Nella sedicesima settimana di regular season, Bills e Patriots si sono affrontati per la seconda volta e in questa occasione, Buffalo ha intascato una vittoria di 33-21. Il primo scontro tra le due franchigie, durante la week 13, si era concluso 14-10 per New England: l’attacco dei Bills aveva ripetutamente perso occasioni per portare il punteggio dalla propria parte mentre i Patriots hanno sfruttato solo ed esclusivamente il gioco di corsa con Mac Jones che effettua 3 lanci in tutta la partita. Una sconfitta che è rimasta bloccata in gola ai Bills.
Indiscutibilmente Buffalo è arrivata a Foxborough con la voglia di redimersi e guadagnarsi un metaforico bicchiere d’acqua per mandare giù il boccone amaro, ma questo secondo match aveva un peso molto maggiore di una semplice faida divisionale per entrambe le squadre.
I Bills entravano con un record di 8-6 mentre i Patriots, primi nell’AFC East, detenevano un record di 9-5. In aggiunta, Buffalo aveva alle spalle una stagione a dir poco altalenante, mettendo continuamente in campo performance da un estremo all’altro della scala di giudizio. New England, dal canto suo, dopo un inizio traballante (comprensibile visto il rookie QB) ha centrato una serie di 7 vittorie fermata dai Colts nella quindicesima settimana di campionato.
Non solo quindi si lottava per il primo posto divisionale – e tutto ciò che implica a livello di playoff picture –, ma anche per dare prova della propria credibilità agli occhi del resto della lega.
Come anticipato, i Bills hanno vinto con un vantaggio di 12 punti, equivalenti a minimo due possessi di palla, ma durante la partita non c’è mai stata un’effettiva possibilità di rimonta per i padroni di casa, a partire dall’eccellente performance del quarterback avversario. Ottima giornata per chi aveva Josh Allen nella propria squadra di fantasy football: 30/47 lanci completati per 314 iarde, 3 TD e nessun intercetto per un total quarterback rating di 85.0. A questo vanno aggiunte altre 64 iarde di corsa.
Buffalo non ha solo giocato un buon football ma anche uno “smart football” e ciò va riconosciuto a McDermott e il resto del coaching staff. Il punto focale della strategia difensiva doveva essere quello di fermare categoricamente ogni tentativo avversario di instaurare un gioco di corsa e forzare invece Mac Jones a lanciare – memori che la volta precedente il rookie QB aveva solo fatto presenza.
Non avendo stabilizzato le corse, ed essendo in svantaggio, Belichick è quindi stato obbligato a chiamare giochi di lancio per tentare di colmare il divario sul tabellone. Jones finisce infatti con un record di 14/32 lanci completati per 139 iarde, 0 touchdown e ben 2 intercetti. Il rookie ha anche subito un sack.
Flick of the wrist.
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Molti si sono accaniti su Mac Jones e la sua performance a dir poco deludente, un po’ per l’atteggiamento tenuto dal QB in vista delle 7 vittorie sostenute, un po’ per quanto sono stati fomentati la squadra e l’allenatore da fan e commentatori. Nessuno è qui per fare la morale ad altri ma è necessario tenere presente che Jones è comunque un rookie e che tra i QB acquistati nel draft di quest’anno è colui che effettivamente ha dato prova di performance degne di nota. Sarebbe più giusto quindi focalizzarsi su certe decisioni di Bill Belichick.
Restando nell’ambito dei due match divisionali tra le franchigie, Belichick avrebbe potuto dimostrare un po’ più di fiducia in Jones nella week 13, invece che fargli totalizzare un quantitativo di 19 iarde lanciate. La prima partita è terminata con soli 4 punti di differenza: qualche lancio in più avrebbe potuto ampliare questo divario e consolidare la posizione di leader del QB agli occhi della squadra – ruolo mai colmato fino in fondo dalla dipartita di Brady.
In merito all’ultima partita, invece, una delle tante modifiche che si potevano apportare, per esempio, riguarda la marcatura del WR Isaiah McKenzie. Fin dall’inizio era chiaro che Miles Bryant (CB) soffriva di un deficit di velocità rispetto al ricevitore di Buffalo ma la disposizione dei giocatori è comunque rimasta inalterata.
Thread it. 👀
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Soffermandoci un attimo su McKenzie, i Bills devono ringraziare Cole Beasley e le sue drastiche affermazioni e irresponsabili azioni a proposito del virus. Costretto a casa per 10 giorni nella Covid list è stato sostituito dall’ex giocatore di Denver e, stando alla sua performance, Beasley potrebbe passare dalla “lista covid” alla panchina. Isaiah, key player della partita insieme ad Allen, ha completato 11 ricezioni su 12 per un totale di 125 iarde e 1 TD. Gli altri due touchdown su lancio sono ricezioni di Diggs e Knox mentre la quarta ed ultima meta di Buffalo è una corsa del running back Singletary.
Davvero nessuna chance di vittoria per New England. Basti pensare che Buffalo non ha mai calciato un punt in tutta la partita e che sui 9 drive giocati solo 3 sono terminati senza punti aggiuntivi sul tabellone: uno perso per down e i restanti due coincidono con la fine del secondo e dell’ultimo quarto quando l’obiettivo era far scorrere il tempo.
Pro Bowl alternate makes the INT.
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Al contrario, i Patriots sono stati bloccati su ogni fronte dalla difesa dei Bills. Sono riusciti a varcare la soglia dell’end zone tre volte ma non hanno mai potuto trovare il ritmo di gioco e i due intercetti non hanno fatto altro che infossarli ancora di più.
Come se non bastasse, in determinati momenti chiave sono state commesse penalità debilitanti come un encroachment che ha dato all’offence di Buffalo la possibilità di convertite un quarto down con successo e poi concludere il drive con 7 punti. New England è stata surclassata su ogni fronte, anche quello del tempo di possesso: 35 minuti contro 25. Una disfatta morale più che di punteggio finale.
Siamo tutti consapevoli che la regular season è nella sua fase finale e che questi sono i risultati che contano davvero: come direbbe Scott Hanson ci troviamo nella “witching hour” del campionato. Buffalo, dopo questa vittoria, ha preso possesso del primo posto dell’AFC East, primeggiando su New England grazie ai record divisionali.
Con un record di 9-6 i Bills ottengono quindi il quarto posto nell’AFC playoff picture superati da Bengals (9-6), Titans (10-5) e Chiefs (11-4). A condividere lo stesso record 9-6 sono i Colts e New England, rispettivamente primo e secondo posto tra le Wild Card.
Le due partite rimanenti sono potenzialmente fonte di successi sia per i Bills (Falcons e Jets) sia per i Patriots (Jaguars e Miami), perciò se entrambe le franchigie vincessero nelle prossime due settimane i Bills si assicurerebbero l’attuale primo posto divisionale.
Potrebbe esserci ancora qualche incertezza sul posizionamento per accedere ai playoff visti i continui colpi di scena provenienti dall’AFC North. Sembra però quasi assoldato che Buffalo accederà alla post season anche se, vista l’incostanza tenuta nel campionato, è estremamente difficile fare previsioni quantomeno fondate su come sarà la loro scalata al Super Bowl.
Possiamo dire invece che se il livello mostrato nella week 16 fosse mantenuto costante sarebbe ipotizzabile una contesa dell’AFC championship uguale a quella dell’anno scorso.
Quello che mi preoccupa dei Bills è che tutte le vittorie sono arrivate con largo margine, mentre le partite con max 7 punti di scarto le hanno perse tutte: sembrano poco freddi quando bisogna gestire le situazioni delicate.
A Beasley non rinuncerei mai: giocatore molto più importante di quanto dicano i numeri.
Al s. b. ci spero, anche se temo i Chiefs e forse ancora di più i Colts (visto come ci hanno annientato un mesetto fa).
L’accanimento su Mac Jones è figlio dell’ingiustificato hype che si è creato su di lui per un po’ di dink & dunk e dalla voglia di new England di giustificare l’addio di Brady ancora in forma. Le 7 vittorie sono figlie dei tanti turnover forzati dalla difesa nei match precedenti.