Con la cessione di Russell Wilson ai Denver Broncos, per i Seattle Seahawks è già iniziato un serio effetto a catena che porterà ad un inevitabile ridimensionamento delle ambizioni e ad una plausibile ricostruzione. Ma sarà veramente così? E quanto tempo potrebbe durare? Andiamo per gradi.
Con l’addio di Wilson, Seattle ha perso non solo il suo miglior giocatore, ma anche dieci anni di storia, i quali hanno regalato ben otto apparizioni ai playoff e che hanno fatto tornare i Seahawks sulla mappa del football NFL, soprattutto dopo la vittoria del Super Bowl nel 2014 (guarda caso proprio contro i Broncos), con tanto di bis sfiorato l’anno dopo contro i Patriots.
Insomma, Wilson ha rappresentato tanto e continuerà a farlo, anche se ora giocherà per un’altra squadra, in un’altra conference e c’è già chi attende con trepidazione lo scontro diretto che avrà luogo nella prossima stagione, giusto per soffermarsi ancora una volta sul tempismo perfetto che ha questa meravigliosa lega.
Seattle ha già confermato, ormai da tempo, lo storico head coach Pete Carroll che insieme a Wilson ha costruito un impero che avrebbe potuto conquistare molto di più, ma che non lo ha fatto anche per via di sfortune (vedi la disintegrazione della mitica Legion of Boom per via di infortuni vari) e scelte dirigenziali a volte incomprensibili (non gli è mai stata data una offensive line di alto livello post Super Bowl). In poche parole, ci sono diverse attenuanti e molte, forse troppe recriminazioni: fatto sta che a Seattle si sono divertiti in questo decennio, eccome.
Ora chi lancerà a D.K. Metcalf e Tyler Lockett? La soluzione potrebbe essere Drew Lock. L’ex Missouri, infatti, fa parte del pacchetto che è stato spedito dal Colorado proprio per arrivare a Wilson. Ovviamente Lock non è nemmeno lontanamente paragonabile all’ormai ex numero 3 dei Seahawks, ma è comunque un punto di partenza.
Certo, senza una offensive line come si deve a proteggerlo sarà dura e per questo il GM John Schneider dovrà mettersi all’opera per fornirgli subito la protezione di cui avrà bisogno. Infatti Seattle può vantare solo quattro uomini di linea presenti a roster in questo momento, di cui solo due saranno presumibilmente titolari, cioè Damien Lewis e Gabe Jackson.
Probabile che venga firmato nuovamente il prossimo trentasettenne left tackle Duane Brown per almeno un altro anno, anche perché il cinque volte pro bowler non sembra avere ancora intenzione di ritirarsi. Così Seattle avrà disperatamente bisogno di un center e di un right tackle che potrebbero arrivare tramite il draft – specialmente il right tackle – o la free agency.
Tutto questo discorso presumendo che il quarterback titolare sarà Lock e che Schneider non andrà a sceglierne uno nuovo con la scelta al primo round (la 9 per l’esattezza) ottenuta dai Broncos. Di opzioni ce ne sono, ma bisognerà capire se ne varrà la pena.
Il pacchetto ricevitori è sicuramente di alto livello con la presenza dei succitati Metcalf e Lockett, ma ci sarà già da pensare al rinnovo del primo che va in scadenza al termine della prossima stagione, mentre per Lockett c’è ancora qualche anno, sempre se Seattle non deciderà di renderlo spendibile per effettuare una vera e propria tabula rasa.
Saranno, quindi, giorni, settimane, per non dire mesi di tensione ed incertezze per i tifosi navy&green. Ciò che temevano più di tutto è già successo e ora, avendo perso il loro leader spirituale sentono un vuoto incolmabile. Quello che è sicuro è che non sarà una stagione facile quella che verrà. La division è già di per sé molto competitiva, affrontarla senza Wilson lo sarà ancora di più.
Una soluzione potrebbe essere quella di trattare il 2022 come un anno di transizione, perciò non appesantire troppo il cap – che l’addio di Wilson ha sgonfiato ulteriormente – spendere bene le proprie scelte al draft e valutare qualche altra possibile cessione dolorosa, come è stato già fatto con Bobby Wagner, altra anima storica ed importante di questa franchigia che è un peccato vederla affossarsi così, specialmente per chi, come me, si è avvicinato al football nell’ultima decade.
Tornando alla trade con i Broncos, i Seahawks ottengono un giocatore futuribile come Noah Fant, il quale, problemi fisici a parte, potrà fornire all’offensive coordinator Shane Waldron una soluzione in più in attacco, sperando che possa ripetere le gesta di quello che è stato l’ultimo tight end degno di nota a vestire questa maglia, cioè Jimmy Graham.
Con lui, Metcalf e Lockett ci sarà, infatti, l’imbarazzo della scelta per chi sarà il nuovo quarterback. Nel caso dovesse andarti male, la palla la puoi sempre fornire ad uno dei tanti running back presenti a roster, a cui verrà riaggiunto, probabilmente, Rashaad Penny che dovrebbe essere rifirmato una volta iniziata la free agency, anche in virtù dell’ottimo finale di stagione 2021.
Un’altra priorità sarà quella di assicurarsi le gesta di Quandre Diggs per almeno qualche altro anno. Difatti l’ex Lions sarà unrestricted tra qualche giorno, ma l’intenzione pare essere quella di fornirgli sul piatto un altro contratto, sicuramente a cifre più alte, per tornare a metterlo al fianco di Jamal Adams.
Tirando un po’ le somme finali, per i Seahawks, come detto, si prospetta un’annata assai complicata, in cui sarà difficile puntare ai playoff. Molto dipenderà, ovviamente, dalle scelte che farà la dirigenza. Affannarsi per rimanere competitivi oppure provare a ripartire come se fosse l’anno zero? È presto per dirlo, ma rimane il fatto che i primi duri colpi sono stati inflitti.
Personal trainer e grande appassionato di sport americani. Talmente tanto che ho deciso di scrivere a riguardo.
Seguitemi su Twitter: https://twitter.com/nlippolis88
Bella analisi. Fossi nel GM, opterei per lasciare andare l’anno prossimo, visto che le altre 3 in NFC West hanno roster molto superiori sulla carta. Hanno ancora un discreto roster e qualche figurina (Adams su tutti) con cui recuperare scelte ai prossimi draft e fare spazio salariale.
Sarebbe anche interessante vedere un rebuilding con un allenatore storico e stagionato. Molti sono stati avviati cambiando contemporaneamente anche l’allenatore capo, con alterne fortune (benissimo i Bengals, malissimo i Jaguars, ingiudicabili i Jets ed il loro rebuilding di ogni primavera)
Grazie per il commento Matteo!