Inutile e stucchevole quanto volete, ma che la preseason rappresenti il primo contatto con del football giocato da febbraio a questa parte è un dato di fatto e, per questa ragione, non posso esimermi dal dovere morale di scriverci sopra qualcosa: questo è un articolo che vi propongo da anni e non credo sia necessario dilungarsi con l’introduzione.
Se all’interno dell’articolo notate un tono atipicamente gioioso non dovete preoccuparvi per me, non sono né tenuto in ostaggio né stato rimpiazzato dall’intelligenza artificiale, è semplicemente preseason e tifo Baltimore Ravens: queste, ogni anno, sono le mie settimane preferite in assoluto.
Circa.


Chi sale

Habakkuk Baldonado, EDGE, New York Giants

Partiamo con del sano campanilismo – merce rara in questo mondo: l’avventura del nostro Habakkuk Baldonado in NFL non poteva cominciare in modo migliore.
Tre tackle totali, un sack e un passaggio deviato non danno sicuramente vita a un tabellino senza precedenti nella storia dello sport, ma ci mettono perlomeno davanti a un giocatore che alla prima partita da professionista si è dimostrato essere attivo, dinamico e sempre minaccioso.
La rotazione di pass rusher dei Giants non è affatto scolpita nella pietra e non è inverosimile che un undrafted free agent riesca a ritagliarsi un posticino a roster. Pace se gli arbitri gli hanno rovinato il momento fischiando un rivedibile roughing the passer, Habba non poteva sperare in un esordio migliore visto che l’unico sack messo a segno dai New York Giants nella partita contro i Detroit Lions porta il suo nome.

PS: Chapeau per il tributo a Justin Tuck: è anche così che si fa breccia nel cuore dei tifosi.


I ricevitori (sophomore) dei Pittsburgh Steelers

Ormai sono un disco rotto, ciò che sto per dirvi è un qualcosa che ripeto almeno una volta ogni paio di mesi da anni: nessuna squadra in NFL sa sviluppare i ricevitori meglio dei Pittsburgh Steelers.
È sempre la stessa storia, aggiungono un ricevitore al draft e questo nel giro di un paio di stagioni si trasforma in un giocatore perlomeno solido, un valido e utile titolare che probabilmente avrà una carriera soddisfacente fra i professionisti: quest’anno sembra essere il turno dei sophomore George Pickens e Calvin Austin.
Il primo, già ben noto all’opinione pubblica NFL, ha messo a segno un pregevolissimo touchdown nel quale ha messo in mostra esplosività ed elusività dopo la ricezione, il secondo invece si è limitato a bruciare il proprio marcatore lungo la linea di bordocampo creando senza alcuna difficoltà chilometri di separazione.
E Kenny Pickett sorride.


L’attacco titolare dei Chicago Bears

Non credo fosse possibile spendere parole d’encomio per l’attacco dei Chicago Bears, ma a quanto pare la difesa dei Tennessee Titans aveva idee radicalmente diverse dalle mie.
Due serie, sette snap, 144 yard e 14 punti totali: ciò che fa più ridere è che quest’eruzione offensiva sia arrivata grazie a due semplici e banali screen pass, uno ricevuto dal nuovo arrivato D.J. Moore e l’altro dal sottovaluto Khalil Herbert.
Spero vivamente che a Natale non si dimentichino di inviare un pensiero alla difesa dei Titans per averli fatti apparire così belli e incontenibili, ma scherzi a parte il fatto che qualcuno all’infuori di Justin Fields sia stato in grado di mettere a segno giocate così esplosive non può che costringere anche il più realista dei tifosi a guardare al futuro con un minimo di speranza.


Derius Davis ed Elijah Dotson, WR e RB, Los Angeles Chargers

La preseason è stata concepita proprio per questo, per aiutare i rookie a impressionare il proprio coaching staff in vista dell’imminente campionato – oltre che per gongolarsi constatando che gli ascolti televisivi di partite senza alcun valore surclassino quelli della regular season NBA.
Ciò detto, i due rookie dei Chargers hanno rubato la scena a chiunque durante il derby con i Rams con delle pregevoli big play che sicuramente semplificheranno un paio di decisioni di coach Staley.

Davis, ricevitore selezionato al quarto round dell’ultimo draft, ha messo a segno un gran bel touchdown su punt return che potrebbe essergli valso la pole position per il ruolo di returner a settembre, mentre Dotson ha tramutato sei misere portate in 92 yard e due touchdown, uno da 37 e uno da 40 yard.
Considerando il disperato bisogno di running back dei Chargers – abbiamo visto che il solo Ekeler non basta a reggere in piedi un gioco di corse funzionale – credo che la prestazione di Dotson potrebbe costituire la miglior notizia uscita dalla partita di sabato notte.


Emanuel Wilson, RB, Green Bay Packers

Ci sono modi peggiori per battezzare il proprio esordio in NFL che tramutare sei portate in 111 yard e due touchdown: il nome è Emanuel Wilson, il ruolo è quello del running back e il college di provenienza è Fort Valley State.
Intendiamoci, non sopravanzerà mai Aaron Jones e A.J. Dillon nella depth chart ma dopo una prestazione del genere le sue quotazioni per il posto a roster come terzo running back sono schizzate alle stelle.
Dato che siamo pur sempre in America e un retrogusto sentimentale-hollywoodiano non guasta mai, questa fantastica prestazione è arrivata proprio nel quattordicesimo anniversario della morte del padre.
Impossibile non essere genuinamente contenti per lui.


È preseason, quindi i Baltimore Ravens

Con la risicata vittoria di sabato contro i Philadelphia Eagles, i Ravens hanno allungato a 24 (!!!!!) la striscia di vittorie consecutive in preseason. L’ultima sconfitta estiva risale al 3 settembre 2015 quando capitolarono 19 a 20 contro gli Atlanta Falcons – lo stesso identico punteggio di ieri, con l’unica differenza che a mettere a segno il ventello questa volta c’abbia pensato Baltimore: nel mentre sono passati quasi otto anni, sono morte persone più o meno famose, abbiamo vissuto in prima persona una pandemia e assistito a non uno ma ben due ritiri di Tom Brady.

Odio pubblicare i miei tweet nei miei articoli – chissà perché non riesco a fare carriera, sono così bravo a promuovermi! – ma fatevi il favore di prendervi una dozzina di secondi per assaporare l’incredibile bomba da 60 yard di Justin Tucker: quest’uomo non sembra aver compreso il significato della parola ‘preseason’. O anche solo della parola ‘errore’.
Semplicemente il più grande di tutti i tempi – nella sua posizione.


Chi scende

Russell Wilson, QB, Denver Broncos

I numeri finali non sono per niente malvagi, 93 yard su 13 passaggi con un touchdown costituiscono un bottino più che rispettabile, ma dopo l’ignobile sfoggio d’arroganza di Sean Payton – che ha attaccato pubblicamente Nathaniel Hackett incolpandolo del fallimento dello scorso anno proprio come farebbe l’analista medio di Twitter – ammetto che faticherò a nascondere ilarità nel vedere i Broncos arrancare, soprattutto in attacco.
Al netto che una manciata di snap estivi non possano in alcun modo predire il futuro, il fatto che per segnare un touchdown contro gli Arizona Cardinals siano stati costretti ad attendere l’ingresso delle riserve… fa sorridere.
Ciò che preoccupa per davvero è la facilità con cui il tutt’altro che irresistibile pass rush dei Cardinals arrivava al quarterback: c’è ancora tanto lavoro da fare per riabilitare questo reparto offensivo.


Kyle Trask, QB, Tampa Bay Buccaneers

Vi invito a perdonarmi per l’errore reiterato per tutta l’offseason: Baker Mayfield non sarà il quarterback titolare dei Tampa Bay Buccaneers, o almeno non lo diventerà senza aver prima guadagnato il diritto d’esserlo.
Nella depth chart rilasciata circa una settimana fa, sotto la voce QB1 c’era un esilarante “Baker Mayfield – OR – Kyle Trask”: quell'”or” conferisce una certa legittimità alla competizione, Mayfield è logicamente il favorito, ma per cementare la propria maglia da titolare avrà comunque bisogno di un’estate di livello.

Il primo round lo ha vinto l’ex quarterback dei Browns – titolare contro gli Steelers mentre nella prossima scenderà in campo dal primo minuto Trask – completando otto dei nove passaggi tentati per 63 yard e un touchdown: Trask, invece, ha chiuso con sei completi su dieci per 99 yard e un intercetto.
Va precisato che, seppur titolare, Mayfield non sia sceso in campo con i vari Mike Evans, Chris Godwin, Cade Otton e Rachaad White, ma con le riserve proprio come Trask.
Situazione da monitorare con attenzione.


La difesa dei Tennessee Titans

Seriamente, come si fa a concedere due touchdown consecutivi su screen pass?
Non leggeteci troppo fra le righe, questo posticino gliel’ho trovato appositamente per postare pure il touchdown di Herbert, tuttavia credo che coach Vrabel durante il corso della prossima settimana probabilmente dedicherà qualche oretta alla visione e revisione dei due touchdown concessi.


L’hype per Young e Stroud 

Il bello della preseason è proprio questo, è così irrilevante e autoreferenziale che qualsiasi punto di vista tu dedica di adottare sarà sempre e comunque quello giusto: la tua squadra vince? Bene, fino a settembre sei autorizzato a ubriacarti di hype. La tua squadra perde in malo modo? Pazienza, è solo preseason.
Gli esordi di Young e Stroud verranno lanciati nel cesto del “pazienza, è solo preseason”, e a ragione.

Stroud ha aperto le danze contro i Patriots con due completi su quattro lanci tentati per 13 yard e un intercetto, ricavando giusto un paio di primi down – fra cui uno per roughing the passer, mentre non è andata particolarmente meglio a Young che seppur senza macchiarsi d’intercetti è stato in grado di portarsi a casa un misero primo down su tre drive giocati nei quali ha completato quattro dei sei lanci tentati per 21 yard.
Ribadisco, campioni troppo striminziti anche solo per abbozzare una discussione, però… ma sì, è indifferente, alla fine è preseason e stiamo pur sempre parlando di rookie al primo assaggio di NFL.
È tutto irrilevante, giusto?


 

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