Nel grande schema delle cose all’interno della mia testa, la AFC South è in un certo senso sempre stata la sorellina minore fra le quattro figlie di mamma AFC. Dominata per quasi un decennio dagli Indianapolis Colts, dal 2009 in poi nessuna squadra è stata mai in grado di vincerla per tre volte consecutive e sebbene ciò risulti vero pure per la AFC North, mi preme farvi notare come quella division sia stata vinta sempre e solo da tre squadre, non da tutte e quattro come la South.
Pensando un po’ allo stato dell’arte della division, mi è balzato all’occhio un’incontrovertibile fatto: nessun raggruppamento di squadre può vantare, se così si può dire, maggior incertezza nella posizione più importante del gioco.

Gli Indianapolis Colts, dopo un paio di esperimenti più o meno clamorosamente falliti, si sono affidati agli ultimi anni produttivi di Matt Ryan, gli Houston Texans si sono sbarazzati di un giocatore trasformatosi in un caso legale/mediatico e proveranno a vedere di cosa sia capace un’ex-scelta al terzo round del draft dalla quale sono rimasti piacevolmente sorpresi, i Jacksonville Jaguars hanno sì in mano un talento generazionale ma sono pur sempre i Jacksonville Jaguars e, infine, i Tennessee Titans dopo esser stati baciati sulle labbra dalla dea bendata sembrano essere tetramente vicini allo scoccare della mezzanotte di Ryan Tannehill e, per questa ragione, si sono dati un’alternativa: decifrare questa division, se non lo avete capito, è pressoché impossibile motivo per cui sono totalmente convinto – e sereno – che queste pagelle non invecchieranno chissà quanto bene.


Houston Texans

Voto della free agency: NV.

Voto del draft: 8.

Gli arrivi più importanti: Steven Nelson, CB (FA); A.J. Cann, OG (FA); Marlon Mack, RB (FA); Derek Stingley Jr., CB (draft); Kenyon Green, OG (draft); Jalen Pitre, S (draft); John Metchie III, WR (draft); Christian Harris, LB (draft); Dameon Pierce, RB (draft).

Le perdite più dolorose: Deshaun Watson, QB (trade); Tyrod Taylor, QB (FA); Marcus Cannon, OT (FA); Danny Amendola, WR (FA); Justin Reid, S (FA); Jake Martin, OLB (FA).

Miglioramento? Ovviamente.

Analisi: Come vi ho detto già più volte, la free agency degli Houston Texans non è valutabile in quanto mettersi a spulciare fra gli acquisti nel cesto delle offerte – se non addirittura degli oggetti usati – portati a termine da una squadra in totale ricostruzione non ha poi chissà quanto senso: l’unica cosa positiva della prima parte della loro offseason è stata la trade di Deshaun Watson dalla quale, a mio avviso, si sono portati a casa molto più di quanto avrebbero avuto motivo d’aspettarsi.
Figuratevi che adesso si parla di una squalifica di almeno una stagione.

Era il draft il momento clou della loro offseason e, malgrado sia totalmente cosciente che i giudizi espressi durante la primavera e l’estate valgano poco meno della proverbiale aria fritta, sembra che il front office capitanato da Caserio abbia svolto un ottimo lavoro mettendo le mani su Stingley, Green, Pitre e Metchie con quattro chiamate nelle prime 44.
Possiamo discutere quanto vogliamo sulle implicazioni filosofiche di devolvere due scelte cruciali come la terza e la quindicesima per un cornerback e un interior lineman, ma è chiaro che per chi deve prendere decisioni per Houston questi erano due pilastri attorno ai quali costruire gli eventuali successi di domani e non mi sento nella posizione di mettere in dubbio il loro ethos.
Il roster sta cominciando a prendere forma e dopo aver eclissato le nostre più rosee aspettative nel 2021 – ero apprezzabilmente sicuro avrebbero concluso a zero vittorie – mi aspetto un ulteriore passo in avanti impreziosito dall’intuitivo fatto che i tanti giovani selezionati ad aprile avranno modo di giocare snap importanti fin da subito.
I tanto agognati “giorni migliori” non sono poi così distanti.

Voto finale: 7,5. Lo so, voto che più arbitrario non si può ma che ci posso fare se la combo fra la trade di Watson e l’incoraggiante draft mi è piaciuta da morire?
Davis Mills potrebbe cominciare ad avere attorno un quantitativo di talento sufficiente per permettergli di godere di una legittima opportunità di farcela.


Indianapolis Colts

Voto della free agency: 5.

Voto del draft: 7,5.

Gli arrivi più importanti: Matt Ryan, QB (trade); Yannick Ngakoue, EDGE (trade); Stephon Gilmore, CB (FA); Rodney McLeod, S (FA); Alec Pierce, WR (draft); Jelani Woods, TE (draft); Bernhard Raimann, OT (draft); Nick Cross, S, (draft); Eric Johnson, DT (draft).

Le perdite più dolorose: Eric Fisher, OT (FA); T.Y. Hilton, WR (FA); Xavier Rhodes, CB (FA); Rock Ya-Sin, CB (trade).

Miglioramento? Sì, anche se è il classico miglioramento “a la Colts”.

Analisi: Non capirò mai la loro riluttanza ontologica nel dare un contratto(ne) a un free agent di prima fascia, ma se devo proprio rendere onore al merito il cinque con cui ho liquidato la loro free agency è ingeneroso, soprattutto dopo la firma di Stephon Gilmore che malgrado sia ben distante dai propri anni migliori è ancora un buonissimo cornerback.
I “danni”, se così li posso definire, li hanno fatti via trade mettendo le mani su Matt Ryan e Yannick Ngakoue, giocatori diversi accomunati dal prestigio della posizione della quale sono interpreti: ovviamente, lasciatemi concentrare un attimo su Matt Ryan.

Non ho idea di quali possano essere le prospettive dei Colts con Matt Ryan under center, so solo dirvi che l’icona degli Atlanta Falcons è comodamente il miglior quarterback ad aver indossato la splendida maglia blu cobalto di Indianapolis dopo il ritiro di Andrew Luck.
Ryan è un quarterback navigato, affidabile e intelligente che dovrebbe scongiurare il rischio di ulteriori collassi a fine stagione e che, a differenza di Philip Rivers, sembra aver ancora qualche anno ad alto livello nella propria faretra: nelle ultime stagioni in Georgia Ryan ha giocato veramente bene per lunghi tratti di stagione, il record puntualmente deludente dei Falcons era da additare a un roster perennemente inadeguato, non sicuramente al quarterback – che in alcuni momenti, occorre ammetterlo, è stato sopraffatto dalla mediocrità nella quale militava.
L’unica cosa che fatico a comprendere è il loro rifiuto di mettere le mani su un ricevitore di livello, anche se a onor del vero in questa offseason chiunque abbia voluto aggiudicarsi un pass catcher è stato costretto ad agire via trade o a strapagare Kirk: sappiamo fin troppo bene quanto sia importante il draft per Ballard per sacrificare bancali di scelte per un ricevitore da una trentina di milioni all’anno.
La buona notizia è che Ryan non dovrà cantare e portare la croce come ad Atlanta e ciò, teoricamente, dovrebbe scongiurare il rischio di incappare in quei turnover – o inefficienza – che ogni anno finiscono per costare la stagione ai Colts.

Voto finale: 7. Un po’ più di aggressività in free agency e questo potrebbe essere tranquillamente un otto. Poche squadre si muovono meglio al draft, quindi ho voglia di dar loro il beneficio del dubbio. La migliore versione dei Colts post-Luck.


Jacksonville Jaguars

Voto della free agency: 5+.

Voto del draft: 6,5.

Gli arrivi più importanti: Christian Kirk, WR (FA); Brandon Scherff, OG (FA); Foyesade Oluokun, LB (FA); Darious Williams, CB (FA); Foley Fatukasi, DT (FA); Zay Jones, WR (FA); Evan Engram, TE (FA); Arden Key, EDGE (FA); Travon Walker, EDGE (draft); Devin Lloyd, LB (draft); Luke Fortner, C (draft); Chad Muma, LB (draft); Snoop Conner, RB (draft).

Le perdite più dolorose: Andrew Norwell, OG (FA); Myles Jack, LB (FA); D.J. Chark, WR (FA); Taven Bryan, DT (FA).

Miglioramento? Potevano peggiorare rispetto all’anno scorso?

Analisi: Arrivati a questo punto credo siate piuttosto stanchi di sentirmi diffamare il lavoro del front office dei Jacksonville Jaguars, perciò sacrificherò prolissità a scapito di… lodi?
Dai, questa volta – siccome è l’ultima – provo a parlare bene dell’offseason dei Jacksonville Jaguars.

L’impegno non si può assolutamente mettere in discussione, Jacksonville ha investito con pesantissima convinzione nel – spero vivamente non vano – tentativo di proteggere Trevor Lawrence e rendergli la vita più facile: è chiaro che il talento dell’ex-prima scelta assoluta sia tale per cui potrebbe donarne mensilmente ai più bisognosi e, ciò nonostante, restare uno dei giocatori più talentuosi della National Football League, ma come ben sapete in questa lega il contesto è – quasi – tutto.
Nei Jacksonville Jaguars del 2021 di Urban Meyer, nemmeno il migliore Tom Brady avrebbe avuto un’opportunità, quindi apprezzo veramente tanto l’aggressività con la quale Jacksonville la franchigia ha deciso di aiutare il proprio potenziale fenomeno a eliminare l’aggettivo “potenziale”.
I giocatori che hanno preso, o meglio, le condizioni grazie alle quali sono arrivati ai giocatori che hanno preso non mi hanno particolarmente convinto, ma se ho imparato qualcosa di questo sport è che aggiungere quanto più talento – sì, anche rischiando di essere ridondanti – possibile sia sempre e comunque una buona idea per mettere in piedi un roster decente: spero solamente che il talento aggiunto possa trovare modo di convivere e di risultare funzionale alla causa.

Voto finale: 6+ di incoraggiamento. Mi è piaciuta la loro offseason? No. Significa qualcosa questo? No. Conta qualcosa il mio parere? No. Influenza la realtà? No. Poi boh a un certo punto in teoria dovrei buttarci in mezzo uno chapeau però non ho voglia di citare correttamente un “meme” di Antonio Cassano: stiamo memando su Antonio Cassano signori, rendiamocene conto.


Tennessee Titans

Voto della free agency: 7+.

Voto del draft: 8.

Gli arrivi più importanti: Robert Woods, WR (trade); Austin Hooper, TE (FA); Treylon Burks, WR (draft); Roger McCreary, CB (draft); Nicholas Petit-Frere, OT (draft); Malik Willis, QB (draft); Hassan Haskins, RB (draft); Chigoziem Okonkwo, TE (draft).

Le perdite più dolorose: A.J. Brown, WR (trade); Rodger Saffold, OG (FA); Jayon Brown, LB (FA); Julio Jones, WR (FA); Janoris Jenkins, CB (FA).

Miglioramento? Prima della trade di Brown avrei urlato sì, ora lo dico con del ben motivato dubbio.

Analisi: Chiudiamo la AFC con una squadra che fino a un certo punto stava, sempre a mio avviso, svolgendo un ottimo lavoro. Pensare a un attacco con Derrick Henry, Austin Hooper, A.J. Brown e Robert Woods mi intrigava e, ammetto, credevo che Tennessee potesse essere molto più pericolosa così che con Julio Jones – ovviamente sto parlando a parità di sensazioni di offseason, non con il senno di poi fornito dall’infortunio a Jones.
Condizionale imperfetto perché, come ben saprete, hanno ceduto A.J. Brown per rimpiazzarlo con il prospetto più simile ad A.J. Brown disponibile al draft, Treylon Burks: la loro idea è in un certo senso lodevole, garantirsi lo stesso tipo di giocatore – e intuitivamente pure la stessa produzione – al modico prezzo di un contratto da rookie è assolutamente ideale quando il giocatore sostituito batte – giustamente – cassa, questo è il modus operandi adottato da tutte le grandi squadre.
Il problema è che A.J. Brown è A.J. Brown, Treylon Burks come ogni rookie per il momento è poco più che una speranzosa incognita: per quello che ci è dato sapere potrebbe essere uno dei migliori ricevitori di questa generazione così come potrebbe trasformarsi in un bust a la Kevin White, ciò che rimane indubbio è che caricare di così tante aspettative un rookie è e sempre sarà qualcosa di profondamente giusto.

Brown a parte – anche se ammetto che è difficile passare oltre come niente fosse -, il lavoro svolto dai Titans mi è piaciuto, soprattutto se si tiene presente che si siano portati a casa un quarterback per mesi dato al primo round spendendo una ragionevole scelta al terzo: ottima mossa, soprattutto in luce dell’incertezza che circonda Ryan Tannehill.
Non saprei dirvi se sia già scoccata la mezzanotte per l’ex-quarterback dei Dolphins, so solo che il 2021 è stato un anno estremamente difficile per lui e se – in parte – il rendimento deludente è da imputare alla miriade di infortuni che hanno falcidiato il reparto offensivo, dall’altra è lecito aspettarsi qualche eroismo in più da un giocatore pagato così tanto: l’olezzo della performance ai playoff contro i Cincinnati Bengals è destinato a rimanerci sotto il naso almeno fino al kickoff, quindi è naturale storcerlo ogni qualvolta che si affronta l’argomento.
Per me la data di scadenza è ancora lontana, in caso contrario con Willis Tennessee si è data un’alternativa intrigante: la definizione di win-win situation.

Voto finale: 7+. Faccio fatica a pensare al loro operato senza dedicare almeno mezza dozzina di righe ad A.J. Brown, però reputo buono il loro lavoro: mi attendo grandi cose dal reparto difensivo, anche se non è stato quello il focus dell’offseason e, di conseguenza, quello dell’articolo. AFC finita, benissimo.


 

3 thoughts on “Il pagellone definitivo dell’offseason NFL 2022: AFC South

  1. I Colts secondo me hanno fatto un capolavoro nello scambio tra Wentz e Ryan, con la gentile collaborazione di Washington e Atlanta. Sono poi stati molto prudentemente distanti da watson ed i suoi guai, pur avendo necessità tecnica e disponibilità economica. Avrei dato un voto in più, e credo che avranno una buona stagione, se Taylor ed i bulldozer di linea resteranno sani.
    Per il resto condivido tutto.
    Julio Jones giocherà ancora? Se fosse integro, sarebbe bella un’ultima corsa con Ryan

  2. Dopo il disastro Meyer, Pederson dovrá lavorare sull’aspetto mentale, oltre che su tecnica e tattica. Situazione in qualche modo simile a Philadelphia, quando ereditò le macerie di Chip Kelly.
    Per Lawrence in fondo è l’anno 1, il focus però è sul gruppo.

  3. Da tifoso Titans spero che quanto hai scritto sia vero, perchè, per come la vedo io, ad oggi hai dato via un giocatore dominante e affidabile per uno che non ha ancora ricevuto un passaggio in NFL, speriamo sia un fenomeno, altrimenti la dirigenza è come se si fosse sparata di proposito sul piede. Jones mi pare un discorso più complicato e su un giocatore che nella parte meno illuminata della carriera. Alla fine non giudicherei così male la stagione di Tennehill, ad un certo punto si è ritrovato a lanciare a nessuno data la situazione ceratosi fra covid e infortuni, tuttavia i Titans hanno vinto la loro division (e con parte della stagione senza il RB forse più forte delle Lega)e quindi male non possono aver fatto. Certo vs.i Bengals QB e il resto hanno giocato male, ma forse c’è da tenere in considerazione che Cincinnati non solo ha giocato bene contro di loro, ma anche con altre squadre più forti, arrivando ad un soffio anche da vincere il titolo.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.