Mai prima nella storia della NFL uno Stadio era stato il teatro di tre Championship consecutivi e nemmeno un Team era riuscito a disputare per tre stagioni di fila il match valido per il titolo della propria Conference tra le mura amiche, con i propri tifosi a sostenerli e cercare di accompagnarli ancora una volta verso la famigerata terra promessa.

Ce l’hanno fatta i Kansas City Chiefs ieri, al termine di una partita combattuta, riapertasi all’improvviso dopo l’uscita di scena di uno dei suoi protagonisti più attesi, l’MVP del Super Bowl LIV Patrick Mahomes, costretto ad abbandonare il terreno di gioco a metà del terzo periodo, dopo aver condotto le danze, lanciato per 255 yards, 1 touchdown pass, ed esser diventato il primo giocatore ad aver segnato sia su corsa che su passaggio per tre partite consecutive dei playoffs da Steve Young, quarterback dei 49ers che completò l’impresa nella postseason 1995.

Con lui in campo il team allenato da Andy Reid ha impersonato nuovamente il ruolo di schiacciasassi lasciando poco scampo alla difesa dei Cleveland Browns per tutto il primo tempo e soprattutto nei primi due drive, nei quali oltre a spiccare la statistica strappata dal numero 15, 11 passaggi completati su 12 tentativi, ha impressionato la facilità con cui la offense ha guadagnato terreno ad ogni snap, avanzando sul manto erboso senza subire alcun tipo di intoppo.

Una cavalcata che già nella prima serie ha confermato il trend stagionale dei Chiefs, capaci di andare a segno in 38 occasioni su 39 apparizioni in redzone durante la regular season, e ancora una volta abili a concludere in maniera positiva il drive iniziale della partita, con una corsa vincente da 1 yard di Mahomes, che dopo aver impegnato la defense avversaria sulla sinistra si mette in moto sul lato opposto e senza sfruttare l’eventuale option fornitagli dal runningback entra camminando in endzone, facendo leva sulla poca reattività dei difensori Browns, per lungo tempo assenti ingiustificati.

Leit motiv che tiene banco anche nel secondo possesso di Kansas City, dopo che l’attacco di Cleveland si era mosso macchinosamente sul campo riuscendo ad entrare nella metà dei padroni di casa solo grazie ad una ricezione lunga di David Njoku, ricordatosi improvvisamente di essere un giocatore di talento e capace di portare i suoi in una zona piuttosto agevole per calciare un field goal da 46 yds prontamente trasformato da Cody Parkey nel down successivo all’ottima giocata di cui si è reso protagonista L’Jarius Sneed, matricola che ha ricacciato gli ospiti sulle 35 con un blitz eseguito alla perfezione.

Avanti 6-3 i Chiefs continuano, come anticipato, a macinare yards e si portano nuovamente a ridosso della redzone avversaria grazie ad un big play di Mecole Hardman, maggiormente coinvolto vista l’assenza forzata di Sammy Watkins e capace di guadagnare 42 yds dopo aver ricevuto un passaggio dietro la linea di scrimmage ed essersi involato sulla sideline di destra; con un gioco fotocopia sarà sempre il numero 17 a condurre i suoi sulle 22 di Cleveland, poco prima che Mahomes eviti un fumble sanguinoso a 11 yards dall’endzone aggiustandosi l’ovale dopo uno snap leggermente largo sulla destra e servendola a Tyreek Hill per un guadagno che, seppur minimo, permette a Kansas City di mantenere il possesso della palla e allungare ad inizio secondo quarto, grazie ad un’esecuzione perfetta su una square di Travis Kelce, bravo ad eludere gli avversari ed involarsi verso l’area di meta completando una ricezione da 20 yards.

Harrison Butker questa volta non sbaglia l’extra point e i Browns si ritrovano sotto di 10 punti, con una difesa che non riesce ad arginare in alcun modo la offense di Reid e l’attacco che continua a non trovare il bandolo della matassa, limitato delle attenzioni particolari dedicate a Jarvis Landry e dalla difficoltà di Baker Mayfield di trovare i propri wide receiver a causa della continua pressione cui è soggetto da parte del front seven di KC che gli concede solo una giocata lunga sul rookie Donovan Peoples-Jones, autore di una presa da 23 yards.

Mentre Cleveland fatica la franchigia del Missouri continua a giocare sul velluto, almeno fino a quando un holding offensivo fischiato al lineman Nick Allegretti sembra inceppare il gameplan perfetto impostato dal coaching staff e costringe Mahomes a cercare qualche giocata personale, come la corsa con la quale conquista un abbondante primo down ma da cui si rialza zoppicando vistosamente; acciaccato il prodotto di Texas Tech perde un po’ di lucidità e dopo due incompleti, assillato da una defense avversaria finalmente risvegliatasi dal letargo di inizio partita, completa un pass corto per Darrell Williams placcato selvaggiamente da Adrian Clayborn per una perdita di 5 yards che obbliga i Chiefs ad accontentarsi di un field goal, realizzato da 50 yds di distanza da Butker.

L’azione messa a segno dall’ex defensive lineman dei Buccaneers suona la sveglia per i ragazzi di coach Stefanski, alla prima apparizione ai playoffs dopo lo stop forzato dovuto al Covid che lo ha costretto a saltare la Wild Card contro gli Steelers, che riescono a trovare un po’ di ritmo anche in attacco con il quarterback che sfrutta lo stato di grazia del già citato Njoku per muovere la catena e cercare di riportare sotto i Browns, ad un passo dal rimettersi in gioco con una ricezione lunga di Rashard Higgins che dopo aver messo le mani sull’ovale prova a raggiungere l’endzone in extension.

Il risultato per Cleveland non è purtroppo dei migliori e nel tentativo di toccare il piloncino il numero 82 viene colpito dalla safety Daniel Sorensen e perde la palla che rimbalza verso il fondo del campo tramutando un potenziale touchdown in un touchback che restituisce il possesso ai Chiefs; a poco servono le ripetute review della crew arbitrale, impossibilitata a cambiare l’esito della chiamata effettuata sul terreno di gioco nonostante le immagini rallentate evidenzino un chiaro intervento falloso da parte del giocatore di Kansas City, che con il casco colpisce lateralmente l’elmetto dell’ex WR di Colorado State. Da un possibile targeting con annessa espulsione si passa così ad un first down per Mahomes e compagni, pronti a sfruttare l’episodio e capitalizzare con un nuovo calcio di Butker, che questa volta centra i pali da 28 yds di distanza consentendo al team casalingo di portarsi sul 19 a 3 prima dell’intervallo.

Al rientro dagli spogliatoi la maledizione “only in Cleveland” trova nuova linfa con il primo errore di Mayfield che non scorge Tyvan Mathieu e confeziona uno di quei lanci che le safety amano a dismisura, leggermente arretrati per il wide receiver, in questo caso Landry, ma facilmente alla portata dei difensori che osservano l’azione frontalmente e sono in grado di risalire velocemente il campo anticipando qualsiasi giocata dell’avversario, cosa che puntualmente fa il numero 32 con un intercetto seguito da un repentino ritorno che riconsegna la palla all’attacco sulle 19 dei Browns.

I Chiefs, stranamente, questa volta non sfruttano il turnover e dopo una run contenuta di Hardman, 4 yards, cui si aggiungono due pass incompleti del quarterback, allungano la momentanea striscia di errori sbagliando un field goal da 33 yards con il kicker al quarto anno da Georgia Tech; una sorta di scampato pericolo che rinvigorisce i ragazzi di Stefanski, che vede premiata la sua abilità nel tenere alta la concentrazione dei suoi nonostante il momento tutt’altro che positivo nel drive immediatamente successivo, quando un redivivo Jarvis Landry sfrutta l’ottimo lavoro fatto in mezzo al campo da Nick Chubb, due portate per 41 yds totali, e Rashard Higgins, presa da 18 yards, completando una ricezione da 4 yds sul lato destro dell’endzone avversaria che riporta sotto i Browns.

Sul 10 a 19 Cleveland inizia ad intravedere lo spazio per intavolare una possibile quanto insperata rimonta, e la speranza cresce dopo che Mahomes, fin li determinante, si rialza stralunato in seguito ad una corsa con annesso intervento al limite di Mack Wilson che lo costringe a concludere anzitempo il match a causa di un movimento innaturale del collo e ad un impatto, piuttosto violento, con il retro del casco sul terreno; le inquadrature parlano chiaro, come lo sguardo assente del 15, che abbandona il terreno di gioco, viene visitato prontamente in sideline prima di scattare velocemente verso la locker room dove viene confermato l’esito, concussion, out of game.

Con Pat fuori dai giochi tocca cosi a Chad Henne guidare l’attacco dei padroni di casa fino ad un nuovo FG messo a segno da Butker, che si riscatta prontamente dall’errore nel drive precedente centrando i pali dalla medesima distanza; una segnatura determinante in un momento decisamente complicato per Kansas City, alle prese con un ritorno in forze dei Browns, convinti di poter centrare un traguardo storico, quello delle due vittorie ai playoffs, un risultato che in Ohio non raggiungono addirittura dagli anni ’50.

A tener aperta ogni tipo di possibilità in una serie che vede ancora una volta protagonisti Chubb e Njoku, alla prima prestazione di alto livello da quando è passato professionista, è l’altro tight end Austin Hooper con una presa in tuffo su pass da 5 yds di Mayfield che mette in condizione Cleveland di segnare nuovamente, cosa che gli riesce grazie ad una corsa centrale da 3 yards di Kareem Hunt, autore di 6 portate per 32 yds totali contro la sua ex squadra.

Gasati dai due touchdowns consecutivi, da un drive lunghissimo in cui sono stati assoluti padroni del campo, da un running game finalmente incisivo e lontano parente di quello che aveva prodotto appena 18 yards nel primo tempo, gli ospiti si fanno ancora più intraprendenti dopo che Karl Joseph intercetta un pallone sparacchiato da Henne dentro l’endzone riconsegnandolo sulle 20 all’attacco Browns per quello che sembra poter essere il drive del sorpasso; stranamente, dopo due drive positivi in cui hanno mostrato di aver trovato un buon ritmo, Mayfield e soci si inceppano, faticando a conquistare terreno e vedendosi così costretti a scegliere se puntare o meno sulle proprie 32.

La scelta, confidando anche in un nuovo errore del quarterback avversario, è quella di evitare un 4th&9 rischiosissimo e mettere tutto nelle mani della difesa quando restano ancora 4 minuti e 9 secondi sul cronometro; come però ci ha insegnato la Storia di questo fantastico Sport sono spesso gli eroi più inattesi a decidere l’esito del match, e proprio il giocatore considerato in quel preciso momento l’anello debole di Kansas City consegna ai Chiefs un meritato accesso al Championship della American Conference.

E’ infatti Chad Henne con uno scramble di 13 yards a rimediare al sack subito in precedenza, dando l’occasione ai padroni di casa di giocarsi un fondamentale 4th&1 quasi a metà campo e permettere a coach Andy Reid di effettuare una chiamata che rischia seriamente di entrare nel film di questa stagione 2020, un pass corto su Tyreek Hill, che uscito in flare guadagna 5 yards e converte senza problemi il quarto down decisivo.

#HenneThingIsPossible è l’hashtag che spopola sulle bacheche social dei tifosi di Kansas City al termine della partita, coniato appositamente per l’occasione da Patrick Mahomes per celebrare la giocata del suo collega, veterano trentatreenne da Michigan che dopo aver vestito per poco il ruolo di starting quarterback nei Jacksonville Jaguars si è ritagliato una carriera NFL da buon backup prima di diventare protagonista nella serata di ieri di una giocata che rischia seriamente di consegnarlo alla storia; un’azione determinante per lanciare i titoli di coda di una sfida più incerta del previsto, con i Browns che dimostrano di aver trovato una certa solidità e i Chiefs, usciti vittoriosi per 22 a 17, che si confermano la squadra da battere all’interno della AFC.

Appuntamento nuovamente all’Arrowhead Stadium, tra un settimana, per un match con i Bills che si preannuncia davvero infuocato, sperando di poter assistere ad una sfida nella sfida che ogni amante del Football attende tra tempo, quella tra due quarterback che promettono di deliziarci a lungo.

6 thoughts on “I Chiefs superano i Browns e per la terza volta consecutiva l’Arrowhead Stadium ospiterà l’AFC Championship

  1. potete spiegarmi come mai non è stato chiamato fallo il casco contro casco tra Higgings e il difensore di KC?
    per me che non sono un esperto poteva essere le giocata che cambiava la storia dell’incontro

    • Evidentemente gli arbitri hanno deciso fosse uno spalla-spalla.
      Gioco non rivedibile al replay.
      Ad ogni modo fesso Higgins a farsi sfuggire il pallone: l’avesse tenuto sarebbe stato un 1°&goal dalle 2 yard che con Hunt e/o Chubb e/o Mayfield sono 6 punti al 99%.

  2. Non conosco bene il protocollo della concussione, ma pare che patrick nn sarà presente vs i bills. Ciò nn vuol dire che kc è già fuori dai giochi pero… certo josh allen vs uno tra rodgers o brady.. mamma mia..

  3. non sapevo non potessero rivedere al replay l’azione
    cmq si con il senno di poi Higgings avrebbe dovuto accontentarsi del down e con 47 tentativi e sole 2 yards da fare quasi sicuramnete sarebbero arrivati al touchdown

  4. Beh racconto della partita che non da conto di una grandissima prestazione dei Browns contro i campioni del mondo.
    Cleveland ha giocato bene e retto molto bene sin dall’inizio, quando cioè l’attacco Chiefs da sempre il meglio di se.
    Il primo tempo si sarebbe chiuso 16-10 se non fosse stato per un evidente errore arbitrale che non chiamano un helmet-to-helmet evidentissimo (che poi per quante volte lo rivedano sugli schermi insieme a noi non possono più cambiare da regolamento).
    Sotto 19-3 e con un intercetto nel drive d’apertura della seconda metà non si scompongono e giocano bene e “affamati” da entrambi i lati sino ad arrivare a – 5.
    Qui dopo l’intercetto che consegna a Cleveland la palla del drive dell’incredibile quanto meritato upset compiono l’errore che nel football non devi fare mai: Kevin Stefanski ha infatti immaginato che con i Chiefs senza PM2 recuperare la palla sarebbe stato facile.
    E contro una corazzata di attacco come quello Chiefs (anche senza PM2) è un errore che non devi fare mai.
    Mangiarsi il tempo anche con un paio di prodezze individuali è bastato ai campioni.
    Comunque bella prova Browns che corona una stagione che dovrebbe aver zittito tutti quanti (anche su questo sito) e (punt nel quarto a parte) onori a Kevin Stefanski e a tutta la sua banda. Li rivedremo.

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