Mi sembra doveroso partire con una premessa: il titolo di “peggior squadra ad aver vinto il Super Bowl” non è il alcun modo sinonimo di “immeritato”.
Con tutte le cose – soprattutto in questo momento storico – si può mettere nero su bianco una classifica che, in quanto tale, implica che qualcuno occupi la prima posizione, la seconda posizione e l’ultima posizione. Essere da me eletti “peggior squadra ad aver vinto il Super Bowl” non implica che pensi che tale squadra non lo meritasse. Le classifiche danno, le classifiche tolgono.

Sapete già cosa aspettarvi da questo articolo, motivo per cui cesserei di tergiversare e inizierei a riordinare.


5) I Pittsburgh Steelers del 2005 (Super Bowl XL)

Risultato al Super Bowl: 21 a 10 contro i Seattle Seahawks.

Record in regular season: 11-5.

Gli Steelers del 2005 rispettano l’archetipo degli Steelers, ossia quello di una squadra inespugnabile in difesa e indiscutibilmente funzionale in attacco. Roethlisberger, al secondo anno fra i professionisti, ha svolto egregiamente il proprio compito stando sempre attento a non sciupare quanto di buono fatto da un reparto difensivo che ne concedeva a malapena 16 a partita.

Quanto appena detto è riassunto magnificamente dallo svolgimento del Super Bowl, dove Big Ben completò solamente 9 passaggi per 123 yard, due intercetti e nessun touchdown: ma dunque, chi li ha segnati quei 21 punti? Tre il kicker, sei Roethlisberger con una corsa da una iarda, sei Willie Parker con una corsa da 75 yard e sei Hines Ward, pescato completamente libero in profondità da Antwaan Randle El a termine di una trick play.
Seattle quel giorno fu veramente sfortunata, figuratevi che i Seahawks batterono gli avversari sotto – quasi – qualsiasi punto di vista statistico venendo però condannati da due errori del kicker Josh Brown e un intercetto di Hasselback in red zone.
Insomma, si può affermare che Pittsburgh quel dì poté ritenersi parecchio fortunata visto che Seattle avrebbe meritato un bottino ben più lauto dei miseri dieci punti con cui hanno concluso.
Quasi stavo omettendo le settanta yard tonde tonde che i Seahawks hanno regalato a dei disciplinatissimi Steelers che hanno contraccambiato con venti taccagne yard.

Difesa ultra-dominante, attacco run heavy galvanizzato da un paio di big play più o meno fortunose arrivate proprio nel miglior momento possibile e sfortuna avversaria, ci sono tutti gli ingredienti necessari per reclamare il proprio posticino in un articolo del genere.
Piccola curiosità statistica: sono stati la prima squadra a vincere il Super Bowl partendo con il sesto seed.


4) I Baltimore Ravens del 2012 (Super Bowl XLVII)

Risultato al Super Bowl: 34 a 31 contro i San Francisco 49ers.

Record in regular season: 10-6.

Questa nomination dovrebbe stroncare sul nascere ogni accusa di hating.
I Baltimore Ravens del 2012 ho avuto la fortuna di seguirli da vicino per tutto il corso della volubile stagione in quanto già infatuato con questo sport: ho ancora in corpo le sensazioni che mi hanno accompagnato lungo un cammino così improbabile da fare il giro e diventare logico, naturale e dovuto.
In quegli anni i Ravens trovavano tranquillamente posto fra le migliori quattro squadre della AFC ma, per un motivo o per l’altro, la loro corsa ai playoff terminava sempre un passo prima del previsto, non stiamo sicuramente parlando di una Cenerentola. Tuttavia è fuori questione che quel gennaio pochi li annoverassero fra i favoriti.

Dopo l’umiliante 34 a 17 di Week 15 contro i Denver Broncos, Baltimore non solo dovette deglutire la terza sconfitta consecutiva ma pure riadattarsi in seguito al licenziamento dell’offensive coordinator Cam Cameron, non esattamente il miglior auspicio in vista degli imminenti playoff.
Ruzzolati ai playoff più per inerzia che per meriti propri, i Ravens vennero rivitalizzati dall’annuncio di Ray Lewis che, pochi giorni prima dell’impegno contro i Colts alle Wild Card, annunciò che la conclusione della postseason sarebbe coincisa con la conclusione della sua leggendaria carriera.
Da lì inizio l’esaltante scalata dei Ravens che prima liquidarono senza particolari difficoltà il quarterback del futuro Andrew Luck e i suoi Indianapolis Colts, poi rubarono una vittoria sicura ai Denver Broncos di Peyton Manning con un vero e proprio miracolo di Jacoby Jones e, dulcis in fundo, vendicarono l’errore di Billy Cundiff al Championship Game dell’anno precedente andando a Foxborough a giustiziare la bestia nera Patriots.

Il Super Bowl contro i 49ers verrà sempre ricordato per il blackout e per lo scontro fratricida tra gli Harbaugh, anche se io preferisco celebrarlo come il colpo del secolo di Joe Flacco che con quattro partite particolarmente ispirate si guadagnò il contratto – ai tempi – più ricco nella storia della NFL.
I Ravens del 2012 sono l’unica squadra nel ventunesimo secolo a essere arrivata fino in fondo senza poter vantare attacco o difesa in top ten per punti segnati e subiti.


3) I New York Giants del 2007 (Super Bowl XLII)

Risultato al Super Bowl: 17 a 14 contro i New England Patriots.

Record in regular season: 10-6.

Molti di voi mi crederanno tifoso dei New England Patriots: no, non lo sono, proprio per niente. Apprezzo Bill Belichick e il significato storico del ventennio Patriots, ma non sono assolutamente un loro sostenitore. Credo che la prossima frase possa chiarire ogni possibile equivoco: il fatto che a costar loro la seconda stagione perfetta – la prima a 16 partite – nella storia della lega siano stati gli anonimi New York Giants rende ancora più soddisfacente una vittoria già di per sé dolcissima.

Questa squadra ha sfoderato un’originale rivisitazione del mito biblico di Davide contro Golia sul palcoscenico più importante in assoluto. Una compagine con evidentissimi limiti riuscì a fare lo sgambetto a chi era a un passo dal guadagnarsi l’inossidabile titolo di miglior squadra di tutti i tempi, la definizione concreta di upset, una partita la cui importanza non può essere in alcun modo restituita tramite le parole.
Erano una squadra assolutamente nella media guidata da un Eli Manning che aveva concluso la regular season con 23 touchdown a fronte di 20 intercetti, roba inconcepibile di questi tempi visto che un quarterback sarebbe spedito in panchina molto prima del ventesimo intercetto.
Eppure ce l’hanno fatta.

Non credo ci convenga cercare un senso alla loro impresa e alla loro essenza, l’unico orizzonte a cui potevano verosimilmente ambire era la tipica sconfitta onorevole al Divisional Round invece, non si sa come, sono arrivati fino in fondo vincendo una delle partite più importanti nella storia di questa lega.
Avete presente la Grecia di Euro 2004? O, senza andare troppo lontano, l’Italia di Euro 2020? I Giants del 2007 sono da inserire in questa categoria di squadre inspiegabili che, probabilmente per soddisfare qualche volontà divina, sono state telecomandate verso la terra promessa per impedire a una squadra con la parola “England” nel nome di adempire al proprio destino.
Quanto appena detto sta tutto nella Helmet Catch di David Tyree che, molto semplicemente, continua a non aver alcun senso.


2) I New England Patriots del 2001 (Super Bowl XXXVI)

Risultato al Super Bowl: 20 a 17 contro i Saint Louis Rams.

Record in regular season: 11-5.

La squadra da cui tutto ha avuto origine.
Credo che a questo punto la genesi dei New England Patriots la sappiate a memoria, quindi vi risparmio da imbarazzanti presentazioni di protagonisti, la querelle Bledsoe-Brady e tutto ciò che può essere associato ai progenitori della più grande dinastia della storia di questa lega.
Un dato, fra tutti, ha rapito la mia attenzione: in quella squadra nessuno, nel 2001, si guadagnò un posto in una delle due formazioni All-Pro.

So che a molti di voi sta bollendo il sangue nelle vene per non aver ancora posato lo sguardo sulle parole “Tuck” e “rule”, ma l’incomparabile longevità della dinastia dovrebbe mettere in chiaro che non abbiano vinto sei Super Bowl solamente per una fortunosa e scabrosa giocata. Pure una Ferrari ha bisogno di essere messa in moto prima di partire e raggiungere i trecento chilometri all’ora.
Tempo di andare a capo e abbandonare per un minuto i possibili complotti e le polemiche che hanno animato la settimana passata e apprezziamo una squadra che dal nulla ha cambiato la storia.

Vedete, la dinastia dei Patriots è stata così lunga che hanno pure avuto modo di svuotare un intero guardaroba a forza di cambiare veste. I Patriots del 2001 possono essere visti come i Giants del 2007 ante litteram, vere e proprie Cenerentole consegnatesi alla storia dopo aver preso lo scalpo a squadre che la storia erano pronte a marchiarla con il proprio simbolo suddetta storia. Sul 5-5 dopo una sconfitta di metà stagione contro i Saint Louis Rams, questi inanellarono nove vittorie consecutive fra cui la rivincita con i Saint Louis Rams.

Saint Louis, nettamente più esplosiva e forte di New England, ha guadagnato ben 160 yard di total offense in più degli avversari che, tuttavia, misero a segno tre fondamentali turnover che fruttarono loro 17 dei 20 punti totali.
Gli ultimi tre, quelli decisivi, arrivarono in seguito al tipico game winning drive di Tom Brady che con un minuto e mezzo rimasto sul cronometro mise Vinatieri nella posizione di vincerla con un complesso piazzato da 48 yard.


1) I New York Giants del 2011 (Super Bowl XLVI)

Risultato al Super Bowl: 21 a 17 ai New England Patriots.

Record in regular season: 9-7.

Dal 1966, anno d’istituzione del Super-staccato-Bowl, solamente una squadra è stata in grado di portarselo a casa pur avendo concluso il campionato con un differenziale punti negativo: il -6 dei New York Giants del 2011 li eleva a classica mosca bianca, o in questo caso mosca blu.
Vincitori ancora più improbabili della loro edizione 2007, questi Giants sono meno celebrati semplicemente per la minor importanza storica degli avversari, dei Patriots presentatisi al Super Bowl in forza di un ottimo 13-3 che però, ovviamente, non regge il confronto al 16-0.

A un certo punto della stagione non era affatto scontato che questi riuscissero a qualificarsi ai playoff, figuriamoci a giocare e vincere il Super Bowl. Dopo quattro sconfitte consecutive – o se preferite cinque in sei partite – New York s’è affacciata a Week 16 costretta a vincere entrambe le partite rimanenti per strappare il pass per la postseason.
Vale la pena precisare che le partite in questione fossero contro i New York Jets e contro i Dallas Cowboys, due impegni tutt’altro che banali contro squadre con cui c’è una ben radicata rivalità.
L’impegno contro i Cowboys assegnava, tra l’altro, il titolo divisionale, fatto che mi permette di dire che i loro playoff si siano protratti per cinque partite, non quattro o tre come nel caso del primo seed.

Entrati ai playoff dal retro, hanno messo prepotentemente in chiaro le proprie cattive intenzioni al Divisional Round mettendo in chiaro di poter arrivare ancora una volta fino in fondo. Quei Green Bay Packers umiliati 37 a 20 possono infatti essere cantati come i migliori Green Bay Packers dell’era Rodgers, una macchina da guerra che ha concluso la regular season sul 15-1 ma che, sciaguratamente, s’è inceppata proprio sul più bello.
Questo Super Bowl ha cementato il mito di Eli Manning l’anti-Patriots, l’eroe di cui non sapevamo di aver bisogno che con la sua caratteristica nonchalance ha soffiato – sempre da underdog, ricordiamolo – due Super Bowl a Belichick e Brady annacquando un minimo la più grande dinastia nella storia della disciplina.

Dunque sì, è questa la peggior squadra ad aver vinto il Super Bowl nel ventunesimo secolo e ciò, come già anticipato, non implica in alcun modo che non lo meritassero.


 

3 thoughts on “Le cinque peggiori squadre ad aver vinto il Super Bowl questo secolo

  1. Mattia sono fermamente convinto che senza quel Blackout i Ravens avrebbero surclassato i 49 ers.
    Il blackout interruppe l’inerzia dei Ravens…
    Per quanto non statisticamente esaltanti firmerei per avere oggi un attacco di quel genere

  2. Anch’io sono rimasto inizialmente sorpreso di non vedere i Broncos del 2015. Ma poi, leggendo le argomentazioni per le cinque posizioni, ho finito col concordare con questa classifica!

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