NFC NORTH

Chicago Bears – Non trovo qualcosa di cui lamentarmi

C’è chi sostiene che avrebbero potuto fare di più lungo la linea d’attacco, ma con le aggiunte di Nate Davis e Darnell Wright hanno completamente rivoluzionato il lato destro, innescando così un complesso domino: Cody Whitehair, guardia sinistra nel 2022, sarà il nuovo centro titolare lasciando il posto a sinistra al manesco Teven Jenkins. Il left tackle sarà presumibilmente il sophomore Braxton Jones che da rookie ha fatto vedere cose interessanti.
Insomma, la loro linea d’attacco è stata completamente rivoluzionata in vista del decisivo 2023 e prima di mettere il punto a questa frase vi invito sempre a tenere presente che l’esorbitante numero di sack subiti da Fields lo scorso anno sia da imputare anche al quarterback, reo di tenere troppo a lungo il pallone.
A mio avviso hanno compiuto importanti passi in avanti in un progetto tecnico incentrato su un quarterback che, finalmente, sarà aiutato a fare bene.


Detroit Lions – Aver investito scelte pesanti al draft su ruoli non più così “pesanti”

Malgrado la ricostruzione sia cominciata l’altro ieri, è lecito affermare che il roster dei Detroit Lions fosse molto meno lacunoso di quanto potessimo pensare a inizio febbraio. Per questa ragione non ho particolari problemi a venire a patti con la decisione di investire scelte pesantissime rispettivamente su un running back, un linebacker, un tight end e un safety, tutti ruoli che negli ultimi tempi gli analisti hanno smesso di considerare di primaria importanza.
Se i piani alti erano convinti che per compiere il definitivo salto di qualità fossero necessari proprio Gibbs, Campbell, LaPorta e Branch non ho molto da dire, credo che conoscano il loro roster molto meglio di me, tuttavia fatico a non provare genuino rammarico pensando che con quelle scelte avrebbero potuto rimpinguare le rotazioni di ricevitori, pass rusher e cornerback.


Green Bay Packers – Non trovo qualcosa di cui lamentarmi, o almeno, non quest’anno

I Green Bay Packers sono tutt’altro che perfetti, lo fossero immagino che avrebbero vinto qualcosa negli ultimi tre anni, ma non è questo il punto. Quella che si ostina a non finire doveva essere una offseason di pura sofferenza per dei Packers umiliati dall’ego della propria ex bandiera… finché non hanno dominato la trade con i Jets portandosi a casa un pacchetto di scelte al draft infinitamente più importante di quanto potessi credere.
La speranza è che la difesa faccia passi in avanti – il materiale umano non manca – e che l’attacco guidato da Love sia perlomeno funzionale e competente. Le aspettative non possono che essere basse e, personalmente, approvo l’approccio wait and see: prima di investire qua e là è categorico comprendere quale sia il valore del quarterback, in caso di flop sarebbe disastroso trovarsi fra le mani un roster di qualità senza poter contare su un quarterback.
Era l’offseason di cui avevano bisogno, a mio avviso.


Minnesota Vikings – Essersi consegnati all’inerzia

Cosa sono i Minnesota Vikings? Dove vogliono andare i Minnesota Vikings?
Immagino che queste siano le nuove domande esistenziali di ogni loro tifoso – e non solo: Minnesota è molto più vicina alla ricostruzione di quanto possano lasciare intendere le loro 13 vittorie dello scorso anno. Il reparto difensivo è uscito irriconoscibile dall’offseason, l’attacco ha perso due pilastri come Dalvin Cook e Adam Thielen e a marzo Kirk Cousins sarà free agent: l’unica certezza, al momento, è che prima o poi ricompenseranno l’eroismo di Justin Jefferson con il contratto più ricco nella storia della posizione.
Credo che la loro offseason possa essere bollata come occasione persa, potevano accelerare la ricostruzione buttandosi avanti di un anno, invece quasi sicuramente saranno troppo competenti per assicurarsi scelte succose al draft e troppo lacunosi per competere sul serio. Non proprio la posizione in cui una franchigia sogna di trovarsi.


NFC EAST

Dallas Cowboys – La perdita di Kellen Moore

Ero convinto che a un certo punto Kellen Moore avrebbe completato la scalata vincendo l’opportunità di essere l’allenatore dei Dallas Cowboys, ma è chiaro che stessi sbagliando. Moore, ora ai Chargers, aveva tutte le carte in regola per spodestare McCarthy: in primo luogo godeva dell’imperitura stima di Jerry Jones che avendolo a libro paga dal 2015 era ragionevolmente infatuato di lui e, non secondario, si trovava alle spalle di un Mike McCarthy che in caso di ulteriore fallimento ai playoff potrebbe verosimilmente essere messo alla porta.
Vi lascio con una bold prediction assolutamente gratuita: entro cinque anni i Cowboys rimpiangeranno il momento in cui hanno perso quello che si affermerà come uno dei più brillanti allenatori della National Football League.


New York Giants – Il contratto di Daniel Jones, ma non per le cifre

Non ho intenzione di tediarvi con l’ennesima riflessione sui contratti dei quarterback, il mercato è quello che è e le cifre altro non sono che il fisiologico risultato dei perversi meccanismi che lo regolano, ma non sono sicuro avrei messo sotto contratto Daniel Jones sul lungo termine dopo una sola stagione di livello. Avete presente l’odiosa franchise tag? Ecco, non riesco a pensare a un singolo giocatore più adatto a riceverla, sembra sia stata concepita pensando al curioso caso che è diventata la sua carriera fra i professionisti.
Il front office dei Giants ha deciso di compiere un salto nel buio, probabilmente sospinto dalla consapevolezza che un’altra offseason con Daboll lo aiuterà a compiere un ulteriore salto, in questo caso di qualità.


Philadelphia Eagles – Seriamente?

Consapevole di poter essere accusato di fangirling, fatico a trovare qualcosa da rinfacciare a Roseman e soci.
Hanno perso giocatori, ma non poteva essere altrimenti, esiste questa cosa chiamata spazio salariale e pensare che potessero pagare tutti non aveva alcun senso, quindi mi sento assolutamente a mio agio a mettere il punto e passare ai Commanders.


Washington Commanders – Un po’ tutto ciò che riguarda Sam Howell

Non ho chissà quale problema con Sam Howell, abbiamo visto decisamente troppo poco per poterci esprimere su di lui con qualsivoglia grado di sicurezza – la pazienza non va data solamente ai quarterback selezionati al primo round, ma a tutti. Il mio problema, chiamiamolo così, risiede nel fatto che Washington stia vivendo un momento storico molto particolare e il povero Howell altro non sembri che carne da macello, un giovanissimo quarterback ponte che verosimilmente occuperà la casella di titolare per un anno in attesa del vero franchise quarterback – Caleb Williams tifa Commanders, lo sapevate?
Spero vivamente di sbagliarmi e che il ragazzo diventi la risposta che Washington sta cercando da troppo tempo, ma fatico tremendamente a ignorare certe sensazioni.


NFC WEST

Arizona Cardinals – Non aver ricavato nulla da DeAndre Hopkins

Questo è un caso molto ambiguo. Da una parte potrei affermare sia andato male tutto, dopo mesi di macchinazioni e movimenti il roster dei Cardinals potrebbe tranquillamente essere il più scarso della lega. Dall’altra parte, quella che preferisco, muovere obiezioni verso una squadra che sta dichiaratamente ricostruendo sotto un coaching staff e front office nuovi di zecca non ha alcun senso. A mio avviso, come vi ho già abbondantemente spiegato negli ultimi mesi, Ossenfort e soci hanno svolto un ottimo lavoro andando a incrementare il capitale di scelte al draft nei prossimi anni: per questa ragione l’unico rammarico su cui ha senso rimuginare è quello legato a DeAndre Hopkins, giocatore da cui potevano verosimilmente ricavare un paio di scelte nei giri centrali del draft.
In ogni caso, bene così.


Los Angeles Rams – La gestione della linea d’attacco

Faccio fatica, lo ammetto. Dopo mesi di riflessione devo ancora deliberare quale sia il piano dei Los Angeles Rams, anche se guardando il roster viene naturale pensare che non coltivino chissà quali pretese per il 2023. Al momento questa squadra altro non è che il risultato dell’espressione algebrica fra Matthew Stafford, Aaron Donald e Cooper Kupp più i rimasugli meno celebrati del Super Bowl più una pletora di giovani da scremare e valutare.
Dal momento che under center ci sarà ancora una volta Stafford, non posso esprimere soddisfazione per il loro operato lungo la linea d’attacco: in sostanza hanno aggiunto il rookie Steve Avila al gruppo dello scorso anno incrociando le dita che quest’anno gli infortuni non li perseguitino. Ve lo confesso, sono molto preoccupato per la salute di Matthew Stafford.


San Francisco 49ers – Aver perso Robbie Gould

Ero indeciso fra la perdita di Robbie Gould e la decisione di rimpiazzare Mike McGlinchey con Colton McKivitz, gargantuesco oggetto del mistero che in carriera ha giocato poco più di 400 snap, ma ho troppa fiducia nel coaching staff dei ‘Niners: se hanno ritenuto di potersi fidare ci deve essere una ragione.
Robbie Gould non è il miglior kicker della NFL, ma è sicuramente uno dei più esperti e ciò lo si intercetta nella sua perfezione ai playoff: in 16 partite in postseason Gould ha convertito ogni singolo piazzato dei 29 tentati non sbagliando nemmeno un extra point.
Affidabilità nei momenti più delicati della stagione, esattamente ciò che si chiede a un kicker, soprattutto in una squadra che da anni sta flirtando con il Lombardi. Il povero Jake Moody non solo dovrà trovare modo di non deludere le enormi aspettative implicate dall’essere stato selezionato al terzo round, ma sarà pure costretto a non far rimpiangere un veterano infallibile a gennaio.


Seattle Seahawks – La nebulosità attorno ai linebacker

Mi rendo conto di poter passare come quello che cerca il pelo nell’uovo, rinfacciare qualcosa ai Seahawks dopo una offseason del genere a primo acchito potrebbe sembrare patetico, ma in seguito a un attento studio della depth chart ho avuto modo di constatare una situazione potenzialmente preoccupante: Jordyn Brooks, Bobby Wagner e Devin Bush saranno tutti free agent la prossima primavera.
Mi risulta impossibile criticare la scelta di dare sia a Wagner che a Bush un contratto annuale, tuttavia Seattle si è messa in una posizione abbastanza scomoda per il futuro dato che potenzialmente a marzo dovranno ricostruire da capo un reparto intero. Situazione da monitorare.


NFC SOUTH

Atlanta Falcons – La qualità delle loro firme

È assai complicato trovare una squadra uscita più rafforzata da questa offseason degli Atlanta Falcons, completamente rivoluzionati in difesa. Ciò di cui voglio parlarvi più che una critica dovete vederlo come un dubbio, lascerò a voi il compito di stabilirne la legittimità.
Il mercato quest’anno non offriva chissà cosa, quindi Atlanta ha dovuto affidarsi a giocatori come David Onyemata, Kaden Ellis, Mike Hughes, Tre Flowers, lo smarrito Bud Dupree e il veteranissimo Calais Campbell, tutti buoni giocatori che tuttavia non possono in alcun modo essere definiti superstar – Jessie Bates, a mio avviso, lo è quasi.
Visti i numerosi e impellenti bisogni, Atlanta ha giustamente optato per la quantità più che per la qualità e sono curioso di vedere se basterà un’orda di volti nuovi per ribaltare le fortune di un reparto da anni asettico e scialbo. Ripeto, non è una critica, è semplicemente un dubbio.


Carolina Panthers – Essersi privati di D.J. Moore proprio quando è arrivato il quarterback

Ho elogiato in lungo e in largo l’aggressività dei Panthers nella trade con i Chicago Bears, tuttavia se c’era un giocatore (offensivo) di cui non potevano e dovevano privarsi era proprio D.J. Moore, il tipico miglior amico di qualsiasi quarterback, soprattutto di quelli giovani bisognosi di sicurezze.
Il receiving corp dei Panthers è scarno, aspettarsi che un Thielen in fase calante della carriera possa erigersi come WR1 non credo abbia senso, anche se applaudo l’innesto di Chark, ricevitore criminalmente sottovalutato. Sia quello che sia, a Bryce Young sarebbe indubbiamente tornato comodo un veterano affidabile e concreto come Moore che invece aiuterà il buon Justin Fields ad affermarsi come quarterback del futuro a Chicago.


New Orleans Saints – Derek Carr (pure qua)

Scusatemi, non ci riesco, il fatto che New Orleans abbia deciso di ignorare il ritiro di Drew Brees continua a lasciarmi meravigliato, soprattutto dopo due anni e mezzo dal suo addio.
Considerando il livello medio della division e la buona qualità del roster hanno una possibilità piuttosto concreta di portarsela a casa, ma non sono particolarmente fiducioso che con Derek Carr a guidare l’attacco possano fare chissà quanto strada ai playoff. Da quanto ho capito il loro obiettivo non è esclusivamente la qualificazione alla postseason, quindi…
Perennemente perplesso al loro cospetto.


Tampa Bay Buccaneers – Aver procrastinato la ricostruzione

Se da un lato apprezzo la decisione di dare a Baker Mayfield una vera opportunità di rilanciarsi, dall’altro non posso non interrogarmi sulla bontà della loro decisione: non avrebbero fatto meglio a buttarsi avanti e cominciare a impacchettare i pezzi più pregiati per accumulare quante più pick per il futuro?
Non ho idea di quali possano essere le prospettive di una squadra che ha boccheggiato a vincere una division disastrosa con il migliore di tutti i tempi under center, quindi temo che il 2023 sarà tremendamente complicato per loro. Credo altresì che una volta finita la stagione abbozzeranno una doverosa ricostruzione con il rischio che i loro migliori giocatori abbiano perso valore.
Squadra che sono veramente curioso di vedere all’opera.


 

One thought on “NFL: la peggior decisione di ogni squadra della NFC durante l’offseason 2023

  1. La tua analisi sui Falcons è corretta: quello c’era in difesa e quello hanno ammucchiato, con la ciliegina di Calais Campbell.
    Il risultato è una difesa che ha forse solo una superstar certa (Jarrett) e due opinabili (Bates e Terrell, Calais non lo conto per motivi di età), però ha una profondità in ogni reparto che pochi vantano. E questo li mette abbastanza al riparo pure dal discorso infortuni.
    La cosa singolare è che l’attacco è costruito esattamente all’opposto: tanto talento concentrato in pochi giocatori (tre top ten pick per WR TE e RB chi li ha?) e dietro di loro, però, il quasi vuoto… A parte i RB con Allgeier.
    Anche la linea di attacco è molto competitiva, con la miglior guardia della lega e due OT molto affidabili, però dietro di loro ci sono tanti punti interrogativi.
    Ecco, qui, un eventuale infortunio a uno dei top sarebbe devastante…
    Rimanendo nella conference sono molto curioso di vedere Mayfield ai Bucs. A me lui è sempre piaciuto, anche se non capisco perché, e l’eredità di TB è una sfida di quelle vere.
    Chissà che ne sarà…

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