A differenza del Baseball, che ricevette un mandato dal presidente Franklin Roosevelt per continuare la disputa del Campionato “nell’interesse morale della nazione”, la NFL non ottenne deroghe particolari nel corso della Seconda Guerra Mondiale nonostante gli sforzi dell’allora commissioner Elmer Layden, ma decise comunque di proseguire le operazioni cercando di mantenere in vita il torneo e le squadre nonostante la diaspora di giocatori e allenatori, chiamati a difendere l’onore della patria sui fronti dell’Europa e del Pacifico.

In una situazione decisamente complicata la National Football League riuscì comunque a disputare le stagioni 1943 e 1944, in entrambe i casi sopperendo alla mancanza di giocatori con le fusioni tra team cui diedero inizio i Pittsburgh Steelers e i Philadelphia Eagles nel ’43, unendosi negli Steagles, squadra che concluse con un record di 5 vittorie, 4 sconfitte e 1 pareggio l’unico campionato della sua storia.

Forti di questa esperienza gli stessi Steelers ci riprovarono un anno più tardi su invito della NFL, che trovatasi con undici franchigie ai nastri di partenza, Boston Yanks, Brooklyn Tigers, Chicago Bears, Chicago Cardinals, Cleveland Rams, Detroit Lions, Green Bay Packers, New York Giants, Philadelphia Eagles, Washington Redskins più la già citata Pittsburgh, e ben conscia della difficoltà di creare una schedule con un numero di team dispari chiese agli owner Art Rooney e Bert Bell di vagliare una nuova fusione.

Respinta la proposta di legarsi ai Tigers, titubanti nel fondersi con i neonati Yanks o con i Rams che erano stati appena rifondati nella stagione precedente, in Pennsylvania decisero di sondare il terreno con i Cardinals e dopo diversi incontri interlocutori con il proprietario di questi ultimi Charles Bidwell, accettarono di unirsi alla seconda squadra di Chicago a condizione che la lega gli permettesse di giocare almeno la metà delle partite casalinghe al Forbes Field di Pittsburgh.

Fu così che il 21 Aprile del 1944 nacquero i Card-Pitt affidati alla guida congiunta dei due head coach Walt Kiesling e Phil Handler, che presero in mano la squadra fin dal training camp di Waukesha, Wisconsin, dove i giocatori di entrambi i team si radunarono il 15 Agosto, dando il via definitivo alla collaborazione che li avrebbe impegnati per l’intera regular season che sarebbe partita in autunno.

Una stagione che avrebbe avuto il suo punto più alto nelle prime due settimane di gioco, quando persero di appena 2 punti all’esordio con i Cleveland Rams, 28-30, e vinsero la partita successiva, 17-16, con i New York Giants; purtroppo per loro si trattava di un semplice match d’esibizione e quella che sarebbe stata l’unica vittoria stagionale non sarebbe mai entrata negli annali consegnando la squadra ad un fallimentare record 0-10 al termine del torneo.

Sconfitte cocenti e punteggi pesanti, tra cui il 49-7 rimediato l’ultima week con i Chicago Bears, non furono però l’unico aspetto negativo dei Card-Pitt che con l’avanzare dei mesi dovettero affrontare diverse situazioni critiche, dai litigi tra giocatori alle risse sul campo con gli avversari, passando per le multe distribuite indistintamente ad atleti e coach, per arrivare fino all’abbandono dell’unica stella del team, John Grigas, che lasciò la squadra prima della fine della stagione.

Impressionanti alcune statistiche messe insieme dalla squadra in quell’anno terribile, con i quattro quarterback alternatisi in cabina di regia che realizzarono il poco invidiabile rating di 3.0, lanciando 41 intercetti a fronte di soli 8 touchdowns; pessimi anche gli specialisti, dal kicker Conway Baker che oltre a non aver messo a segno alcun field goal sbagliò anche 11 dei 15 extra point tentati, ai vari giocatori schierati nella posizione di punter, tra cui il già citato Grigas, che chiusero la season con la peggior media di sempre a calcio, 32.7 yards.

Arrendevoli, spesso incapaci di contrastare adeguatamente gli altri team anche a causa dei continui cambiamenti di roster dovuti alle chiamate da parte dell’esercito, i giocatori dei Card-Pitt acquisirono con il passare del tempo un altro nickname, attribuitogli dai cronisti dopo le ripetute battute a vuoto, “Car-Pitts”, assonanza che riconduceva a “carpets”, tappeti, vista, come viene riportato dalle cronache dell’epoca, “la facilità con cui gli avversari li calpestavano”.

E così, senza alcun rimpianto, già al termine della stagione Cardinals e Steelers ripresero le loro strade, e dal Campionato NFL 1945 tornarono ad essere due entità ben distinte e separate.

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