BALTIMORE RAVENS
Round 1, pick 21 (21): Patrick Queen, LB, Louisiana State Tigers
Ultimo prodotto di una università che ha sfornato linebacker a ripetizione in questi ultimi anni Queen è un placcatore tecnico e tenace che si muove rapidamente verso il ball carrier una volta individuata la palla; sottodimensionato per la posizione, sopperisce ai limiti fisici con la conoscenza del gioco, la fluidità di lettura e la velocità con cui si riesce a spostare da una parte all’altra del campo fornendo contributi costanti nel contrastare il running game avversario. Buon pass rusher che all’occorrenza sa creare scompiglio nel backfield, è agile e sa muoversi bene anche in pass coverage, cosa che dovrebbe consentirgli di trovarsi a proprio agio nel sistema zone matchup utilizzato dai Ravens.
Round 2, pick 23 (55): J.K. Dobbins, RB, Ohio State Buckeyes
Runningback compatto che si muove molto bene alle spalle della linea offensiva seguendo i blocchi e cercando la luce per salire al secondo livello e provare successivamente a sviluppare la corsa sul profondo, è dotato di una buona visuale periferica che gli permette di evitare gl’interventi avversari con cambi di direzione repentini o cutback che lo fanno rientrare nel raggio di protezione di un blocco; veloce, bravo soprattutto a colpire i gap interni della linea, nonostante abbia raccolto diversi pass nel corso della carriera universitaria non è un ricevitore naturale e quindi potrebbe fornire un contributo limitato fuori dal backfield.
Round 3, pick 7 (71): Justin Madubuike, DT, Texas A&M Aggies
Ex recluta cinque stelle Madubuike si è sviluppato come un valido pass rusher interno negli anni del college, risultando una minaccia costante per il backfield avversario partendo dalla posizione di defensive tackle; non rapidissimo nei primi passi, spesso macchinoso nei momenti immediatamente successivi allo snap, l’ex Aggies sfrutta la forza della parte superiore del corpo per impiegare i bloccatori che gli si pongono di fronte riuscendo a chiudere sempre piuttosto bene il gap di competenza. In possesso di una buona tecnica, compensa alla lentezza dei movimenti iniziali con un buon utilizzo delle mani e una buona quantità di finte che allontanano o mandano fuori tempo gli avversari.
Round 3, pick 28 (92): Devin Duvernay, WR, Texas Longhorns
Ricevitore che ha mostrato il meglio di se quando è stato schierato nello slot è probabile che venga impiegato in questa posizione anche nei Ravens, cercando di migliorare le stats di un reparto che non sono state così brillanti lo scorso anno e di una offense che ha vissuto principalmente delle invenzioni di Lamar Jackson; veloce, abile soprattutto a conquistarsi delle yards dopo la ricezione grazie alla sua capacità di muoversi come un runningback dopo aver completato la presa, andando alla ricerca della luce seguendo i blocchi, oppure evitando i placcatori con tagli, cambi di direzione improvvisi e un buon stiff arm, ha buone mani ma difficilmente è in grado di colpire la profondità, prediligendo, appunto, le tracce che si sviluppano nel traffico.
Round 3, pick 34 (98): Malik Harrison, LB, Ohio State Buckeyes
Altro linebacker per rimodellare un reparto che lo scorso anno ha concesso 4,4 yards a portata, risultato statistico peggiore nella storia dei Ravens, e che probabilmente vedrà presto i due nuovi arrivati, Queen e Harrison, entrare stabilmente nella depth chart iniziale; istintivo, veloce, aggressivo, capace di mantenere ritmi alti ad ogni down, il prodotto di Ohio State ha accumulato una buona esperienza in tutte le posizioni della mediana, abituandosi a giocare sia all’interno che all’esterno e mostrando sempre delle buone qualità sia come placcatore che come blitzer. Rapido ad attaccare il portatore di palla, combattivo e tenace nel togliersi di dosso i bloccatori, il suo unico problema restano le coperture visto che tende ancora a farsi risucchiare dall’azione quando il QB avversario ritarda il lancio.
Round 3, pick 42 (106): Tyre Phillips, OG, Mississippi State Bulldogs
Trasferitosi dal Canada negli States per continuare la carriera a livello universitario ha giocato con il Mississippi Community College prima di accasarsi ai Bulldogs, nei quali si è distinto come una delle migliori guardie offensive della nazione; potente, dotato di un buon footwork e abile a salire al secondo livello se necessario, è un linman intelligente che sa adattarsi a diversi sistemi di gioco, in grado di ricoprire i ruoli interni su entrambi i lati della linea. Un po’ in difficoltà quando viene attaccato in velocità dagli avversari, offre le garanzie migliori come run blocker, ma il suo gioco di mani fa presagire che possa imporsi tranquillamente anche in un sistema Pass Pro.
Round 4, pick 37 (143): Ben Bredeson, OG, Michigan Wolverines
Starter per quattro anni a Michigan non ha completato la crescita che si presumeva potesse avere all’uscita dal liceo, quando era stato indicato come uno dei migliori lineman del paese dopo aver vinto il premio come miglior giocatore di linea offensiva del Wisconsin; fisicamente ben costruito, valido run blocker, potente e ben costruito fisicamente, è dotato di una buona tecnica ma è ancora molto macchinoso nei movimenti laterali e non sembra essere ancora così sicuro quando deve agire in pass protection. In grado di entrare fin da subito nella rotazione del reparto, dovrà migliorare se vorrà ambire ad un ruolo fisso come starter in futuro.
Round 5, pick 25 (170): Broderick Washington, DT, Texas Tech Red Raiders
Capitano dei Red Raiders nelle ultime due stagioni Washington è un giocatore che può ambire a trovare spazio fin da subito nella rotazione della linea difensiva dei Ravens viste le qualità mostrate nel corso della carriera universitaria; dotato di un buon footwork, aggressivo, rapido alla partenza dello snap e in grado di mantenere ritmi alti anche una volta preso contatto con il bloccatore avversario, predilige l’utilizzo della tecnica alla potenza, e più che spingere all’indietro il giocatore che sta affrontando preferisce usare mani, braccia e gambe per superarlo e dirigersi verso il backfield. Buon pass rusher interno, può contribuire anche contro le corse.
Round 6, pick 22 (201): James Proche, WR, Southern Methodist Mustangs
Tipico ricevitore di possesso dotato di ottime mani, probabilmente tra le migliori dei WR di questa classe, e di un buonissimo controllo del corpo che gli consentono di mettere a segno le ricezioni decisive, sia quelle combattute, sia quelle determinanti per la conquista di un primo down; fisicamente ideale per essere schierato come slot, non sembra possedere la rapidità di movimenti necessaria per farsi strada in questo ruolo a livello professionistico e anche la velocità è un po’ un’incognita visto che non ha corso le 40 yards alle combine e i video che lo mostrano in azione paiono evidenziare una mancanza sotto questo aspetto, almeno rispetto alla media dei suoi colleghi. Probabilmente inserito inizialmente in practice squad ha talento e carattere per provare ad emergere.
Round 7, pick 5 (219): Geno Stone, S, Iowa Hawkeyes
Giocatore istintivo che sfrutta la grande conoscenza del gioco maturata grazie alla passione per questo Sport per anticipare molto spesso le giocate dei quarterback avversari e sigillare la zona di sua competenza, tanto che in 600 down giocati in carriera ha concesso appena 137 yards agli avversari diretti; in difficoltà quando viene chiamato a cambiare direzione repentinamente, non molto veloce se deve inseguire su una traccia profonda, Stone da il suo meglio quando gioca a ridosso del box, intervenendo anche sulle corse se necessario.
Voto Finale: 9
Altro Draft di altissimo livello per i Ravens che con il GM Eric DeCosta mettono a segno alcuni colpi davvero notevoli, andando a coprire i need principali del roster e chiudendo la tre giorni insolita via web con un paio di pick davvero interessanti come la safety Stone, uno dei talenti più sottovalutati del ruolo, e l’affidabilissimo Proche, da diverse stagioni tra i ricevitori più sicuri della NCAA; nello stesso ruolo buonissima anche la presa di Duvernay, altro validissimo pass catcher che potrà contribuire già nell’immediato al passing game orchestrato da Lamar Jackson e in generale ad un gioco offensivo in cui si integrerà alla perfezione J.K. Dobbins, il runner ideale per prendere il posto di Ingram in prospettiva. Madubuike e Washington sono due validi innesti per la linea difensiva al pari delle guardie Bredeson e Phillips sul lato opposto, ma il reparto in cui probabilmente incideranno di più le matricole di Baltimore è quello dei linebacker, ringiovanito, rinvigorito e rinforzato con le acquisizioni di Harrison e di Queen, definito dal suo nuovo QB “Ray Lewis Jr.”.
CINCINNATI BENGALS
Round 1, pick 1 (1): Joe Burrow, QB, Louisiana State Tigers
Per molti il miglior prospetto di questo Draft, completo sotto quasi tutti i punti di vista e osservato in leggera difficoltà solo contro il blitz package messo in atto da Clemson, all’ultimo atto di una stagione dominata in lungo e in largo in cui non ha perso occasione per mostrare una crescita ulteriore rispetto al 2018, portando LSU in cima alla nazione e conquistando una serie interminabile di premi personali, partendo dall’ambitissimo Heisman Trophy; sicuro e abile nel muoversi all’interno della tasca, in grado di scandagliare il campo per la sua interezza prima di scegliere il target cui consegnare l’ovale, dotato di una meccanica di lancio fluida e di un tocco accurato Burrow ha dimostrato di saper confezionare pass in ogni zona del terreno di gioco, anche sul profondo, fino a poco tempo fa considerato il suo punto debole. Bravo a lanciare anche in movimento, possiede il carisma e la personalità necessari per imporsi fin da subito come guida per i compagni anche a livello professionistico.
Round 2, pick 1 (33): Tee Higgins, WR, Clemson Tigers
Ricevitore che sembra essere una coppia più giovane del veterano A.J. Green, Higgins ha accumulato esperienza in tutte e tre le principali posizioni del ruolo durante la carriera del ruolo, alternandosi non solo come WR1 e WR2 all’esterno ma spesso agendo anche da WR3 nello slot, ed in ognuna ha dimostrato il suo alto valore, soprattutto quando è stato chiamato a ricevere nel traffico; dotato di buonissime mani, di un eccellente controllo del corpo e di un’ottima elevazione, ama staccarsi da terra per cercare di raggiungere l’ovale nel punto più alto anticipando così l’intervento dei difensori avversari. Tecnico e piuttosto preciso nell’esecuzione delle tracce, non disdegna attaccare la profondità ma sembra essere decisamente più a proprio agio come ricevitore di possesso, nelle tracce medio corte o a ridosso della catena del first down.
Round 3, pick 1 (65): Logan Wilson, LB, Wyoming Cowboys
Una macchina da tackle che in carriera collegiale ha messo a segno oltre 400 placcaggi dimostrando di essere un incubo costante per qualsiasi giocatore fosse in possesso della palla vista la capacità di fiondarsi sul ball carrier da una parte all’altra del campo, senza limitazioni; rapido, aggressivo, dotato di una buona lettura del gioco e di una tecnica accurata, ha guidato nelle ultime due stagioni la difesa di Wyoming mostrando chiare doti di leader. Da affinare sulle coperture della zona, può comunque svilupparsi in un linebacker completo in grado di giocare sia nel mezzo, sia sul lato forte, versatilità che dovrebbe consentirgli di trovare facilmente spazio fin dal day one nei Bengals.
Round 4, pick 1 (107): Akeem Davis-Gaither, LB, Appalachian State Mountaineers
Giocatore veloce e fulmineo a penetrare nel backfield ha costruito buona parte della sua notorietà distinguendosi come arma per i blitz nella difesa dei Mountaineers, un ruolo atipico che gli è stato costruito su misura dai suoi coach per sfruttare la rapidità di cui è dotato; istintivo, molto abile quando si trova ad operare in copertura, ha messo a segno molti placcaggi, soprattutto nella parte finale della carriera universitaria, sopperendo ad una tecnica approssimativa con la tenacia e uno spirito combattivo fuori dal comune, che lo ha portato spesso a terminare la corsa del ball carrier con interventi decisivi. Esperto special teamer, ha le caratteristiche necessarie per diventare un titolare fisso negli special team anche tra i professionisti.
Round 5, pick 1 (147): Khalid Kareem, EDGE, Notre Dame Fighting Irish
Valutato tra i primi 100 atleti della nazione al momento dell’uscita dalla high school, Kareem non ha confermato le grandi aspettative nate nei suoi confronti perdendosi un po’ nel corso della sua avventura NCAA, finendo per trovare spazio stabilmente in campo solo nelle ultime due stagioni a South Bend; difensore molto tecnico, in possesso di un’ampia conoscenza del gioco e abile ad individuare velocemente la palla, sopperisce con tecnica e forza fisica alla mancanza di esplosività che lo frena negli istanti immediatamente successivi allo snap. Prototipo di ibrido defensive end/outside linebacker, ha tutte le carte in regola per entrare nella rotazione difensiva di Cincinnati.
Round 6, pick 1 (180): Hakeem Adeniji, OL, Kansas Jayhawks
Esperto starter che ha accumulato parecchio minutaggio nelle quattro stagioni passate in Kansas mostrando un’integrità fisica notevole ed una bassa propensione agli infortuni, ha giocato come tackle sia a destra che a sinistra della linea, offrendo un discreto contributo sia in situazioni di corsa che di passaggio; proprio in pass pro però ha mostrato alcune difficoltà quando deve recuperare l’equilibrio del corpo mentre arretra a protezione della tasca e questo potrebbe far si che venga sviluppato come guardia a livello professionistico, sfruttandone così le dimensioni e la forza fisica.
Round 7 pick 1 (215): Markus Bailey, LB, Purdue Boilermakers
Limitato da due brutti infortuni ai legamenti nel corso della carriera universitaria, quando è stato in salute Bailey si è confermato uno dei migliori linebacker della nazione mostrando di possedere delle capacità di lettura e una visuale periferica superiori alla media; qualità che si sono affinate, risultando addirittura fondamentali per permettergli di continuare a mostrare il suo valore sul campo da football, dopo i problemi al ginocchio che gli sono costati delle perdite in velocità, esplosività e agilità, cui ha sopperito grazie ad un buon atletismo di base e ad una vasta conoscenza del gioco. Se riesce a rimanere integro può diventare davvero prezioso nella rotazione del reparto.
Voto Finale: 8
Con la situazione del roster e i risultati ottenuti nell’ultima stagione era abbastanza scontato che Joe Burrow fosse la prima scelta assoluta del Draft 2020, ma in ogni caso i Bengals oltre a riportare a casa una sorta di figliol prodigo hanno dato una risposta a tutti i loro fans e alle rivali divisionale, dimostrando che hanno tutte le intenzioni di ripartire, tornando ad essere una delle protagoniste della North, nonché una contender dell’American Conference; Tee Higgins in coppia con il giocatore che lo ha battuto nell’ultimo National Championship rischia di fare faville, e l’altra pick del secondo giorno, Wilson, è un giocatore che sistemerà nell’immediato un reparto che ha faticato parecchio nel 2019. Di buon valore anche gli altri due inserimenti nel corpo linebacker, Davis-Gaither e Bailey, e l’innesto di Kareem, un difensore ibrido che può contribuire fin da subito, mentre crea qualche punto interrogativo di troppo la scelta di Adeniji, non tanto per il valore del giocatore quanto perché la OL sia stata attenzionata da Cinci solo al sesto round, nonostante fosse uno dei problemi più evidenti nella scorsa regular season.
CLEVELAND BROWNS
Round 1, pick 10 (10): Jedrick Wills, OT, Alabama Crimson Tide
Considerato da molti scout il miglior lineman offensivo della classe Wills a sorpresa era disponibile ancora alla decima pick assoluta e per i Browns ha rappresentato la classica manna discesa dal cielo visto il bisogno estremo di fornire maggior protezione al quarterback Baker Mayfield; abituato a proteggere QB mobili, il giocatore originario del Kentucky offre un mix interessante di rapidità essendo molto veloce sia con i piedi che con le mani, caratteristiche che gli permettono di eccellere all’esterno della linea, dove troverà tranquillamente spazio anche in NFL, iniziando magari sullo stesso lato destro difeso ad Alabama prima di spostarsi su quello opposto, in protezione del lato cieco.
Round 2, pick 12 (44): Grant Delpit, S, Louisiana State Tigers
In discesa a causa di una senior season non in linea con quelle giocate in precedenza nella quale ha mostrato di effettuare spesso scelte discutibili nelle occasioni in cui si è trovato a dover contrastare una corsa, sbagliando angoli di inseguimento e tempistica sugli interventi, Delpit è comunque l’ultimo prodotto di un programma universitario che negli ultimi anni ha sfornato un numero considerevole di safeties di altissimo livello; fisicamenete ben costruito, veloce nelle letture e rapido nelle coperture, è dotato di un ottimo fiuto per la palla che gli consente di anticipare con costanza i ricevitori avversari, intervenendo con giocate in cui non perde occasione per mostrare un’agilità e un atletismo superiore alla media. Aggressivo, in grado di schierarsi anche all’interno per difendere sullo slot receiver, non disdegna avvicinarsi alla linea di scrimmage per attaccare il backfield in blitz.
Round 3, pick 24 (88): Jordan Elliott, DT, Missouri Tigers
Giocatore esplosivo che ha aumentato la sua gamma di tecniche per sfuggire o superare i blocchi nel corso della carriera universitaria e che sembra avere ancora margini interessanti di sviluppo, ha accumulato esperienza in diverse posizioni della linea difensiva visto che il coaching staff dei Tigers tendeva a spostarlo in continuazione per sfruttare ogni volta il matchup migliore; dotato di un buon gioco di mani, sopperisce con la forza e la tecnica ad una mancanza di rapidità nei primi passi successivi allo snap, già comunque migliorata grazie alla dieta che gli ha permesso di ridurre la massa grassa e guadagnare qualche punto sotto questo aspetto del gioco. Versatile, sembra più adatto ad emergere come lineman interno piuttosto che defensive end a livello professionistico.
Round 3, pick 33 (97): Jacob Phillips, LB, Louisiana State Tigers
Gran lavoratore, silenzioso e abituato ad imparare dai propri errori anche durante il match, Phillips sa lavorare molto bene in copertura a zona ma va in difficoltà quando gli viene chiesto di coprire a uomo, situazione in cui si perde spesso il diretto avversario; veloce, esplosivo, buon colpitore, anche se tende a subire i blocchi e farsi trascinare dal ball carrier quando effettua un tackle, è un placcatore molto produttivo che può trovare spazio sia nelle squadre speciali che nella rotazione del corpo linebacker.
Round 4, pick 9 (115): Harrison Bryant, TE, Florida Atlantic Owls
Abile bloccatore che oltre a svolgere un buon lavoro sulla linea sa ostacolare gli avversari anche al secondo e terzo livello risultando spesso fondamentale per i compagni di squadra, ha visto la propria produzione crescere con costanza nelle ultime stagioni fino a raggiungere e superare la tripla cifra sotto la voce yards ricevute nel 2019, quando ha guidato la nazione con 1,004 yds e 7 touchdowns; valido pass catcher dotato di buone mani, deve migliorare l’esecuzione delle tracce e la rapidità nell’effettuare i tagli, aspetti sotto i quali può crescere ulteriormente grazie alla grande etica lavorativa che ha mostrato negli anni passati a FAU.
Round 5, pick 15 (160): Nick Harris, OC, Washington Huskies
Lineman interno versatile ha iniziato la carriera universitaria come guardia sinistra prima di spostarsi nella stessa posizione sul lato opposto e concludere il percorso negli Huskies come centro, ruolo in cui ha giocato nelle ultime stagioni confermandosi tra i più affidabili della NCAA; buon run blocker che può trovarsi a proprio agio nelle zone che dovrebbero essere installate dal nuovo HC dei Browns nella stagione 2020, si comporta discretamente nelle situazioni in cui deve proteggere il proprio QB, anche se spesso tende a concedere troppo terreno ai pass rusher più rapidi ed aggressivi.
Round 6, pick 8 (167): Donovan Peoples-Jones, WR, Michigan Wolverines
Per mezzi fisici ed atletici uno dei migliori prospetti in assoluto del ruolo in questa classe ma la produzione non ha mai convinto del tutto e soprattutto non ha mai accompagnato quel talento naturale di cui sembra essere in possesso il prodotto di Michigan; dotato di buonissime mani e di un buon controllo del corpo ciò che ha sempre fatto avanzare molti dubbi nei suoi confronti è la velocità marginale con cui sviluppa le tracce e la mancanza di rapidità nei tagli o nei cambi di direzione. Lavorare a stretto contatto con due route runner di altissimo livello come Beckham e Landry potrebbe aiutarlo ad ottenere una maggiore fluidità e pulizia delle tracce, nonché aprirgli una prospettiva migliore di quella di diventare un semplice backup.
Voto Finale: 8,5
Il nuovo GM Andrew Berry ha chiuso in maniera positiva il suo primo Draft NFL e dopo aver goduto dell’inattesa discesa fino alla decima pick di Wills ha cercato di sfruttare con criterio ogni altra scelta di cui erano in possesso i Browns, con un occhio rivolto ai needs del roster e l’altro al talento nudo e crudo dei giocatori rimasti sulla board; così facendo ha inanellato una serie di chiamate davvero notevoli a partire da quella di Delpit, giocatore che solo un anno fa sarebbe stato un first rounder a tutti gli effetti, prima di concludere l’opera di rafforzamento del reparto difensivo con le aggiunte di Elliott e Phillips, due giocatori forse un po’ troppo sottovalutati ma in grado di fornire un contributo già nel corso della rookie season. Ottime anche le prese di Bryant e Peoples-Jones nel terzo giorno, due prospetti che promettono di fare molto bene in un contesto come quello di Cleveland sotto la guida del nuovo HC Kevin Stepanski.
PITTSBURGH STEELERS
Round 2, pick 17 (49): Chase Claypool, WR, Notre Dame Fighting Irish
Ricevitore fisico e veloce nonostante la stazza che gli consente di vincere molti miss match con gli avversari l’ex Notre Dame si preannuncia come il giocatore ideale per ricoprire il ruolo di WR1 del futuro negli Steelers, operando sulla sideline opposta a Smith-Schuster e pronto a diventare uno dei bersagli preferiti di Ben Roethlisberger, da sempre attratto dai receiver fisicati; dotato di ottime mani e di un buon controllo del corpo, sa sfruttare l’altezza e per raggiungere la palla nel punto più alto e l’estensione delle braccia per strappare l’ovale dalle mani dei difensori avversari. Decisivo nelle ricezioni contestate, deve affinare la rapidità e la pulizia nell’esecuzione dei tagli per accrescere ulteriormente le capacità di separazione.
Round 3, pick 38 (102): Alex Highsmith, EDGE, Charlotte 49ers
Buon pass rusher che si è imposto nel giovane programma di football di Charlotte dopo essere arrivato all’università come walk-on, è rapido, energico, esplosivo e sa attaccare con insistenza il backfield avversario come si richiede spesso di fare nel football moderno agli OLB negli schieramenti 3-4; proprio in questa posizione dovrebbe costruire il suo futuro a livello professionistico visto che quando è schierato vicino alla linea, come DE in una 4-3, tende a farsi sopraffare facilmente dal proprio bloccatore, mostrando una leggera carenza a livello di potenza. Valido placcatore in possesso di una buona tecnica di base, un lavoro extra in sala pesi lo aiuterà certamente a scalare posizioni nella depth chart.
Round 4, pick 18 (124): Anthony McFarland, RB, Maryland Terrapins
Runningback costantemente ostacolato dagli infortuni dà l’idea di non aver mai mostrato appieno tutte le sue qualità, emerse a tratti nei periodi in cui il fisico non gli ha creato particolari problemi e gli ha permesso di incidere nel running game dei Terrapins, dimostrandosi un runner letale soprattutto quando è stato chiamato a portare palla tra i tackle; abile a seguire i blocchi nel traffico ed eludere gli interventi avversari correndo verso il campo aperto, sa abbassare il baricentro e combattere per conquistare yards aggiuntive dopo il primo contatto. In possesso di buone mani ed in grado di incidere anche fuori dal backfield, non ha un cambio di passo naturale, ed una volta che rallenta la progressione difficilmente riesce a rilanciare i propri piedi e recuperare la velocità perduta.
Round 4, pick 29 (135): Kevin Dotson, OG, Louisiana-Lafayette Ragin’Cajuns
Bloccatore fisico e potente ha creato scompiglio nella Sun Belt nelle ultime due stagioni dominando sul lato destro della linea dei Cajuns e confermandosi tra i run blocker più incisivi nonché decisivi dell’intera NCAA; aggressivo, capace di dominare gli avversari diretti unendo la forza alla tecnica è in grado di salire per bloccare al secondo livello quando necessario mentre mostra ancora diverse lacune nella pass protection, principalmente a causa della poca reattività con la quale arretra a protezione della tasca. Prospetto ancora grezzo, nelle mani del coach giusto può fare passi da gigante.
Round 6, pick 19 (198): Antoine Brooks Jr., S, Maryland Terrapins
Nelle ultime due stagioni nei Terps ha ricoperto diversi ruoli nello schieramento difensivo senza mai trovarne uno in cui veramente eccelle e questa forse è la sua più grande incognita riguardo al suo passaggio tra i professionisti visto che non ha ancora trovato una collocazione precisa sul terreno di gioco; ibrido linebacker/safety che grazie al passato come QB a livello liceale sa leggere piuttosto bene l’evoluzione del gioco, è un buon placcatore che sa fornire un contributo nelle situazioni di corsa, risalendo velocemente il campo anche quando è allineato inizialmente sul profondo. Non dotato di un particolare fiuto per la palla, spesso in copertura lascia a desiderare.
Round 7 pick 18 (232): Carlos Davis, DT, Nebraska Cornhuskers
Giocatore molto macchinoso nei movimenti che paga anche una stance di partenza piuttosto alta che non gli consente di sfruttare appieno delle misure fisiche ed un peso che formerebbero il mix ideale per giocare DT tra i professionisti, punta tutto sulla potenza delle braccia e sulla forza bruta che spesso lo porta ad aver ragione dell’avversario diretto; poco esplosivo e rapido nei primi passi, è il classico giocatore situazionale che può essere utilizzato per contrastare le corsa ma che offre pochissime garanzie come pass rusher.
Voto Finale: 7
Senza prime scelte per la trade con cui la scorsa stagione misero le mani su Minkah Fitzpatrick gli Steelers sono entrati nel Draft pescando uno dei talenti più intriganti della classe nonché un ragazzo che promette di far faville alla corte di Roethlisberger, riuscendo così ad ottimizzare la loro prima chiamata dell’edizione 2020; nel secondo giorno di scelte dopo aver cercato di allungare il roster in una posizione critica come quella degli EDGE RUSHER nella loro 3-4 inserendo un prospetto interessantissimo come Highsmith alle spalle di Dupree e T.J. Watt, si sono dedicati nuovamente al lato offensivo della palla mettendo le mani su McFarland, runner che può integrarsi fin da subito in un backfield come quello di Pittsburgh. Sempre dai Terps buono l’innesto di Brooks, altro giocatore ibrido che inizialmente può imporsi negli special team cercando di convincere il coaching staff a concedergli uno spazio maggiore in futuro.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
o.t. sbaglio o pochissimi siti online che trattano di nfl hanno riportato la notizia della morte di don shula ?
come mai ?