È oramai sempre lo stesso tipo d’articolo, non credo vogliate veramente sorbirvi un’altra mia introduzione nella quale mi lamento di cose, fatti e persone o di quanto la vita da statale stia completando la mia già ben avviata transizione ad apatico automa: non lo volete, vero?
Parliamo di football americano non giocato, dai.


AFC NORTH

Baltimore Ravens – tutto ciò che riguarda i ricevitori

Qua potrei – dovrei – essere mandato a quel paese.
Passo il tempo a provare a rasserenare lettori legittimamente preoccupati circa lo stato dell’arte del corpo ricevitori dei Ravens indicando loro quanto sia giusto dare un’opportunità a gente come Proche e Duvernay: in linea di massima il ragionamento non è sbagliato, non si può scartare a priori un giocatore ancor prima di avergli dato una vera opportunità di dimostrare il proprio valore, ma ora come ora, a metà giugno, leggere la depth chart dei ricevitori dei Ravens è avvilente.

L’idea sembra essere quella di tornare a giocare come nel 2019, ossia correre, correre e nel dubbio correre ulteriormente, ma ammetto che vedere i Ravens andare così controcorrente nell’approccio alla posizione proprio nell’offseason in cui il feticismo per i ricevitori ha eclissato per importanza quello dei piedi mi preoccupa: aggiungete almeno uno fra Julio Jones, Will Fuller od OBJ, mettete a disposizione di Lamar Jackson un filo di esperienza, non potrà lanciarla solo a Mark Andrews, no?
Grazie.


Cincinnati Bengals – il rinnovo contrattuale di Eli Apple

Quella dei Bengals è stata una offseason universalmente apprezzata nella quale, con immensa serietà, consapevolezza e urgenza il front office ha tentato di erigere un muro davanti all’inestimabile Joe Burrow: ho apprezzato sia free agency che draft e malgrado questa non sia assolutamente garanzia di successo – lo fosse probabilmente scriverei su altri siti -, non mi sento di rinfacciar loro nulla di serio…

…Motivo per cui ho deciso di puntare il dito sul contratto annuale dato a Eli Apple, giocatore così disprezzato dal resto della lega che a mio avviso meriterebbe di essere preso in considerazione per il Nobel per la pace – se lo ha vinto Obama può vincerlo veramente chiunque: non importa la squadra, non importano le rivalità o le invidie fra interpreti dello stesso ruolo, detestare Eli Apple è il filo rosso che lega i cuori di tutti i giocatori della National Football League e che permette loro di creare una effimera ma concreta fratellanza.


Cleveland Browns – aver venduto l’anima al diavolo

Potete definirmi schiavo del politicamente corretto, femminista wannabe, simp, quello che volete – intanto nessuno avrà un giudizio più basso sulla mia persona rispetto a quello che ho io – ma penso che arrivati a questo punto sappiate benissimo quali siano i miei pensieri sullo scambio generazionale che ha portato Deshaun Watson in Ohio.

La situazione sembra essere ben lontana dalla linea del traguardo e, purtroppo, giorno dopo giorno emergono nuove testimonianze e dettagli che francamente mi mettono sempre più a disagio nell’affrontare l’argomento: a tal proposito mi prendo la libertà di linkarvi un paio di articoli del NYT sulla vicenda.
Ecco qua uno, ecco qua due.
Vi raccomanderei di leggere “uno”.


Pittsburgh Steelers – Mason Cole!

Negli ultimi mesi sono stato insopportabilmente effusivo con i Pittsburgh Steelers: non vedevo l’ora di tornare a essere l’hater imparziale che sono!
Scherzi a parte, per trattarsi di una vera e propria offseason di transizione – inevitabile quando va in pensione un quarterback under center da quasi vent’anni – Pittsburgh se l’è cavata più che bene mettendo a segno una pletora di colpi intelligenti e dandosi più opzioni nella posizione più importante del gioco.

La mia unica rimostranza nei loro confronti riguarda l’acquisizione di Mason Cole, giocatore che semplicemente non è particolarmente brillante nel proprio lavoro: durante la sua avventura fra i professionisti Cole ha sempre faticato immensamente in pass blocking e ciò, pensando alle enormi difficoltà della linea d’attacco degli Steelers del 2021, è tutt’altro che ideale.
La buona notizia è che porta esperienza e versatilità, ma spero vivamente per loro che a settembre sia qualcun altro a spacciare snap a Trubisky o Pickett.


AFC EAST

Buffalo Bills – la perdita di Brian Daboll

Solita premessa: tifosi dei Bills, scusatemi.

I loro ultimi mesi sono stati fantastici e, arrivato a questo punto, fatico a trovare nuove combinazioni di parole per esprimere un concetto che oramai avrò esplicitato centinaia di volte – scusatemi ancora: Buffalo ha fatto tutti, ma veramente tutti i compiti per casa necessari per arrivare a settembre e dominare la lega.

L’unica fonte di amarezza della loro offseason proviene indubbiamente dall’addio del brillante Brian Daboll, ma alla fine questo è il cerchio della vita in NFL e Buffalo non poteva – e doveva – fare assolutamente niente per tenerlo in casa.
Da un punto di vista umano quello andato in porto è stato il miglior epilogo possibile, l’idea è che un assistente brillante come lui, prima o poi, riesca a elevarsi a head coach e “realizzarsi professionalmente”: questa non è in alcun modo definibile come “peggior decisione”, quindi scusatemi per il contenuto fraudolento.


Miami Dolphins – aver investito così tanto in così poco tempo

In NFL il concetto di super team raramente ha portato a chissà quali risultati, soprattutto se il quarterback in questione non è in alcun modo inseribile nella stratosfera di Tom Brady o, senza scomodare il più grande di sempre, Matthew Stafford.
I Miami Dolphins sono indubbiamente una squadra migliore rispetto a quella dello scorso anno, ma ho paura che a un numero considerevole di addetti ai lavori siano leggermente sfuggite di mano le aspettative: nella National Football League tutto è possibile – siamo a pochi mesi di distanza da una partecipazione al Super Bowl dei Cincinnati Bengals – ma associare Miami al Super Bowl al momento non mi sembra aver particolarmente senso.

É legittimo e doveroso aspettarsi, anzi, pretendere un salto di qualità da parte di Tua Tagovailoa ma ho paura che gli ingenti investimenti degli ultimi mesi abbiano deformato la realtà e convinto molti che Miami sia qualcosa che per forza di cose non potrà essere.


New England Patriots – non aver regalato a Mac Jones un vero WR1

È stata un’offseason molto particolare quella dei Patriots che dopo le grandi – e sorprendenti – spese di primavera 2021 hanno prevedibilmente alzato il piede dal gas tornando a muoversi in pieno stile New England Patriots.
DeVante Parker è senza ombra di dubbio un buonissimo ricevitore, un pezzo interessante da calare all’interno di un reparto offensivo ma per ovvi motivi – salute in primis – non può essere visto come un go to guy: Henry, Meyers, Bourne, Agholor, Smith e Parker danno vita a un interessante e variegato receiving corp che, tuttavia, non sembra poter vantare un vero e proprio maschio alpha.

L’offseason è ancora tediosamente lunga e non escludo che Belichick possa decidere di pescare nello scatolone degli oggetti smarriti e aggiungere un veterano, ma considerando la ragionevolezza del contratto firmato da Allen Robinson – WR1 senza se e senza ma – mi viene difficile non chiedermi se New England non avrebbe dovuto percorrere il classico miglio extra per assicurarsi l’ex-Bears.


New York Jets – non essersi dati un’alternativa con Mekhi Becton

Non ho molto da rimproverare ai Jets che, per una volta, ci hanno provato con serietà e lucidità, ma se proprio devo cercare il pelo nell’uovo… avrei migliorato la profondità fra i tackle, soprattutto se si considera che l’immenso Mekhi Becton fino a questo punto della propria carriera – due anni – sia sceso in campo solamente per 15 partite.
Garantire una protezione adeguata a Wilson sarà fondamentale per permettergli di dimostrare il proprio valore e, in tutta sincerità, al momento faccio fatica a fingere entusiasmo dinanzi al duo Fant-Becton.
Essersi lasciati sfuggire un tackle esperto e affidabile come Morgan Moses potrebbe essere stato un gravissimo errore del front office, ma è chiaro che la speranza sia quella che quest’anno Becton riesca a scendere in campo per più di una singola partita.


AFC WEST

Denver Broncos – nulla di particolare, se devo essere sincero

Sono finalmente riusciti a prendere il quarterback – e che quarterback! – quindi mi sembra totalmente inutile andare a spulciare fra le transazioni dell’offseason e rinfacciar loro decisioni riguardanti giocatori nei bassifondi della depth chart.
Ottimo lavoro Denver Broncos: mi raccomando per settembre.


Kansas City Chiefs – aver lasciato andare Tyrann Mathieu

Forse l’offseason dei Chiefs mi è piaciuta più di quanto avrebbe avuto ragione di farlo, ma pure alla corte di Patrick Mahomes il secondo non è tutto rose e fiori.
Intuitivamente vi sareste aspettati di leggere il nome di Tyreek Hill, uno dei tre vertici del triangolo Mahomes-Kelce-Hill che ha dominato la National Football League per un lustro intero, ma gli sforzi profusi per rimpiazzarlo sono bastati a farmi digerire l’addio del velocissimo numero 10.

Ciò che non ho ben capito è invece stata la decisione di lasciar svernare Tyrann Mathieu, vera e propria anima del reparto difensivo: ho ben presente che gli anni stiano cominciando a passare piuttosto velocemente pure per lui, ma con l’honey badger in campo la difesa dei Chiefs è sempre e comunque stata la miglior versione di sé stessa.
Justin Reid è un buon giocatore che ha trovato modo di produrre nel putridume dei Texans, ma lasciatemi la presunzione di dire che non sia sicuramente Tyrann Mathieu: penso che un giocatore del genere un triennale da 27 milioni lo valga tutto, no?


Las Vegas Raiders – non aver rinforzato troppo la secondaria

Rock Ya-Sin, Anthony Averett, Trayvon Mullen Jr. e Nate Hobbs: questi sono i primi quattro cornerback dei Las Vegas Raiders.
Siamo sicuri che sia una buona idea avvicinarsi al training camp con questi cornerback in una division che può vantare giocatori come Courtland Sutton, Jerry Jeudy, Keenan Allen, Mike Williams e gente pagata per ricevere palloni spediti in orbita da Patrick Mahomes?
Ne dubito fortemente, ma se ho imparato qualcosa da questa offseason è che in AFC West l’obiettivo è “semplicemente” vincere facendo un punto in più degli avversari: benvenuti nella versione NFL di Zemanlandia!


Los Angeles Chargers – nulla di particolare, se devo essere sincero (parte seconda)

I Chargers, come già vi ho detto e stradetto, hanno messo insieme una offseason da sogno nella quale hanno compilato la modulistica necessaria per completare la richiesta d’ingresso nell’Olimpo della AFC: immagino che i primi risultati li riceveremo entro metà ottobre.
Seriamente, cosa potrei criticare a una squadra che può vantare Justin Herbert sotto contratto da rookie e che ha appena aggiunto Khalil Mack, Sebastian Joseph-Day e J.C. Jackson a un reparto difensivo che è finito per costar loro la qualificazione ai playoff?


AFC SOUTH

Houston Texans – nulla di particolare, se devo essere sincero (parte terza)

Le aspettative per questi Texans sono così basse che argomentare critiche ben motivate è pressoché impossibile: sentite, sono riusciti a sbolognare Watson ai Browns guadagnandoci un bilico di scelte al draft fondamentali per catalizzare la ricostruzione, di cosa ci si può lamentare?
Posso comprendere eventuali perplessità sui giocatori selezionati al draft, ma per quello che ci è dato sapere Houston potrebbe essersi impossessata di un paio di All-Pro, quindi tagliamola corta – almeno qua – e andiamo oltre: dalla prossima offseason, teoricamente, potremmo tornare ad avere motivi per analizzare le loro mosse.


Indianapolis Colts – non aver investito su un ricevitore

Si può essere sostenitori di una persona senza concordare necessariamente con ogni sua mossa?
A quanto pare sì: sto chiaramente parlando del mio rapporto complicato e incostante con Chris Ballard, GM che adoro e ammiro ma che al contempo, di tanto in tanto, non capisco proprio.
L’offseason dei Colts ha seguito per filo e per segno il protocollo “offseason dei Colts” e, pure questa volta, ho faticato a comprendere le ragioni dietro la loro apparente passività in free agency: con un mare di spazio salariale a disposizione non sarebbe stata cosa buona e giusta mettere a disposizione di Ryan un ricevitore affermato da affiancare all’ottimo Pittman?

Occorre precisare che il bacino dal quale attingere non era particolarmente profondo, ma provare con convinzione a sedurre gente come Robinson, Gage o anche solo il nobile decaduto Juju Smith-Schuster sarebbe stato a mio avviso più che saggio: l’offseason, come già detto, è ancora giovane e non possiamo escludere l’innesto di un ricevitore esperto, ma Robinson lo avrei visto veramente bene a Indianapolis.


Jacksonville Jaguars – i contratti a caso

Ve ne ho parlato ad nauseam della mia incapacità di comprendere i loro processi decisionali e del mio sdegno dinanzi alla loro inettitudine nella fase di negoziazione contrattuale, quindi passerei oltre perché non voglio essere ridondante: non mi piace la maggior parte dei contratti da loro elargiti in free agency.
Non li capisco e, probabilmente, mai li capirò.


Tennessee Titans – essersi privati di A.J. Brown

Fondamentalmente, quanto fatto dai Tennessee Titans non è sbagliato, in NFL il sogno è proprio questo, sfruttare nel migliore dei modi il contratto da rookie di un giocatore – produzione a basso prezzo – per poi farlo pagare da qualcun altro e sostituirlo con un altro rookie che ne garantisca – circa – la stessa produzione: facile, no?

Non proprio.
I ricevitori durante l’ultima primavera hanno visto il proprio valore schizzare alle stelle e, giustamente, sempre più esemplari hanno chiesto ai propri datori di lavoro un adeguamento contrattuale: A.J. Brown, uno dei migliori interpreti della posizione, ha voluto battere il ferro finché caldo e l’epilogo è sotto gli occhi di tutti.
Treylon Burks secondo tanti analisti è un giocatore con caratteristiche tecniche molto simili a quelle di A.J. Brown, motivo per cui intuitivamente potrebbe ricoprire il suo ruolo senza particolari problemi, ma in tutta sincerità è profondamente ingiusto nei suoi confronti che faccia fin da subito ciò che faceva l’ottimo A.J. Brown.
Un giocatore del genere devi tenerlo senza se e senza ma.


 

6 thoughts on “NFL: la peggiore decisione dell’offseason di ogni squadra della AFC

  1. Caro Mattia, concordo pienamente con te circa i miei Delfini. La squadra c’è. La difesa è rimasta quella buona delle ultime due stagioni. L’attacco è stato rimpolpato a dovere sia nel backfield che nella batteria ricevitori. La linea è stata rinforzata (anche se io vedo ancora un buco preoccupante nel Tackle di destra, lato cieco di Tua e quindi lato più importante da difendere, dove la rotazione tra Austin Jackson e Eichenberger non mi lascia proprio tranquillissimo…). Si attende di capire cosa e chi sia Tua Tagovailoa: per adesso è stato un flop di Grier, inutile dirlo ancora. Ha giocato spesso male, ha pochissimo braccio ed è una lumaca nello scegliere i targets. Se penso che al draft di tre anni fa la scelta era tra lui e Justin Herbert….ancora non riesco a capire come si sia fatto a scegliere Tua anzichè il gigante biondo finito a Los Angeles. Detto questo, se Miami riesce finalmente a mettere piede nei playoffs…tutti siamo contenti! Altri obiettivi reali non sono alla portata, salvo miracoli. Il nuovo coach ha un bel lavoro da fare, ma sul lato offensivo della palla abbiamo sicuramente più talento e profondità nei ruoli. Anche l’ambiente è decisamente migliore (cosa non semplice sempre a Miami…) rispetto ai tempi di Flores, quando tra brass e coach…le cose non andavano decisamente. Se Tua esplode (un campionissimo non lo sarà mai purtroppo, ma un QB da Nfl può esserlo…) in termini quanto meno di affidabilità, ci sono i presupposti per fare bene. La differenza con i Bills si è assottigliata, ma persiste. Si può fare bene, senza fare voli pindarici però….siamo a Miami!

  2. E’ possibile accedere ai contenuti degli articoli su De Shaun Watson sul NYT che hai linkato senza fare l’abbonamento? Altrimenti sono inaccessibili. Grazie.

    • Ciao Luigi, purtroppo non saprei risponderti, io li avevo letti il giorno in cui erano usciti e ci ero riuscito mentre ora, anche provando con il VPN, non ci riesco.
      Mi dispiace tantissimo e scusami per averli messi senza aver verificato che fossero effettivamente accessibili.

  3. Mi chiedo quale mente umana…ma nella fattispecie esiste e lavora per i cleveland browns..puo dare un contratto GARANTITO ad un qb con cosi tante cause legali….non sono un forcaiolo ma in quale stato giocherà Watson con questi problemi… per me follia pura

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.