Avevo reagito al “Super” che precede “Wild Card Weekend” con una risatina strafottente ma, dopo sei partite più o meno combattute, devo fare mea culpa: questo weekend è stato veramente Super, il due per tre ha saputo divertirmi.
Certo, fruire della NFL senza quel magnifico filtro chiamato Scott Hanson non è sempre facile e dopo parecchi mesi di RedZone per riabituarmi alle fastidiose pubblicità mi ci è voluta quasi una partita intera, ma quello che abbiamo vissuto è stato indubbiamente un grandissimo weekend di football, un Super Weekend di football.

Sei squadre hanno passato il turno allungando di almeno un’altra settimana la propria stagione e, a questo punto, parleremo solamente di 8 delle 32 sorelle che compongono questa lega: per questo motivo ritengo necessario dedicare un articolo, un ultimo articolo, alle sei squadre estromesse dalla rincorsa al Lombardi in questi ultimi giorni.
Andrò in ordine cronologico.

Spiace veramente tanto per Indianapolis, per Philip Rivers, per Frank Reich e, perché no, pure per il GM Ballard: Indy ha giocato una buonissima partita contro una delle squadre più calde della NFL arrivando ad una decina di yards – ed un difficile piazzato – dai tempi supplementari. Indianapolis, come già detto in separata sede, non è riuscita a concludere adeguatamente un paio di drive e malgrado la sconfitta non può non ritenersi soddisfatta dalla propria partita e stagione, anche se tale effimera gioia avrà vita breve in quanto la loro offseason si prospetta assai intricata.
Ovviamente sto facendo riferimento a Rivers, quarterback che potrebbe aver giocato l’ultimo snap di una carriera che gli varrà una giacca dorata a Canton: visto l’esito beffardo della stagione non escluderei il ritorno anche se credo che nemmeno lui abbia ancora ben chiare le proprie intenzioni.
Il roster dei Colts è iper-competitivo, profondo e talentuoso e spesso ho avuto l’impressione che l’anello debole della catena fosse proprio il quarterback che sabato, ad onor del vero, ha messo insieme quel genere di prestazione per la quale Indianapolis ha investito su di lui; non credo Indy abbia voglia/tempo di affidare le chiavi dell’attacco ad un quarterback rookie poiché questa franchigia è chiaramente in win now mode.
Fra i free agent c’è veramente poco e dopo la stagione che ha vissuto associarli a Wentz potrebbe suonare offensivo, ma di fatto Ballard si trova ad un bivio: credo che la soluzione più congeniale sia quella di convincere Rivers a provarci ancora – malgrado tutti i suoi limiti – ed investire su un quarterback da fargli maturare alle spalle.
E Jacob Eason? E se fosse lui il titolare nel 2021?

Non mi dilungherò troppo sui Seattle Seahawks, squadra recidiva se ce n’è una: pure quest’anno a costar loro la stagione ci ha pensato una linea d’attacco testardamente inadeguata.
Erano contro uno dei migliori reparti difensivi della lega, sarebbe ingiusto attribuire la sconfitta esclusivamente alla O-line, ma stiamo dopotutto parlando di un reparto che ha fatto sì che Wilson subisse 47 sacks in regular season – terzo quarterback più sackato della NFL -: i Los Angeles Rams, poi, sono l’incubo dei Seattle Seahawks in quanto squadra che sa annullare ogni loro punto di forza.
Durante l’offseason, per l’ennesima volta, dovranno concentrarsi ancora una volta sulla linea d’attacco, ma non lo faranno.
Ho paura che i Seahawks siano condannati a rimanere questi per parecchi anni, una squadra in grado di esaltare – a tratti – in regular season e che una volta arrivata ai playoff viene costantemente esposta dai coaching staff avversari: sabato McVay ha semplicemente surclassato Carroll.
McVay e Staley, dai.

Washington è stata eroica, ed il futuro per i ragazzi di Rivera si prospetta relativamente radioso.
Il cambio di cultura apportato dall’ex-coach dei Panthers ha ravvivato una squadra con grossi e ben noti limiti permettendole di giocarsela alla pari contro Tom Brady ai playoff: non credo che nemmeno il più ottimista dei tifosi potesse sognarsi un epilogo del genere.
Malgrado l’eroismo non credo che Heinecke sia la risposta alla più annosa delle questioni, così come non credo che possano affacciarsi alla prossima stagione con il nome di Alex Smith scritto a matita in alto nella depth chart, ammesso Smith abbia voglia di tornare: dovranno draftare un quarterback in un draft che si preannuncia ricco di intriganti opzioni poiché, come già detto con i Colts, la free agency non offre più di tanto anche se una reunion nella capitale del duo Rivera-Newton scalderebbe molti cuori.
Il reparto difensivo è destinato a grandissime cose poiché con un pass rush del genere nella NFL moderna puoi consistentemente trovare modo di trascinarti ai playoff, ma finché l’attacco non compierà un deciso salto di qualità il loro potenziale sarà sempre limitato: dopo aver alzato bandiera bianca con Haskins Rivera dovrà cimentarsi in una delle sfide più difficili in assoluto, quella di trovare un franchise quarterback.

La situazione in casa Titans non sarà sicuramente stravolta dalla dolorosa sconfitta rimediata contro i Baltimore Ravens: Tennessee, molto semplicemente, è stata battuta da una squadra che ha preparato meglio la partita, tutto qua.
Il loro nucleo è sotto contratto per anni, l’attacco molto probabilmente sarà fra i migliori cinque della NFL pure nel 2021, ciò su cui dovranno concentrarsi in offseason sarà per forza di cose il reparto difensivo: malgrado i cinque sacks messi a segno su Jackson il pass rush dei Titans è stato fra i più anemici e tristi della NFL.
Coach Vrabel dovrà trovare un modo per ravvivare un reparto che quasi sempre è stato trascinato al successo dall’attacco senza – potenzialmente – poter investire in free agency in quanto credo che la loro priorità sarà quella di rinnovare il contratto a talenti come Corey Davis, DaQuan Jones, Jayon Brown, Desmond King e Jonnu Smith, salutando quasi certamente Jadaveon Clowney.
In ogni caso nel loro futuro vedo tante altre partecipazioni ai playoff e, qualora dovessero sistemare un po’ la difesa, pure molte vittorie.

Ah, i Chicago Bears… offseason frizzantina la loro.
La miracolosa qualificazione ai playoff ha messo in dubbio la posizione di Mitch Trubisky il cui futuro, prima delle tre vittorie consecutive valse loro la postseason, sembrava per forza di cose essere lontano da Chicago: non credo però che in questa lega bastino tre vittorie contro Jacksonville, Houston e Minnesota per guadagnarsi un’altra possibilità.
O almeno, non bastano ad uno dei quarterback più deludenti della storia recente.
Le strade sono due, o si mettono alla porta Trubisky, Nagy, Pagano e Pace o si tenta, tutti insieme, un ultimo improbabile assalto al Lom… alla rilevanza?
Chicago, a mio avviso, è giunta alla fine di un ciclo che non ha portato ai risultati sperati ed a questo punto l’unico scenario che ritengo plausibile e sensato è quello della ricostruzione totale, un ripulisti che dia ufficialmente il là ad un nuovo capitolo nella loro gloriosa storia: che senso ha confermare Nagy con un quarterback nuovo? Con quale quarterback, poi? O lo mandi via quest’anno o lo tieni per almeno altre due stagioni… salvo che under center nel 2021 ci sia ancora Trubisky per l’ultimo disperato tentativo di salvare un lustro di fallimenti.
Il pensiero di passare dall’essere una squadra da playoff ad una da tre/quattro vittorie in una stagione può destabilizzare una già disillusa fanbase che malgrado la qualificazione è ben consapevole del valore della propria squadra: da osservatore esterno ritengo che premere il tasto rosso sia la miglior soluzione per tutte le parti coinvolte, anche se non nego che sarà doloroso.

Concludiamo la nostra rassegna con Pittsburgh, la vera delusa di questa piacevole Super settimana: i mille guai dei Browns e l’arroganza con la quale si sono affacciati alla partita faceva presagire ad un facile successo… almeno nella loro testa.
Analizzare la sconfitta, netta e bruciante, non è l’obiettivo di questo articolo, qua voglio prendere in analisi – velocemente – il loro futuro: la situazione non è bella, in quanto come nel caso di Rivers potremmo aver visto l’ultimo snap di Roethlisberger in NFL.
La stagione degli Steelers è stata compromessa dalla comprensibile scelta di proteggere il proprio quarterback facendolo lanciare il più in fretta possibile al fine di proteggerlo da botte che potrebbero costringerlo alla IR list: contro Dallas, se ricordate, Roethlisberger sembrava essersi infortunato ad entrambe le ginocchia, pertanto comprendere i perché della loro scelta non è poi così difficile.
Il vero problema è che con questo sistema di gioco l’attacco è diventato sempre più prevedibile fino a collassare nelle ultime settimane: la mancanza di un gioco di corse, poi, non ha sicuramente aiutato.
Pittsburgh e Roethlisberger sono consapevoli del fatto – ribadito dall’ultimo mese di regular season e dalla batosta rimediata contro Cleveland – che giocare in questo modo per un’intera stagione non sia sostenibile, o perlomeno non sia il modo per arrivare fino in fondo: che si fa, dunque?
Si tenta di capitalizzare la brillantezza del reparto difensivo convincendo Big Ben a provarci un’ultima volta?
Si accetta lucidamente la realtà dei fatti?
Come già detto più volte, trovare risposte in free agency sembra essere impossibile mentre ritengo improbabile ricorrere al draft poiché proprio come i Colts gli Steelers sono in win now mode; l’unica certezza, al momento, è che gli sviluppi dell’offseason degli Steelers ci regaleranno tanto di cui parlare.

Indianapolis, Seattle, Washington, Tennessee, Chicago e Pittsburgh, il vostro cammino è terminato, la vostra anima è stata data in pasto agli dei del football ma non temete, il bello di questa lega è proprio questo, le delusioni durano poco poiché l’eliminazione dalla postseason non coincide solamente con la fine di un sogno, ma con l’inizio ufficiale di uno nuovo.
Vi ringraziamo per quello che ci avete regalato e ci vediamo fra un paio di settimane.

3 thoughts on “NFL Super Wild Card Weekend: lo stato di salute delle squadre eliminate

  1. La faccia di Carrol dopo l’intercetto di Butler al SB diceva già tutto, ciò che sarebbe seguito. Un po’ come i Falcons che sono ancora in balia della sindrome del SB perso. Non puoi avere un coach così condizionato e non puoi avere un Wilson un Lockett un DK Metcalfe se poi appena parte lo snap inizia a passare chiunque attraverso la OL.

  2. Devo dire che vedere Big Ben piangere in panchina e scusarsi x la prestazione fa un certo effetto

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