La sintesi della forza di Philadelphia in questo momento, è il modo cui questa squadra sia riuscita a rendere “noiosa” e a senso unico una partita tanto attesa come quella contro i Giants, figlia di una rivalità storica.
Che gli Eagles vincano non è una novità, siamo abituati. La squadra di coach Siriani ha ottenuto la dodicesima vittoria stagionale, portando il proprio record (il migliore della Nfl) a un parziale di 12-1, frutto anche di un calendario leggermente favorevole, esclusi gli scontri divisionali.
La grande novità però consiste nel modo in cui Philly ha vinto queste partite. La sensazione è che sia avvenuto uno “step up” soprattutto offensivo, di cui i 35 punti messi a segno a Tennessee e i 48 a New York nel giro di una settimana ne sono la netta dimostrazione, cosa che ha chiaramente attirato la nostra attenzione.
Jalen Hurts, QB al terzo anno, sta vivendo il miglior momento della sua carriera Nfl, dimostrandosi affidabile sotto ogni punto di vista del suo gioco. Quest’anno appare molto più a suo agio nella tasca, i numeri sul gioco di passaggi lo certificano, ma ha mantenuto anche quel tratto di imprevedibilità che caratterizza il suo modo di stare in campo, ovvero la capacità di scappare dal pressing avversario sulle sue gambe, mettersi in proprio e guadagnare yards su corsa.
Ovviamente un giocatore così completo è avvolto da numerosi rumors che lo vedono pienamente in corsa per il titolo di Mvp ma a noi ad oggi basta godercelo. Questo suo cambiamento beneficia anche delle super prestazione della linea offensiva, che assicura protezione costante e permette a Hurts di avere il tempo necessario nella tasca per compiere le sue letture.
Hurts gioca con tranquillità, coscienza nei propri mezzi, ricorre con regolarità a big play senza nessun problema nel trovare ricevitori in profondità e al momento bloccare la sua mobilità non appare più la soluzione migliore per limitarlo, vista appunto la sua maturazione da “pocket QB”.
Della super linea d’attacco (di cui obbligatoriamente occorre citare almeno il centro Kelce ed i due takcle Mailata e Johnson), forse la migliore della lega per solidità e atletismo, beneficiano anche i running back ed in generale il gioco di corsa; per quanto riguarda il gioco di passaggio, l’ex Oklahoma State ha a disposizione Devonta Smith, ricevitore al secondo anno esile ma veloce e pericolosissimo nell’attaccare la profondità delle difese avversarie, ed AJ Brown, solidissimo, giunto alla corte di coach Siriani nella passata offseason.
Dopo le ultime uscite, l’attacco appare dominante e apparentemente senza difetti considerate anche le ampie differenze di punteggio delle ultime vittorie che tendono a giustificare un po’ di più il record della squadra della città dell’amore fraterno.
La squadra non è completa solo offensivamente anche in difesa talento e soluzioni di gioco differenti sono presenti in abbondanza.
Partendo dalla linea che, probabilmente, ha svolto il lavoro più grande delle ultime settimane in termini di limitazione di alcuni tra i migliori running back della lega, invertendo così una tendenza di inizio stagione (anche grazie alle aggiunte dei possenti Suh e Joseph), con una evidente riduzione della pericolosità della play action avversaria.
Inoltre, attraverso le prestazioni di Reddick, Graham, Hagrave, Cox e Sweat (il famoso talento in abbondanza accennato prima), il tempo concesso al QB avversario è poco, a volte pochissimo, vista la pressione portata grazie anche alla capacità di rotazione della linea. Per questo motivo, nonostante l’età avanzata di alcuni dei suoi interpreti, la qualità del rendimento resta elevata snap dopo snap.
Neanche nella secondaria la squadra ha problemi, dato che schiera contemporaneamente i cornerback Slay e Bradberry, clienti difficilissimi per ogni ricevitore avversario.
L’unica piccola preoccupazione in questo momento è che, a parte i Vikings ad inizio stagione ed i Cowboys nella prima delle due sfide stagionali, a Philadelphia manchi nel curriculum una vittoria di prestigio contro una vera e propria corazzata della lega.
I punteggi recenti, come abbiamo ampiamente ripetuto, parlano da soli; ma sono frutto di partite in cui le squadre avversarie offensivamente, una volta persa la pericolosità nel gioco di corsa e nell’esecuzione della play action, sono state abbastanza inconsistenti mentre, difensivamente, non hanno minimamente impensierito Hurts dandogli spazio e tempo necessario per punire in profondità il gioco dei blitz portato dalla squadra avversaria (soprattutto nel caso dei Giants).
Sicuramente ciò non sminuisce il cammino di questa squadra che però ha necessità di conferme attraverso un confronto con un’altra squadra di primissimo livello per avere un riscontro vero e proprio della qualità del gioco e del livello raggiunto, confronto che si attende con ansia: sono abbastanza convinto che gli Eagles che abbiamo visto per tutta la stagione ed in particolare nelle ultime settimane non deluderanno le aspettative ma faranno di tutto per confermare le ottime impressioni della regular season.
Dunque, dopo la magica cavalcata dei Phillies, la squadra di baseball della città che alcuni mesi fa è arrivata a giocare le World Series, ci sono gli Eagles a far sognare i cuori dei propri tifosi, sappiamo infatti quanto sia forte il legame della città della Pennsylvania con le proprie squadre, a volte viscerale.
Non vediamo l’ora di vedere l’atmosfera la Lincoln Financial Field nelle gare di playoff, nel weekend abbiamo avuto l’aritmetica certezza che la squadra li giocherà ma questa è una conferma che non ci serviva.
Studente universitario, appassionato di football americano e, più in generale, degli sport a stelle e strisce.
Tifoso delle franchigie di Chicago dopo aver vissuto qualche mese nella Windy City, qualora ve lo stiate domandando, tra Cubs e White Sox tifo per i Southsiders.
Da qualche anno ho lasciato la Boxe con la speranza di diventare il nuovo Michael Jordan o, nel peggiore dei casi, il nuovo Walter Payton.
I Titans giocano a Nashville…