- NFC North (Chicago Bears, Detroit Lions, Green Bay Packers, Minnesota Vikings)
- NFC East (Dallas Cowboys, New York Giants, Philadelphia Eagles, Washington Football Team)
- NFC West (Arizona Cardinals, Los Angeles Rams, San Francisco 49ers, Seattle Seahawks)
- NFC South (Atlanta Falcons, Carolina Panthers, New Orleans Saints, Tampa Bay Buccaneers)
NFC NORTH
Chicago Bears
Record: 6-11.
Cosa è andato bene: In tutta onestà non lo so, non nutrivo alcun tipo di aspettative nei loro confronti e ritenevo il 2021 un utile anno d’apprendistato per Fields, una stagione da vivere a cuor leggero fregandosene dei risultati: tali considerazioni potrebbero risultare legittime in altre realtà, è mai esistito qualcosa preso a cuor leggero a Chicago?
La grande notizia è la rinascita del pass rush che con 49 sack ha concluso l’anno in quarta posizione in questa speciale graduatoria grazie soprattutto – malgrado ai tempi criticai aspramente la loro scelta di metterlo sotto contratto – ad un Robert Quinn da record: il veteranissimo pass rusher ha infatti battuto il record di sack in una stagione del leggendario Richard Dent che resisteva dal 1984.
A parte qualche lancio di Fields – soprattutto nella sconfitta contro gli Steelers -, la brillantezza individuale di Montgomery ed i licenziamenti di Nagy e Pace non credo che ci sia molto altro da aggiungere in questo paragrafo.
Cosa è andato male: Non m’interessa se questo era l’anno d’apprendistato, se il numero di vittorie in questa stagione era assolutamente irrilevante, non si può permettere al proprio quarterback rookie di essere crivellato di sack in quella maniera: certo, Fields con la sua tendenza di non sbarazzarsi del pallone nemmeno sotto tortura non si è sicuramente messo nella miglior posizione, ma che senso ha mandare allo sbaraglio quello che potrebbe essere il tanto agognato franchise quarterback dietro una linea d’attacco così incompetente?
La secondaria, in barba all’ottimo lavoro del pass rush, è spesso e volentieri stata patetica ed il touchdown di domenica ricevuto da Justin Jefferson in faccia a Eddie Jackson – che un tempo era considerato uno dei migliori safety della lega – può essere elevato ad emblema di quello che sono diventati i Bears, una franchigia in cui qualsiasi cosa bella è destinata a spegnersi dopo una lunga e disfunzionale agonia.
Voto: 4,5. Solita stagione da Chicago Bears di Nagy, ciò che dispiace è che Justin Fields sia stato massacrato di botte e, quindi, già costretto a saltare diverse partite per infortunio: spero vivamente che questo pestaggio non scalfisca in alcun modo le sue sicurezze, ha troppo talento per essere bruciato così in fretta.
Eddie Jackson selflessly helping Justin Jefferson set the Vikings franchise receiving record 🙏🏻 😂 #DaBears #Skol #CHIvsMIN pic.twitter.com/39kFnNVgeA
— Sports ON Tap Chicago (@SONTChicago) January 9, 2022
Detroit Lions
Record: 3-13-1.
Cosa è andato bene: Il talento era quello che era ma ai Lions, come quel maledetto calabrone a cui si paragona ogni entità che ha stupito qualcuno, non interessava: malgrado un roster con limitatissime dosi di talento sia stato falcidiato dagli infortuni, Detroit ha lottato ogni maledetta domenica e, soprattutto nella seconda metà di stagione, è stata più competitiva che non.
Le vittorie contro Cardinals e Packers – anche se questi hanno schierato le riserve per più di metà partita – hanno impreziosito una stagione che deve essere vista come anno zero utile solo a capire attorno a chi costruire: ecco, quell’Amon-Ra St. Brown di cui ci faceva tanto ridere il nome è un gran bel giocatore.
Detroit potrebbe aver trovato qualcosa in lui e devo dire che un attacco che può vantare Swift, Hockenson e St. Brown inizia già ad intrigarmi: manca tanto, ovviamente, ma qualcosina c’è già.
Cosa è andato male: È una questione di aspettative cari lettori, è una questione di aspettative.
Voto: 6. Sì, do loro la sufficienza malgrado un record assolutamente misero. Nella partita di domenica scorsa contro i Green Bay Packers ho visto una squadra disposta a sacrificare la prima scelta assoluta al draft in nome di un’inutile vittoria – arrivata svuotando il playbook e ricorrendo ad ogni trick play possibile – che può essere vista come una lettera d’amore per Dan Campbell. Squadra povera di talento ma schifosamente ricca di cuore e personalità.
Wow🤯
Kenny Golladay 14 games played 37/521/0
Contract: 4 year 72MAmon-Ra St. Brown last 6 games 51/560/5
Contract: 4 year 4.2M— Honolulu Blues (@HonoluluBlues_) January 10, 2022
Green Bay Packers
Record: 13-4.
Cosa è andato bene: Dopo l’inizio più traumatico possibile, i Green Bay Packers hanno ricominciato a marciare a ritmi da vera contender: se togliamo dall’equazione il season opener, la partita contro i Chiefs giocata da Love ed il season finale in cui gran parte della squadra titolare è scesa in campo solamente per trenta minuti, il record dei Packers recita un eloquente 13-1.
L’attacco, sapientemente diretto dall’omeopatico, gira che è un piacere e sembra finalmente aver trovato in Allen Lazard il Robin adatto a quel Batman di Davante Adams: un discorso del genere può risultare valido pure per il gioco di corse, dove A.J. Dillon ha dato prova di poter rimpiazzare più che bene il prolifico Aaron Jones.
Il rientro di Bakhtiari solidifica ulteriormente la già ottima linea d’attacco e la difesa, salvo qualche svarione qua e là, sembra essere in grado di ingranare quella marcia in più che negli anni scorsi non ha mai avuto.
Questo deve per forza di cose essere il loro anno, le opportunità di sfruttare la brillantezza atletica dell’omeopatico stanno per esaurirsi e per i Packers a questo punto è Super Bowl or bust.
Cosa è andato male: Ogni tanto mi danno l’impressione di prendersi pause di riflessione che si protraggono per intere metà di gioco e – lo so, suonerà banale – ciò che rende unici i playoff è il fatto che una partita lì duri veramente sessanta minuti, ogni singolo snap deve essere giocato alla morte, sennò poi Scotty Miller sorprende il sornione Kevin King per un inaccettabile touchdown che poi si rivelerà decisivo: sapete benissimo a cosa stia facendo riferimento.
Per una, forse due, o addirittura tre partite Green Bay dovrà provare a rendere fiero Lombardi ed agguantare quella perfezione di cui tanto amava parlare: come ben sanno, a gennaio il margine d’errore è rasente allo zero.
Voto: 9. La costanza dell’accoppiata omeopatico-LaFleur è spaventosa, Green Bay compila stagioni da 13 vittorie con la stessa nonchalance con cui io declino un invito alla mondanità quando questa è a più di dieci minuti di macchina da casa mia.
Ovviamente la loro stagione partirà fra una decina di giorni, ma non permettiamoci di dare per scontata questa grandezza, anche se l’omeopatico è omeopatico.
What an amazing, wild, unpredictable, entertaining and unbelievably successful first three years as head coach of the Green Bay Packers for Matt LaFleur.
22-2 at Lambeau Field
15-2 vs the NFC North
6-0 vs the Chicago Bears
Likely two MVPs for Aaron RodgersHell of a job, coach. pic.twitter.com/be5vtgqSss
— PackersHistory.com (@PackersHistory1) January 8, 2022
Minnesota Vikings
Record: 8-9.
Cosa è andato bene: I Vikings sono la squadra perfetta per gente come me che ama le statistiche e passa le giornate a strabuzzare gli occhi leggendo i numeri di Kirk Cousins e Justin Jefferson.
Se ad una persona interessano invece le vittorie, beh, forse dovrebbe cercare appagamento altrove.
Cosa è andato male: Non è possibile sprecare sistematicamente uno dei roster più talentuosi della lega, non è possibile che i Minnesota Vikings siano quella squadra capace di perdere contro i Lions due settimane dopo aver battuto i Green Bay Packers: penso di averlo già detto altrove, ma esiste una squadra migliore di loro nell’adattarsi al livello dell’avversaria?
Per loro nulla è mai facile, vincere una partita senza essersi complicati inutilmente la vita non rientra nel loro modus operandi, in un modo o nell’altro devono sempre far dipendere l’esito della contesa dall’ultima giocata: grazie a Dio non li tifo, sennò credo avrei mollato con il football americano da anni.
Hanno cacciato Zimmer e Spielman, e adesso?
Si riparte da capo e si cacciano pure Cousins e gli altri veterani?
Non ho idea di cosa sarà di loro, so solo che a questo punto anche il più grande believer italiano di Kirk Cousins – leggasi Mattia Righetti – è costretto ad alzare bandiera bianca e dichiarare fallito l’esperimento: avrebbero dovuto vincere invece, per puro masochismo, hanno consistentemente gettato stagioni tramutando comode vittorie in deprimenti sconfitte.
Che tristezza.
Voto: 4. Altra stagione buttata.
Non si può continuare a galleggiare attorno al 50% di vittorie con un roster così talentuoso.
Zimmer è stato messo alla porta, curioso di vedere cosa succederà a Cousins.
Longest active streak of consecutive seasons with 25+ Pass TD
Kirk Cousins 7
Russell Wilson 5
Patrick Mahomes 4
Aaron Rodgers 4
Tom Brady 2
Josh Allen 2
Justin Herbert 2
Matthew Stafford 2 pic.twitter.com/TbV3EXvMwC— NFL on CBS 🏈 (@NFLonCBS) January 10, 2022
NFC EAST
Dallas Cowboys
Record: 12-5.
Cosa è andato bene: Non fosse per quel folle di Joe Burrow, Dak Prescott avrebbe senza ombra di dubbio in tasca quattro quinti del premio di Comeback Player of the Year: dopo aver ricevuto il tanto criticato quanto meritato rinnovo contrattuale, Dak ha dimostrato al mondo intero non solo di meritare quei soldi ma, soprattutto, di essere uno dei migliori quarterback della NFL.
Un articolo del genere è un invito a spellarsi le mani su quanto combinato dal reparto difensivo, autore di un mezzo miracolo uscito probabilmente dalla fiaba del brutto anatroccolo: quella che era la difesa più patetica della lega si è trasformata in una spietata macchina da turnover in grado di indurre in errore anche il più ligio e casto dei quarterback.
Non mi credete?
Nessuno può vantare un numero di turnover superiore al loro incredibile 34 – spiccano i 26 intercetti – e l’esplosione di gente come Micah Parsons ci mette davanti al fatto che quasi sicuramente quanto fatto negli ultimi mesi non sia stato una magnifica aberrazione ma, piuttosto, l’inizio di un qualcosa che potrebbe ridefinire il loro futuro.
Non voglio urlare Super Bowl or bust, ma lasciatemi dire che hanno tutte le carte in regola per arrivare perlomeno al Championship Game.
Cosa è andato male: L’attacco, malgrado nell’ultimo mese abbia refilato due pregevoli fifty buger agli amici di Washington e Philadelphia, può talvolta sparire incappando anche in intere settimane di asetticità: nell’ultimo mese e mezzo è successo più e più volte che Prescott e compagni sembrassero alienarsi dalla partita, ma fortunatamente quest’anno, con questa difesa, non sono più costretti agli straordinari per portarsi a casa la doppiavù.
Come detto per i Packers, ai playoff ognuno è chiamato a dare il meglio snap dopo snap, motivo per cui giri a vuoto dell’attacco potrebbero costare molto caro: io, comunque, credo in Dak Prescott.
Voto: 8,5. Qualche calo di rendimento del reparto offensivo mi ha leggermente preoccupato, ma l’esplosione della difesa rappresenta indubbiamente una delle narrative più intriganti della stagione: attenzione che a mio avviso hanno tutto il necessario per arrivare fino in fondo.
Micah Parsons' 93.0 Pass Rush Grade is the highest by any rookie since 2006 🦁 pic.twitter.com/R0oF9xYvhq
— PFF College Football (@PFF_College) January 8, 2022
New York Giants
Record: 4-13.
Cosa è andato bene: Niente.
Cosa è andato male: La premessa è una: questa volta non è colpa di Daniel Jones.
Volevo liquidare i Giants – non avete idea di quanto sia stanco di scrivere e quanto mi manchi ancora per finire – con il video dello sneak su 3&9 perché, diciamocelo, nulla riassume meglio l’essenza di questa squadra: certo, gli infortuni hanno giocato la loro parte, ma nelle ultime cinque o sei partite i New York Giants sono stati l’anti-football, una valida motivazione per lasciar perdere definitivamente questo sport e devolvere la domenica sera a qualcosa di ben più edificante.
Ve lo giuro, cari lettori, se mi avessero messo davanti alla scelta di guardare una partita dei Giants o della vernice seccarsi avrei quasi sicuramente optato per la seconda: questi disgraziati hanno rovinato Saquon Barkley, talento ed essere umano così senza macchia che indipendentemente dalla vostra fede non potete fare altro che tifare per lui.
Quello che poteva essere uno dei migliori pacchetti di ricevitori della lega – Golladay, Toney, Slayton, Engram e Shepard – non ha mai avuto l’opportunità di scendere in campo insieme perché, come già anticipato, gli infortuni hanno deciso di perseguitarli: lo so a cosa state pensando, con i ‘Niners l’anno scorso ed i Ravens quest’anno sono stato ben più indulgente, ma penso che sia naturale concedere il beneficio del dubbio a franchigie che nel corso degli anni hanno dato prova di competenza, unione d’intenti e coerenza, o sbaglio?
Gettleman e Judge sono storia del passato e ora, di nuovo, New York si trova costretta a ripartire da zero consapevole di aver probabilmente sbagliato gran parte dei draft dell’ultimo lustro: qualcuno salvi Saquon Barkley, vi prego.
Voto: 3. Disastro totale, anche se sono sicuro che quando Hegel parlava di “trovare rosa nella croce” molto probabilmente faceva riferimento al licenziamento di Joe Judge dopo una stagione del genere: ciò che fa male è constatare che in offseason abbiano provato seriamente a costruire un attacco semi-competente, solo che fra infortuni e Giantismi vari…
the New York Giants:
not at any point…
not in any season…FOR THE LAST FIVE YEARS
did the Giants have a winning record
they are the ONLY team in the NFL to not have even one week where they sat above .500 in any of the last 5 years
— Warren Sharp (@SharpFootball) January 5, 2022
Philadelphia Eagles
Record: 9-8.
Cosa è andato bene: Nessuno ha corso meglio, nessuno (in realtà i Tennessee Titans hanno concluso con una portata in più, ma vabbè) ha corso di più: è sempre bello quando nel secondo decennio del terzo millennio una squadra riesce a vincere muovendo le catene prevalentemente via terra.
Malgrado l’iniziale titubanza del coaching staff, Philadelphia ha deciso di massimizzare il talento di Hurts facendo qualcosa di simile a quanto fatto dai Ravens nel 2018 con Jackson, ossia costruirgli attorno un playbook capace di esaltarne i punti di forza: beh, cari lettori, ha funzionato.
Philadelphia corre molto bene e, anche per questo motivo, si trova spesso a giocare terzi-e-corto che spiegano in parte il loro ottimo 45.7% di successo su terzo down – quarto miglior dato della lega.
Questo doveva essere un anno di ricostruzione, un anno in cui sarebbero stati fra le peggiori squadre della lega invece con sorprendente brillantezza si sono garantiti un pass per la postseason che, indipendentemente dalla durata del viaggio, servirà loro a maturare esperienza nel periodo più delicato della stagione: bene così!
Cosa è andato male: Devo ammettere che sono rimasto alquanto stupito dai 29 sack con cui hanno concluso il campionato: la D-line degli Eagles, nella mia testa, è perennemente fra le più forti ed arcigne della lega, motivo per cui immaginatevi quanto sia rimasto sorpreso da un numero così basso di sack – probabilmente viziato dall’infortunio di Brandon Graham.
Coltivo seri dubbi sul loro gioco aereo, non sono sicuro che Hurts se messo nella posizione di dover segnare punti in fretta sia in grado di rispondere presente, però spendere ulteriore tempo e caratteri sulle loro mancanze mi sembra profondamente ingiusto: hanno fatto molto meglio di quanto potessi razionalmente aspettarmi.
Voto: 7,5. Squadra che si è qualificata ai playoff facendo quello che doveva fare: contro le squadre più forti hanno quasi sempre perso mentre contro le squadre più deboli hanno sempre trovato modi per vincere, tranne contro i Giants una volta.
Non avevano motivo di qualificarsi ai playoff, eppure eccoli qua: annata esaltante la loro, solo applausi.
The @Eagles will be the first team since the 2012 Vikings to make the playoffs and then make 3 first-round draft selections. pic.twitter.com/iGNEitvRHr
— FOX Sports: NFL (@NFLonFOX) January 8, 2022
Washington Football Team
Record: 7-10.
Cosa è andato bene: Hanno mostrato carattere vincendo quattro partite di fila che li avevano catapultati nuovamente nella stratosfera dei playoff, ma sciaguratamente i loro sogni di gloria sono evaporati a seguito di quattro sconfitte consecutive arrivate, tra l’altro, esclusivamente per mano di Cowboys ed Eagles.
Di cose andate per il verso giusto non ce ne sono poi così tante, l’attacco ha faticato tanto quanto ci si potesse aspettare fatichi un reparto condotto da Taylor Heinicke ma, ciò che veramente ferisce, è la regressione del reparto difensivo.
Quanto successo un paio di settimane fa contro i Dallas Cowboys, indipendentemente dalla brillantezza delle stelle texane, è semplicemente inaccettabile.
Cosa è andato male: Questa è una squadra che ha disperatamente bisogno di leadership – e talento – nella posizione più importante del gioco: l’esperimento Fitzpatrick è deragliato in tempo zero a causa di un istantaneo infortunio, ma illudersi che con il carismatico barbuto under center le cose sarebbero andate eccessivamente meglio è da sciocchi.
Magari il rebranding garantito dal nuovo nome restituirà un po’ di entusiasmo ad una piazza che, malgrado la presenza di Rivera, non sembra essere in grado di lasciarsi alle spalle decenni di disfunzionalità.
Washington, nonostante un record tutto sommato accettabile, può tranquillamente essere considerata la delusione dell’anno poiché ero convinto che avessero il necessario per giocarsi la division fino all’ultimo con i Dallas Cowboys ma, come abbiamo avuto modo di constatare, sbagliavo.
Anno buttato? Non lo so, ma sicuramente non sono riusciti a dare continuità al netto miglioramento che aveva definito il loro 2020.
Voto: 5. Ho amato il colpo di reni con il quale per un paio di settimane si erano rigettati nella mischia per i playoff… salvo poi collassare nuovamente.
Il brillante 2020 ci aveva illuso che fossero pronti a competere, ma sbagliavamo: c’è ancora tantissimo lavoro da fare.
Ron Rivera jokes about drafting a rookie QB, "If we draft him, are you guys going to be patient enough to give me two seasons?"
I think it was a joke anyway.
— JP Finlay (@JPFinlayNBCS) January 11, 2022
NFC WEST
Arizona Cardinals
Record: 11-6.
Cosa è andato bene: Quando parlavo dei Cardinals, qualche mese fa, avevo raschiato il fondo del mio cesto dei superlativi – per niente sorprendente per un democristiano come me – ora, invece, fatico a trovarli: per parlarvi di cose andate bene, cari lettori, dovrei rispolverare l’articolo di novembre.
Intendiamoci, gli ultimi mesi non sono stati da buttare, però fra un infortunio e l’altro Arizona è indubbiamente calata.
Tutto sommato, indipendentemente dall’esito dei playoff, quest’anno i Cardinals – a pieno organico – hanno finalmente compiuto il salto di qualità che tanti di noi stavano aspettando, peccato solo che le tante mancanze accumulate nelle ultime settimane rischino di compromettere il loro cammino in postseason.
Cosa è andato male: Si sente che manca DeAndre Hopkins, c’è poco da fare: senza di lui, nelle ultime settimane, il gioco aereo di questa squadra ha perso brillantezza non riuscendo mai a regalare a Murray un nuovo go-to-guy a cui rivolgersi nei momenti di massimo sconforto.
Questo passing game vive di espedienti, una settimana fa pesantissimo affidamento su Zach Ertz, quella dopo su Christian Kirk, quella dopo ancora su A.J. Green per poi mettersi nelle anonime mani di Antoine Wesley: la situazione, cari lettori, è tutt’altro che ideale, soprattutto se si considera che né Edmonds né Conner siano riusciti ad eludere gli infortuni ultimamente.
L’assenza di J.J. Watt ha originato un cratere nel cuore della difesa in quanto, senza di lui, il front seven fatica terribilmente a contenere i giochi di corse avversari: correre contro i Cardinals non è difficile e ciò è testimoniato dalle 4.6 yard a portata guadagnate in media dai corridori avversari.
Tutto sommato di cose andate male non ce ne sono poi così tante, motivo per cui sento di poter passare al voto, una volta messo il punto.
Voto: 7,5. Forse il voto più difficile in assoluto perché Arizona, diciamolo, ha vissuto due stagioni in una: nella prima metà sono indiscutibilmente stati la miglior squadra della NFL, mentre nella seconda a causa di vari infortuni e scarsa lucidità sono sistematicamente incappati in prestazioni da squadra non proprio da playoff.
Come si sente la mancanza di Hopkins…
JJ Watt looks like a man trying to get back on the field. pic.twitter.com/9QqjH4zsQm
— Mark McClune (@MarkMcClune) December 13, 2021
Los Angeles Rams
Record: 12-5.
Cosa è andato bene: Non prendiamoci in giro, un record del genere ce lo aspettavamo e sono più che convinto che quasi chiunque considerasse la qualificazione ai playoff una mezza formalità per questi Rams: il divertimento inizia ora, hanno deciso di sacrificare il proprio futuro in funzione esclusivamente dei playoff, perciò dilungarsi in sproloqui sulla loro regular season non ha particolarmente senso.
Hanno uno dei migliori roster della NFL, è “naturale” che abbiano vinto una dozzina di partite.
Ah, quasi dimenticavo: prendete questa stagione di Cooper Kupp e chiudetela in una teca nel museo della Hall of Fame a Canton, Ohio.
Cosa è andato male: Recentemente sono rimasto particolarmente inquietato dalle prestazioni di Matthew Stafford: durante le ultime quattro partite Stafford ha lanciato lo stesso numero di touchdown ed intercetti – otto – mostrandosi spesso scriteriato con il pallone ed approssimativo nelle valutazioni.
Il giocatore visto fra dicembre e gennaio ricorda da vicino la sua peggior versione ai Lions, ossia quella di un supereroe ferito costretto a tenere in piedi da solo la baracca e, quindi, prono a strafare: Matthew, il pallone è tuo amico, proteggilo come se il tuo futuro in questa lega dipendesse da lui.
Uno dei grandi problemi di questi Rams lo si trova nella fatica con cui muovono le catene via terra: sono una delle poche squadre che non riesce a guadagnare più di cento rushing yard a partita e ciò, considerando l’importanza del gioco di corse nello schema di gioco di McVay, è alquanto grave.
Il ritorno di Akers potrebbe aiutare, o almeno, ciò lo spera chiunque tifi questa squadra: come visto recentemente sovraccaricare Stafford di responsabilità non sembra essere la migliore delle idee.
Voto: 8+. Mi sembra di essere stato un po’ largo di manica ché nell’ultimo mese i Rams sono stati tutt’altro che esaltanti: sapete cosa provi per Stafford, ma per fare strada ai playoff sarà necessario cambiare registro e ricominciare a trattare il pallone con il rispetto che merita.
Come nel caso dei Packers, la loro stagione comincia ora.
Matthew Stafford: "It was a tough environment for us to communicate in, really the entire second half."
The Rams were at home.
— Cameron DaSilva (@camdasilva) January 10, 2022
San Francisco 49ers
Record: 10-7.
Cosa è andato bene: Il fatto che circa due anni fa questi fossero ad un lancio di Garoppolo dal Lombardi Trophy può far sembrare in un certo senso doverosa e scontata la qualificazione ai playoff: ogni stagione, come già sapete, è una storia a sé e probabilmente nell’ultimo biennio nessun’altra squadra è stata perseguitata dagli infortuni tanto quanto i ‘Niners.
Quest’anno sembrava essere destinato a diventare l’odioso sequel del 2021 ma con grandissimo orgoglio e rabbia San Francisco è riuscita a compiere un mezzo miracolo vincendo sette delle ultime nove partite e guadagnandosi più che meritatamente l’accesso ai playoff: lo ammetto, dopo l’imbarazzante sconfitta rimediata contro i Cardinals di McCoy non sapevo più cosa dire per difendere Shanahan ed allievi, credevo che la loro stagione fosse finita lì.
San Francisco quest’anno ha giocato un buon football correndo con la solita brillantezza – settimi per rushing yard a partita – malgrado i continui infortuni ai running back: a proposito di running back, l’esplosione di Elijah Mitchell è stata una delle storie più belle dell’anno, vederlo correre – specialmente dietro Trent Williams – in modo così violento è tremendamente divertente.
L’efficacia delle corse ha permesso a Garoppolo – ed in alcuni momenti a Lance – di sfruttare la play action e, anche per questa ragione, solamente i Cincinnati Bengals hanno guadagnato più yard per tentativo delle 8.6 di San Francisco.
Il front seven ha mostrato buonissime cose opponendosi con brillantezza alle corse avversarie e portando costantemente pressione al quarterback: Nick Bosa è tornato se possibile più forte di prima e ciò non può che terrorizzare il resto della NFL.
Ultima cosa: Lynch, dai un assegno in bianco a Deebo Samuel, se l’è più che guadagnato.
Cosa è andato male: Considerando la piega che aveva preso la loro stagione, i vari infortuni e tutte le difficoltà con le quali hanno dovuto venire a patti, di cose andate male non ce ne sono poi così tante, anche se mi inquieta la situazione a cornerback: considerando il corpo ricevitori dei Dallas Cowboys, fossi un tifoso di San Francisco sarei parecchio preoccupato.
Ciò che più mi ha deluso quest’anno è stata la tendenza di Jimmy Garoppolo a lanciare intercetti oggettivamente stupidi e brutti nei peggiori momenti possibili: a Jimmy G è prima di tutto chiesto di non essere il motivo per cui San Francisco perde la partita e, in tutta sincerità, una dozzina di intercetti in 15 partite sono troppi.
Nelle ultime due partite giocate in regular season Garoppolo ha infatti lanciato ben quattro intercetti che mi hanno fatto accapponare la pelle.
Voto: 7,5. Se volete un riassunto della stagione dei 49ers vi basterà guardare l’ultima partita contro i Rams: inizio lento, da incubo, che li aveva spinti semi-definitivamente fuori dai playoff seguito da una rimonta tanto furiosa quanto brillante.
Hanno il talento e la creatività per battere chiunque in postseason e, permettetemelo, chapeau a Shanahan.
Trent Williams = King of The Trenches
Highest graded player in PFF History 👑#49ers || #FTTB pic.twitter.com/02HQMVRXAj
— OurSF49ers (@OurSf49ers_) January 11, 2022
Seattle Seahawks
Record: 7-10.
Cosa è andato bene: Quando i Seattle Seahawks di Pete Carroll-Russell Wilson non raggiungono i playoff potete stare certi che siano andate male giusto un paio di cose: ad un certo punto, credo di averlo detto più volte, avevo quasi cominciato a dare per scontata la loro qualificazione perché suvvia, sono pur sempre i Seattle Seahawks.
L’infortunio alla mano di Wilson non ha sicuramente aiutato, ma penso che molti di noi abbiano a più riprese avuto la sensazione che questi Seahawks siano arrivati alla fine di un ciclo che ad un certo punto sembrava essere destinato a protrarsi per l’eternità.
Cosa è andato male: Le ultime due partite hanno decisamente abbellito le statistiche, ma per lunghi periodi della stagione l’attacco faticava a rimanere in campo e, soprattutto, a mettere a referto punti.
Non ho idea di cosa li aspetti, non sono sicuro né che Wilson vada né che Wilson resti, così come non so che ne sarà di Carroll, la sensazione è che con la squadra assemblata negli ultimi anni non si vada da nessuna parte: eppure le individualità non mancano, possono pur sempre contare su Wilson, Metcalf, Lockett, Wagner, Adams e Diggs tutti potenziali All-Pro in ruoli chiave.
Avendo sacrificato fondamentali scelte al draft per la trade di Jamal Adams – che non ha sortito gli effetti desiderati ma ha indubbiamente arricchito il giocatore – dubito saranno in grado di rimpolpare la squadra al draft ed il loro approccio in free agency dipenderà, ovviamente, dal futuro di Russell Wilson: tutto ciò per dire che non sono sicuro avranno modo di restaurare una volta per tutte la linea d’attacco.
È molto strano commentare un loro record negativo, ma credo che ciò renda perfettamente idea di quanto magnifici siano stati per tantissimi anni.
Voto: 4,5. Il buon finale di stagione ha reso la pillola meno amara, ma appare chiaro che qualcosa si sia rotto a Seattle e che, forse, sia il caso di ricominciare da capo: se questo è il caso vorrei ringraziare – che poi sapete che ci dedicherei un articolo, perciò questo è solo un modo per scrivere qualche parola in più – Wilson e Carroll per aver dato vita ad una delle squadre più interessanti dell’ultimo decennio.
"My goal is to win more Super Bowls. And my plan is to win them here." – @DangeRussWilson 🙌 pic.twitter.com/3305jdqENI
— Seattle Seahawks (@Seahawks) January 6, 2022
NFC SOUTH
Atlanta Falcons
Record: 7-10.
Cosa è andato bene: Non troppe cose a parte l’esplosione di Cordarrelle Patterson e Kyle Pitts.
Seriamente, questa non è stanchezza, non vi sembra che tutte le stagioni degli Atlanta Falcons seguano lo stesso identico copione? Qualche vittoria qua e là – arrivata principalmente contro squadre nettamente inferiori – permette loro di concludere novembre a ridosso dei playoff salvo poi concludere la stagione con un filotto di sconfitte che li condanna ancora una volta all’anonimato.
Sono troppo forti per ricostruire e troppo scarsi per coltivare ambizioni importanti: questa zona grigia, cari lettori, è il purgatorio della NFL e quando una squadra finisce qua dentro uscirne è molto, molto, molto, MOLTO complicato.
Serve una scossa.
Cosa è andato male: Hanno concluso con una differenza fra punti fatti e subiti pari a -146: peggio di loro hanno fatto solamente i Jaguars, i Texans e le due newyorkesi.
Credo che questo dato possa metterci davanti al vero valore dei Falcons, sistematicamente sopraffatti da chicchessia squadra da playoff e, per questa ragione, pure quest’anno gravemente insufficienti.
Le cose che non vanno sono sempre quelle, un gioco di corse inadatto a rendere bilanciato ed imprevedibile l’attacco ed una difesa che non è né in grado di portare pressione al quarterback né capace di arrestare le corse avversarie.
Per concludere mi riallaccio a quanto detto nel paragrafo precedente: con Ryan under center saranno sempre e comunque troppo competitivi per pensare di ricostruire ma è altresì vero una squadra così lacunosa e povera di star power ambire ai playoff è impossibile.
Serve una scossa alla seconda.
Voto: 4,5. Ennesima stagione da Falcons passata ad orbitare attorno alla zona playoff per poi darsela a gambe durante il rush finale: ha senso continuare così? Non sarebbe il caso di ricostruire? Qual è l’upside di questa squadra, un 9-8?
Inspirational career advice from Dean Pees.
He was talking about coaching, but this advice applies for many professions. pic.twitter.com/R0xfdI1Jyx
— Atlanta Falcons (@AtlantaFalcons) January 6, 2022
Carolina Panthers
Record: 5-12.
Cosa è andato bene: Settembre è un bel mese, è il mese in cui ricomincia il football, è il mese in cui le giornate cominciano ad accorciarsi e la temperatura ad abbassarsi – fidatevi di me, voi che leggete all’infuori della Pianura Padana non avete idea di cosa significhi sopravvivere ad un’estate umida nel nord Italia -: insomma, si torna a vivere.
Ciò che contribuisce a rendere settembre un mese così magico e suggestivo è anche il classico inizio in quarta dei Carolina Panthers, quel genere d’inizio che ci porta sempre a pensare che questo sia l’anno buono, che questa volta abbiano finalmente trovato il quarterback giusto… poi arriva ottobre e, con il buio precoce, arriva pure la chiarezza.
È un peccato, quella difesa meriterebbe molto di più: è impossibile essere brillanti quando il proprio attacco per mesi interi non riesce a sostenere drive sufficientemente lunghi da permettere ai massicci lineman di tirare il fiato.
Football complementare, signori miei, football complementare.
Cosa è andato male: Lasciando perdere i New York Giants – a questo punto difficilmente considerabili una squadra di football – il gioco aereo dei Panthers è senza ombra di dubbio il peggiore della NFL: nessun’altra quarterback room ha infatti guadagnato meno yard per passaggio tentato – 6.0 -, New York Giants a parte.
Concludere il campionato con una percentuale di completi pari al 58.1% è semplicemente inaccettabile nel 2022.
Ovviamente i continui infortuni di McCaffrey – giocatore attorno a cui hanno costruito l’attacco – non aiutano, ma è fuori questione che né Newton né Darnold possano essere schierati titolari in NFL: eppure i playmaker ce li avrebbero, poter indirizzare il pallone a gente del calibro di D.J. Moore e Robby Anderson è un lusso di cui pochi quarterback possono fregiarsi, il problema è che dal primo addio di Newton non sono più stati in grado di trovare un signal caller degno di nome.
Ciò che più mi amareggia è che questo sarebbe anche un roster abbastanza competitivo, ma finché la situazione a quarterback è questa Carolina sarà condannata all’irrilevanza eterna.
Voto: 3,5. Penso siano i favoriti per il premio di squadra più inguardabile dell’anno: dopo l’esaltante 3-0 con cui hanno iniziato il 2021, hanno chiuso con un eloquente 2-12 che, fidatevi di me, resta un qualcosa di meno brutto che vedere il loro attacco all’opera.
Nel caso non fosse chiaro, senza un quarterback degno di nome non si va da nessuna parte.
Matt Rhule really needs to start thinking about his next steps. This is absolutely awful. pic.twitter.com/8jTt1EPCuL
— John Ellis (@1PantherPlace) December 12, 2021
New Orleans Saints
Record: 9-8.
Cosa è andato bene: Non ci si può che inchinare al cospetto dei Saints per quanto fatto vedere negli ultimi mesi.
Un sincero applauso va al reparto difensivo che pure quest’anno è stato costretto a caricarsi la squadra sulle spalle per provare a trascinarla ai playoff: lasciatemi sciorinare qualche statistica.
- Quarto passer rating più basso concesso ai quarterback avversari (81.7);
- Comodamente nella top ten per sack (46);
- Quarta miglior difesa per rushing yard concesse (93.5 a partita);
- Nessun front seven ha costretto i running back avversari ad un numero di yard per portata inferiore al loro spaventoso 3.7;
- Nella top ten per percentuale di terzi down convertiti (37.1%);
- Quarta miglior scoring defense del campionato (19.7 punti a partita).
Avrebbero meritato molto di più: non esagero a dire che una difesa del genere – abbinata ad un attacco presentabile – li renderebbe rognosi per chiunque ai playoff.
Cosa è andato male: Sciaguratamente per fare strada in questa lega è necessaria una parvenza d’attacco e, costretti a schierare gente come Taysom Hill – NON UN QUARTERBACK – e Trevor Siemian, i Saints non hanno mai avuto un gioco aereo sufficientemente efficiente per vincere partite di football americano: giusto per rendere l’idea, per tutta la stagione il loro miglior ricevitore è stato Marquez Callaway, buon giocatore che però non è in alcun modo considerabile – al momento – WR1.
La prolungata assenza di Kamara, unita ai tanti infortuni che hanno travolto la linea d’attacco, li ha condannati ad insistere su un gioco di corse tremendamente inefficace – 3.9 yard a portata – che ha di fatto affossato ogni loro speranza di arrivare ai playoff: è difficile vincere quando lo stato dell’arte del proprio attacco è questo.
Facciamo colletta per regalare un quarterback a Sean Payton?
Voto: 7. Hanno dato veramente tutto in una situazione tutt’altro che ideale arrivando ad una miracolosa rimonta dei ‘Niners di distanza dalla postseason.
Payton è uno dei più grandi allenatori del ventunesimo secolo ed il fatto che abbia tenuto così competitiva una squadra così lacunosa ci dice tutto quello che dobbiamo sapere sul suo valore: dategli un quarterback e solleverà il mondo. O un altro Lombardi, che ne so io.
⚜️ Evacuated for the first month of the season
⚜️ 58 starters (most in NFL history)
⚜️ 4 starting QBs
And still, our squad fought till the very end.Thank you for the incredible support this season #Saints fans 🙏 pic.twitter.com/m3pD6w3SQw
— New Orleans Saints (@Saints) January 10, 2022
Tampa Bay Buccaneers
Record: 13-4.
Cosa è andato bene: Sappiate che sto digitando quello che sto per digitare ridendo istericamente: Tom Brady, a quarantaquattro – quattroquattro – anni d’età ha appena messo insieme una delle migliori stagioni della propria carriera guidando il secondo attacco più prolifico della NFL, nonché l’unico gioco aereo capace di guadagnare più di 300 yard a partita.
La linea d’attacco, consapevole dell’età del proprio quarterback, ha concesso il minor numero di sack malgrado il maggior numero di passaggi tentati della lega: concedere 23 sack su 731 dropback è semplicemente mostruoso.
Brady, in media, subisce un sack 3.1 volte ogni 100 lanci tentati: disgustoso!
Sono i campioni in carica e, per questa ragione, i favoriti; posseggono il miglior giocatore e quarterback della storia della NFL, uno per cui i playoff sono oramai diventati routine, come si fa a non vederli come favoriti?
Cosa è andato male: Sono un po’ preoccupato per il gioco di corse, molto più asettico di quanto potessi credere: certo, finché c’è Brady under center a spedire il pallone in orbita circa seicento volte a partita non ci sono particolari ragioni per far pesante affidamento sui propri running back, però sono convinto che chiunque ricordi l’importanza ricoperta dal gioco di corse durante l’ultima cavalcata ai playoff.
Ok, sto facendo il pignolo quando sono ad un centinaio scarso di parole dal termine di un articolo che ad un certo punto credevo non finisse mai, perciò forse è meglio che mi fermi qua: cosa posso farci se quando c’è Brady coinvolto mi aspetto sempre e comunque la perfezione?
Voto: 8+. Hanno faticato più spesso che non ed ho paura che l’assenza di Godwin – unito alla dipartita di Brown – si farà sentire durante la postseason; in ogni caso hanno fatto quello che ci aspettavamo facessero e non c’è molto da dire, pure quest’anno sono fra i favoriti per il Super Bowl.
Ho finito!
Tom Brady in his age 44 season:
– 485/719 (67%)
– 5,316 passing yards (1st in NFL)
– 43 TD passes (1st in NFL)
– 2 rushing TDs
– 12 INTs
– 102.1 passer rating pic.twitter.com/ICm8ra65Nb— Ari Meirov (@MySportsUpdate) January 10, 2022
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
SEAHAWKS : Curioso di vedere cosa farà Russell Wilson in post -season
PACKERS : Chissà se sarà l’anno buono per l’omeopatico
Chicago: 4
Detroit: 5
Green Bay: 8
Minnesota: 4
Dallas: 7
New York: 4
Philadelphia: 6
Washington: 5
Arizona: 7
Los Angeles: 7
San Francisco: 7
Seattle: 5
Atlanta: 5
Carolina: 4
New Orleans: 6
Tampa Bay: 7
Con la Nfc sono stato un po’ più cattivo: ho elargito più 4! La delusione più grande è Minnesota, che nel pronostico settembrino avevo incautamente messo come vincitrice divisionale.
Amico mio, benvenuto nel club di gente sedotta e delusa dai Minnesota Vikings.
Che spreco di talento.
Ah ah!
Che poi, per buona parte della stagione, hanno perso partite con uno scarto minimo, magari all’ultima giocata o al supplementare: ero convinto che fosse solo sfortuna e che alla fine sarebbero comunque arrivati ai playoff. Mi sono arreso solo alla week 16!