e 33 yard – o se preferite tre viaggi in red zone andati male.
Los Angeles ha indubbiamente patito l’assenza di Austin Ekeler, giocatore che tende a esaltarsi in questa parte del campo: sullo 0-2, Herbert e compagni devono immediatamente cambiare marcia.

Ottima vittoria quella degli Atlanta Falcons sui Green Bay Packers, un 25 a 24 di misura reso possibile da un’ammirevole rimonta nell’ultimo quarto di gioco.
Green Bay si è infatti affacciata agli ultimi quindici minuti di gioco su un tutto sommato rassicurante 24 a 12… e poi si è spenta la luce. L’attacco guidato da Jordan Love è infatti stato capace di ricavare solamente sette yard complessive dagli ultimi tre drive della partita, mentre Atlanta continuava imperterrita a limare il gap. Dopo che il rushing touchdown di Ridder li ha portati sul -5 Atlanta si è “limitata” a mettere Koo nelle condizioni di calciare due agevoli piazzati da 39 e 25 yard che sono valsi loro il vantaggio decisivo.
Chiamato a gestire un carico di lavoro più pesante rispetto a quello dell’esordio, Bijan Robinson pure questa settimana è stato elettrizzante guadagnando 172 yard totali che hanno permesso ad Atlanta di dominare la battaglia per il tempo di possesso.

Non so nemmeno io cosa pensare di questa partita, ma devo provare a parlarvene. Con pathos forse eccessivo, i New York Giants si sono lasciati alle spalle la debacle di domenica scorsa firmando una rimonta storica contro gli Arizona Cardinals: a rendere speciale questo 31 a 28 c’ha pensato il fatto che New York si sia recata negli spogliatoi sotto 20 a 0.

Per metà partita Arizona ha infatti strapazzato i G-Men dominandoli sotto qualsiasi punto di vista, ma a quanto pare il discorso di Daboll è stato particolarmente convincente dato che dai cinque drive giocati nella ripresa New York ha ricavato quattro touchdown e il piazzato che ha sancito la definitiva vittoria.
Per rendere l’idea di cosa sia stata questa partita mi limiterò a dirvi che New York sia stata in vantaggio solamente per 19 secondi, quelli decisivi. C’è grandissima preoccupazione per Saquon Barkley, uscito negli ultimi istanti per un odioso infortunio alla caviglia rimediato però dopo aver messo a segno ben due touchdown.

Non ho ricordi di un incontro nevrotico e spettacolare come quello andato in scena a Denver fra Commanders e Broncos: il 35 a 33 con cui i Commanders hanno affossato i padroni sullo 0-2 sembra essere uscito direttamente da una sceneggiatura.
Posso definirla come una partita a fasi?
Dopo venti minuti Denver era volata su un più che rassicurante 21 a 3 a cui però Washington ha risposto con un incredibile parziale di 32 a 3 che ha fissato il punteggio sul 35 a 24 per gli ospiti. Denver, nella più totale disperazione, ha ricominciato a muovere le catene attaccando a testa bassa per portarsi sul -8 grazie a un piazzato di Lutz che ha preceduto una delle giocate più folli – e deprimenti – di cui io abbia memoria.

Con un solo snap a disposizione Wilson è riuscito a connettere con Brandon Johnson per un’incredibile Hail Mary da 50 yard a tempo scaduto, peccato solo che il pallone della conversione da due punti che avrebbe trascinato la contesa ai supplementari non abbia trovato le mani di Courtland Sutton.

Wilson non ha giocato affatto male, ma i sette sack subiti hanno sabotato sistematicamente drive che hanno permesso all’attacco di Washington di trovare il ritmo necessario per continuare a mettere a segno punti. Sugli scudi l’accoppiata Howell-Robinson, entrambi autori di un paio di touchdown tutt’altro che banali se si tiene presente la bontà del reparto difensivo contro cui sono arrivati.

Vittoria più complicata del previsto quella dei San Francisco 49ers su degli ottimi Los Angeles Rams: i ragazzi di Kyle Shanahan hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per portarsi a casa il prezioso 30 a 23 finale.
Trascinati dall’incredibile Puka Nacua – 15 ricezioni per 147 yard per il rookie – e dall’esplosivo Kyren Williams – due touchdown totali per lui – i Rams hanno risposto colpo su colpo alle sfuriate dei ‘Niners in palese difficoltà su terzo down: Purdy e compagni hanno infatti convertito solamente due dei nove terzi down giocati.
I due intercetti lanciati da Stafford nella seconda metà di gioco hanno fatto precipitare Los Angeles in un baratro dal quale non hanno avuto modo di uscire, anche se occorre ribadire che nessuno poteva aspettarsi una contesa così serrata fra due squadre con ambizioni completamente diverse.

Dopo il funesto esordio coinciso con una sorprendente sconfitta contro i New York Jets, tornano a macinare football i Buffalo Bills schiacciando 38 a 10 degli inesistenti Las Vegas Raiders.
Quello andato in scena a Higmark Stadium è stato un vero e proprio massacro, la partita di Las Vegas è durata giusto un drive, quello concluso in end zone da Davante Adams con un illusorio touchdown: da lì in poi in campo c’è stata letteralmente solo Buffalo che ha tenuto il pallone per più di 40 minuti.
Josh Allen ha distribuito il pallone con metodicità accontentandosi – giustamente – di guadagni corti ma costanti contro un reparto difensivo semplicemente sopraffatto: tre touchdown, tutti su passaggio, per lui.
Troppo facile così.

Buona vittoria anche per gli Indianapolis Colts, anche se il 31 a 20 con cui hanno preso lo scalpo ai Texans è stato macchiato dalla commozione cerebrale che ha estromesso dalla contesa Anthony Richardson dopo una manciata di minuti.
Grazie a due touchdown su corsa di Richardson e a un ottimo Zack Moss Indianapolis è volata sul 28 a 10, vantaggio sufficientemente sostanzioso da garantir loro una seconda metà di semplice amministrazione: i tentativi dei Texans di rientrare in partita non sono sicuramente mancati, ma alla fine Houston è riuscita a rosicchiare solamente dieci punti dall’enorme vantaggio accumulato dai Colts nella prima metà di gioco.

Che dire di questi sorprendenti Tampa Bay Buccaneers? Per carità, i Bears ora come ora sono veramente poca roba, ma chi poteva aspettarselo che grazie a un convincente 27 a 17 Baker Mayfield si approcciasse a Week 3 ancora imbattuto?
Tampa Bay ha esibito dell’ottimo football complementare senza inutili forzature – zero turnover – condannando il povero Fields a un altro pomeriggio infernale: il giovane quarterback di Chicago è stato sotto pressione per tutta la contesa subendo ben sei sack che, se abbinati ai due intercetti – una pick six -, ci dicono tutto quello che dobbiamo sapere sullo stato dell’arte di questo reparto offensivo.
Mayfield, dall’altra parte, è stato efficiente e convincente completando più del 75% dei lanci tentati per 314 yard e un touchdown: Tampa Bay, a modo suo, sembra potersela giocare con chiunque – anche se mi rendo conto che affermazioni del genere dopo una vittoria sui Bears potrebbero suonare fuori luogo.

Niente da fare per i New York Jets. Una prestazione come quella di ieri non può che esacerbare la depressione della loro fanbase, condannata a un altro anno di Zach Wilson, quarterback chiaramente non pronto alla vita da titolare.
Dallas ha triturato New York con un perentorio 30 a 10. Eppure la difesa dei Jets non ha giocato affatto male, figuratevi che ha costretto Dak e compagni a un rivedibile 2 su 6 in red zone, ma quando il proprio attacco è in grado di stare in campo solamente per poco più di 17 minuti pretendere competitività è pura follia. Quasi la metà delle 151 yard di total offense guadagnate dai Jets sono arrivate grazie al touchdown da 68 yard di Garrett Wilson, condannato pure quest’anno a predicare nel deserto.
Prescott, dall’altra parte, s’è reso protagonista di una buona ed efficiente prestazione non prendendosi mai inutili rischi e forzature: con una difesa del genere Dallas fa veramente paura.

Concludiamo il nostro viaggio con il Sunday Night Football. Miami si è portata sul 2-0 grazie a un buon 24 a 17 ai danni dei New England Patriots che, esattamente come la scorsa settimana contro gli Eagles, non sono arrivati troppo distanti dal completare una sorprendente rimonta.
Dopo essere stati sotto anche di 14 i Patriots hanno avuto a disposizione un drive per pareggiare i conti – reso possibile dal secondo errore della giornata di Jason Sanders – ma pure questa volta i loro sogni di gloria sono sfumati sul più bello a seguito di una mancata conversione su quarto down. New England, ora sullo 0-2, sembra già essere con le spalle al muro anche se con un paio di giocate più fortunate qua e là…
Impressionante la prestazione di Raheem Mostert, hombre del partido grazie a 121 rushing yard condite da due fondamentali touchdown.

11 thoughts on “Il riassunto della seconda domenica del 2023 NFL

  1. “…New York sia stata in vantaggio solamente per 19 secondi, quelli decisivi”. Tornano in mente i Packers del 2019 (per l’anno ho googlato) contro i Lions: secondi trascorsi in vantaggio: 0, vittorie: 2.

  2. Ma perchè I jets non prendono Kaep?
    D’accordo che non gioca da una vita, ma ci vuol poco ad esser meglio di Wilson ..

    • Era già in fase discendente quando rifiutò il rinnovo da parte dei 49ers per poi iniziare il cinema sulla discriminazione. Adesso anche un Minshew qualunque sarebbe meglio

  3. Io vedo un predominio delle difese sugli attacchi. Chi gode di difese ben messe in campo, arcigne e aggressive. Porta a casa la posta in palio. A parte i Jets, per ovvi motivi…

  4. Vittoria sofferta per i Dolphins contro dei Patriots sempre arcigni che sono riusciti a tagliare i rifornimenti a Hill , 1 TD ma solo 5 ricezioni, così così Tua anche oggi intercettato e male Sanders che già l’anno scorso aveva dato segni di cedimento. Cmq partire 2-0 in una AFC così competitiva è importantissimo.

  5. Settimana piena di spunti. Qualche considerazione sparsa:

    – Questa divisa dei Patriots mi piace molto di più di quella tradizionale.

    – Non ho capito perché gli arbitri abbiano considerato buono l’intercetto di Washington sul campo di Denver, visto che la palla tocca terra.

    – Non ho capito perché Detroit si sia giocata un 4° down nella propria metà campo quando era avanti nel punteggio (ovviamente, sbagliandolo). Non è un caso isolato: vedo sempre più allenatori (persino Belichick) che si giocano quarti down poco sensati.

  6. Scusate ragazzi la digressione ma ho bisogno di sfogarmi con qualcuno che può darmi una risposta.
    La connessione Dazn ieri passava da buona a pessima ogni 10 secondi e dopo 20 minuti di mal di testa ho mollato i miei amati Bills per non prendere a calci la TV.
    Dazn non da risposte in merito e ti fa perdere solo tempo al telefono.
    E’ capitato solo a me o anche ad altri il segnale pareva un lontano parente di quello che game pass faceva arrivare?

    • Ho avuto il tuo stesso problema per circa 20 minuti (non ho game pass ma Guardavo Red Zone con normale abbonamento). Poi si è stabilizzata ad una qualità discreta salvo che si disconnetteva e riconnetteva automaticamente ogni 10 minuti. Ripeto che anche la riconnessione era automatica. Ho provato anche virando su Real Madrid e dava medesimo problema. 300 mb connessione.

      • Io ieri sera guardavo RedZone su uno strimme polacco, e non si è interrotto una mezza volta😂😂😂
        A parte gli scherzi, la qualità del download dipende da tutti i salti intermedi, non solo dall’ultimo miglio o dalle ultime venti. Quando scarichi un file se perdi qualche pacchetto, se si deve ripartire con la tcp window di default non te ne accorgi, se a venire giù ci mette 67 secondi invece di 60, non cambia niente. Con i media è diverso, ogni “buco” si vede e si sente. Deve migliorare tutta la catena, ammesso che non sia Dazn ad essere sottodimensionata per il servizio (non lo so, non credo, dato che suppongo usino le robe che usano anche per il calcio).

        • Troppo tecnico per mie competenze:-). Downgrade qualitativo capita ancora (es: durante derby sabato quando suppongo abbiano molte utenze contemporanee) ma disconnessione mai. Con nessuna altra APP (NETFLIX,AMAZON,PARAMOUNT O SKY in generale) mai avuto problemi

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