Ci sono giorni di pioggia in cui vedere la luce è molto più difficile che scacciare le tenebre. Giorni talmente brevi da far vergognare le notti per quanto opprimenti sappiano essere: è la rincorsa all’apice, come accade d’estate certo, momento in cui la disparità tra giorno e notte è ancora più marcata, quasi ad indicare la via spiegando astronomicamente che l’uguaglianza non appartiene a questo mondo. E per fortuna.
La bellezza dei solstizi che chiudono ere per aprirne di nuove. Accadimenti programmati naturalmente che, per tanto abituali, regalano sempre momenti di sconforto o gioia: a seconda dei casi, intimamente. Risvolti psicologici ad allietare personalità piuttosto che deprimerne altre: riducendola a insiemi scandalistici – categorizzando à la novella duemila– gufi o allodole piaccia più la notte che il giorno.
La lunga rincorsa alla stagionalità, che scontenta taluni per renderne felici altri, in rima con il prevalere della luce sulle tenebre, lotta per dirla alla Tony D’Amato – fittizio carattere di culto interpretato da Al Pacino in uno dei più controversi film di sempre sul football e non solo- per tornare a vedere il chiarore
Believe me. And, we can stay here, get the shit kicked out of us, or we can fight our way back into the light. We can climb outta hell… one inch at a time.
Any Given Sunday, Al Pacino
Che l’introduzione devi occuparla in qualche maniera e al quattordicesimo appuntamento, gli argomenti cominciano a scarseggiare. Intendo, l’avvicinarsi al Natale allieta l’anima rendendo, generalmente, il cuore più sensibile e meno brave: rischiamo di farci andare bene tutto.
Ma la potenza poi dell’intro, il perché di tanta importanza per lo scrivente, ci avete mai pensato? Estimatori della black music o meno, il consiglio è di andare a pescarsi il maestro di questi momenti d’apertura, Meek Mill, rapper di Philadelphia che di incipit musicali non ne sbaglia uno: partendo da Dreams & Nightmers che compie già sette anni, per giungere poi a Dreams worth more than money chiudendo su Championship, lavoro più recente.
Le battute iniziali sono potenti al punto da farti voler ascoltare il disco nella sua interezza, provare per credere, consigliando – e sottolineando lo stesso- di partire dal lavoro uno. Un crescendo di rime e parole a pungere le orecchie, flow faticoso che giunge come poesia ad alta voce, grida di disperazione dal sapore dolce. Seeing is Believing.
Attirare l’attenzione per portare al punto, non è compito facile ma sicuramente indispensabile, se non altro per tenervi sul filo un attimo: dove vuole andare a parare? Salvo poi ricondurvi al football giocato o meno, tanto reale quanto fantasy.
Da chiedersi, giustificati, cosa possa accomunare la stagionalità e i cicli astronomici a sessanta minuti, letti almeno centottanta, di gioco giocato. Escamotage stilistico per giungere al richiamo chiave, le ere.
Lungi dal sottoscritto scrivere la parola fine senza titoli di coda, ma siamo testimoni di una fase calante cui il sunto perfetto risiede nella testa bassa dell’attore protagonista, impegnato, per una volta, in scene drammatiche nel tepore del chiuso NRG Stadium di Houston: Tom Brady.
Nel mentre della scrittura, poi, quasi un monito aggiornando il feed di Instagram: hyping post di Tom per cui
“A man is not finished when he is defeated. He is finished when he quits” This team will never quit
Tom Brady, 2 dicembre 2019
Onore e gloria a lui – certo L minuscola, per ora – che non molla benché crudelmente tanto quanto cinicamente sia destinato a perdere la lotta contro il tempo.
Più delle corse di Lamar prima che Jackson, boriosamente irrisoria, forse più di quella varsity jacket infausta, la trick play di Houston che per cambi di mano, dicendola à la manière dei telecronisti CBS, ha ricordato una staffetta 4×100, potrebbe aver minato le fondamenta di questa stagione della franchigia più vittoriosa di sempre: più scioccante di una philly special, la chiamata di O’Brien portava in dote un retrogusto agrodolce di vendetta e giustificato rancore. Per una volta l’allievo ha battuto il maestro nella disciplina cui era maggiormente deficitario, l’attacco.
Istanti a rubare la scena in una domenica che – sulla carta- pareva glorificata alla partita delle partite che opponeva San Francisco a Baltimora, per molti preview del Lombardi Trophy. Mi permetto di dissentire.
L’equilibrio è stato tale che a deciderla è stato un walk off field goal di Justin Tucker inarrivabile kicker: la completezza dei Ravens passa dall’eccellenza in qualsiasi reparto. E dallo swag ostentato in sala stampa: presa di coscienza della propria grandezza.
La strada per il dunque è breve ma confortevole al punto da permetterci di apprezzare il paesaggio, fatto di statistiche e pietre miliari che di domenica in domenica vengono posate.
Corvi di Edgar Allan, che Poe sembra superfluo, a rubare la scena con Lamar al terzo game stagionale con più di 100 yards corse, un tanto a rendere l’idea: i Ravens hanno corso 2494 yards fino ad ora, risultando così il terzo team dal Settanta ad oggi ad averne macinate tante nei primi 12 incontri. Di più poterono solo Dolphins e Bills: anni di grazia settantadue e settantacinque.
Nel Wisconsin terra di leggendari capitani d’attacco, Aaron Rodgers pareggia il conto con Brett Favre: in carriera già 23 prestazioni da almeno 4 touchdowns.
Per restare in tema, poi, uno scorcio di Devlin Hodges che con due vittorie all’attivo eguaglia Ed Rubbert: undrafted rookie quarterback vittorioso in entrambe i due starts avvenuti.
Sfrecciano veloci ma aguzzando la vista si riesce ad ammirare la grandezza di Derrick Henry che diventa il quinto giocatore alltime ad aver registrato almeno 145 yards in tre partite consecutive e la costanza di Christian McCaffrey che se con le gambe è un fenomeno, con le mani non scherza: terza stagione consecutiva con almeno 75 ricezioni.
Via via a tagliare l’orizzonte, in vista di un traguardo ormai prossimo: è tempo di fantaplayoff, prima dei championship di richiamo al citato Meek Mill.
Per gioco, certo, ma non si scherza: dentro o fuori, non c’è spazio per analisi di lungo periodo, lo spazio di manovra è ristretto e breve il tempo per effettuarla. Nessuna strategia particolare se non una doverosa attenzione a determinati fattori come ad esempio il fatto che una squadra abbia già più o meno raggiunto la post season, la disponibilità di waivers in trend positivo e la presenza, o sfortunatamente meno, di handcuffs – backup reali ovvero giocatori riserve ai titolari nelle squadre reali: cercando di capirci meglio passate all’esempio che sta per arrivare – che possano rendere meno amara l’assenza dei top players.
Capiamoci meglio, quindi. Dalvin Cook ha un problema: durante la partita con Seattle ha abbandonato il campo per l’acutizzarsi di un dolore alla spalla – o al petto, parte alta comunque- gettando nella disperazione tutti i vari fanta allenatori che l’hanno in squadra. Preso atto della poco gradevole reputazione di injury prone ad inizio anno si consigliava di draftare Alexander Mattison. Just in case. Ed eccolo il case.
Per quanto concerne, invece, il fattore clinched – approdo più o meno sicuro ai playoff- val la pena considerare la possibilità di exploits inaspettati. Caso lampante, Rashaad Penny di Seattle che nelle ultime due sfide ha totalizzato la bellezza di 18.90 e 26.70 fantasy points.
Riassumendo, infine, considerazioni e analisi varie a parte, all’occorrenza è necessaria una buona dose di culo.
Veloci come il vento.
Quarterbacks
Due sfide a distanza, una ad aprire come l’altra a chiudere la week 14, fondamentali per l’approdo alla post season: la NFC East è una palude dove la meglio ridotta è Dallas con un record tutto fuorché invidiabile di 6-6. Dietro arranca Philadelphia – cinque vittorie e sette sconfitte- prossima ad una rivoluzione traumatica all’approcciarsi della offseason.
I Cowboys a Chicago hanno un compito più difficile degli Eagles casalinghi contro i Giants ma la posta è troppo alta per rischiare un fiasco: start tanto per Dak Prescott quanto per Carson Wentz in risalita dopo la sfida – seppur persa- contro Miami. Ciò che spaventa in riferimento al signalcaller di Philly è la scarsa accuratezza nei brevi passaggi.
Start settimanale per Ryan Tannehill contro i Raiders: i Titans sono appena 0.5 partite dietro ai Texans – che devono ancora sfidare- nella sfida per il comando della AFC South e sono talmente rinvigoriti da aver assunto le sembianze di una squadra vera e credibile. Benchè molto passi dalle gambe di Henry, Ryan il veterano sta offrendo prestazioni solide: la sfida contro Oakland – 27 touchdowns su lancio e 3 su corsa concessi alla posizione- invita ad osare.
Occasione di rimbalzo per Sam Darnold contro Miami senza dimenticare Aaron Rodgers nella sfida contro i Redskins. Entrambe starts.
Due, infine, sono le cose: o è stata una rinascita oppure il canto del cigno. Jared Goff ha brillato contro Arizona – si, contro i Cardinals…– e pare essere sulla strada giusta per riproporre la miglior versione di se stesso in queste che saranno sfide decisive per il futuro dei Rams. Rischioso start.
Chi resta a riposo, invece, è Kyler Murray: il record positivo di Pittsburgh è quasi esclusivamente merito della difesa in una stagione che – offensivamente– non ha regalato emozioni. Sit.
Quella di Jameis Winston è stata una buona stagione, forse la sua migliore. Sit settimanale nella sfida ai Colts – tredicesima difesa della lega- che hanno concesso poco alla posizione e devono lottare per mantenere vive le comunque flebili possibilità di post season.
Il Superdome è stadio difficile: sit per Jimmy Garoppolo contro i Saints la cui difesa è stabilmente in top10 da quattro settimane.
A mio avviso non troppo scontata e comunque gustosa sarà la sfida tra Ravens e Bills: sit per Josh Allen che non è una bocciatura, solo un rimando. Il ragazzo è sottovalutato: il modo in cui ha distrutto i Cowboys nel giorno del Ringraziamento rende bene l’idea dello spessore.
Runningbacks
Da qui passano i punti, le scelte sono quindi importanti se non fondamentali. Start settimanale per Christian McCaffrey anche se contro la posizione Atlanta non sfigura. La versatilità del soggetto lo impone, comunque, tra i titolari: interessante sarà vedere il cambio di approccio dopo l’improvviso avvicendamento al timone della squadra con il licenziamento di coach Rivera.
Qui casca l’asino: gioca o non gioca? Dalvin Cook, naturalmente. La sfida contro i Lions offrirebbe ampi margini di guadagno: 18 touchdowns totali concessi ai vari runningbacks a fronte di oltre 1800 yards permesse. Uno start da valutare fino all’ultimo non mancando l’occasione di prendere, se disponibile, Alexander Mattison.
Derrick Henry è on fire e merita di essere considerato start contro Oakland al pari di Aaron Jones atteso al riscatto contro i Redskins.
Nick Chubb contro i Bengals può offrire soddisfazioni, start. Discorso simile per Leonard Fournette contro i Chargers che hanno concesso – in media- più di 20 fantasy points ai vari runningbacks.
Ai box il mio rookie preferito, Josh Jacobs contro i Titans la cui difesa appare in grande spolvero. Sit, poi, per Saquon Barkley ospite al Lincoln Field: la difesa degli Eagles ha concesso pochissimo alla posizione e la scarsità di rendimento del talento numero 26, non lascia intravedere grosse possibilità.
Da tenere a riposo, poi, Kenyan Drake contro Pittsburgh e una difesa monumentale: poco più di 1500 yards concesse ai RBs per un misero ammontare di 5 scores.
Sit, finale, per Mark Ingram contro Buffalo: benchè siano 10 i touchdowns concessi alla posizione, il guadagno di yards permesso è sempre stato molto limitato.
Widereceivers
DeAndre Hopkins contro i Broncos è lo start settimanale: dalla week 5 in avanti, il rendimento è stato costantemente superiore ai 15 fantasy points con picchi sparsi qui e là. L’apporto fondamentale alla causa di DHop arriva dai propri compagni di reparto: Fuller e Stills. Indispensabile credere nel ricevitore numero 10 di Houston, start.
Vogliatelo o no, Jarvis Landry è il WR1 di Cleveland: mi permetto di dubitare sulla solidità del rapporto tra i Browns e OBJ, le ipotesi di separazione non sono così vaghe. Ottimo matchup per l’ex Miami contro i Bengals in una partita da vincere per continuare a sperare. Start.
DeVante Parker sta vivendo una buona stagione e il ritorno della fitzmagia lo sta baciando: start per il ricevitore di Miami contro i Jets che, in media, hanno concesso alla posizione quasi 25 punti a partita.
Tra i miei preferiti, Mike Evans deludente la scorsa settimana, merita lo start nella sfida casalinga contro i Colts: già undici i touchdowns concessi ai vari ricevitori.
Perdendo rischiano la certezza del bye alla prima di postseason: i Patriots devono rimediare alla sconfitta contro Houston e, come già abituati a vedere, nei momenti decisivi il caro vecchio – senza corsivi e virgolettati, con tutto rispetto lo è- Tom, sceglie di appoggiarsi agli amici più fidati: start per Julian Edelman contro i Chiefs.
La secondaria dei Texans sta, pian piano, rinvigorendo una difesa che pareva persa dopo l’infortunio a JJ Watt. Come hanno detto i già citati commentatori CBS, Romeo Crennel ha spostato il focus dal passrush alla passing defense rivalutando e valorizzando le additions ottenute durante la offseason: fantastica la prestazione di Bradley Roby contro i Patriots. Con queste premesse, sit per Courtland Sutton nella sfida domenicale.
A riposo, poi, Allen Robinson: la secondaria di Dallas è sempre tra le migliori della lega contro i ricevitori avversari cui ha concesso appena 8 scores e appena 18.4 punti fantasy di media.
Quotazioni in ribasso per Terry McLaurin: insoddisfacenti le ultime prove, appena 8 yards con 4 target nella sfida vinta contro i Panthers. Sit per questo talentuoso giovane che merita tempo: la difesa dei Packers ha concesso un tasso di completi di poco superiore al 50% e appena 8 touchdowns ai vari WRs.
Sit finale per Deebo Samuel prossimo alla sfida alla secondaria dei Saints: il ricevitore sta esplodendo in questa fase di stagione ma la difesa di NOLA è in crescita costante.
Tightends
Lo start della settimana è per Darren Waller che affronterà una secondaria dei Titans discretamente permissiva con la posizione: 6 scores permessi e quasi 9 punti fantasy a partita permessi.
Su 81 target, 61 i completi permessi: la difesa dei Broncos permette un buon tasso di conversione ai vari tightends. Darren Fells sta vivendo la sua miglior stagione di sempre rivelandosi un’arma letale in redzone. Start.
Lontano dal radar, mea culpa, destinato ad una buona partita contro i Seahawks visto il matchup favorevole: start per Tyler Higbee.
Sit settimanale per Mike Gesicki nonostante le buone prove inanellate ultimamente: la difesa dei Jets si comporta molto bene contro i TEs avversari.
A riposo anche Jared Cook nella sfida a San Francisco, migliori della lega contro i portentosi uomini d’attacco rubati al basketball: solo 4 fantasy points concessi in media alla posizione.
Panchina, infine, per Noah Fant contro i Texans: appena 3 touchdowns permessi. Sit.
Defense
Veloce come il vento.
Le compagini difensive che meritano di partire titolari preso atto dell’appetibilità del matchup: Packers, Jets, Texans, Titans. Start.
Chi merita, invece, di rimanere seduto: Vikings, Bears, Falcons e Chiefs.
The Very Last Take
Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate
Albert Camus
Recap
Start
- Quarterback: Dak Prescott vs Bears, Carson Wentz vs Giants, Ryan Tannehill vs Raiders, Sam Darnold vs Dolphins, Aaron Rodgers vs Redskins, Jared Goff vs Seahawks
- Runningbacks: Christian McCaffrey vs Falcons, Dalvin Cook (Alexander Mattison) vs Lions, Derrick Henry vs Raiders, Aaron Jones vs Redskins, Nick Chubb vs Bengals, Leonard Fournette vs Chargers
- Widereceivers: DeAndre Hopkins vs Broncos, Jarvis Landry vs Bengals, DeVante Parker vs Jets, Mike Evans vs Colts, Julian Edelman vs Chiefs
- Tightends: Darren Waller vs Titans, Darren Fells vs Broncos, Tyler Higbee vs Seahawks
- Defense: Packers vs Redskins, Jets vs Dolphins, Texans vs Broncos, Titans vs Raiders
Sit
- Quarterbacks: Kyler Murray vs Steelers, Jameis Winston vs Colts, Jimmy Garoppolo vs Saints, Josh Allen vs Ravens
- Runningbacks: Josh Jacobs vs Titans, Saquon Barkley vs Eagles, Kenyan Drake vs Steelers, Mark Ingram vs Bills
- Widereceivers: Courtland Sutton vs Texans, Allen Robinson vs Cowboys, Terry McLaurin vs Packers, Deebo Samuel vs Saints
- Tightends: Mike Gesicki vs Jets, Jared Cook vs 49ers, Noah Fant vs Texans
- Defense: Vikings vs Lions, Bears vs Cowboys, Falcons vs Panthers, Chiefs vs Patriots
Usi, costumi, storie, miti e leggende, sportivi e non, della terra di Dio, l’America. Che per me fa rima con Libertà. Così come Dio fa rima con Amore.
Mi definisco uno storyteller, amo più le emozioni che le azioni, gestisco un profilo Instagram dedicato al Fantasy Football, @afantasyfootballgenius
Si, lo so, pecco di umiltà.