Non riesco a non vergognarmi, quindi provare a nasconderlo non ha alcun senso: mi vergogno.
Mi vergogno da morire a proporvi questo genere di contenuto, fritti sofismi sul niente basati squisitamente sulla soggettività – anche se a questo punto non dovremmo aver problemi a concordare sull’inattaccabile fatto che Patrick Mahomes sia il miglior quarterback di questo pianeta.
Tuttavia è luglio, il mese buco nero che per (provare a) parlare di football ci costringe a raschiare il fondo del proverbiale barile a caccia di argomenti: vedendo la vostra risposta credo di essere riuscito a trovarne uno.
Constatata la sorprendente positività della vostra reazione alla tier list degli allenatori mi sono sentito in obbligo a proporvela pure per i quarterback, il nostro argomento di dibattito preferito. Se ho definito “complicato” compilarne uno sensato per gli allenatori, per questo non ho aggettivi, la lingua italiana dovrà coniare un nuovo termine il cui significato sia il risultato di “complicato” elevato alla settima perché, in questo caso, ci sono da tenere ben presenti variabili come età e salute, tutte seccature con cui un allenatore non deve confrontarsi quotidianamente.
Consapevole che non riuscirò a soddisfare nessuno di voi, permettetemi di iniziare a esporvi la mia personalissima classifica.
Patrick Mahomes
Come potete intuire, questa è la categoria riservata a Patrick Mahomes, ragazzo che gioca uno sport tutto suo.
Patrick Mahomes, Kansas City Chiefs
In cinque stagioni ha vinto tutto quello che poteva vincere già un paio di volte, è il giocatore più spettacolare della lega nonché definizione vivente di must see TV, ha tutto quello che un tifoso, allenatore, general manager o addetto ai lavori può chiedere al proprio quarterback. I sette anelli di Brady sono ancora nell’iperuranio, ma se c’è qualcuno che può seriamente pensare di rubargli lo stato di GOAT.
A un Super Bowl da Mahomes
Sì è vero, Mahomes ne ha già vinti due di Super Bowl, ma ai miei occhi con un Lombardi Burrow sarebbe sul suo stesso piano.
Joe Burrow, Cincinnati Bengals
Seppur non benedetto da un talento sovrannaturale come quello di Patrick Mahomes, Joe Burrow in un paio d’anni s’è affermato come il miglior quarterback della lega non chiamato Patrick Mahomes – non a caso è l’unico che sta riuscendo a batterlo consistentemente nei testa a testa. Mai spaventosamente spettacolare, la forza di Burrow risiede principalmente nella sua testa, non ha infatti alcun senso che un ragazzo così giovane sia altrettanto freddo e spietato a gennaio. Ha restituito da solo rispettabilità ai Bengals.
Franchise quarterback da cui aspettarsi un Super Bowl
Tutti quarterback fortissimi destinati a trascorrere (almeno) il prossimo lustro nella squadra in cui militano attualmente. Da loro non possiamo che aspettarci anelli ed eccellenza destinata a durare nel tempo.
Josh Allen, Buffalo Bills
Da un paio di stagioni a questa parte ogni anno deve essere “l’anno dei Bills”, poi il calendario completa il proprio giro e ineluttabile arriva gennaio a spingerlo/spingerli a chiedersi cosa questa volta sia andato male. Ciò nonostante resta fra i migliori nel proprio ruolo.
Dak Prescott, Dallas Cowboys
So che molti di voi stanno flirtando con l’idea di disintegrare al suolo il telefono da cui state leggendo queste parole, ma non ho mai provato a nascondere che Prescott mi sia sempre piaciuto e che malgrado un 2022 a tratti fantozziano – 15 intercetti in 12 partite sono inaccettabili in questo periodo storico – resti comunque, a mio avviso, un quarterback capace di trascinare la propria squadra fino in fondo.
Justin Herbert, Los Angeles Chargers
La cosa che più mi preme sottolineare è che il braccio destro di Justin Herbert non abbia assolutamente nulla da invidiare a quello di Patrick Mahomes. Passo dopo passo sta aiutando i Chargers a riaffermarsi come potenza della AFC: se le zero vittorie ai playoff in tre anni di carriera vi fanno storcere il naso vi invito a tener ben presente quanto sia stato malservito dal proprio coaching staff. Come puoi obbligare un giocatore del genere a lanciare in orizzontale ad Austin Ekeler?
Only three years in the league, but Justin Herbert has shown off his arm plenty. 💪 pic.twitter.com/Hsvrx8HggK
— NFL (@NFL) July 9, 2023
Jalen Hurts, Philadelphia Eagles
Arrivato a un Patrick Mahomes dal Super Bowl, in un anno Hurts ha dimostrato di poter completare qualsiasi lancio richiesto e, soprattutto, di saper trovare la end zone con una disinvoltura a tratti disarmante. Chapeau al front office per avergli costruito attorno un’infrastruttura che gli ha permesso prima di tutto di essere se stesso esaltandone i punti di forza.
Lamar Jackson, Baltimore Ravens
I dubbi sul suo braccio, a questo punto, stanno diventando sempre più pigri poiché credo che in questo lustro Jackson abbia dimostrato sufficienti miglioramenti non solo da poter essere considerato un quarterback, ma pure un gran quarterback. Ora che ha a propria disposizione un parco ricevitori profondo e di livello mi aspetto un ulteriore passo in avanti.
Trevor Lawrence, Jacksonville Jaguars
Forse sto sopravvalutando sia lui che i Jaguars fuorviato dall’ottima figura fatta ai playoff, ma è fuori questione che nella seconda metà della scorsa stagione Lawrence si sia consistentemente espresso come uno dei migliori cinque quarterback della lega. Esempio lampante dell’importanza primaria del coaching staff nello sviluppo di un giovane quarterback.
Deshaun Watson, Cleveland Browns
È da un paio d’anni che per un motivo o per l’altro non sta dimostrando assolutamente nulla, ma i primi anni a Houston mi hanno impressionato al punto da permettergli di vivere di rendita. Il 2023, in ogni caso, sarà l’anno più importante della sua carriera.
Future stelle
Giovani quarterback ultra-promettenti dai quali, tuttavia, non abbiamo ancora visto abbastanza per poterli definire franchise quarterback.
Brock Purdy, San Francisco 49ers
Mini-Burrow. No, seriamente, spiegatemi come sia possibile che l’ultimo giocatore selezionato al draft possa trasformarsi in una sorta di cyborg immune agli errori in una delle squadre più ambiziose della lega. L’ottimo lavoro di Shanahan unito all’esplosività dei giocatori a cui rivolge il pallone lo ha indubbiamente aiutato, ma non aveva alcuna ragione per eccellere al punto da mettere in dubbio il futuro di Trey Lance nella Baia – soprattutto se teniamo presente quanto aggressivamente ci abbiano investito un paio d’anni fa.
Kyle Juszczyk telling everybody why Brock Purdy is the guy … and why Trey Lance isn’t .. in one answer on @richeisen
Trey Stan’s don’t want to accept this. #truthhurts
It will take years for Trey Lance to get to the point where he is just reacting out there, as opposed to… pic.twitter.com/1Zs6fHhczy
— Flave (@MyOwnFlave) July 4, 2023
Justin Fields, Chicago Bears
Deve migliorare massivamente nella tasca, ma ha gli attributi fisici per dominare fra i professionisti. Questo sarà l’anno in cui capiremo se con una linea d’attacco competente e paia di mani in grado di ricevere il pallone può replicare le esplosioni dei vari Josh Allen, Lamar Jackson e Jalen Hurts.
Tua Tagovailoa, Miami Dolphins
Ai miei occhi Tua è già un franchise quarterback, peccato solo che quei maledetti infortuni ne stiano sabotando la carriera.
Leggende (più o meno) a fine carriera
Franchise quarterback la cui carriera – per motivi diversi – è agli sgoccioli. O almeno così credo.
Aaron Rodgers, Green Bay Packers
Rodgers è ancora un franchise quarterback e la possibilità che vinca un altro Super Bowl è più che reale, ma l’interminabile flirt con il ritiro – usato pure come arma per mettere con le spalle al muro il front office dei Packers – mi spinge a pensare che non gli siano rimasti ancora tanti autunni nel serbatoio.
Matthew Stafford, Los Angeles Rams
Tecnicamente Matthew Stafford è troppo giovane anche solo per pensare al ritiro, ma i tantissimi infortuni patiti in carriera devono spingerlo a prendere una decisione: vincendo il Super Bowl il suo l’ha fatto, sta a lui decidere se salvare il salvabile in un corpo letteralmente consumato dal football americano. Due concussion in un paio di settimane, a questo punto della carriera, devono costringerlo a un paio di lunghe riflessioni.
Buoni titolari
Quarterback che in condizioni perfette possono verosimilmente trascinare la propria squadra al Super Bowl. Per fare ciò, hanno però tendenzialmente bisogno di più aiuto rispetto al franchise quarterback medio.
Derek Carr, New Orleans Saints
Carr è un quarterback che solitamente fa quello che deve fare, i problemi sorgono nel momento in cui gli viene questo quel qualcosa in più che abbiamo imparato a dare per garantito da un franchise quarterback. Incarnazione vivente del buon titolare.
Daniel Jones, New York Giants
È quasi prematuro definirlo un buon quarterback, ma i rinforzi in attacco e un’ulteriore offseason sotto la guida di Brian Daboll mi obbligano a pensare che Danny Dimes debba ancora mostrarci il suo miglior football. Per come si erano messe le cose questo è già di per sé un mezzo miracolo.
Geno Smith, Seattle Seahawks
Il fatto che nel 2023 vi parli di Geno Smith come di un buon titolare è un qualcosa di miracoloso, sensazionale e imponderabile. Qualcosa che nemmeno lui poteva sognare: Geno Smith è più rilevante che mai nel 2023 e Seattle, dopo un’altra ottima offseason, comincia a sognare.
Jared Goff, Detroit Lions
A più riprese ho parlato di Goff come di un quarterback finito, definendolo addirittura come semplice prolungamento della mente di Sean McVay. Dopo un 2022 strepitoso appare evidente che stessi sbagliando, Goff è un buon quarterback che dietro una linea d’attacco competente e con un paio di ricevitori esplosivi a disposizione molto difficilmente ti farà perdere una partita.
Jared Goff with a BLIND DOT to Amon-Ra 🎯
(via @amonra_stbrown) pic.twitter.com/55HFbkqMGZ
— Bleacher Report (@BleacherReport) July 4, 2023
Jimmy Garoppolo, Las Vegas Raiders
Sapete che Garoppolo, in regular season, ha una percentuale di vittorie pari al 70.2%? Un dato superiore a quello di Aaron Rodgers, Drew Brees e Russell Wilson? Il problema sta tutto nel fatto che in carriera sia sceso in campo titolare solamente in 57 occasioni, pochine se si considera che a novembre compirà 32 anni.
Kirk Cousins, Minnesota Vikings
Qua è colpa vostra, fosse stato per me gli avrei trovato un posto fra i franchise quarterback ma, grazie a voi, negli anni sono riuscito a scindere le sempre ottime statistiche individuali da quello che è il suo valore assoluto come quarterback di una squadra che vuole vincere: spoiler alert, Cousins non è il delta fra contendere e sopravvivere in NFL.
Ryan Tannehill, Tennessee Titans
Malgrado un 2022 tutt’altro che esaltante non mi sento di scartare definitivamente Ryan Tannehill, era molto difficile fare meglio di così al timone di uno degli attacchi più poveri di talento della lega. La sua avventura a Nashville si sta avvicinando a grandissime falcate ai titoli di coda, ma a mio avviso ne ha ancora per un paio di stagioni.
Kyler Murray, Arizona Cardinals
Ma perché va così di moda odiare Kyler Murray? Per le chiacchiere sui videogiochi? Per la bassa statura? Perché?
Ultimo treno
Quarterback la cui carriera sarà – probabilmente – decisa dall’esito del prossimo campionato.
Baker Mayfield, Tampa Bay Buccaneers
Lasciando perdere l’ottimo giudizio personale che ho di Baker Mayfield, è fuori questione che il 2023 costituisca la sua ultima opportunità di confermarsi titolare in questa lega. In caso di disastri, comunque, non escludo che possa trasformarsi in un valido backup ché di esperienza under center in questa lega ce n’è sempre bisogno.
Mac Jones, New England Patriots
Non sono convinto Mac Jones possa sopravvivere a un’altra stagione simile a quella dello scorso anno, soprattutto perché c’era gente che chiedeva a gran voce Bailey Zappe. Bailey Zappe!
Mac Jones
2020: 95.8 PFF grade
+ the highest grade PFF has ever awarded to a college QB in eight years of grading.2021: 78.5 PFF pass grade
+ the 3rd-highest grade awarded to a rookie QB since 2013.2022: don't worry about it
+ Matt Patricia was his offensive play-caller— Scott Barrett (@ScottBarrettDFB) July 9, 2023
Russell Wilson, Denver Broncos
Non ho nemmeno il coraggio di pensare alle conseguenze di un ulteriore disastro che saprebbe di capitolazione. Passi il contratto rinnovato prematuramente, l’enorme investimento compiuto e l’intrinseca onorabilità della pazienza, ma il front office dei Broncos non può nemmeno permettersi di pensare di approcciarsi al 2024 con un Wilson ancora inconsistente e di un anno più vecchio.
Backup
Onesti mestieranti capaci di tenere a galla l’attacco della vostra squadra del cuore nel malaugurato caso in cui il quarterback titolare dovesse perdere del tempo.
Andy Dalton, Carolina Panthers
Veteranissimo che ne ha viste di cotte e di crude, ottimo mentore per un giovane come Bryce Young.
Sam Darnold, San Francisco 49ers
Se Kyle Shanahan trova un modo per aggiustare pure lui…
Taylor Heinicke, Atlanta Falcons
Backup di Ridder, il suo upside è limitato da palesi limiti fisici e tecnici ma ha abbastanza cuore da riuscire a vincere qualche partita qua e là. Buon modo per mettere pressione a Ridder, Heinicke è schierabilissimo.
Davis Mills, Houston Texans
Mi dispiace per lui, a un certo punto sembrava potesse diventare titolare in NFL. Sono convinto che possa avere una carriera per almeno un altro lustro.
Troppo presto per esprimersi
Rookie, individui che non hanno giocato abbastanza per permetterci di formulare un giudizio empirico. O anche solo meravigliosi oggetti del mistero.
Matt Corral, Carolina Panthers
Sophomore mai sceso in campo, ora ha davanti Bryce Young. Non ideale.
Hendon Hooker, Detroit Lions
Ne riparliamo fra un paio d’anni.
Hendon Hooker dropping DIMES at Lions OTA’s 🔥
Hooker is reportedly “way ahead of schedule” in his recovery.
Hooker still reportedly plans to be ready to go by the start of training camp.
The return of the Lions rookie QB is coming SOON. pic.twitter.com/SI8jRVYm4u
— NFL Rookie Watch (@NFLRookieWatxh) June 12, 2023
Will Levis, Tennessee Titans
Zero snap all’attivo in NFL.
Sam Howell, Washington Commanders
Ha giocato una sola partita nella propria annata da rookie.
C.J. Stroud, Houston Texans
Zero snap all’attivo.
Jordan Love, Green Bay Packers
Abbiamo visto troppo poco per poterci esprimere con qualsivoglia grado di certezza.
Kenny Pickett, Pittsburgh Steelers
I numeri sono tutt’altro che esaltanti, ma è indubbio che abbia fatto vedere abbastanza da portarci a credere che possa affermarsi come risposta per il futuro.
Anthony Richardson, Indianapolis Colts
Zero snap all’attivo.
Kyle Trask, Tampa Bay Buccaneers
Nove lanci tentati in carriera.
Bryce Young, Carolina Panthers
Zero snap all’attivo.
Trey Lance, San Francisco 49ers
Il talento c’è, ma Garoppolo prima e dopo uno sfortunatissimo infortunio accompagnato dall’esplosione di Brock Purdy potrebbero essergli costati la carriera a San Francisco.
Desmond Ridder, Atlanta Falcons
Quattro partite in cui non ha eccessivamente sfigurato, ma è comunque troppo presto per parlare di lui.
Ancora in NFL?
Giocatori la cui carriera sembrerebbe essere finita. Ripeto, sembrerebbe.
Matt Ryan, free agent
Immobile nella tasca e consumato da anni d’onorato servizio, Ryan non può più essere visto come un titolare in NFL e, a questo punto, non so quanto senso abbia per lui accontentarsi di un ruolo da backup in giro per la lega.
Carson Wentz, free agent
Credo seriamente che non possa più pretendere di giocare da titolare fra i professionisti e il suo nome sembra essere troppo destabilizzante per relegarlo in panchina come anonimo backup.
Zach Wilson, New York Jets
Sto scherzando. Forse.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Non immagini il dolore che mi hai dato mettendo Allen assieme a Prescott!
Io metterei Prescott tra i buoni titolari.
Allen lo metterei assieme a Burrow: anzi, a essere sincero, considero Allen addirittura superiore a Burrow, ma il mio giudizio potrebbe essere offuscato dall’amore che provo per lui.
Sul resto, suppergiù, concordo.
Provo a dire la mia. Su Prescott, istintivamente concorderei, anche se bisogna dire che Allen ha giocato gli ultimi anni in una di quelle corazzate in cui devi fare automaticamente almeno bella figura.
Burrow invece, per me è un’atra cosa. Dal momento che è arrivato in NFL, è stato Joe Brrr. Ha rivolta una squadra di inetti portandola a competere nel giro di un suo grave infortunio. Possiede la qualità più importante, quella di non steccare nei momenti difficili. Burrow temo sia fuori portata.
Secondo me, anche Allen ha rivoltato una squadra di inetti: nelle 18 stagioni precedenti al suo arrivo a Buffalo, la squadra aveva mancato i playoff per 17 volte e l’unica volta che li aveva disputati era stato per un suicidio di Baltimore all’ultima azione della stagione.
Per quanto riguarda lo steccare nei momenti importanti, è accaduto solo quest’anno contro i Bengals, alla sua quarta spedizione nei playoff: nelle prime tre spedizioni, lui aveva fatto il suo, salvo poi essere tradito dalla difesa.
Una combinazione di gambe e braccio come quelle di Allen non le ho mai viste altrove: poi il tempo emetterà i suoi giudizi (che spero siano favorevoli a Buffalo). Comunque vada, ne vedremo delle belle nei prossimi 10 anni di Afc!
Sono totalmente d’accordo con Lux che ha scritto un commento con cui mi trovo così d’accordo che per un attimo ho pensato di avere un burner account a mia insaputa.
Burrow mi impressiona per tenuta mentale, in tre anni di NFL il poveretto ne ha già passate di ogni colore e ciò nonostante continua a essere il quarterback più lucido e razionale della lega. Lo vedo così freddo e in controllo che mi ricorda seriamente Tom Brady e malgrado Allen sia un grandissimo QB al momento mi sento a mio agio a preferirgli Burrow.
Vi si vuole bene, comunque.
Haha può anche darsi che le mie opinioni siano influenzate da quanto leggo qui. Non è che in Italia, in Italiano, ci sia poi tanta letteratura sul gridiron football. Per questo, sempre grazie di parlarne.
Voglio precisare che trovo che Allen sia un ottimo QB, che ha avuto un crescita costante e redditizia. Solo penso, in generale e non riferendomi a lui in particolare, che le doti fisiche in genere ti facciano vincere più o meno automaticamente in stagione, ma ai playoff conta prima di tutto la testa. Che logicamente, deve stare sopra ad altre doti, ma a questi livelli lo darei abbastanza per scontato. In ogni modo, sempre in generale, ci sono stati anche QB abbastanza mediocri che hanno vinto, per cui Allen è un candidato più che meritevole. Le vie del SB sono spesso convulse.
Tornando su Allen, il braccio c’è. Le gambe anche troppo: devono stare attenti a non farle diventare il passe-par-tout per ogni situazione, altrimenti la cosa diventa complicata e pericolosa.
Concordo con la classifica, anche se Prescott mi sembra sopravvalutato. Noto sempre la tua idiisincrasia per il vecchio Aaron che a me sembra ancora un quarterback fuori categoria.
Tra i free agent “ancora in NFL?” manca kaepernick!
Avendo vinto un Super Bowl il nome di Wilson stride con gli altri membri del gruppo di cui fa parte e credo che avrebbe meritato la creazione di un gruppo proprio (non volendolo inserire in quello delle leggende a fine carriera).
Sono troppo innamorato di Burrow per accettare serenamente nel vederlo sotto Mahomes… Per di più senza quella follia credo di una safety non lo so mica chi dei due sarebbe andato al SB questo anno.
Purdy, il buon Purdy, è l’ennesima conferma di quanto in uno sport di squadra sia importante trovarsi nel contesto giusto. Dubito però ne uscirà mai fuori un campione capace di ribaltare i destini di una squadra non dico mediocre, ma nemmeno normale.
Due paroline poi sui miei tifati Falcons e il nostro Desmond Ridder, semi oscura scelta al terzo giro dello scorso draft.
Tutto vero, solo 4 gare giocate, ingiudicabile, però c’è una piccola statistica cui si aggrappano i tifosi di Atlanta nei momenti di sconforto: 0 intercetti tirati in quelle stesse partite. Che sarebbe statistica ottima per un veterano, ma diventa fantascienza per un rookie.
Concordo pressoché su tutto, ma da tifoso 49ers, non posso che notare, con grande rammarico, come da più di 25 anni a SanFran manchi un QB coi controfiocchi.
Quasi a continuare a punirci, il destino, per aver scelto Smith anziché Rodgers come ci hai dolorosamente rammentato nel racconto a puntate sull’omeopatico…..
Purdy, Lance, e prima di loro JimmyG, tutti prospetti mediocri al servizio di roster ben più meritevoli di un regista degno!
Mi chiedo da anni, se anche la vicenda Colin K non abbia influito. Ecco proprio Koepernick mi lascia col grande ?. Come sarebbe andata se non lo avessero boicottato modello capitano Dreyfus del famoso “Affaire” francese.
SF continuerà ad essere una pericolosissima mina vagante sulla strada del Gran Ballo, ma continuerà a vedere altri vincere…..😢