Ricorrenza particolare per la National Football League quest’oggi, esattamente 47 anni fa, il 5 Aprile 1973, in un giorno di primavera qualunque, gli owner delle ventisei franchigie che componevano in quel momento la lega professionistica statunitense decisero di rendere ancora più popolare e di facile comprensione il gioco alla platea, che si recava settimanalmente nei teatri all’aperto in cui venivano ospitate le partite, adottando una numerazione ufficiale condivisa da tutti i team e suddivisa rigorosamente per ruolo.

Fino a quel momento infatti era possibile vedere anche dei quarterback giocare con numeri che più tardi sarebbero appartenuti esclusivamente agli offensive linemen, come il leggendario Otto Graham, che nelle foto d’epoca si nota indossare orgogliosamente la divisa numero 60 dei Browns prima di passare alla 14.

Il primo sistema di numerazione NFL infatti prevedeva che i quarterback fossero gli unici, insieme ai cosidetti specialisti, kicker e punter, a poter utilizzare un numero compreso tra 0 e 19, quelli dal 20 al 49 sarebbero stati invece riservati ai defensive back e ai runningback, dal 50 al 59 ai centri e ai linebacker, dal 60 al 79 ai restanti componenti della linea offensiva e ai defensive linemen, dal 80 al 89 ai wide receiver e ai tight end; le uniche eccezioni erano previste per questi ultimi e per i centri, che in caso di numeri interamente occupati nella loro gamma di appartenenza potevano optare per uno compreso tra il 40 e 49, nel caso dei TE, e tra il 60 e 79, se si trattava dei giocatori che effettuavano lo snap.

Aboliti da quel momento i numeri 0 o 00, che in passato erano stati utilizzati da stelle del calibro di Jim Otto e Ken Burrough, e quelli dal 90 a 99, che vennero poi reintrodotti solo sei anni più tardi, nel 1979, quando ne fu riaperto l’utilizzo ai vari ruoli della linea difensiva; passarono altre cinque stagioni prima che nel 1984 venisse concesso anche ai linebacker di adottare questa numerazione e ne servirono altre trentuno, 2015, per permettere agli stessi di poter indossare anche quelli compresi tra il 40 e il 49.

Un’altra limitazione cancellata solo in periodi più recenti è quella riguardante la decina 10-19 che dal 2004 è tornata disponibile ai wide receiver, permettendo a molti campioni di riallacciare, o mantenere, il numero che li ha resi celebri al college piuttosto che alla high school; i primi a sfruttarla furono Larry Fitzgerald e Roy Williams, selezionati entrambi nel Draft di quell’anno e che optarono, rispettivamente, per i numeri 14 e 11 sulle loro divise di Arizona e Detroit.

A oltre quarant’anni di distanza lo storico owner dei Cowboys Tex Schram e l’addetto alle pubbliche relazioni NFL Don Weiss sarebbero probabilmente soddisfatti della proposta che avanzarono quel giorno di aprile di tanti decenni fa e che fu votata favorevolmente da tutti gli altri presidenti; così, grazie soprattutto a queste due figure leggendarie del Football, la storia di questo magico Sport si è arricchita di una personalizzazione che dopo lustri e lustri permette ad ogni appassionato di far riaffiorare un ricordo ogni volta che legge un determinato numero, in qualsiasi contesto, anche molto lontano dai campi delimitati dalle hashmarks.

Dall’1 di Warren Moon al 99 di J.J. Watt, Warren Sapp o Jason Taylor, passando per una serie infinita di cifre che agli occhi dei più possono sembrare insignificanti, ma che nel cuore e nella mente di ogni amante della palla lunga un piede assumuno sempre un sapore particolare, come una sconclusionata e confusa tabellina da rimandare a memoria; 7 John Elway… 19 Johnny Unitas… 20 Barry Sanders… 32 Jim Brown… 42 Ronnie Lott… 56 Lawrence Taylor… 60 Chuck Bednarick… 75 “Mean” Joe Green… 80 Jerry Rice… 92 Reggie White… e poi quel 12, il mitico 12, forse il numero più famoso e rispettato della storia NFL, utilizzato negli anni da generazioni di quarterback divenuti successivamente indimenticabili, Joe Namath, Terry Bradshaw, Roger Staubach, Ken Stabler, Jim Kelly e non ultimi Tom Brady e Aaron Rodgers, un numero reso ancora più speciale dai Seattle Seahawks, che con il 12 identificano il loro pubblico dal 15 Dicembre 1984, il giorno in cui ritirarono la maglia in onore di tutti i loro fans, l’uomo in più ogni qual volta mettono piede sul terreno di gioco.

4 thoughts on “Football Graffiti – 1973, nasce il sistema di numerazione della NFL.

  1. Mih… Però dimenticare il 16 di Joe Montana è una mancanza di un certo spessore!

  2. Grazie Roquinho!

    Devo una risposta anche a Marco, no, non si tratta di una dimenticanza, ci mancherebbe che non ritengo degno dell’Olimpo del Football un Grandissimo come Joe Cool, semplicemente ho cercato di selezionare un solo giocatore per ogni decina e questo ha comportato a delle “rinuncie” difficili, già solo nei QB penso non solo al 16 di Joe Montana, ma anche al 7 di John Elway, all’8 del suo successore Steve Young, al 13 di Dan Marino, e a tanti tanti altri, anche in ruoli diversi, tipo il 34 di Sweetness, al secolo Walter Payton; chiedo venia, ma per citarli tutti sarebbe servito un articolo interminabile.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.