Quando a fronteggiarsi troviamo la miglior difesa ed il miglior attacco solitamente la prima trova un modo per inceppare i meccanismi del secondo: la domanda che si ponevano tutti durante la lunga vigilia era proprio questa, sarebbe riuscito il pass rush di San Francisco ad arginare lo straripante Patrick Mahomes? Sarebbe riuscito l’intero reparto difensivo a trovare modo di non venire punito dalla disarmante velocità del parco ricevitori a disposizione di un quarterback che, apparentemente, è in grado di segnare un touchdown nel tempo in cui io finisco questa frase?

Le domande e gli spunti d’analisi erano, sono, tanti e dopo le non banali celebrazioni – e pubblicità – del centesimo anniversario della lega abbiamo finalmente avuto possibilità di trovare le risposte.
Dare la palla a Mahomes e compagni non sembra mai la migliore delle idee, ma la sicurezza con cui San Francisco ha optato di deferire e far aprire le danze a Kansas City poteva suggerirci che probabilmente Saleh ed il suo staff erano pronti a stupirci: pronti-via e come già visto più volte durante la postseason il reparto offensivo dei Chiefs si incaglia in un three n’ out diretta conseguenza di due incompleti consecutivi di un già pressato Mahomes.
Se il buongiorno si vede dal mattino, San Francisco sembra sì in grado di applicare quella pressione sul quarterback diventata loro marchio di fabbrica, nonché motivo principale per il quale stiamo ancora parlando di loro a febbraio.
Jimmy G dal canto suo fa ciò che gli viene meglio, ovvero sfruttare l’indecisione di reparti difensivi terrorizzati dalla potenza del gioco di corse tramite play action ben assestate, anche perché Samuel dal nulla raccoglie immediatamente 32 yards con una ben disegnata corsa che permette loro di superare la metà campo. Un altro paio di corse migliorano la posizione di campo dei ‘Niners che però, al confine della red zone, vedono il drive arrestarsi a causa di un guadagno negativo su passaggio ricevuto da Samuel ed un incompleto diretto a Kittle: piazzato, dunque, convertito piuttosto agevolmente da Gould che ci regala i primi punti della giornata.

La risposta di Kansas City, diversamente da quanto visto fino a questo punto dei playoff, non si fa attendere, e con un ben bilanciato drive ecco che questi diavolacci iniziano a muovere le catene piuttosto consistentemente: una corsa di Williams, un passaggetto a Kelce e ad Hill et voilà, primo viaggio in red zone della giornata. Momento chiave della partita: 3&11 Chiefs sulla linea delle quindici yards di San Francisco, cosa farà Mahomes? Incaricherà Kelce di macinare yards after catch al fine di muovere le catene? Cercherà direttamente la end zone? Niente di tutto ciò, in quanto giusto per ricordarci – come se ce ne fosse realmente bisogno – che può tranquillamente far affidamento sul proprio, sottovalutato, atletismo poiché di yards ne guadagna dodici con le proprie gambe, assorbendo pure una discreta botta che gli fa perdere il controllo dell’ovale che vola fuori dal campo, dietro la linea di primo down: quarto down ed una iarda, una misera iarda. Reid, stufo di vedere i propri allievi alzare Lombardi e non poter fare altrettanto, di essere cauto non ne vuole sapere assolutamente nulla e decide di guadagnarsi il primo down: tramite una serie di fantasiosi movimenti pre-snap che mi hanno ricordato una coreografia dei Backstreet Boys, Damien Williams ha modo di penetrare lo stoico front seven di San Francisco e di portare il pallone alle porte del paradiso, sulla goal line. Due giocate dopo arriva il primo touchdown della giornata, messo a segno da Patrick Mahomes direttamente con le proprie gambe: 7 a 3 Chiefs dopo un drive che ha quasi consumato otto minuti.
Chi ha detto che questi sanno giustiziarti solamente con desolante rapidità?
San Francisco deve assolutamente rispondere, permetter a Mahomes di scappare puzza di condanna a morte, ma sorprendentemente arriva il primo errore della giornata: Garoppolo cerca Samuel in profondità ma il lancio è corto ed un po’ telefonato ed il sovente preso di mira Breeland mette a segno un comodo intercetto.
Kansas City vuole scappare via, sfruttare l’eventuale demoralizzazione di San Francisco e mettere a segno un altro touchdown che condannerebbe Shanahan a cambiare il proprio gameplan, e gli auspici sembrano quelli giusti: la prima giocata post-turnover è un passaggio da 28 yards ricevuto da Watkins ed in men che non si dica KC è già nei pressi della red zone. Damien Williams converte il secondo quarto down della propria già impegnativa giornata ed a questo punto sembra scritto che, in un modo o nell’altro, Kansas City riuscirà a mettere a segno un altro touchdown: falso, poiché il drive di Kansas City si arresta dopo un paio di incompleti di Mahomes e questa volta Reid non ha scelta, è ora di dare un po’ di gloria a Butker che senza alcun problema mette a segno un piazzato da 31 yards, quello del 10 a 3.

Con le spalle già relativamente al muro, finalmente arriva la risposta dei ‘Niners: Mostert e Coleman iniziano ad ingranare, Deebo Samuel agguanta un paio di palloni dal peso specifico elevato e, per le pari opportunità, il primo touchdown della partita di San Francisco viene messo a segno dal preziosissimo, iper-versatile, Kyle Juszczyk, fullback in grado di svolgere ogni mansione immaginabile ad un livello ingiustamente alto.
Aggiungere qualche punto al proprio risicato bottino sarebbe ideale per Kansas City, ma il drive si arresta dopo una corsa di Mahomes ben difesa dall’ottimo Warner e KC deve restituire il pallone con un punt che di fatto sancisce la fine della prima metà.

Halftime Show, Shakira e J-Lo, soprassediamo.

Si riparte, palla ai ‘Niners: con tranquillità e sicurezza, Garoppolo fa affidamento ai propri ricevitori, Samuel e Sanders e con un paio di passaggi nella stratosfera delle quindici yards, muovere le catene piuttosto bene. Momento sliding door della partita, a mio avviso: Coleman viene fermato a due iarde dal primo down e Shanahan, su 4&2, non sfoggia gli attributi di Reid e non cerca la conversione, optando piuttosto per un ben più sicuro piazzato, quello del 13 a 10 ‘Niners.
Signori, qualcosa è cambiato: la difesa di San Francisco inizia a trovare modo per mettere le mani addosso a Mahomes e dopo che il numero quindici riesce a recuperare un fumble causato da uno strip sack di Bosa, sparacchia il primo intercetto della propria carriera in postseason quando cercando il proprio faro Hill viene ingannato dall’ottimo lavoro di Warner che sornione aveva diagnosticato la giocata con perfetto anticipo. Un paio di guadagni sostanziosi di Samuel e Bourne portano immediatamente San Francisco in red zone ed una volta lì Juszczyk a momenti mette a segno la più improbabile delle doppiette venendo fermato a meno di una iarda dai sei punti: poco male, in quanto a suggellare il touchdown del 20 a 10 ci pensa Mostert.
Kansas City, c’è un problema.

Con atipica lentezza e metodicità, Mahomes si scrolla di dosso il recente errore muovendo piuttosto efficientemente le catene, ma dopo un altro sack ed una corsa che restituisce solo parzialmente il terreno perso, su terzo down ecco arrivare la seconda vera sorpresa della giornata, il secondo intercetto consecutivo: questa volta a metterlo a segno è Moore che analogamente a quanto successo poc’anzi legge alle perfezione un pallone direzionato ad Hill.
Con dodici minuti rimasti, ora la palla passa al reparto difensivo di Kansas City che dovrà trovare il modo di annullare il running game di San Francisco e dare a Mahomes le due opportunità necessarie per raddrizzare la contesa.
Detto fatto, in quanto con ragionevole velocità Shanahan è costretto ad interpellare per la prima volta Wishnowsky, il punter: it’s comeback time?
Il drive di KC sembra compromettersi quando su 2&15 San Francisco vince un challenge che annulla una ricezione da sedici yards di Hill, ma siccome Mahomes è un dio vendicativo, le yards appena tolte se le riprende con gli interessi, in quanto su 3&15 di yards ne guadagna quarantaquattro. Moore, eroe pochi minuti prima, su 3&10 commette una sanguinosissima pass interference su Kelce che dà nuova vita a Kansas City in quanto li posiziona sulla goal line: questa volta Kelce non viene ostacolato ed ecco il primo touchdown di lancio di Mahomes.
20 a 17 ‘Niners, serve un altro stop della difesa che arriva con una sorprendente velocità, in quanto un paio di incompleti consecutivi condannano Shanahan ad un three n’ out: provare a muovere le catene con ciò che li ha trascinati fin lì, ovvero il gioco di corse? No? Spettri di Super Bowl LI?

Palla a Mahomes, cinque minuti al fischio finale: Hill, Kelce, Hill Kansas City muove le catene con estrema velocità e dimestichezza, San Francisco sembra alle corde, ed ecco il colpo del KO, un completo da 38 yards ricevuto dal sornione ma sempre letale Watkins. KC tiene l’ovale incollato al terreno e, su 3&goal, il genio di Reid colpisce ancora e con una giocata veramente ben disegnata Damien Williams mette a segno l’ennesimo touchdown della sua avventura in postseason ricevendo un passaggio da Mahomes.
24 a 20 Kansas City.
San Francisco deve trovare la end zone, ed anche piuttosto in fretta, poiché il cronometro recita due primi e quarantaquattro secondi.
Mostert guadagna immediatamente diciassette yards, numero sciagurato, e dopo una ricezione del sempre pronto Bourne, Garoppolo è nei pressi della linea di metà campo: tre incompleti di fila ci portano su 4&10, o come lo chiamo io, la “partita”.
Quanto ironico è che a decidere la “partita” sia stato il chiacchierone Frank Clark, che nel momento più importante della propria vita sportiva trova il modo di atterrare, per la prima volta in giornata, Garoppolo: turnover of downs, Kansas City ora dovrà trovare il modo di bruciare quanto più cronometro poss… oh, touchdown di Damien Williams da 38 yards.
31 a 20: signori è finita, il digiuno di Kansas City è storia del passato, Mahomes, Reid, Mathieu, Kelce, i Kansas City Chiefs sono sul tetto del mondo.

Chapeau a dei buonissimi 49ers che per cinquantacinque minuti sono riusciti a tarpare le ali dell’esplosivo attacco di Kansas City, ma contro un fenomeno del calibro di Mahomes è necessario essere perfetti per tutti e sessanta i minuti di gioco: in poco più di cinque giri d’orologio, infatti, l’attacco dei Chiefs ha prodotto ventuno fatali punti, una condanna a morte.
Con Mahomes, Kelce, Watkins, Williams ed Hill diventa piuttosto facile dimenticarsi del reparto difensivo, ma a mio avviso i “veri MVP” della giornata sono stati loro, in quanto nel momento più importante della stagione sono stati in grado di cacciare San Francisco fuori dal campo con sorprendente velocità e spietatezza: mi viene naturale domandarmi come sarebbero andate le cose se Shanahan avesse insistito un po’ di più sulle corse anche negli ultimi drive, ma di questo avremo modo di parlarne durante l’offseason.
Bel modo per concludere la centesima stagione di questa controversa, superba ma nonostante ciò sempre eccellente lega: ho come l’impressione, però, che non sarà l’ultima volta che vedremo Mahomes genuinamente contento dell’imminente viaggio a Disney World.
O perlomeno, finché ciò non si trasformerà in ripetitiva abitudine.

6 thoughts on “La terza rimonta è la più dolce: Kansas City Chiefs campioni dopo cinquant’anni

  1. Reid più di ogni altro ha meritato questo SB, per la carriera ma soprattutto per ciò che ha architettato stanotte. Sf ottimi, concedere solo 24 punti a kc ( gli ultimi 7 eravamo ormai in garbage time ) è stata comunque un impresa. Quei due possessi, sterili, sul 20-10 al 4° meritavano di meglio almeno di mangiare tanto più tempo, e qui Shanahan è mancato un po’. Poi Mahomes, kc ce l’ha sf no, ha Garoppolo, e si è visto. Grazie Mattia. Buon giorno a tutti.

  2. Bella partita dopo l’orrore dell’anno scorso.
    Due squadre eccellenti.
    San Francisco paga il gioco sparagnino (pochissimi giochi di lancio quando le corse non andavano bene come coi Packers, Kittle sottoutilizzato); la difesa dei Chiefs ha fatto i coperchi mentre Mahomes faceva le pentole.
    Se i Patriots fanno rifirmare Brady a 30 milioni in Missouri può nascere una dinastia.

    • sei il milionesimo commentatore che predice la fine dei Patriots, e può darsi che questa volta tu abbia ragione. Nel frattempo rivediti partita di quest’anno Chiefs-Patriots e valuta la coerenza di quello che hai scritto.

      • I Patriots sono finiti da un pezzo, miracolati in sequenza dalle fesserie di Carroll, Quinn e McVay (outcoached in maniera imbarazzante). Playoff per mille anni di fila? Grazie al kaiser: nella division più ridicola della NFL…
        Brady, pur grandissimo, da quest’anno è una tassa, e il mercato degli ultimi anni è risultato deficitario.
        Intanto gli altri crescono. 2+2=4

  3. Patriots, finita la storia con Gronk è finito tutto.
    Le stars erano lui e Brady, Brady per la carriera ma lui per la grandezza che ancora esprimeva pienamente. Avete visto la differenza tra lui e Kelce/Kittle? Questi due a volte molto utilizzati a volte poco a volte quasi solo a bloccare come al SBowl. Gronk da unico target, sempre utilizzato in ricezione, marcatissimo, ma sempre a guadagnare yards. La fine dei Pats, senza lui, con la squadra attuale è definitiva.

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