Non avete idea di quanto mi potesse mancare tutto ciò.
Meglio partire immediatamente, abbiamo veramente tanto di cui parlare.

Il nostro viaggio non può che cominciare dalla partita della settimana, l’esplosivo 36 a 34 con cui i Miami Dolphins sono andati a battere a domicilio i Los Angeles Chargers.
Togliamoci subito di torno l’obbligo morale di inchinarci al cospetto di Tua Tagovailoa, autore di una partita semplicemente prodigiosa: per il franchise quarterback dei Dolphins ben 466 yard condite da tre touchdown a fronte di un solo intercetto, anche se ciò che più incoraggia è lo zero sotto la voce sack. Va da sé che lanciare tutte quelle yard implichi che qualcuno le abbia ricevute e malgrado ci siano da segnalare buone prestazioni di Waddle, Smythe e Berrios a rubare la scena ci ha pensato un incontenibile Tyreek Hill da 215 yard e un paio di touchdown su undici ricezioni.
L’asse Tagovailoa-Hill ieri era semplicemente su un altro pianeta rispetto a chiunque al SoFi Stadium.

Un primo tempo combattuto ed elettrizzante – macchiato da un sanguinoso fumble di Tua durante lo scambio fra centro e quarterback in piena red zone – si è concluso sul 20 a 17 per i Dolphins, ammirevoli per essere riusciti a ricavare tre punti dai nove secondi rimasti prima della pausa lunga: una pass interference di J.C. Jackson ha infatti permesso a Jason Sanders di regalare tre punti insperati ai suoi da 41 yard.
La seconda metà si è aperta con quello che poteva essere il break decisivo per i Chargers che nel giro di pochi minuti prima hanno rimesso il muso davanti grazie a uno sneak di Herbert e poi hanno intercettato Tua alle porte della red zone: l’attacco, però, non ha avuto modo di andare oltre il three n’ out.
A Tua per rifarsi è bastato letteralmente uno snap: 35 yard in profondità a Tyreek per il touchdown del nuovo vantaggio Dolphins, 27 a 24.

Con metodicità e razionalità Los Angeles ha percorso il campo fino a ritrovare il vantaggio con un touchdown da due yard di Joshua Kelley, quello del 31 a 27. La risposta di Miami non s’è fatta minimamente attendere, ma questa volta però la squadra della Florida è stata costretta ad accontentarsi dei tre punti, lo stesso risultato ottenuto dai Chargers a termine del drive successivo: insomma, a meno di quattro minuti dal fischio finale Chargers sopra 34 a 30.
Miami, con le spalle moderatamente al muro, s’è messa nelle mani dei suoi due migliori giocatori, Tua e Hill, e in fretta e furia eccoli percorrere il campo. L’ex Chiefs prima ha convertito un fondamentale terzo down guadagnando 47 yard, poi una volta arrivato in red zone ha firmato il touchdown del definitivo vantaggio ricevendo un cioccolatino di Tua su una fade in end zone.

A blindare la vittoria c’ha pensato la difesa di Miami, fino a quel punto spettatrice non pagante: ai Chargers per vincerla sarebbe bastato un field goal visto che Jason Sanders ha sbagliato l’extra point, ma il drive della disperazione è stato bruscamente sabotato dal pass rush dei Dolphins che con due sack ha messo in ghiaccio il risultato finale.
Veramente una bella partita fra due squadre che vogliono fare rumore in una AFC sempre più affollata. Dopo una prestazione del genere non ci si può che augurare che Tua resti sano, vederlo giocare così è una gioia per tutti noi.
Soprattutto con questo Tyreek.

Stavano per firmare l’upset della settimana, ma i loro sogni di gloria sono evaporati a un piede dall’avverarsi. Nel giorno della festa per Tom Brady, dei buoni – a sprazzi – Patriots hanno perso 25 a 20 contro degli Eagles non particolarmente convincenti.
Philadelphia sembrava aver ammazzato la contesa mettendo a segno 16 punti nel primo quarto grazie a una pick six di Slay e a un touchdown di DeVonta Smith arrivato un paio di snap dopo un orribile fumble di Zeke Elliott nella propria metà campo.
New England, però, è rimasta aggrappata alla contesa e grazie a un paio di touchdown firmati da Henry e Bourne s’è rifatta sotto limando il vantaggio degli Eagles a due misere lunghezza.

Nella seconda metà Philadelphia è stata sistematicamente costretta ad accontentarsi dei piazzati – ben tre nel secondo tempo – mentre New England non riusciva a ricavare punti dalla buona produttività del reparto offensivo. Dopo aver costretto Philly a un turnover on downs a meno di due minuti dal termine, il reparto di Jones è riuscito solamente ad annusare la red zone: su 4&11 sulle 20 di Philly il rookie Boutte non è stato in grado di tenere in campo entrambi i piedi a termine di una ricezione che li avrebbe tenuti in vita, permettendo così a Philadelphia di tirare un enorme sospiro di sollievo.
Diciamo che ci si aspettava sicuramente di più dagli Eagles e plausibilmente di meno dai Patriots: il risultato finale ha rispettato i pronostici, ma New England c’è andata veramente vicina.

Prestazione totale dei San Francisco 49ers a cui bastano poco più di due quarti per giustiziare gli Steelers: un eloquente 30 a 7 il punteggio finale. Come dicevo, San Francisco ha dominato in lungo e in largo su entrambi i lati della linea di scrimmage, figuratevi che per guadagnare un primo down l’attacco degli Steelers è stato costretto a pazientare per quasi 29 minuti. Dall’altra parte Purdy e compagni hanno ricavato punti da quattro dei cinque drive della prima metà di gioco: segnalo che entrambi i touchdown lanciati da Purdy siano stati ricevuti da un magnifico Brandon Aiyuk.
Emblematico che immediatamente dopo che Pittsburgh è stata in grado di mettere a segno punti, Christian McCaffrey abbia tirato fuori dal cilindro un touchdown da 65 yard che ha di fatto chiuso i giochi con due quarti rimasti da giocare.
Ho visto molto male l’attacco degli Steelers, ma mi sento sereno a conceder loro il beneficio del dubbio, contro questa difesa chiunque sarà condannato ad atroci sofferenze.

Non credo che parlare di upset sia appropriato, ma permettetemi di essere sorpreso dinanzi al 24 a 3 con cui i Browns hanno triturato degli irriconoscibili Bengals.
Potrei spendere fiumi di parole per raccontarvi questa partita, ma credo che in questo caso i freddi numeri sappiano rendere giustizia agli orrori di cui siamo stati testimoni: l’attacco dei Bengals ha convertito solamente due dei quindici terzi down giocati e, in generale, ha generato la miseria di 142 yard di total offense. Troppo brutto per essere vero, Burrow ha lanciato solamente per 82 yard vanificando l’altresì buon lavoro del reparto difensivo che, per tre quarti, li aveva tenuti aggrappati alla contesa arginando egregiamente l’attacco condotto da Deshaun Watson.
Week 1 è sinonimo di beneficio del dubbio, tuttavia la prestazione dei Bengals mi ha inquietato assai: merito della difesa dei Browns? Colpa del maltempo? Immagino che Week 2 saprà fornirci risposte più precise.

Vittoria drammatica per i Baltimore Ravens che possono sì festeggiare il netto 25 a 9 sui Texans ma, come tradizione vuole, devono già cominciare a leccarsi le ferite: stagione – e potenzialmente carriera – già finita per Dobbins a causa della rottura del tendine d’Achille. Non ci si può che sentire male per un ragazzo a cui erano servite due stagioni per recuperare dal catastrofico infortunio al ginocchio rimediato nella preseason 2021: credo che per lui il sogno NFL possa considerarsi definitivamente sfumato e ciò fa schifo, non trovo parole migliori per descrivere il mio stato d’animo. Da segnalare pure apparenti infortuni per Tyler Linderbaum, Ronnie Stanley e Marcus Williams.
Passiamo oltre per favore.

Buona la prima per Baker Mayfield e i Tampa Bay Buccaneers: dal nulla, in trasferta, i Bucs giustiziano 20 a 17 dei Vikings criminalmente sciuponi.
È alquanto desueto che un quarterback che lancia per la metà delle yard del quarterback avversario possa festeggiare una vittoria, ma dinanzi alla generosità dei Vikings non ci si può che togliere il cappello. Minnesota ha mosso le catene senza particolari patemi d’animo, ma ha commesso due letali turnover in red zone che, in una partita punto a punto come quella di ieri, spesso costituiscono la differenza fra vittoria e sconfitta.
Mayfield non è stato in alcun modo spettacolare, 173 yard da 34 tentativi mi rendono canuto anzitempo ma, questo va lodato, ha risposto presente ogni volta che Tampa Bay ne ha avuto veramente bisogno: sono felice per lui, una vittoria del genere può fare morale e condurre a buone cose.

Nulla di spettacolare, ma incontro veramente apprezzabile quello andato in scena a New Orleans fra Saints e Titans: a spuntarla sono stati i padroni di casa che con un precisissimo 16 a 15 hanno rispedito al mittente gli ostinati tentativi di rimonta di Tennessee.
La chiave di lettura per interpretare questo risultato è semplicemente una, efficienza in red zone. Solamente uno dei sette viaggi complessivi nella zona calda del campo ha portato a un touchdown – realizzato dall’esplosivo Shaheed -, per il resto a mettere punti a tabellone c’hanno pensato esclusivamente i kicker: i Titans, nello specifico, hanno convertito ben cinque piazzati.
Ah sì, immagino che pure i tre intercetti lanciati da Ryan Tannehill siano stati a loro modo determinanti.

Vittoria senza fronzoli quella dei Falcons ai danni dei Panthers: 24 a 10 il punteggio finale di una partita estremamente Falcons.
Atlanta, infatti, ha corso con successo per tutto il pomeriggio chiedendo a Ridder di spedire il pallone in orbita solamente in 18 occasioni. Sugli scudi il tandem Robinson-Allgeier: il rookie ha messo a segno un touchdown che sono costretto a postarvi qua sotto, mentre il sophomore ha blindato la vittoria con un paio di rushing touchdown che ci mettono davanti all’evidenza che nell’attacco di Arthur Smith ci sia assolutamente spazio per due running back.
Rivedibile l’esordio di Bryce Young che ha alternato buone giocate a errori più che evitabili, ma tanto di cappello a Jessie Bates che ha impreziosito l’esordio con la maglia dei Falcons con due provvidenziali intercetti.

Hanno probabilmente sofferto più di quanto potessimo credere, ma una vittoria è una vittoria, perciò celebriamo tutti assieme il 31 a 21 con cui i Jaguars hanno liquidato dei buonissimi Colts.
A un certo punto sembrava che Calvin Ridley fosse destinato a concludere con ventimila ricezioni per diverse decine di migliaia di yard, ma dopo una prima metà da ben sette prese l’ex Falcons si è raffreddato condannando così l’attacco dei Jaguars a diversi giri a vuoto.
Fortunatamente per loro la sveglia è suonata proprio al momento giusto, nell’ultimo periodo: prima un touchdown del rookie Bigsby li ha riportati in vantaggio, poi uno del solito Etienne ha chiuso definitivamente i conti regalando loro due possessi di vantaggio.
Incoraggiante prestazione di Anthony Richardson che ha tenuto in partita i suoi senza particolari difficoltà, anche se nel finale è stato costretto a bordocampo dall’ennesima botta rimediata in un pomeriggio che dovrebbe avergli illustrato l’importanza della scivolata in NFL. Anthony, hai un futuro troppo promettente per incassare così tante botte: ti prego, scivola.

Non è stata sicuramente la partita della settimana, ma ho comunque il dovere di parlarvi del 20 a 16 con cui i Commanders l’hanno spuntata su dei Cardinals che, almeno difensivamente, mi sono molto piaciuti.
Quelle in campo non erano due squadre di livello – e s’è visto -, ma onore a Washington per aver fatto esattamente quello che doveva fare per portarsi a casa una vittoria estremamente preziosa. Howell non ha giocato poi così male, ma i sei sack subiti non possono che rendere irrequieto Rivera dato che incassare così tanti sack dal tutt’altro che esaltante pass rush dei Cardinals non promette poi chissà quanto bene per il futuro.

Buona la prima per Garoppolo a Las Vegas: di misura, al termine di una partita tanto combattuta quanto piacevole, i Raiders la spuntano su dei buoni Broncos 17 a 16.
Garoppolo ha giocato la classica partita da Garoppolo, pochi rischi, buona efficienza, un paio di decisioni rivedibili e un paio di touchdown lanciati a quello che potrebbe essere il suo nuovo target preferito, il neoarrivato Jakobi Meyers. Nemmeno Wilson ha giocato male: spesso costretto ad accontentarsi di quello che gli concedeva la difesa avversaria, il numero 3 ha mosso le catene con incoraggiante efficienza, ma è fuori questione che il receiving corp dei Broncos abbia bisogno di una provvidenziale iniezione di adrenalina. Una rondine non fa primavera – soprattutto a settembre -, ma ho visto buone cose dalla difesa dei Raiders: che le cose stiano finalmente per cambiare?

Ottimo esordio per Jordan Love e i Green Bay Packers che con una prestazione da squadra vera hanno passeggiato su dei Chicago Bears più simili all’anno scorso di quanto potessimo aspettarci: 38 a 20 il punteggio finale.
So cosa volete leggere, perciò partiamo da Jordan Love. Malgrado qualche giro a vuoto nella prima metà di gioco, al successore di Rodgers sono bastati quindici completi per raccogliere 245 yard e tre touchdown dimostrandosi sempre in controllo e mai sopraffatto dalla magnitudine del momento. Va detto che è anche più semplice ben figurare quando la propria difesa domina per tutta la contesa mettendo pressione a Fields snap dopo snap: attenzione, i Packers visti ieri mi sono veramente piaciuti, se la difesa saprà confermarsi su questi livelli la situazione si fa molto interessante in Wisconsin.

Disastro più che imprevisto a Seattle: degli orripilanti – e infortunati – Seahawks cadono a sorpresa davanti al proprio pubblico venendo dominati dai Rams che con un perentorio 30 a 13 iniziano la stagione con un inatteso sorriso.
Per parlarvi di questa partita mi servirò solamente di un dato: nella seconda metà l’attacco dei Seahawks ha guadagnato solamente tre yard. Sì, con trenta minuti di football a disposizione un attacco NFL ha racimolato la bellezza di tre yard: figuratevi che l’unico primo down della loro ripresa è arrivato grazie a una penalità della difesa dei Rams. I ripetuti fallimenti di Geno e compagni hanno permesso ai Rams di tenere in mano il pallino del gioco – quasi 40 minuti di possesso palla – e dominare. Non avrà lanciato alcun touchdown, ma Stafford ieri s’è reso protagonista di un’ottima prestazione grazie all’ausilio di Tutu Atwell e Puka Nacua, entrambi arrivati a quota 119 yard: Nacua, in particolare, ha colmato egregiamente il vuoto lasciato da Cooper Kupp.
I touchdown sono stati messi a segno dai running back, due da Kyren Williams e uno da un Akers che da 22 portate ha ricavato solamente 29 yard: Seattle avrà molto di cui riflettere.

Concludiamo il nostro viaggio con un Sunday Night di cui non c’è molto da raccontare: sono convinto che il 40 a 0 con cui Dallas ha umiliato New York compendi meravigliosamente il totale dominio dei Cowboys, perfetti in ogni fase del gioco.
Per portarsi a casa una vittoria così esaltante a Dallas è bastato affidarsi all’attacco dei Giants che definire disastroso sarebbe un eufemismo. La difesa e gli special team di Dallas hanno messo a segno ben due touchdown, uno tramite pick six e uno dopo un piazzato bloccato, mentre dall’altre parte Dak si limitava a gestire il vantaggio e rifornire di tocchi un ottimo Pollard da due touchdown.
Impressionante prova di forza del pass rush che con sette sack ha fatto vivere a Daniel Jones il peggior pomeriggio della propria carriera: esordio da dimenticare per New York che, tra l’altro, ha giocato davanti ai propri tifosi.

12 thoughts on “Il riassunto della prima domenica del 2023 NFL

  1. Wow!! Che week 1!! E che legnate per Bengals e Giants! Contento per JimmyG e Purdy. L’asse Tua-Hill fa, e farà, paura tutti.
    Mattia, l’errore di pronostico sui Bengals forse era un’intuizione inconscia? 😉

  2. Tifo Dolphins da sempre e stanotte ho goduto come un matto alla fine! Hill era semplicemente immarcabile per tutta la secondaria di LA e Tua lo ha trovato alla grande! Però, sarò maniaco o incontentabile, io vedo ancora sempre qualche ombra di troppo nel nostro QB che fa presagire dolori per il futuro: ha perso due volte la palla allo snap, ha lanciato un intercetto molle molle, a volte non ha completato per mancanza palese di forza nel braccio, è sembrato in confusione a tratti! E’ come se ci fosse un pugno di schemi preconfezionati all’interno dei quali si muove alla grande, ma se poi lo forzi ad uscire dai consueti schemi e gli chiedi un minimo di improvvisazione….apriti cielo! Da sempre è così! Comunque adesso mi godo la vittoria e l’ottima prestazione offensiva, non voglio fare le pulci su una ottima prestazione in definitiva del nostro QB. Siamo al week 1, quindi è bellissimo iniziare bene, ma non bisogna prendersi ancora troppo sul serio. Alcune cose tecniche:1) la linea offensiva ha giocato molto bene per una volta (e contro c’erano Bosa e Mack…, una pass rush unit fortissima quindi!) con un Lamm (onesto cristiano ex practice squad che si impegna alla grande) che non ha fatto assolutamente rimpiangere Terron Armstead come tackle di sinistra. Si è corso poco, ma ieri non ce n’era bisogno dato lo strapotere aereo di Miami. Se la linea offensiva continua così, potrebbe essere davvero questo il miglioramento fondamentale di quest’anno. 2) voglio tanto bene a Vic Fangio, ma la difesa è stata disastrosa per il 99% del tempo in cui è stata in campo. Su corsa i Chargers sono passati dappertutto, ho visto mancati placcaggi a iosa nel mezzo, buchi sulle coperture a ripetizione, falli su falli (Xavien Howard una pena….) e in generale tanta tanta tanta inefficienza a ogni livello. Solo nell’ultimo sforzo, sull’ultimo drive di Herbert sono riusciti a contenerlo con due bei sacks, ma così proprio non va bene!!! La difesa di Miami deve mettersi a lavorare sul serio!!!Saluti a tutti.

  3. Bengals e Giants: strapagate pure il cuorterbec (finora solo Mahomes e Brady hanno incamerato anelli dopo un contrattone), venderete un sacco di magliette.
    Ho perso le laiv ché ieri notte stavo seguendo il GOAT acchiappare il suo 24° titolo dello Slam con una performance epocale (ben spalleggiato dal folle russo di nome Danilo).

  4. Bella settimana d’apertura: mi sono divertito. Punteggi non eccessivamente alti, molte partite incerte sino alla fine e anche un paio di belle sorprese.

    Mi ha lasciato perplesso la scelta di Tennesse che, sotto di 4 punti a due minuti e mezzo dalla fine, ha tentato il field goal anziché giocarsi il quarto down.

  5. Domenica di assestamento, tanti errori sparsi più che super giocate.
    Hill e Jefferson partono lanciati alla caccia al record delle 2’000 yards. Anche Ridley sembra non aver risentito della ruggine di inattività.
    Nelle corse, CMC, Ekeler e Chubb portano acqua al mulino dei RBs, contro la filosofia dell’uno vale l’altro che impregna i front office dell’NFL.
    Mr Irrelevant sarà pure arrivato lì per caso, ma continua a confermare che restare titolare un caso non è.
    Male nel complesso i QB con contrattoni, ma l’attenuante solita è che sono le prime giornate ed in preseason non hanno quasi mai giocato. Watson peggio di tutti, in una domenica gloriosa per il resto dei Browns.
    Non mi è piaciuto neanche un po’ Jackson, aiutato tanto dalla difesa contro i modestissimi Texans di ieri.
    Tanti rookies sorprendenti (almeno per me che non li avevo mai visti giocare), su tutti mi hanno impressionato Flowers, Anderson Jr e Richardson, che è grosso come un edge. Vedremo se si confermeranno nel prosieguo.
    Si inizia con la NFC che negli scontri tra conference rifila un 4-0 alla AFC.
    I 49ers (exploit difensivo di Jackson, non lo conoscevo affatto) ed i cowboys partono in modo impressionante nel 2023.
    Allen vs Rodgers, ne resta ancora una niente male per completare l’abbuffata bulimica da crisi d’astinenza!

    • Tra un paio d’ore si parte per il MetLifeStadium. Speriamo di non prendere troppa pioggia ;)

  6. Mattia hai bruciato Burrow e i Bengals più velocemente degli amori estivi 🤣

  7. Lo posso dire che tanto tuonò, che alla fine piovve? O esagero? Ovvio che esagero, però una vittoria alla prima giornata ad Atlanta non si vedeva da tipo sei stagioni, e allora poco importa che davanti non ci fosse proprio uno squadrone….
    Grande prova della difesa, e questa è un’altra notizia, però i soldi investiti una volta tanto hanno reso, specie con un certo Bates III, uno che gioca safety come si gioca safety.
    L’unico dubbio è: ma a che servono Pitts e London se poi gli fai due lanci a testa?
    Non mi è piaciuto Young, nell’atteggiamento direi, piuttosto passivo, mai un gesto adrenalinico. Boh, mi è sembrato bravo, ma quasi disinteressato o timido. Non credo che andrà lontano con questo atteggiamento.
    Invece i campioni della preseason, gli Steelers, hanno riconfermato quello che conta la preseason.
    Sono felice per Baker Mayfield, che mi è sempre stato simpatico. Non ha brillato, ma ha pur sempre vinto. E sostituire the goat vincendo è l’unico modo che posso immaginare per non farsi dire dietro qualcosa.

  8. Hill giocatore MOSTRUOSO da pelle d’oca
    Mayfield orgoglioso e concentrato, sono felice per lui
    Burrow in cambio del contrattone una prestazione ridicola
    New York, stavo male per loro
    Grandi packers, grande Jordan love e grande aaron Jones, valsa veramente la pena fare tardi.

  9. Burrow è indietro con la preparazione, praticamente in agosto non si è allenato.
    Quest’anno fará fatica con le difese delle rivali di division.
    Caleranno anche i Chiefs, senza Kelce Mahomes rischia di predicare nel deserto.

  10. Prima giornata interessante. Per ora la squadra migliore sono i 49ers che hanno schiantato i deludenti Steelers dai quali mi aspettavo molto di più. Kadarius Toney da licenziamento immediato. Mi domando ancora come i Jets abbiano potuto vincere con un quarterback come Zach Wilson. Certo con quella difesa ed Aaron Rogers potevano andare davvero lontano. Peccato. Josh Allen si deve ritrovare, perché non è superman. Mi ha meravigliato il crollo dei Giants. Vediamo la seconda giornata

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