“In realtà sono il primo della famiglia che è amante del vino. Mia mamma era un’ottima cuoca, ma non abbiamo bevuto molto vino a casa mia. Abbiamo mangiato molto buon cibo però! Quando ci riunivamo con i miei nonni la domenica pomeriggio, mio nonno tirava fuori i vini, assolutamente non costosi, erano semplici vini da pasto, ma è da lì che credo sia nata la mia passione”, una passione cresciuta con il tempo, di pari passo con quella per la palla ovale che il piccolo Vince Anthony Ferragamo, nato a Torrance, California, il 24 Aprile 1954, dimostrò di saper lanciare piuttosto bene fin dalla tenera età, sollecitato dal fratello maggiore Chris, con il quale pochi anni più tardi avrebbe scritto pagine importanti di storia sportiva per la Phineas Banning High School.
Di quattordici anni più vecchio, Chris è stato football coach della scuola situata nella zona Sud di Los Angeles dal 1969 al 1986 e nelle prime tre stagioni sulla sideline dei Pilots fu il primo vero allenatore del fratellino Vince, “Era sempre duro, molto severo. Ho capito che doveva essere così, perché è così che sono cresciuto, nostro padre mi ha insegnato in tenera età ad essere responsabile. Ci ha condizionato duramente. Ora mi guardo indietro e penso che sia stata una grande cosa, perché alla fine mi ha reso un giocatore migliore.”, che fino al 1972 imperversa sui campi liceali californiani guadagnandosi le attenzioni di diverse università del Paese, ed in particolare quelli della locale Cal, che gli offre una borsa di studio da studente-atleta.
Presentatosi a Berkley già nell’autunno immediatamente successivo riesce a fare il suo esordio nei match finali della true freshman season passando così in pochi mesi dal football liceale a quello universitario, ma la concorrenza interna con l’All-American Steve Bartkowski ne limita pesantemente le apparizioni in campo e così al termine della stagione 1973 decide di trasferirsi a Lincoln, sede dei Cornhuskers della Nebraska University; rispettato lo stop a causa delle normative sui trasferimenti in NCAA torna a vestire casco e shoulder nel 1975, quando prende le redini dell’attacco dei Big Red e lo guida a dieci vittorie consecutive, perdendo solo l’ultima sfida di regular season con gli Oklahoma Sooners e il successivo Fiesta Bowl contro Arizona State.
Partiti come favoriti l’anno successivo i Cornhuskers disputano un campionato universitario altalenante, ma dopo aver chiuso con un record di 6 vittorie e 6 sconfitte riescono comunque a qualificarsi per un Bowl di fine stagione, andando a vincere quella che sarà l’ultima partita di football NCAA di Vince imponendosi per 27 a 24 sui Red Raiders di Texas Tech; la vittoria nel Astro-Bluebonnet Bowl risolleva le quotazioni del quarterback in vista del successivo Draft NFL e, dopo aver ingrassato la bacheca personale con i titoli All-Big Eight Conference, All-American e Academic All-American, entra nel mondo del professionismo con la novantunesima pick assoluta, chiamato nel corso del quarto round dai Rams.
Tornato nella sua Los Angeles Ferragamo accumula una dozzina di presenze saltuarie nelle prime due stagioni, poi inizia a vedere il campo più spesso fino a prendere il posto del QB titolare Pat Haden a metà del torneo 1979, sostituendolo in seguito alla rottura del dito della mano utilizzata per lanciare; con cinque partite ancora da giocare il numero 15 entra in scena alla dodicesima settimana e 4 win consecutive apre la strada per i playoffs alla franchigia californiana, che prima supera e poi resiste alla rimonta finale dei Saints chiudendo in vetta alla NFC West.
Il riscatto sportivo di Vince però non è ancora completo e come un fuoco si fosse improvvisamente impossessato di lui da sfogo a tutta la rabbia accumulata negl’anni passati ad osservare i colleghi giocare e da sfoggio di tutto il suo talento, lanciando 3 TD pass nel Divisional Playoff contro i Dallas Cowboys e mantenendo i nervi saldi nel difficilissimo Championship della National League con i Buccaneers, deciso da tre calci precisi del compagno di squadra Frank Corrall e da una prestazione difensiva mostruosa che non consente a Tampa Bay di realizzare alcun punto.
Primo quarterback di Nebraska a partire titolare in un Super Bowl, Ferragamo sembra destinato a realizzare il più classico degli “American Dream” riuscendo a centrare una vittoria storica dopo essere partito da perfetto, o quasi, sconosciuto, invece in quella che più tardi riconoscerà essere stata la partita più importante della sua intera carriera il californiano di origini italiane si inceppa, non riesce ad incidere, non completa nessun lancio in endzone e si fa addirittura intercettare in un’occasione, consegnando così il trofeo nelle mani dei Pittsburgh Steelers, alla quarta affermazione in sei stagioni.
Fallito l’appuntamento con la storia si siede nuovamente in panchina, ma dopo la falsa partenza del collega coach Ray Malavasi lo getta nella mischia e Vince non delude giocando la miglior stagione di sempre, chiudendo con 3,199 yards, 30 TD pass e 19 intercetti all’attivo; quando sembra finalmente pronto a prendere per mano i Rams a fine stagione non firma il rinnovo ed accetta invece la corte dei Montreal Alouettes, che gli mettono sul piatto 350.000 dollari in più rispetto ai losangelini.
Oltre confine Ferragamo non riesce però ad imporsi faticando a prendere confidenza con il football giocato nella Canadian Football League e dopo poche partite finisce prima relegato al ruolo di backup alle spalle di Gerry Dattilo e poi ad occupare addirittura il ruolo di third-string QB quando viene acquisito via trade Ken Johnson; tornato mestamente negli USA dopo una sola stagione si accorda ancora una volta con la franchigia di Los Angeles con la quale disputa 26 match nel triennio 1982-84, giocando come titolare nel 1983, in cui fa le sue ultime due apparizioni ai playoffs arrendendosi ai Washington Redskins nella Divisional Week.
Con i Buffalo Bills nel 1985 parte titolare in 9 occasioni prima di chiudere la carriera professionistica al termine della regular season successiva, dopo aver completato 25 passaggi in 3 partite con la divisa dei Green Bay Packers; ritiratosi dalle scene fa ritorno a casa e nell’assolata California apre la Touchdown Real Estate, azienda che opera nel campo immobiliare, prima di tornare a dedicarsi alla sua grande passione, il vino.
Ricordando le sue origini e le storie che i nonni gli raccontavano quando era bambino Vince acquista diversi terreni situati nella Orange County, impianta dei vigneti, ed inizia una nuova vita, quella da viticoltore e produttore di vini pregiati; “Uno dei miei vini preferiti e che mi piace bere è il Tingnanello, che è composto dal 20% di Cabernet e dall’80% di Sangiovese. Anche il Sangiovese è ottimo da solo, e quello che coltivo lì a casa mia è come un clone più vicino al Brunello”.
“È solo una riserva privata delle viti sulla mia proprietà, è essenzialmente per il consumo privato e gli amici. Lo faccio solo per divertirmi” raccontò ad un Concorso Internazionale di Vino che si svolgeva a pochi passi dalla sua tenuta, ma intanto i prodotti della sua azienda sono acquistabili un po’ ovunque e i suoi vini sono divenuti talmente famosi che negli ultimi anni ha affrontato una causa con la ditta di moda Salvatore Ferragamo, che lo accusava di clonazione del marchio.
Da ciò che si racconta il tutto sarebbe stato risolto grazie ad una telefonata intercorsa tra Vince e Salvatore e chissà che per calmierare il secondo, il primo non gli abbia offerto qualche cassa del suo prodotto più pregiato; lo stesso che più di una volta gli ha permesso di conquistare dei riconoscimenti durante le varie manifestazioni, premi che il buon vecchio numero 15 dei Rams ha aggiunto ad una bacheca che negli scorsi decenni si è arricchita di diversi riconoscimenti, su tutti le targhe che attestano l’inserimento nella National Italian American Sports Hall of Fame e nella College Football Hall of Fame.
E così, quelle stesse mani che un tempo stringevano l’ovale prima di un lancio ora curano personalmente i vigneti e accolgono come dei genitori affettuosi il prezioso frutto del loro raccolto, accompagnandolo verso la cantina della Ferragamo Winery; con parte del ricavato Vince alimenta la sua fondazione, la Ferragamo Foundation, con la quale sponsorizza le Special Olympics, la Ronald McDonald House e diverse altre associazioni che si occupano di bambini e ragazzi disabili, perché d’altronde è una storia vecchia come il mondo, e più il vino invecchia, più diventa buono.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…