13 Settembre. Tutti i fan del football sono in trepidazione. Un po’ per l’inizio della stagione, un po’ anche perché, dopo momenti di terrore in cui si è trattenuto il fiato, si ha la conferma che le partite si giocano, che il campionato comincia per davvero, che da qui a febbraio nei weekend saremo accompagnati dal jingle dell’ NFL.
Un inizio di regular season particolarmente sentito per i faithful, che sentono il bisogno di riscattarsi dall’amara sconfitta del 3 febbraio.
La prima partita è subito divisionale, contro i Cardinals, una squadra che ha sempre dato del filo da torcere. Con l’assenza di una preseason e nomi importanti infortunati – Samuel, Garland e Coleman insieme al ricevitore rookie Aiyuk e al nuovo acquisto Jason Verrett – le condizioni non sono ottimali ma, ascoltando le predictions degli esperti da NBC Sports e CBS Sports , la franchigia californiana dovrebbe uscirne vittoriosa senza troppi sforzi. Comprensibile quindi come la sconfitta di 24-20 sia stata un fulmine a ciel sereno: inaspettata sia dal punto di vista dei pronostici sia per i tifosi, i quali hanno difficoltà a riconoscere la squadra che l’anno scorso è arrivata al Superbowl.
La week 2 si abbatte sul morale come la mannaia di un boia. Un TD fenomenale di Mostert è seguito da una strage di vittime: Bosa fuori – probabilmente – per tutto il campionato, Garoppolo sostituito da Mullens nel secondo tempo a causa di una distorsione alla caviglia, Mostert infortunato al ginocchio. Giocatori che vanno ad aggiungersi a Kittle, Sherman, Witherspoon e Ford, ruled out durante gli allenamenti settimanali. Una vittoria che si può definire ‘angosciante’.
Lo scontro coi Giants porta soddisfazioni inaspettate. Mullens è titolare e, nonostante l’injury report della partita presenti una lunga lista di nomi notevoli, l’intesa tra il backup QB e Jordan Reed, il debutto di Aiyuk, le performance di McKinnon e Wilson Jr., permettono ai 49ers di atterrare nella West Coast carichi di adrenalina dopo una vittoria di 36-9.
Un entusiasmo effimero, al quale si tarpano immediatamente le ali. Giocare contro i Philadelphia Eagles è un supplizio. Con Garoppolo ancora fuori, Mullens riesce a malapena a lanciare due complete pass consecutivi: San Francisco risulta come una squadra che pare essere affetta da enormi problemi di comunicazione oltre che giocatori fatti di cristallo.
“Credo che abbiamo avuto molte opportunità di vincere questa partita […] E credo che riguardando i video ne siamo ancora più convinti. Non sono partite che puoi rigiocare. È sempre frustrante. È una realtà con cui bisogna fare i conti […] l’unico modo per cambiare la situazione è fare meglio la settimana prossima”
PICK-6!
The @Eagles defense extends their lead to 11. #FlyEaglesFly
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Kyle Shanahan quindi punta sulla partita contro i Dolphins. Visti i trascorsi anche i tifosi sperano di ricevere il cosiddetto ‘contentino’ perché, scorrendo velocemente il calendario delle partite successive, si prevedono nuvoloni neri e mare in burrasca. La convinzione che non si possa perdere contro Miami e il ritorno di Garoppolo a guidare la squadra, portano i fan a sentirsi relativamente tranquilli prima dell’inizio della partita.
Tre ore dopo e i faithful si ritrovano arrabbiati, delusi e confusi. I ‘Niners escono dal campo avendo concesso a Miami ben 43 punti contro un insignificante 17.
Shanahan dichiara di “ritenere tutti responsabili, partendo da [sé stesso] in prima persona”. Matt Maiocco, da NBC Sports Bay Area, sembra invece essere del parere che l’head coach sia il più colpevole di tutti:
“Se dopo il primo tempo capisci che [Garoppolo] non è abbastanza performante e non è in grado di proteggere sé stesso, perché gli hai fatto cominciare la partita? Né Mercoledì né Giovedì era stato in grado di completare un allenamento. Perché era in campo se non riusciva a proteggersi? […] Per quanto riguarda Brian Allen, nessuno sapeva chi fosse prima che venisse indicato nella formazione di gioco. […] Non criticate lui ma criticate chi l’ha messo in quella posizione. […] Ci sono stati troppi aspetti che non hanno avuto assolutamente senso da parte dell’allenatore. I 49ers hanno giocato come una squadra orrenda e disorganizzata”.
A seguire un’altra partita divisionale. Questa volta contro i Los Angeles Rams che, allora secondi nella NFC West, entrano in campo con un record di 4-1. Dire che i tifosi di San Francisco sono pronti al peggio è un eufemismo. Ancora una volta, i niners vanno contro ogni aspettativa: giocano finalmente una bella partita, c’è intesa tra i giocatori, la OL è un muro, e Brunskill tiene testa a Donald in maniera impressionante. Garoppolo ha il tempo di lanciare, sa guardare il campo e trovare l’uomo libero; giochi di corsa e lanci si alternano in modo abbastanza equilibrato. La difesa, con il ritorno di Moseley e con capolavori di Verrett, sembra quella di una volta. La partita si conclude con una vittoria di 24 a 16.
George Kittle hit the turbo on 4th down for the TD 🏃💨
(via @thecheckdown)pic.twitter.com/9MAfLPB0uK
— ESPN (@espn) October 19, 2020
Viste le prime sei settimane di campionato, diventa molto difficile determinare cosa aspettarsi nella week 7 contro i Patriots. Come sottolineava Maiocco, ci sono molte cose da aggiustare da un punto di vista di head coaching: in primis schemi troppo prevedibili (come il gioco di corsa al primo down) e sempre le stesse incertezze per i giochi di lancio. La comunicazione tra i giocatori e tra la squadra e lo staff deve ancora migliorare, divenendo finalmente l’olio che permetterà alla macchina di funzionare senza troppi cigolii.
Gli esperti di CBS Sports pongono New England in netto vantaggio, e siccome agli americani piace lo spettacolo, negli ultimi giorni si è tenuto a sottolineare che tre volte coach Belichick si è scontrato con Shanahan, e tre volte ne è uscito vittorioso con 34 punti sul tabellone.
Una di queste tre vittorie è segnata dal Superbowl LI. I Falcons, a causa di poor coaching decisions, hanno letteralmente buttato nella spazzatura il titolo di campioni, regalando l’ennesimo anello a Brady. Shanahan all’epoca aveva appena firmato il contratto con John Lynch. Ricordi che sono inevitabilmente riaffiorati alla mente il 3 febbraio contro i Chiefs e che minacciano di concretizzarsi nella partita al Gillette Stadium.
Nonostante le premesse non siano rosee la squadra della Bay Area stupisce tutti, portando a casa una vittoria schiacciante di 33-6. Dall’opening drive che si conclude al minuto 9:56 con un TD di Wilson – prima volta dopo il 2016 che i Patriots concedono 7 punti al primo drive – fino al sack di Givens a 9 secondi dalla fine, i ‘Niners dominano la partita con estrema disinvoltura.
La OL dà a Garoppolo il tempo necessario per passare la palla; statistiche impressionanti per Wilson che, sotto direttiva di Shanahan, è continuamente capace di condurre i giochi di corsa all’esterno del campo, forzando i difensori a cambiare schemi. Hasty conclude con una media di 6.3 yards guadagnate a corsa, portando Jimmy G. a consegnare ai running back la ‘victory chain’ definendoli ‘the staple of our team’. Samuel, Juszczyk e Kittle si riconfermano giocatori chiave, insieme ad Ayiuk che partita dopo partita sfoggia le sue innumerevoli potenzialità.
La difesa, da parte sua, non ha nulla da invidiare a questo attacco formidabile. Fred Warner viene definito un ‘All-Pro’ da commentatori, compagni e avversari, aprendo le danze degli intercetti al secondo quarto. Se Warner è stato fenomenale nell’impedire alla palla di toccare terra, il secondo quarto vede un altro intercetto, questa volta di Moseley, con un ritorno spettacolare di 51 yards. Jamar Taylor si occuperà dei due intercetti nel secondo tempo. La situazione di New England è così critica che Maiocco scherza twittando che ‘perfino la connessione Wifi del Gillette Stadium è stata intercettata’.
4 INTs for the Niners’ defense 💪🏽🔒 pic.twitter.com/I6DBi0hQcr
— OurSF49ers (@OurSf49ers) October 25, 2020
Il giornalista di NBC Sports ammette di ‘esser[si] dimenticato della partita contro i Dolphins’ grazie al ‘tremendous offensive game plan’ di coach Kyle Shanahan, notando però come la sfortuna sia ormai compagna di vita dei 49ers: Wilson e Samuel non terminano il match a causa, rispettivamente, di un ankle e hamstring injury. Infortuni che capitano proprio nel momento giusto, la domenica prima di giocare contro Seattle.
Mostrando il resto della schedule di San Francisco, il commentatore ed ex QB Tony Romo ci tiene, per l’appunto, a ricordare come questa potrebbe essere l’ultima partita che San Francisco vince se non gioca egregiamente nelle prossime settimane: Seattle (5-1), Green Bay (5-1) e Saints (4-2) da affrontare prima del bye. Avversari che l’anno scorso hanno permesso ai ‘Niners di far ricordare ai fan la magia e l’essenza del football. Saranno queste partite altrettanto entusiasmanti?
L’incostanza di inizio campionato può essere considerata come un brutto ricordo? Si trattava principalmente di sfortuna? La comunicazione della franchigia è ora solida ed efficace? Con Maiocco che cancella dalla sua memoria la ‘squadra orrenda e disorganizzata’ contro Miami, e con Shanahan che ha sconfitto lo spauracchio di Belichick e quei fatidici 34 punti (punti che, se non fosse stato per il calcio di trasformazione sbagliato, sarebbero stati serviti su un piatto d’argento ricoperti da una bella dose di ironia), i faithful possono tornare a respirare più liberamente? Possono aspettarsi di rivedere la squadra che l’anno scorso ha concluso la regular season con un record di 13-3? Possono riporre la loro fiducia – have faith – nel coach e nella squadra? A voi la parola.
Shanahan è bravissimo ma è inutile arrivare ai playoff con la squadra B perchè i titolari si sono distrutti seriamente passando la stagione in ospedale e riabilitazione. Meglio ‘oliare la macchina’ e provarci l’anno prossimo con la pattuglia sana. Tanto quest’anno c’è pure Tampa in forma nella NFC.
Mi rendo conto che anche con il nuovo regolamento dei playoff, vista la division in cui ci troviamo, è quasi utopico pensare di arrivarci. Da fan comunque non si smette mai di sperare, di vivere il classico ‘sogno americano’. Certo però, che ciò che mi piacerebbe vedere è una squadra che, nonostante i limiti, giochi con un senso. Non dei replay di Miami ecco.
Vinci a Seattle e cambia tutto! E, da tifoso Seahawks, posso assicurare che ad oggi abbiamo sovraperformato anche grazie fattore “C”!