Incredibile, clamoroso, pazzesco: quanto successo questa notte a Foxborough facilmente entrerà nella storia, non tanto per il risultato finale ma per le ripercussioni sul futuro prossimo della squadra più dominante della lega e, soprattutto, della lega stessa.
Prima di concentrarci sul futuro, però, sarebbe opportuno lasciare la parola a quanto successo in campo.
Pronti-via ed il pallone è subito dei Patriots, ed ecco che la normalità sembra ripristinata: New England riesce a mettere insieme due chunk plays consecutive, merce rara negli ultimi mesi di regular season, che li catapultano alle porte della red zone. Altrettanto velocemente riecco la “normalità” fare il suo ritorno, in quanto come durante la maggior parte della stagione regolare l’attacco dei Patriots sembra non avere idee ben precise su come tramutare viaggi in red zone in touchdown: ah, da quando Gronk non gioca più… Ça va sans dire Brady è costretto ad accontentarsi di tre miseri punti: sempre punti sono, no?
Tennessee, squadra data per morta a metà stagione, ha ora l’opportunità di firmare uno statement: affinché ciò diventi realtà hanno assolutamente bisogno che il loro fiore all’occhiello Henry riesca a trovare modo di muovere le catene a suon di tackle rotti. Detto fatto, in quanto Henry, corsa dopo corsa, riesce ad imporre la sua volontà su un front seven troppo mogio per trattarsi di playoff; il fatto di avere under center il quarterback più caldo degli ultimi due mesi è indubbiamente d’aiuto, in quanto Tannehill su 3&10 nel cuore della red zone connette con il tight end Firsker, bravissimo ad eludere la marcatura dell’appena entrato Brooks, per i sei punti: Tennessee, signori, non sa cosa sia il timore reverenziale.
New England deve trovare un modo di reagire quanto prima possibile, poiché in una sola serie Tennessee ha dimostrato di poter muovere le catene senza troppi problemi e, soprattutto, di poter bruciare nel mentre quanto più cronometro possibile: fortunatamente per il pubblico di casa l’attacco sembra essere lontano parente di quello visto in regular season e, alternando minuziosamente corsa e passaggio, in dieci giocate riesce a sfondare la resistenza dell’arcigna difesa dei Titans ed a trovare i sei punti, arrivati grazie ad un end-around di Julian Edelman. Dieci a sette Patriots e ci sono tutte le premesse per assistere ad una partita ad alto punteggio.
Oppure no.
Dopo due three n’ out – intervallati da un punt dei Patriots -, sembra che il reparto difensivo di Belichick sia riuscito a trovare un modo per arginare il potente running game dei Titans: come avrete già notato, ogni mia singola affermazione è destinata ad essere sbugiardata tre righe dopo.
Palla nuovamente ai Patriots dunque: piano piano l’attacco percorre il campo ed a seguito di una buona ricezione di Burkhead, New England si trova ad una misera iarda di distanza dal secondo touchdown della giornata.
Primo tentativo, palla a Michel: tackle for a loss.
Secondo tentativo, palla a Burkhead: recuperato il terreno perso.
Terzo, fondamentale, tentativo, palla a Michel: altro tackle for a loss.
Quarto down: field goal.
Oh-oh, New England aveva una ghiottissima opportunità di incrementare il proprio vantaggio portandosi sopra di due possessi, ma a quanto pare le difficoltà in red zone che li hanno costretti ad accontentarsi del terzo seed AFC sono riemerse nel peggior momento possibile.
Sia come sia, Tennessee non ha tempo per adagiarsi sugli allori, poiché è vitale trovare un modo per rimpinguare il bottino prima del termine della prima metà di gioco: vi ho mai detto che Derrick Henry è una forza della natura?
Cari lettori, con due minuti e mezzo da giocare normalmente si affida il proprio destino al gioco aereo, ma con un Henry in stato di grazia ciò può anche risultare non congeniale: il rushing leader della regular season ha infatti guadagnato ogni singola yards delle settantacinque che Tennessee doveva ricoprire per aggiungere sette punti, mettendo a segno un touchdown da una iarda.
Dopo quasi trenta minuti è piuttosto chiaro che il front seven dei Patriots non è in grado di pareggiare la fisicità della linea d’attacco dei Titans e, soprattutto, di atterrare Henry prima che quest’ultimo abbia guadagnato un altro paio di yards.
Fine della prima metà, dunque: 14 a 13 Titans.
Gli ultimi trenta minuti di gioco ci offrono qualcosa di completamente diverso rispetto a quanto visto ad inizio partita: il terzo quarto, infatti, si conclude nel segno dei punt, due per New England, due per Tennessee, even Steven.
L’ultimo quarto, però, si apre con una giocata potenzialmente in grado di cambiare le sorti della partita, in quanto Tannehill tentando di connettere in profondità con Corey Davis viene clamorosamente intercettato da Duron Harmon: esattamente ciò di cui i Patriots avevano bisogno, ora sta al leggendario numero 12 trovare il modo di mettere punti a tabellone.
Come non detto, punt: caro Tom, ti abbiamo visto un’infinità di volte trovare il modo per decidere la partita in extremis e dubitare di te a questo punto non ha molto senso, ma devi capire che il recency bias sembra suggerirci che tali difficoltà possano essere in grado di protrarsi fino al fischio finale e di porre fine alla vostra complicata stagione.
Vedremo.
Palla nuovamente a Tennessee che, con poco meno di tredici minuti rimasti decide di tornare a proporre con insistenza la specialità della casa, ovvero sfruttare il disarmante talento di Derrick Henry: a suon di tackle rotti, il mostruoso numero 22 è stato in grado di far evaporare otto minuti di gioco.
Certo, i meriti non vanno attribuiti solamente a lui, in quanto coach Vrabel, analogamente a quanto fatto da Belichick qualche mese fa contro i Jets, è riuscito a togliere preziosi minuti dal cronometro sfruttando un loophole di penalità prima dello snap su quarto down: karma?
Sotto di un punto, con quattro minuti rimasti, eccoci finalmente in piena “zona Brady”: l’inizio è alquanto promettente poiché TB12 riesce a connettere con James White per un guadagno di venti fulminee yards. Come già visto a più riprese, però, l’attacco dei Patriots non sembra essere in grado di trovare consistentemente modo di muovere le catene e dopo questo fuoco fatuo e due incompleti consecutivi di Brady, con poco più di tre minuti da giocare Belichick è costretto ad interpellare ancora una volta lo special team per l’ennesimo punt della giornata: oh-oh.
Quel fenomeno chiamato Henry, nel momento più importante della sua carriera, costringe New England a bruciare ogni singolo timeout, salvo poi essere prevedibilmente fermato su 3&9: punt Titans.
Zero timeout a disposizione, una dozzina abbondante di secondi rimasti sul cronometro e palla ad una misera iarda dalla proprio end zone: New England è metaforicamente – e non – con le spalle al muro e… pick six dell’ex Logan Ryan? Nove secondi rimasti da giocare?
Oh-oh, a New England serve un Music City Miracle che, però, non arriva: venti a tredici Titans, New England Patriots eliminati.
Tutti abbiamo ben presente che Brady fra un paio di mesi sarà, per la prima volta in carriera, free agent: l’età, finalmente, sembra essersi trasformata in qualcosa di più che un mero dato anagrafico e le costanti difficoltà esibite in questi quattro mesi ci spingono seriamente a porci qualche domanda scomoda.
Fine di una dinastia?
Dove giocherà Brady l’anno prossimo? Il “ventennio” è ufficialmente terminato grazie al magnifico lavoro del partigiano Vrabel?
Sinceramente non è questo il momento per rispondere a tali domande, concentriamoci piuttosto sui Titans: quanto fatto dai ragazzi di Vrabel in questi tre mesi è assolutamente incredibile, in quanto non solo sono riusciti ad infliggere all’Impero la più pesante sconfitta della loro storia recente, il solo fatto che a gennaio io sia costretto a parlare di loro è semplicemente sensazionale, in quanto sul 2-4 la loro stagione sembrava veramente essere ai titoli di coda.
La settimana prossima ad attenderli troviamo la locomotiva Ravens, ma attenzione a darli per spacciati, con un Henry del genere – 182 yards ed un touchdown in 34 portate – nessuna montagna è troppo alta: vada come vada, fidatevi di me quando vi dico che di questa partita parleremo per anni, molti anni.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Straordinario siano giunti fino all’anno scorso ancora in tiro. Grandi Pats, ora si ricostruisce, è finita.
Non capisco perché “incredibile clamoroso pazzesco”.
Era facilmente prevedibile (lo hanno fatto in molti e non solo io).
Succede quando sei The GOAT e non capisci che è bene fermarsi (vi ricordate gli ultimi anni di Brett Favre?)
Succede quando hai The GOAT e non capisci che è meglio fermarsi e ripartire con un nuovo progetto.
Succede quando di fronte hai una squadra vera (con un signor HC con cui, tra l’altro, ti sei messo al dito 3 anelli) e un fenomeno in serata come Henry.
Auguro ai Pats e ai suoi tifosi (oddio un augurio a loro proprio da me!!) di capire in questa offseason che tutte le dinastie (anche la piu grande) finiscono. E che la vera forza è il coraggio di capirlo e di progettare la ripartenza.
Da tifoso Titans ho goduto molto a vedere questa partita, classica di p.o., intensa, nervosa e con pochi fronzoli e buone difese. Francamente a metà stagione pensavo che i Titans dovessero rivedere varie cose, specie trovare un Qb che potesse garantire un salto di qualità e ce lo siamo trovato in casa, con T.che ha fatto una stagione super, inoltre quando è stato chiaro che scommettere su Henry #22.era non solo conveniente, ma che dava evidenti risultati, la squadra, a mio parere si è anche rafforzata mentalmente e ha preso coscienza di essere quantomeno solida. Tuttavia non pensavo che contro N.E. potessero spuntarla, invece hanno fatto una bella gara credendoci sempre e continuando a fare quello che sapevano fare. I Pats ci sono arrivati forse un po’ col fiato corto, forse hanno pensato fino alla fine che Brady potesse risolverla, ma ciò non è accaduto, la secondaria dei Titans ha fatto un egregio lavoro e anche la pressione sul Qb era buona. Francamente i Ravens mi sembrano fuori portata, troppo più forti, ma le cose mi sembrano puntare verso il meglio, specie dopo la scorsa stagione anonima e l’inizio della presente.
Non so se N.E.sia da ricostruire del tutto, mi pare una critica troppo forte, anche bollare Brady come “bollito” mi sembra un po’ eccessivo, però, si sa, negli sport USA i cicli iniziano e finiscono, forse quello dei Pats è in parabola discendente.
Brady è dalla stagione scorsa (conclusasi comunque con la vittoria al Superbowl) che ha iniziato a calare vistosamente. E’ più lento nelle scelte, anche solo di una frazione di secondo, ma quella frazione distingue il campione dal Qb medio. E’ ormai immobile e anche il braccio (mai tra i più esplosivi della Lega) incomincia a tradirlo a volte anche su semplici screen pass. Niente di strano, anche per lui l’età si fa sentire. Se i miei Dolphins non avessero strappato una miracolosa quanto inaspettata vittoria all’ultima di regular season, i Patriots non sarebbero andati alla wild card, si sarebbero riposati ancora e avrebbero forse venduto la pelle in maniera migliore. Onore comunque ai Titans che dal punto di vista fisico li hanno surclassati. La sconfitta fa clamore, ma non credo che ci sarà una vera e propria ricostruzione a Boston. Di sicuro il buon Belichick dovrà calare la cresta ed ammettere che senza Gronk e senza ricevitori buoni (a parte il buon vecchio Edelman c’è davvero poco, nonostante l’innesto di Sanu) non può sperare nel proprio fiuto per sopperire. Anche in difesa ci sarà una offseason calda tra free agents e rinnovi. Insomma la squadra è comunque da rimpolpare. Cosa farà Brady? Io fossi in lui mi ritirerei. Ma i soldi sono una brutta bestia, quindi credo che continuerà. A Boston può avere un senso. Altrove, sarebbe penoso mi sa…