Negare l’impatto avuto dalle statistiche avanzate sul football americano sarebbe da stolti, poiché nonostante il rapporto odi et amo che molti di noi coltivano con quell’abnorme insieme di numeri, virgole e percentuali non possiamo esimerci dall’ammettere che hanno cambiato radicalmente il nostro modo di approcciarci alla disciplina: nessuno, forse, ne ha beneficiato più degli offensive linemen, in quanto il lavoro di PFF e simili ha contribuito a dar al loro lavoro dei numeri, un qualcosa in grado di qualificare e quantificare oggettivamente il loro operato agli occhi del tifoso comune, non dell’analista o dello scout con conoscenza e mezzi da decenni.
Investire sulla linea d’attacco è oggi più che mai fondamentale poiché l’evoluzione aerea del gioco ha reso indispensabile garantire una protezione perlomeno adeguata al proprio quarterback e ciò si riflette nei contratti dei left tackle, i protettori del lato cieco del giocatore interprete della posizione più importante in assoluto; le statistiche avanzate ci hanno permesso di non storcere il naso dinanzi a guardie selezionate all’interno della top ten al draft – ehm ehm, Quenton Nelson -, soprattutto perché tali giocatori hanno poi indiscutibilmente rinvigorito l’intera squadra.
Vediamo insieme quali sono le migliori cinque linee d’attacco della lega, anche se in questo caso ho dovuto fare uno strappo alla regola: capirete immediatamente perché.

Impossibile non menzionarli e dedicarci qualche riga: Philadelphia Eagles

Giocatori: Andre Dillard, Isaac Seumalo, Jason Kelce, Jason Peters, Lane Johnson, Prince Tega Wanogho.

Non fosse stato per l’infortunio di Brooks molto probabilmente sarebbero al primo posto: la linea d’attacco dei Philadelphia Eagles da almeno tre anni a questa parte è consistentemente fra i reparti più dominanti della NFL indipendentemente dal ruolo considerato.
L’assenza di Brooks purtroppo si farà sentire, in quanto stiamo sempre parlando del vincitore del Bruce Matthews Award, ovverosia il premio dato da Pro Football Focus al miglior offensive lineman della regular season: a sopperire alla sua mancanza troveremo l’immortale Jason Peters, per l’occasione reinventatosi guardia destra, che a sua volta lascerà spazio al sophomore Andre Dillard, giocatore d’indiscutibile potenziale ma che avrà da compiere decisi passi in avanti per dimostrare che Philadelphia non ha commesso un errore a spendere una scelta al primo round del draft per assicurarselo.
Seumalo è un solidissimo titolare in grado di portare a casa la giornata più spesso che non, mentre Kelce e Johnson rimangono dei punti di riferimento per quanto riguarda le delicate posizioni di centro e right tackle: Kelce, nello specifico, è uno dei giocatori che stimo più dell’intera NFL poiché con un’intelligenza sopra la media da anni si sta sistematicamente confermando essere il miglior centro della lega.
Con Brooks, ripeto, sarebbero perlomeno sul podio: stiamo sempre parlando del miglior reparto in assoluto per quanto concerne run blocking – 88.4 per PFF – ed il terzo nel proteggere il proprio quarterback come testimoniatoci dall’81.2 di PFF.

5) New England Patriots

Giocatori: Isaiah Wynn, Joe Thuney, David Andrews, Shaq Mason, Marcus Cannon.

La parola chiave per questo reparto è salute, poiché nel 2019 New England è stata costretta a rinunciare al centro titolare David Andrews a causa di un’embolia polmonare diagnosticata un paio di settimane prima del kickoff: come non bastasse, Tom Brady ha dovuto fare a meno pure del promettente Isaiah Wynn, left tackle al terzo anno che fino a questo punto della propria carriera ha giocato solamente 563 snaps.
Il fiore all’occhiello del reparto e, perché no, dell’intero attacco è senza di dubbio il duo di guardie, Joe Thuney e Shaq Mason: in pieno stile Belichick, la coppia dei Patriots domina senza fare assolutamente rumore e pazienza se nessuno dei due ha mai ricevuto un invito al Pro Bowl – invito che probabilmente sarebbero stati costretti a rifiutare considerando gli impegni che solitamente attendono i Patriots verso fine gennaio -, entrambi rimangono due delle guardie più affidabili della lega. Ciò che più mi affascina della coppia è la complementarità, in quanto Thuney è più efficace nel pass blocking, mentre Mason si esprime al meglio creando buchi per i propri running back.
Cannon è reduce da un 2019 sotto gli standard, ma considerando le assenze lungo il resto della linea abbiamo buoni motivi per attenderci un pronto e brillante riscatto: Cam Newton e soci non possono che sorridere.

4) Baltimore Ravens

Giocatori: Ronnie Stanley, Bradley Bozeman, Matt Skura, D.J. Fluker, Orlando Brown Jr., Patrick Mekari, Ben Bredeson, Tyre Phillips.

Discorso simile a quello dei Philadelphia Eagles e che potrò estendere pure ai Dallas Cowboys per ovvie ragioni: se il reparto fosse rimasto identico a quello dello scorso anno avrebbero potuto guardare il resto della lega dall’inebriante altitudine della prima posizione di un ranking di Mattia Righetti.
Gli effetti del ritiro di un futuro Hall of Famer come Marshal Yanda si faranno indubbiamente sentire poiché pretendere di trovare immediatamente un adeguato sostituto ad una delle guardie più concrete e brillanti del ventunesimo secolo è pura e semplice follia: ora come ora, in un mondo senza OTAs, il favorito ad occupare il cratere creatosi lo scorso marzo è il veterano D.J. Fluker, un tempo una delle più abili guardie nel run blocking, anche se dovrà guardarsi le spalle da giovani di ottime speranze come Bredeson e Phillips.
La vera forza di Baltimore sta tutta nell’incredibilmente giovane e talentuoso duo di tackle Stanley e Brown: il primo lo scorso anno si è guadagnato un posto nel First Team All-Pro concedendo la miseria di sei pressioni su 543 snaps passati a proteggere Jackson portandosi così a casa l’unica valutazione sopra il 90 in pass blocking di PFF, mentre l’ex scelta al terzo round ha mostrato decisi segnali di miglioramento che dovrebbero metterlo nella posizione di competere per un posto in una delle due formazioni All-Pro.
L’interno della linea è alquanto magmatico poiché Bozeman e Skura potrebbero essere costretti a consegnare la maglia da titolare ai vari Mekari o Powers: Mekari, in modo particolare, ha dimostrato di poter svolgere il proprio lavoro a livelli più che soddisfacenti avendo sostituito egregiamente l’infortunato Skura nella parte finale dello scorso campionato.

3) Dallas Cowboys

Giocatori: Tyron Smith, Connor Williams, Joe Looney, Zack Martin, La’el Collins, Tyler Biadasz, Connor McGovern.

Pure qua, se solo Frederick non si fosse ritirato…
Anche se, ad onor del vero, il rookie Biadasz ha tutte le carte in regola per rimpiazzarlo dignitosamente: l’atipica offseason potrebbe costargli l’opportunità di giocare titolare fin da subito, pertanto all’eventuale kickoff non stupitevi se a snappare l’ovale a Prescott ci penserà Looney.
Tyron Smith, in leggero declino rispetto a qualche stagione fa, rimane uno dei tackle più talentuosi ed efficienti della storia del gioco destinato ad una certa giacca dorata, mentre assistere alla crescita di La’el Collins continua ad essere una delle narrative più soddisfacenti del panorama NFL in quanto pensare che questo povero ragazzo a causa di circostanze estremamente sfortunate sia stato costretto ad entrare nella lega come undrafted free agent mi rende triste, anche se immagino che dopo l’eccellente 2019 che lo ha visto concludere la stagione con il quinto miglior voto PFF fra i tackle di voglia di pensare al passato ne abbia ben poca.
Per Zack Martin ho da tempo finito i superlativi, in quanto eleggerlo come miglior guardia della NFL difficilmente scatenerà appassionate obiezioni: altrettanto non si può dire del collega Connor Williams, scelta al secondo round del draft del 2018 che fino a questo punto della propria carriera non è stata in grado di esprimere appieno il proprio potenziale e che pertanto è atteso da un anno molto importante.

2) Indianapolis Colts

Giocatori: Anthony Castonzo, Quenton Nelson, Ryan Kelly, Mark Glowinski, Braden Smith.

Se si parla di Indianapolis Colts il discorso non può che partire da Quenton Nelson: no, non mi sono dimenticato di apporre “linea d’attacco” davanti ad “Indianapolis Colts”.
La sesta scelta assoluta al draft del 2018 non concede un sack da ben trenta partite – contando i playoff ne ha giocate 34 fino a questo punto della carriera – e già durante il secondo anno fra i professionisti ha avuto modo di trasformarsi in uno dei migliori giocatori della lega indipendentemente dal ruolo: in due stagioni ha raccolto due convocazioni al Pro Bowl e due First Team All-Pro e salute permettendo credo che tali strisce positive saranno destinate a protrarsi per molti anni.
Anthony Castonzo negli ultimi anni si è costantemente espresso a livelli altissimi sempre e comunque da top ten, e scongiurato il rischio ritiro è pronto a dare il proprio silenzioso ma imprescindibile contributo per almeno un altro paio d’anni, mentre Braden Smith – entrato in NFL insieme al più celebrato Nelson – è al momento uno dei migliori run blocker che possiate trovare.
La stella di Ryan Kelly non brilla come quella dei compagni di reparto, ma ciò nonostante rimane un solidissimo centro in grado di svolgere il proprio lavoro senza eccessivi patemi d’animo; l’anello debole del fenomenale reparto è Mark Glowinski, guardia con seri problemi in pass blocking che nel 2019 ha concesso ben 42 pressioni: considerata l’età del quarterback che deve proteggere è necessario un salto di qualità.

1) New Orleans Saints

Giocatori: Terron Armstead, Andrus Peat, Erik McCoy, Cesar Ruiz, Ryan Ramczyk, James Hurst, Nick Easton.

Talento, talento ovunque, talento in ogni forma, in ogni ruolo ed in ogni dimensione: questo discorso generale sui New Orleans Saints può essere applicato solamente alla linea d’attacco, reparto che secondo me non ha eguali nella lega per quanto concerne talento e profondità.
Da dove iniziare? Dall’esterno?
La coppia Armstead-Ramczyk è semplicemente incredibile, in quanto nella stessa squadra troviamo il primo ed il nono tackle del 2019 secondo PFF: Ramczyk oltre che essere il miglior right tackle – non me ne voglia Lane Johnson – è pure il miglior run blocker della lega, mentre Armstead nonostante un 2019 piuttosto difficile a causa di vari infortuni ha concluso la stagione concedendo solamente un sack che sommato a quelli concessi dal collega Ramczyk dà il totale di un sack concesso dalla coppia di tackle dei Saints durante l’intero campionato. Ebbene sì, nonostante i tackle siano costretti a fronteggiare i migliori pass rusher della lega i due colossi dei Saints sono riusciti a concludere la stagione vedendo Brees venire atterrato a causa loro solamente in un’occasione, tra l’altro arrivata ai playoff contro Minnesota.
Peat, nonostante il rinnovo contrattuale ed un palmares individuale piuttosto ricco, è reduce da una stagione relativamente deludente, al contrario del vicino di banco McCoy, capace di concludere la prima annata fra i professionisti con la quarta miglior valutazione PFF fra i centri: ciò non può che essere di buon auspicio per il neo-arrivato Cesar Ruiz, versatile interior lineman da Michigan verso cui il front office nutre una fiducia tale da averli spinti a rinunciare al buonissimo Larry Warford.
La linea d’attacco dei Saints, molto semplicemente, è composta da cinque potenziali Pro Bowler assolutamente in grado di erigere un muro davanti a Brees e di far ritrovare a Kamara la forma dell’annata rookie.

Fuori ma meritevoli di menzione: Green Bay Packers (Bakhtiari è un giocatore pazzesco); Cleveland Browns (sortiranno gli effetti desiderati gli arrivi dell’offseason?); San Francisco 49ers (l’innesto di Williams potrebbe addirittura migliorare una linea già fortissima); Kansas City Chiefs (due parole: Mitchell Schwartz); Las Vegas Raiders (reparto completo, manca la stella).

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