Perché continuano a succedere perennemente le stesse identiche cose?
Perché?
Certe sconfitte fanno più male d’altre non solamente per la modalità con cui arrivano, ma soprattutto per le implicazioni che potranno avere sul lungo termine: fidatevi di me, il 28 a 27 dei Jacksonville Jaguars sui Baltimore Ravens avrà modo di presentare il conto a fine stagione.
Eppure Baltimore non stava giocando male, anzi: con pazienza e metodicità Lamar Jackson ha ripetutamente condotto il proprio attacco in red zone dove però, immancabilmente, finiva per impantanarsi costringendo Tucker a ritoccare il tabellino a suon di +3.
I Jacksonville Jaguars, nel frattempo, non è che facessero molto per costringere Baltimore a mangiarsi le mani per le continue occasioni perse: è lecito dire che la squadra di Harbaugh, seppur a modo suo, fosse in totale controllo delle partita.
Anche per questa ragione il touchdown del +9 di Gus Edwards nei primi minuti dell’ultimo quarto sembrava poter regalare ai Ravens la definitiva tranquillità. Se questa stagione ci ha insegnato qualcosa è proprio che difendere un vantaggio di due possessi negli ultimi quindici minuti di gioco è un’azione che contravviene ai principi morali di questa squadra che, ovviamente, permette ai Jaguars di rientrare sul 19 a 17 a seguito di un touchdown di Jamal Agnew con sei minuti rimasti da giocare.
Una compagine con le aspirazioni di Baltimore non dovrebbe aver problemi ad assemblare un drive ammazza-cronometro capace di mettere in ghiaccio la vittoria, è a questo che serve un gioco di corse dominante, no? Ovviamente l’affidabile Edwards commette fumble a termine del primo snap del drive della verità, dando così a Jacksonville la palla già nel cuore della red zone.
La difesa, più per orgoglio che per altro, costringe Jacksonville ad accontentarsi del piazzato del +1: quattro minuti rimasti da giocare per segnare in qualsiasi modo e, teoricamente, è vittoria.
Le cose sembrano mettersi bene quando una bomba da 62 yard ricevuta da DeSean Jackson compensa a una sciagurata holding: l’attacco è in palla e con due minuti rimasti da giocare Jackson trova Oliver libero in end zone e, per non farsi mancare niente, aggiunge due punti con la conversione da due ricevuta da Andrews. 27 a 20 Ravens, palla ai Jaguars con due giri di lancette a disposizione.
Un sack dell’eterno Calais Campbell incanala la situazione sui binari di Baltimore che, però, non sfrutta a dovere il vantaggio morale dato da un 3&21 e su quarto down permette a Marvin Jones di muovere le catene. Lawrence è indemoniato e con un paio di passaggi ricevuti dall’altrettanto spiritato Zay Jones catapulta i suoi in red zone dove, con una dozzina di secondi rimasti da giocare, trova Marvin Jones per il touchdown del -1: una squadra che non ha veramente nulla da perdere come Jacksonville non ha ragioni per non provare la conversione da due della vittoria e, ovviamente, Zay Jones acchiappa pure il pallone del +1.
The @Jaguars 2-point conversion is GOOD.
They have the lead with 14 seconds left!
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Jackson e soci provano a fare il possibile per mettere Tucker nella posizione di riscrivere la storia con un game winner da 67 yard – che batterebbe il record da lui stabilito per il piazzato più lungo nella storia del gioco – ma purtroppo la parabola del pallone si spegne a un paio di metri dai pali: da 65 yard, quasi sicuramente, sarebbe entrato.
È inaccettabile che una squadra con le ambizioni di Baltimore continui a perdere partite del genere, partite dominate ma mai chiuse a causa dell’inspiegabile asetticità dell’attacco in red zone, partite nelle quali per vincere hai bisogno che una difesa che sulla carta dovrebbe essere “elite” fermi il reparto offensivo dei Jaguars privo di Etienne, partite che non può vincerti Tucker con un piazzato da distanza record.
Il livello d’immaturità e grossolanità di questa squadra è preoccupante.
Non sono neanche lontanamente perfetti ma, in un modo o nell’altro, continuano a vincere partite di football americano: pure ieri i Washington Commanders sono riusciti a portarsi a casa una vittoria fondamentale in circostanze cardiologicamente rivedibili con un 19 a 13 ai danni degli Atlanta Falcons.
Perdere così fa veramente male, Atlanta ha gettato un’altra volta il cuore oltre l’ostacolo tenendo in vita una partita che non aveva motivi di vincere. Sotto di sei punti a cinque minuti dal fischio finale, Mariota ha cominciato a muovere le catene con la metodicità tipica dei Patriots di Brady, finendo ovviamente per presentarsi in red zone dove, però, pure questa settimana s’è verificato l’imponderabile: il passaggio di Mariota rivolto a Patterson viene deviato da Payne che apparecchia la tavola per un grandissimo Fuller che con impressionanti dosi di opportunismo e atletismo si assicura l’intercetto della vittoria.
Al momento tutte e quattro le squadre della NFC East sarebbero ai playoff.
Forse la partita più divertente della settimana è andata in scena a Seattle dove dei buoni Raiders hanno sgambettato gli ora non più troppo lanciati Seahawks: 40 a 34 il punteggio finale di una partita decisa ai tempi supplementari da un esaltante touchdown da 86 yard del rigenerato Josh Jacobs.
A Seattle è andato in scena un botta e risposta durato ben più di sessanta minuti in quanto nessuna delle due squadre ha assaporato un vantaggio di due possessi: a condannare la contesa ai supplementari c’ha pensato un touchdown di Foster Moreau a un paio di minuti dal termine al quale il buon Geno Smith non ha saputo rispondere con un provvidenziale game winning drive.
Una volta ai supplementari Seattle non ha saputo sfruttare l’ottima posizione di partenza garantita da un atipico errore di Carlson da 56 yard inciampando in un sanguinoso three n’ out che ha regalato a Jacobs l’opportunità di trasformarsi ancora una volta in eroe: il commovente running back dei Raiders ieri ha guadagnato 303 yard dallo scrimmage condite da due touchdown – fra cui quello della vittoria.
A proposito di vittorie ai supplementari, che dire del 23 a 17 con cui i Cleveland Browns hanno sgambettato i Tampa Bay Buccaneers? Eppure ero convinto che l’aria di Monaco avesse definitivamente guarito la banda di Brady…
Una partita non particolarmente brillante per entrambi gli attacchi è stata spedita ai supplementari da un prodigioso touchdown di Njoku a trenta secondi dal termine – guardare sotto per credere. Il commovente scambio di punt che sembrava potesse condannare la contesa a spegnersi su un inutile pareggio è stato interrotto da una fondamentale ricezione da 45 yard di Amari Cooper su terzo down che ha regalato a Chubb l’opportunità di mettere a segno il tiro della vittoria con un ragionevole touchdown da tre yard. È raro che Brady non sia in grado di sfruttare così tante opportunità per un game winning drive, è molto raro. La settimana prossima under center per i Browns ci sarà Deshaun Watson, quindi attenzione al possibile sprint finale Marrone.
David Njoku… damn. What a ridiculous catch to tie it up in Cleveland. Via @nfl pic.twitter.com/4lOPw41nvg
— Matthew Berry (@MatthewBerryTMR) November 27, 2022
Doppiavù fondamentale quella dei Cincinnati Bengals in casa dei Tennessee Titans, un 20 a 16 che trasuda football americano – mi sento un po’ come Adani a digitare frasi del genere, non va bene. Quella andata in scena a Nashville è stata una bella partita fra due squadre estremamente solide, uno scontro a matrice difensiva che non può far storcere il naso veramente a nessuno. Fra i fattori decisivi dietro la sconfitta dei Titans troviamo il commovente lavoro svolto dal front seven dei Bengals nel contenere Derrick Henry e, come ovvia conseguenza, le evidenti difficoltà di Tannehill e compagni in red zone, zona di campo in cui hanno raccolto solamente sei punti in tre viaggi. I Bengals, malgrado le assenze di Chase e Mixon, hanno trovato modo di vincere una partita estremamente complicata in un campo che definire ostico sarebbe un eufemismo e ora come ora sembrano pronti a emulare il dicembre del 2021: si stanno scaldando, attenzione.
Tornano a vincere pure i Los Angeles Chargers che affossano i resti degli Arizona Cardinals con un beffardo 25 a 24 che ha ricalcato quanto successo a Jacksonville un paio d’ore prima. Quella andata in scena a Glendale è stata la tipica partita fra due squadre in seria difficoltà che, per motivi diversi, stanno deludendo le – più o meno – enormi aspettative che si erano create su di loro in offseason; eppure dopo il touchdown del 24 a 17 Cardinals di James Conner sembrava sul serio essere finita poiché tutti e sei i drive successivi si sono spenti con un mesto punt: vuoi mai che qualcuno spezzi questa incompetente inerzia? A poco meno di due minuti dal termine, però, è salito in cattedra un enciclopedico Justin Herbert che con decisione e sangue freddo ha condotto i compagni sulla goal line dove ha poi connesso con il solito Austin Ekeler per il touchdown del -1.
Desiderosi di farsi la doccia il prima possibile e di tornare in California, i Chargers hanno optato per la conversione da due punti convertita da un buon Everett criminalmente libero: si può dire che la stagione dei Cardinals sia ufficialmente finita?
A proposito di stagioni sepolte, la situazione in casa Broncos sta assumendo toni farseschi: dopo l’umiliante 23 a 10 contro i Panthers è lecito dire che la funzione Broncos abbia toccato un nuovo minimo. Non ho assolutamente nulla da dirvi su questa partita, Darnold è stato lodevole nell’evitare qualsivoglia tipo d’errore contro una delle difese più brillanti della lega, ma anche in caso di errori non credo che il risultato finale sarebbe cambiato: nel 2022 è impensabile vincere con un quarterback che raccoglie in media 4.1 yard per passaggio tentato. Piuttosto che guardare l’attacco dei Broncos “operare” preferirei assistere alla lievitazione della pasta della pizza fatta da mia mamma – la fa due giorni prima di mangiarla, valla a capire -, vi giuro che ci sono momenti in cui penso che giochino così male per farci un dispetto, non è umanamente possibile sfoggiare un football peggiore di quello marchiato Wilson: ho finito le parole per questa squadra, anche se domenica prossima giocheranno contro dei Ravens che amano aiutare squadre del genere a raggiungere insperati successi.
*Russell Wilson whispers let’s ride* pic.twitter.com/iBkrD28vPr
— Annie Agar (@AnnieAgar) November 27, 2022
Ai Dolphins sono bastati trenta minuti per sbarazzarsi dei Texans: il 30 a 15 finale è assolutamente fuorviante, Miami ha alzato il piede dall’acceleratore per la quasi totalità della seconda metà di gioco.
I primi trenta minuti si sono chiusi su un esteticamente soddisfacente 30 a 0 Dolphins reso possibile dall’inettitudine dell’attacco dei Texans e, ovviamente, dalla brillantezza di un Tua Tagovailoa che si sta esprimendo a livelli da vero e proprio MVP: dopo aver visto il proprio franchise quarterback assorbire un paio di sack nei primi due drive della seconda metà di gioco, McDaniel per preservare la salute di Tua ha mandato allo sbaraglio Skylar Thompson ed ecco spiegata la quasi – enfasi sul quasi – rimonta dei Texans.
New York non deve commettere l’errore di esaltarsi. Seriamente, Mike White ieri è stato protagonista di una prestazione eccellente ma occorre tenere presente che dall’altra parte c’erano dei Chicago Bears comicamente poveri di talento. Il 31 a 10 con cui i Jets hanno ritrovato il sorriso è stato reso possibile da un Mike White pressoché perfetto che sotto la pioggia torrenziale di New York ha completato 22 dei 28 passaggi tentati per 315 yard e tre touchdown, numeri che – ripuliti dagli ovvi turnover – Zach Wilson mette insieme in tre partite.
Sono rimasto impressionato dall’allegra rabbia con cui New York ha vissuto la partita, è apparso evidente che questa settimana ci fosse qualcosa di diverso e, in tutta sincerità, non saprei cosa dire del futuro di Wilson nella Grande Mela dopo una giornata del genere: l’energia era semplicemente diversa, anche se non dobbiamo commettere l’errore di costruire sopra a una vittoria arrivata contro i Bears di Siemian.
Nessun problema per i Chiefs che raccolgono la nona vittoria del campionato grazie a un solido 26 a 10 su ciò che resta dei Los Angeles Rams. Non ci si poteva – e doveva – aspettare molto dall’attacco diretto da Bryce Perkins – soprattutto in luce delle difficoltà che li attanagliavano pure con Stafford – anche se il reparto difensivo ha fatto il suo per provare a tenere quanto più possibile viva la contesa: Mahomes ieri è incappato in una giornata non particolarmente esaltante per i suoi standard, anche se l’unica cosa che contava era portarsi a casa la vittoria senza inutili patemi d’animo.
Guess who?@PatrickMahomes @TKelce
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Discorso simile pure per i San Francisco 49ers che senza strafare si prendono lo scalpo dei poveri New Orleans Saints: 13 a 0 il punteggio finale dell’ennesimo monologo difensivo dei ragazzi di Shanahan.
L’attacco, come potete intuire dal punteggio, non ha sicuramente vissuto il proprio miglior pomeriggio ma quando si può contare su un reparto difensivo del genere non è necessario strafare – contro avversarie del genere, sia chiaro: i Saints, a onor del vero, ci sono andati più vicini di quanto possa suggerire il punteggio finale.
Concludiamo la nostra rassegna settimanale con il decimo successo stagionale dei Philadelphia Eagles, passati 40 a 33 sui Green Bay Packers grazie a un gioco di corse sfacciatamente dominante: Philadelphia questa notte ha guadagnato 363 rushing yard, numero che dal 1975 a oggi è stato superato solamente in sei occasioni.
Sugli scudi Hurts e Sanders che hanno cumulativamente guadagnato 300 rushing yard a cui vanno aggiunti due touchdown lanciati da Hurts e due “corsi” da Sanders. Devo segnalarvi un infortunio alle costole occorso ad Aaron Rodgers che lo ha costretto a lasciare spazio a un Jordan Love che ha abbastanza impressionato: situazione da monitorare.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Jacobs pazzesco..questionabile fino a poco prima del kick off..io chiedo una cosa..come è possibile che ci siano errori così grossolani a certi livelli?special team di Tennessee e Atlanta che impediscono l’ultimo drive per delle cose inutili..new Jersey ha il qb per il finale di stagione..la Miami vista, prima di addormentarsi per aver già vinto, fa paura
Mai capirò perchè i Ravens non puntino su un WR d’elite che gli spacchi le partite….
La cosa positiva sono i Broncos la prox settimana..incrociando le dita
Beckham non è piú un wr d’elite, ma a questo punto per i Ravens potrebbe avere un senso.
Magari..ne parlai qualche articolo fa con mattia.. pare che lo scoglio sia lo stipendio