Titolo parecchio impegnativo, ne sono consapevole, ma datemi tregua: nelle quattordici partite giocate solamente in tre occasioni i padroni di casa – leggasi Saints, Giants e Bears – sono riusciti ad imporsi, mettendoci di fronte ad un sensazionale undici sotto la voce “vittorie in trasferta”.
Pure in questa domenica, come oramai d’abitudine, abbiamo avuto ogni genere di sorpresa e, soprattutto, l’ennesimo colpo di scena nella nostra saga preferita, la Minshew-mania: forse è meglio partire immediatamente.
Vittoria in casa? Check.
Vittoria in rimonta in trasferta? Check: Gardner Minshew, cari lettori, is for real. Dopo sessanta minuti pazzeschi, i Jacksonville Jaguars di Minshew sono riusciti ad imporsi sui sempre più disperati Denver Broncos 26 a 24: nonostante una prima metà più che favorevole terminata sul 17 a 6, Flacco e compagni non sono riusciti nemmeno in quest’occasione ad assaporare il dolce gusto della vittoria, in quanto inesorabilmente trascinati da uno storico Leonard Fournette – 225 assurde rushing yards per lui – i Jags sono riusciti via via a ridurre il vantaggio prima grazie ad un folle touchdown su ricezione del running back di riserva Armstead, pescato libero in end zone da Minshew dopo una fuga dalla pressione della d-line di Denver in grado di far impallidire i vari Wilson e Rodgers, poi a grazie ad un touchdown di O’Shaughnessy reso possibile da una galoppata da 81 yards dello splendido Fournette. Sopra 20 a 17, Minshew è riuscito a condurre i suoi ad un altro fruttuoso drive culminato nel piazzato del +6 di Lambo: con le spalle al muro e poco più di due minuti sul cronometro, Flacco ha messo insieme il drive della rimonta conclusosi con i sei punti di Courtland Sutton che sommati all’extra point di McManus hanno ridato a Denver il vantaggio. Con un minuto e mezzo da giocare contro un pass rush finalmente brillante, Minshew con un paio di passaggi a Westbrook e Conley ha messo Lambo in posizione di vincerla con un piazzato da 33 yards brillantemente convertito.
Signori, il vostro Mattia ama i meme più di chiunque altro, ma in questo caso dietro ad un divertentissimo meme abbiamo un quarterback che sta sorprendendo chiunque: Minshew non scherza e Jacksonville, sul 2-2, sembra più viva che mai.
A proposito di sorprese, che dire dello sbalorditivo 55 a 40 con cui i Buccaneers si sono sbarazzati dei favoritissimi Rams a Los Angeles? Pronti-via ed ecco Tampa Bay sopra 21 a 0 grazie anche a due touchdown di Godwin arrivati dopo due intercetti di un irriconoscibile Goff: un touchdown di Gurley, uno di Everett ed una bomba da 58 yards di Zuerlein fanno concludere la prima metà di gioco sul punteggio sul 28 a 17, in quanto nel frattempo Tampa Bay ha trovato nuovamente i sei punti grazie a Ronald Jones. La seconda metà inizia in modo meno spumeggiante della prima, in quanto in dieci minuti di gioco assistiamo solamente ad uno scambio di piazzati a cui fa seguito un altro intercetto di Goff ancora una volta sfruttato a dovere da un Winston capace di connettere con Brate per il +18: a questo punto, però, inizia un botta e risposta terribilmente divertente da vedere, in quanto L.A. si fa nuovamente sotto grazie ad un altro TD di Gurley a cui Winston risponde con uno ad Evans da 67 yards a sua volta seguito da un TD del sempre magnifico Kupp. Sopra 45 a 34, tutto ciò che Winston deve fare è proteggere il pallone: ovviamente l’ex Florida State sceglie di lanciare il primo intercetto della giornata nel momento più delicato della contesa ed altrettanto ovviamente questo intercetto si trasforma, in un battito di ciglia, in una pick six di Marcus Peters. Dopo aver fallito la conversione da due punti, sopra di cinque lunghezze, Winston miracolosamente non subisce il contraccolpo psicologico e guida i suoi al +8, arrivato grazie ad un piazzato di Gay: con poco più di un minuto rimasto il sempre più sorprendente Barrett leva la palla delle incerte mani di Goff e l’ex della giornata, Ndamukong Suh, raccoglie l’ovale e lo porta in end zone per il definitivo +15.
Pick six a parte, partita favolosa di un Jameis Winston in grado di lanciare 385 yards e quattro magnifici touchdown: questi sono i tanto attesi effetti della cura Arians.
In uno scontro divisionale fondamentale, i Cleveland Browns trovano finalmente la loro identità ed annientano Baltimore 40 a 25 in uno scontro che fino alla pausa lunga era stato estremamente equilibrato e dominato dalle difese: a dare il largo a Cleveland ci ha pensato un sensazionale Chubb da 183 yards totali e tre touchdown, fra cui un gioiello da 88 yards arrivato immediatamente dopo che Baltimore si era fatta nuovamente sotto portandosi sul -6. Un paio di intercetti di Jackson ed uno sciagurato turnover of downs hanno permesso a Cleveland di scappare definitivamente via e di portare a casa la seconda vittoria della stagione: questo successo, come per magia, li ha catapultati immediatamente in testa alla AFC North.
Vincono ancora, seppur soffrendo, i New England Patriots: in un pomeriggio assolutamente complicato per Brady e l’intero reparto offensivo, a farla da padrone ci pensa ancora una volta la difesa che, coadiuvata dalle giocate di un sempre brillante special team in grado di bloccare un punt e riportarlo in end zone per il touchdown, ha messo a segno quattro intercetti e cinque sacks che hanno permesso ai Patriots di portare a casa un preziosissimo 16 a 10. Ogni membro della Bills Mafia, però, ha motivo di guardare al futuro con razionale ottimismo: Buffalo, prima di capitolare, ha portato i campioni in carica al proprio limite.
Vittoria in rimonta per i Kansas City Chiefs che sudando le proverbiali sette camicie sono stati in grado di passare su degli ottimi Detroit Lions vincendo 34 a 30 una partita in cui Patrick Mahomes non ha lanciato nemmeno un singolo touchdown: la giocata della partita, a mio avviso, è arrivata nel terzo quarto quando sul 13 a 13 Kerryon Johnson ha perso il controllo dell’ovale sulla goal-line di Kansas City permettendo, fra lo stupore generale, ad uno scaltro Breeland di riportarlo nella end zone avversaria per un demoralizzante – per i Lions – touchdown. In una partita decisa da un game winning drive di Mahomes – culminato in un touchdown di Darrel Williams -, comprendere il peso specifico di tale giocata è terribilmente semplice.
Niente da fare cari lettori, apparentemente Atlanta non ha alcun interesse a giocare per tutti e sessanta i minuti di gioco: affossati sul 24 a 7 una volta entrati in spogliatoio per l’intervallo, tutto ciò che i Falcons sono riusciti a produrre nella seconda metà di gioco sono i tre punti che hanno fissato il risultato sul 24 a 10 Titans. Ottima prova quella del rookie A.J. Brown, autore di tre ricezioni per 94 yards e due touchdown: enigmatica, ancora una volta, la prestazione di Ryan che nonostante le 397 yards lanciate è stato in grado di raccogliere solamente dieci miseri punti non mettendo a segno alcun touchdown.
Prosegue la favola di Kyle Allen che trascinato dal solito McCaffrey e da un reparto difensivo miracolosamente rinvigorito ha condotto i suoi Panthers alla seconda vittoria consecutiva passando a domicilio, 16 a 10, sugli Houston Texans: a condannare Watson e compagni alla sconfitta ci hanno pensato la classica incompetenza della linea d’attacco – sei il numero di sacks patiti dal QB di Houston – ed una scarsa brillantezza nel convertire terzi down o, più in generale, a tenere in vita il drive.
Passano a sorpresa sul campo dei Colts i Raiders, impostisi 31 a 24 sui padroni di casa: Oakland ha capitalizzato una partenza a razzo che li ha spinti sul 21 a 7, preservata poi da una seconda metà di gioco in cui la difesa è riuscita a contenere Brissett e compagni e, soprattutto, a mettere a segno la pick six decisiva con due minuti rimasti da giocare. A nulla è servito il touchdown del -7 di Ebron, in quanto suddetta pick six ha dato ai ragazzi di Gruden un vantaggio di due possessi a tempo pressoché scaduto.
Ritrovano la vittoria, senza troppi problemi, i Chargers: il 30 a 10 con il quale si sono imposti sui Dolphins è stato reso possibile dall’ennesima buona prestazione di Ekeler, ottimo tuttofare da 122 yards totali ed un paio di touchdown arrivati sia per via aerea che terrena. Nulla da fare per i Dolphins, anche se essendo proprio sinceri Rosen non è stato autore di una prestazione malvagia: vi prego, date al giovane ex Cardinals una vera opportunità di aver successo in questa lega.
Nel giorno dell’esordio di Haskins ad avere la meglio è stato Daniel Jones, che senza essere costretto a replicare i miracoli della scorsa settimana ha condotto i suoi Giants ad un comodo 24 a 3 sui Redskins: a condannare Washington ci hanno sicuramente pensato i quattro intercetti totali – tre di Haskins – fra i quali spicca la pick six di Peppers che ha fissato il punteggio sul 24 a 3 finale.
Ritrovano la vittoria i Seahawks, passati senza alcun problema sugli Arizona Cardinals: il protagonista dietro il 27 a 10 finale è stato sicuramente il brillante Chris Carson, che con le sue 145 yards totali ha permesso ai suoi di muovere le catene senza alcun problema. Da segnalare pure la pick six del sensazionale Clowney, capace di leggere alla perfezione un ovvio screen pass direzionato verso Johnson e di riportarlo in end zone per i sei punti.
Perdono Trubisky, ma non la partita, i Chicago Bears: nonostante un infortunio alla spalla abbia estromesso dalla contesa l’ex seconda scelta assoluta a partita appena iniziata, una difesa monumentale ed un solido Chase Daniel hanno permesso a Chicago di portare a casa un preziosissimo 16 a 6 sui Minnesota Vikings. Nulla da fare per dei Vikings pressoché incapaci di muovere le catene per tutta la partita, in quanto le 222 yards totali sono state gonfiate da continui e poco adatti alla situazione guadagni di 3-4 yards negli ultimi minuti di gioco.
Chiudiamo il nostro viaggio con l’ennesima, forse la più grande, sorpresa della giornata: in una partita dominata dai reparti difensivi, New Orleans si è imposta sui caldissimi Dallas Cowboys battendoli 12 a 10. Tutto ciò di cui i Saints hanno avuto bisogno sono stati quattro piazzati del semi-automatico Lutz: a condannare Dallas alla prima sconfitta dell’anno ci hanno pensato un paio di sciagurati fumble – uno a testa per Witten ed Elliott – ed un desolante 4 su 11 in situazione di terzo down. Continua dunque la favola di Bridgewater, sorprendentemente in grado di tenere in vita i Saints nonostante l’infortunio di Brees: vincere contro Seattle e Dallas dopo anni di sfortunata inattività, cari lettori, non è per niente banale.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/