È stata una domenica estremamente strana quella che abbiamo vissuto, una domenica in cui tantissime squadre favorite dai pronostici – i miei in primis che più che pronostici sono vere e proprie condanne a morte – sono incappate in sgradevoli sconfitte, ma prima di cominciare permettetemi di porre le mie più sentite congratulazioni ai ragazzi della nazionale che hanno vinto l’europeo di football americano battendo con un palindromo 41 a 14 la Svezia a casa loro: complimenti al Blue Team, l’unico dispiacere è che questo 2021 sia destinato a finire a breve!
È successo: i New Orleans Saints hanno sorpreso i campioni in carica Tampa Bay Buccaneers imponendosi 36 a 27 al termine di una partita nella quale il povero Jameis Winston ha sofferto un grave infortunio al ginocchio che, potenzialmente, potrebbe costargli la stagione.
Il buon Jameis ha lasciato la contesa ad inizio del secondo quarto quando il punteggio era inchiodato sul 7 a 7 e con Siemian under center le già striminzite speranze di vittoria sembravano essere evaporate definitivamente: non avevo tenuto in considerazione l’orgoglio del reparto difensivo che con commovente tenacia ha costretto Tom Brady più volte all’errore.
Uno strip sack prima ed un intercetto dopo hanno permesso ai Saints di raccogliere nove punti – extra point fallito – che li ha catapultati alla pausa lunga sul 16 a 7: la seconda metà di gioco si è aperta con uno scambio di touchdown che, di fatto, non ha modificato in alcun modo il passivo che i Buccaneers, sorprendentemente, si trovavano costretti a colmare.
L’attacco dei Saints, prevedibilmente, ha cominciato a tentennare ed i Buccaneers sempre più consci del loro infinito potenziale hanno cominciato a produrre punti grazie ad un paio di touchdown firmati da Mike Evans e Cyril Grayson ai quali i Saints hanno risposto con due piazzati, l’ultimo dei quali arrivato con poco meno di due minuti rimasti da giocare.
Due punti da recuperare, un centinaio di secondi sul cronometro e palla a Tom Brady: finale già scritto?
Nemmeno per sogno, poiché il secondo passaggio di Brady nel drive ha trovato le mani di P.J. Williams che, voracemente, ha riportato il pallone in end zone per la più sorprendente delle pick six: sopra di nove punti con un minuto e mezzo da giocare, i Saints si sono tolti la soddisfazione di sopprimere l’ultimo disperato tentativo di rimonta ospite con un paio di sack che hanno consegnato una vittoria tanto importante quanto insperata ai padroni di casa.
New Orleans si conferma così bestia nera dei campioni in carica, finora mai capaci di batterli in regular season con Brady al comando, anche se il futuro della squadra della Louisiana appare più precario che mai in luce dell’infortunio di Jameis Winston: riprendenti in fretta Jaboo.
A proposito di sorprese, che dire dell’incredibile vittoria dei Jets sui lanciatissimi Bengals? Una settimana dopo aver umiliato i Baltimore Ravens, Burrow e compagni sono stati battuti 34 a 31 da dei volonterosi ed arcigni New York di Mike White: il giovane quarterback mi ha impressionato poiché è stato capace di scrollarsi di dosso due brutti errori nei primi minuti di gioco guidando metodicamente il proprio attacco su e giù per il campo contro una difesa che, ve lo confesso, mi ha inconsolabilmente deluso.
La sequenza decisiva ha avuto luogo nell’ultimo quarto di gioco, quando i Bengals sopra di 11 punti prima hanno concesso un incredibile touchdown all’equilibrista Ty Johnson e poi, nel drive successivo, hanno immediatamente restituito il possesso ai padroni di casa grazie ad uno sciagurato intercetto di Burrow: Mike White, giustamente esaltato, ha dato prova di possedere apprezzabile killer instinct trovando immediatamente i sei punti grazie ad un touchdown dell’ex-Tyler Kroft impreziosito da una conversione da due – un simil Philly Special – ricevuta propria dal quarterback.
Cincinnati, frastornata e giustamente confusa, non è stata in grado di andare oltre al punt ed ai Jets per portarsi a casa la seconda vittoria stagionale è bastato guadagnare un paio di fondamentali primi down: che spettacolo questa AFC signori miei, questa è l’ennesima partita in cui una squadra reduce da una vittoria iper-esaltante viene riportata con veemenza sulla terra da una bizzarra sconfitta arrivata per mano di una squadra nettamente sfavorita… sulla carta.
Continuano a vincere i Tennessee Titans che con grandissima razionalità hanno compensato ad un inizio di partita traumatico che ha visto i Colts volare sul 14 a 0 rimontando e vincendo ai supplementari 34 a 31.
Fino a questo momento non aveva assolutamente sfigurato, va detto, ma quanto combinato ieri da Carson Wentz è ingiustificabile, poiché con la partita in bilico l’ex-Eagles ha prima lanciato una sanguinosa pick six a cui ha poi “rimediato” architettando un buonissimo drive che ha portato la contesa ai supplementari: una volta lì, dopo uno scambio di punt, Wentz ha lanciato un altro folle intercetto che ha restituito il pallone ai Titans in zona field goal e Bullock, finalmente affidabile e consistente, non ha avuto problemi a regalare ai compagni la sesta vittoria stagionale.
Una sconfitta del genere non può che spezzare il cuore ai Colts che malgrado l’ottimo lavoro di contenimento su Derrick Henry – 28 portate per 68 misere yard – non sono stati in grado di vincere un testa a testa divisionale già potenzialmente fondamentale: chapeau a Tennessee che in un pomeriggio estremamente complicato non ha mai perso la testa.
Le grandi squadre fanno esattamente questo.
Tornano finalmente a vincere i Carolina Panthers, passati 19 a 13 sugli Atlanta Falcons a termine di una partita non particolarmente esaltante dal punto di vista offensivo: Darnold, anche ieri in seria difficoltà malgrado un’apprezzabile brillantezza sul terzo down, non è più quello d’inizio stagione ma fortunatamente può contare su un reparto difensivo di primissimo livello che ha contenuto magnificamente l’attacco dei Falcons.
Mi prendo qualche riga per parlare della mesta situazione Ridley: il fortissimo ricevitore dei Falcons non è sceso in campo a causa di debilitanti problemi di salute mentale che lo hanno costretto ad annunciare il momentaneo ritiro dall’attività agonistica.
Non saprei indicarvi una possibile data di ritorno, l’unica cosa che mi interessa è che Calvin riesca a ritrovare la serenità che ogni essere umano meriterebbe: è impossibile scendere in campo in condizioni del genere e lo ammiro per il coraggio necessario per prendere una decisione del genere.
Rimettiti Calvin, siamo con te.
Vittoria sofferta, più di quanto possa indicare il punteggio finale, quella dei Bills sui Dolphins: il 26 a 11 finale è figlio di un paio di touchdown arrivati negli ultimissimi minuti di gioco.
Per più di metà partita, infatti, entrambi gli attacchi hanno faticato enormemente a muovere le catene con consistenza ed il primo touchdown della giornata è arrivato con pochi minuti rimasti da giocare nel terzo quarto: Miami, incapace di reagire, è crollata nella parte finale dell’ultimo quarto quando Buffalo ha messo insieme tre scoring drive, due dei quali culminati in end zone.
Miami è nel caos più totale e non credo che le continue voci che li associano a Watson aiutino una squadra che sull’1-7 sembra aver definitivamente gettato al vento quella che avrebbe dovuto essere la stagione della definitiva consacrazione.
Finalmente, San Francisco: contro dei buonissimi Bears i ‘Niners tornano al successo imponendosi 33 a 22.
La contesa è stata combattuta ed aperta fino al momento in cui San Francisco ha cominciato a marciare metodicamente lungo il campo trovando sempre i sei punti grazie a due touchdown di corsa di Garoppolo a cui ne va aggiunto uno del rookie Mitchell: Chicago, a quel punto, non è stata in grado di rispondere colpo su colpo finendo così per soccombere.
Ottimo successo quello degli Steelers sui Browns: il 15 a 10 ci mette davanti ad una partita estremamente combattuta nella quale a fare la voce grossa ci hanno pensato i reparti difensivi.
Roethlisberger, facendo pesante affidamento sul gioco di corse gestito da Najee Harris, non si è preso alcun rischio mentre la difesa, malgrado i ritorni di Mayfield e Chubb, è stata autrice di una prestazione magistrale nella quale ha costretto l’attacco avversario ad un complicato 3 su 12 su terzo e quarto down: Pittsburgh, dopo un inizio di stagione estremamente deprimente, sta riuscendo a risalire la china anche se rimango convinto che l’attacco dovrà fare di più da qui alla fine della stagione.
Poco da dire sull’imbarazzante 44 a 6 con cui i Philadelphia Eagles hanno massacrato i Detroit Lions: non c’è stata partita, tutto qua, Detroit è stata annichilita da una squadra nettamente più brillante dal punto di vista tecnico.
Mi risulta difficile commentare una partita nella quale Jordan Howard, nel 2021, ha messo a segno due touchdown: Detroit, dopo la buonissima prova contro i Los Angeles Rams, non è semplicemente scesa in campo.
Continuano a vincere i Los Angeles Rams: i figli di McVay si sono sbarazzati dei Texans imponendosi 38 a 22.
L.A., scappata sul 38 a 0, ha tolto il piede dall’acceleratore concedendo 22 punti in otto minuti all’attacco dei Texans: sugli scudi pure ieri Stafford – 3 touchdown e nessun turnover -, Henderson, Kupp e Woods, insomma, l’intero reparto offensivo.
Non credo che concedere così tanti punti in così poco tempo sia un qualcosa su cui McVay soprassederà, ma mi preme notificarvi che il garbage time è definito come tale proprio per questo motivo, succedono cose che normalmente, con la partita ancora competitiva, sono imponderabili.
Sorprendente, fino ad un certo punto, vittoria dei Patriots sui Chargers: 27 a 24 il punteggio finale di uno scontro nel quale l’attacco dei Chargers è apparso spesso fuori sincro.
Los Angeles, come spesso succede, non è stata in grado di difendere le corse concedendo agli avversari il controllo del cronometro: Herbert, in situazioni del genere, sembra voler strafare tentando di percorrere il campo nel minor tempo possibile ed essere un quarterback frettoloso non è mai un buon modo per interpretare la posizione più difficile nello sport, soprattutto contro una difesa di Bill Belichick.
Mac Jones, malgrado una percentuale di completi sotto il 50% e nessun touchdown, ha fatto quello che doveva fare – ossia prendersi cura del pallone – anche se a vincerla ci ha pensato il reparto difensivo che ha messo a segno il touchdown della vittoria con una ben assestata pick six: Phillips, ex di giornata, si sarà tolto una soddisfazione enorme ad intercettare due passaggi.
Vittoria tanto netta quanto importante quella dei Seattle Seahawks sui Jacksonville Jaguars: 31 a 7 il punteggio finale di una partita mai in discussione, soprattutto nel momento in cui il buon James Robinson è stato estromesso dalla partita a causa di un infortunio al tallone.
Geno Smith ieri è stato veramente efficiente ed affidandosi con insistenza su lanci corti ad alta percentuale ha permesso ai compagni di scappare via pressoché immediatamente: povero Trevor Lawrence, è difficile avere successo in una squadra del genere, mentre per Seattle questa vittoria serviva come il pane in quanto dopo il bye week potrebbe tornare Wilson.
Tornano al successo pure i Denver Broncos, passati 17 a 10 su Washington al termine di una vera e propria battaglia difensiva vecchio stile.
Denver ha trovato il vantaggio decisivo a circa cinque minuti dal termine con un touchdown di Melvin Gordon: da lì in poi è salita in cattedra la difesa che malgrado un sanguinoso fumble di Gordon nella propria red zone ad una manciata di secondi dal termine ha alzato la saracinesca tenendo gli avversari fuori dalla end zone in due drive consecutivi.
A sorpresa, Dallas Cowboys, ma lasciatemi chiarire: Dallas, senza Dak Prescott, è passata 20 a 16 sui Minnesota Vikings guidata da Cooper Rush.
Minnesota, dopo un esaltante inizio coinciso con un immediato touchdown, è semplicemente scomparsa dal campo convertendo solamente uno dei 13 terzi down giocati: Dallas, sospinta dalla brillantezza del reparto difensivo, con calma e metodicità ha risalito la china trovando la vittoria in extremis grazie ad un pazzesco touchdown di Amari Cooper.
Ovviamente la speranza di tutti è che Dak torni il prima possibile, ma che vittoria questa: senza il proprio quarterback, contro un’avversaria in grado di trovare la end zone senza troppi problemi, Dallas ha giocato da grande squadra mettendo insieme una prestazione pressoché perfetta in tutti e tre i reparti.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Che spettacolo i jets.. cinci vs browns (qualche droppata di landry coi steelers? )alla prossima , partita cruciale… occorre portare a casa la win vs minnesota
Complimenti alla nazionale italiana!!! Mi hanno detto che è pure finita nel tg serale di La 7!!!
Tre considerazioni:
– A Buffalo è successa una cosa simile a quella di San Francisco la settimana scorsa: punt dei Dolphins, il ricevitore dei Bills pasticcia e torna nella propria endzone, touchback. Per me è un buco di regolamento che andrebbe sfruttato: ricevi palla vicino alla tua endzone e non hai possibilità di ritorno? Fai qualche passo all’indietro, touchback e riparti dalle 25 yard.
– Il kicker di Pittsburgh si è fatto male e la squadra non ha potuto calciare nemmeno gli extra point. Qualche settimana fa, Indianapolis ha perso a Baltimore perché aveva il kicker azzoppato. Ma non possono allenare qualcuno che calci in situazioni di necessità? Non si dice da lontano, ma perlomeno gli extra point.
– Qualcuno ha capito cosa sta succedendo con la causa di St. Louis alla Nfl per il trasferimento dei Rams? Sento dire che potrebbero essere costretti a dare una 33^ franchigia a St. Louis, ma questo sarebbe un bel problema: non solo una division da 5 squadre, ma anche una squadra che sarebbe costretta al riposo ogni settimana.
Opinione personale:
1- a me quelle sembrano Safety molto più che touchback. Però il regolamento dice che la Safety avviene quando un giocatore ha il possesso di palla e torna nella propria end zone; il ritornatore che la tocca rende la palla “on” ma nello stesso tempo non ne ha il possesso, quindi se la palla rotola in meta e viene presa da un avversario è TD, ma se viene ricoperta dal ritornatore è Touchback. Se il ritornatore avesse il possesso fuori dalla end zone, e tornasse volontariamente nella propria area di meta e venisse placcato, allora sarebbe Safety… ma davvero è una interpretazione ballerina.
2- Kicker e Punter sono l’uno riserva dell’altro in depth chart. Entrambi hanno una certa preparazione per svolgere il ruolo dell’altro. Purtroppo negli ultimi anni si è diffusa la moda che il punter sia anche holder nei FG (una volta era il QB di riserva) quindi se il K si infortuna, serve anche un holder di riserva, il che rende la trasformazione dei FG da lontano pura utopia (non tanto per il P che potrebbe pure avere la gamba, ma per la mancanza di holder che è ruolo fondamentale). Ciò nonostante, l’esigua distanza da cui si calciano gli Extra point renderebbe possibile con buona percentuale la conversione, anche senza un holder di esperienza. Ricordando che un EP lo può sbagliare chiunque, anche un K di grande esperienza! Nel caso di Pittsburgh penso piuttosto che quel vecchio volpone di Tomlin abbia sfruttato la situazione per tenere alta l’aggressività dei suoi e sfruttare la psicologia del “tutto o niente”, che non per una effettiva impossibilità di trasformare un EP.
3- Non sono a conoscenza della vicenda, ma credo che con tutte le centinaia di milioni di dollari che girano attorno a una expansion, potranno permettersi fior di matematici e statistici per far quadrare le division dispari!
Grazie per l’esaustiva risposta :) .
Mike White è stato la sorpresa della giornata, forse la difesa dei Bengals non era pronta ai suoi tempi di gioco.
L’attacco dei Jets con lui si è mosso meglio, però un qb va valutato nell’arco di piú partite.