Partiamo subito dal fondo, da quella ultima incredibile giocata dove per Dallas è andato tutto storto, compreso un arbitro che si scontra con il qb facendo perdere un po’ di quel tempo che poi è risultato decisivo.
Però attenzione, questo finale così incredibile non ci deve distrarre dal fatto che i Cowboys non dovevano trovarsi in quella situazione a così poco dalla fine e che l’interpretazione della partita è stata sbagliata. Certo poteva finire diversamente, ma questo wild card doveva andare diversamente dall’inizio e i Cowboys hanno buttato al vento la loro migliore occasione per chiudere un quarto di secolo lontano dalle posizioni che contano.
Lo stesso proprietario ha affermato che con questo ensamble di giocatori non si può non vincere, e un po’ ha ragione. I Cowboys di quest’anno avevano davvero tanto talento, un ottimo coaching staff e non a caso hanno vinto la division. Ma qualcosa è andato storto: la disciplina.
I Cowboys si dati davvero la mazza sui piedi diventando una delle squadre più fallose in regular season e segnando il non proprio magico record di 12 flag ai playoff, alcune delle quali nei momenti pre-snap. Una squadra che vuole puntare a vincere non si può trovare a commettere errori di questo tipo, perché un conto è vincere la NFC East, un altro conto è avanzare ai playoff.
McCarthy stesso è stato interrogato su questo e con un dribbling di mourinhana memoria ha risposto, o non risposto, che si aspettava che gli arbitri avrebbero lasciato giocare le squadre. La mossa, furba, serve a dare adito a una diatriba ampiamente aperta nel mondo NFL secondo cui molte, troppe, giocate sono risolte o cancellate dalle troppe flag che vengono lanciate (e su questo si può effettivamente discutere).
L’obiettivo della non-risposta era di spostare l’attenzione sugli arbitri ma in realtà le flag presnap nulla hanno a che fare con le fasi di gioco e quelle situazioni vittime di sanzione che a volte sono controverse o eccessive.
L’indisciplina torna poi prepotente sull’ultima giocata perché il fatto di non essere riusciti a fermare il cronometro nasce da lì, e non cerchiamo le scuse negli arbitri che intralciano. McCarthy è stato ovviamente subissato di domande riguardo la scelta di far correre il proprio qb con così poco tempo rimasto e senza timeout, e il coach ha risposto dicendo che quella era la giocata giusta.
Una squadra tosta che deve vincere le situazioni difficili e portarsi a casa le partite sofferte lo deve anche fare andando contro il sentire comune, arrischiandosi in situazioni pericolose perché ha le capacità di farlo e perché una giocata che può essere considerata come una sorpresa è anche efficace. In questo caso correre al centro quando TUTTI si aspettano un lancio verso i bordi è stato efficace perché ha permesso di guadagnare 17 yard e arrivare in una posizione di campo buona per fare un ultimo lancio in end zone.
Non sarebbe stato lo stesso coi lanci ai lati del campo per lavorare sul cronometro e sono convinto che Dallas non avrebbe avuto l’ultima occasione così vicino. Ma Dallas non aveva tutto sotto controllo proprio perchè le è mancata quella disciplina decisiva, che le è costata qualche secondo e di conseguenza, forse, la partita.
Prescott ha dato la palla al suo centro, che la messa giù e nel frattempo tutta la linea si è chiusa per fare la classica azione di spike. L’arbitro che si schianta su Prescott non solo ha fatto bene, ma anzi ha fatto il meglio che poteva perché con la linea tutta chiusa e senza spazio per passare poteva anche mettersi a fare il giro intorno alla guardia e al tackle, perdendo ancora più tempo.
Ha invece deciso di andare dritto per dritto scegliendo di fatto la soluzione più veloce e che solo per qualche frazione di secondo non ha dato ai Cowboys l’ultima chance. Come per le flag anche in questa situazione non bisogna spostare la colpa sugli arbitri, o provarci, ma bisogna guardare in casa propria, dove la disciplina, o meglio, la mancanza di disciplina è costata la stagione.
Prescott ha subito 5 sacks ma i 49ers non hanno avuto bisogno di ricorrere ai blitz e hanno pure perso Bosa per più di metà partita, oltre a perdere Warner, che è un giocatore straordinario, forse il più importante in rosa 49ers, per come comanda il reparto e trascina i suoi, ma questa è un’altra storia… Inoltre non hanno saputo dare ritmo con i giochi di corse con Elliott limitato a 30 yard per 12 portate.
La difesa ha subito il piano perfetto dei 49ers che hanno messo in campo quello schema “facile” e vincente che combina gioco di corse efficace e 0 errori di Garoppolo. Uno schema che in stagione ha sempre portato la doppia v e che l’ha portata anche in questa wild card davvero wild, nonostante l’intercetto lanciato da Jimmy G.
Subire così passivamente il playbook avversario non è da playoff e come non lo è l’aver portato praticamente zero pressione al qb avversario facilitando enormemente lo svolgersi del piano perfetto per i 49ers.
Si apre ora infatti una off-season caldissima, con il coaching staff partente e una marea di giocatori in scadenza in una terribile situazione salariale. Sicuramente il front office lavorerà per rimaneggiare alcuni contratti in modo da pesare meno sul cap, ma qualcuno dovrà andare via, e al di là dei cambi sul roster quello che preoccupa di più e la situazione del coaching staff con Dan Quinn, coordinatore della difesa e, Kellen Moore, coordinatore offensivo, sicuramente in partenza essendoci almeno 8 posti da head coach vacanti.
Dan Quinn è vicino ai Bears, mentre Moore vicino ai Broncos. In questo marasma potrebbe cascarci pure McCarthy stesso e pagare duramente la sconfitta. Chissà che il focoso Jerry Jones non voglia promuovere proprio il suo Moore anziché vederlo partire?
È una possibilità e McCatrhy si troverebbe a pagare più di quanto dovuto per via di questa situazione contingente, perché se è vero che le responsabilità della disciplina così determinate sono soprattutto sue, è anche vero che questi Dallas sono cresciuti tanto ed esprimono un bel gioco. Ritengo che sia un peccato che questo coaching staff si sfaldi così, con Quinn arrivato da pochissimo e già pronto a partire e con Moore già pronto ad andarsene nonostante l’età.
In realtà non c’è niente di male, ma io sono un romantico e mi piacerebbe vedere i tre fare scudo e dire: ancora un anno. Un po’ perché Moore è giovane e con Dallas ha un legame importante, un po’ perché Quinn è uscito male da Atlanta e mi piacerebbe vedere un po’ di umiltà e dirsi che è meglio aspettare un po’ prima di prendere un altro incarico da hc.. ma i contratti e le occasioni di lavoro vanno contro il romanticismo e se entrambi dovessero andare via per McCarthy non sarebbe facile ricominciare dopo questa uscita.
Credo che o lo faranno insieme, oppure non lo farà nessuno e conoscendo i bollori di Jones mi aspetto che McCarthy prenda la porta (intrigante vederlo a Jacksonville con un talento come Lawrence) e che Moore sia il prossimo giovanissimo head coach sulla panchina più bollente d’america.
Scusa romanticismo, mi sa che ne esci sconfitto.
Si avvicina agli sport americani grazie a un amico che nel periodo di Jordan e dei Bulls tifa invece per gli Charlotte Hornets. Gli Hornets si trasferiscono in Louisiana ed è amore a prima vista con la città di New Orleans e tutto quello che la circonda, Saints compresi, per i quali matura una venerazione a partire dal 2007 grazie soprattutto ai nomi di Brees e Bush. Da allora appartiene con orgoglio alla “Who Dat Nation”.
Le flag fanno parte del gioco ed è giusto che ci siano.. in una partita di football per vincere a volte conta il dettaglio e non si può pretendere di lasciar le squadre giocare..