Siamo solo alla fine della week 3 e ovviamente è molto presto per fare delle valutazioni, ma le squadre con record imbattuto sono solo 7 e questo ci obbliga a guardare un po’ più da vicino i risultati e fare delle valutazioni azzardate.
Tra queste squadre ci sono i Rams, campioni NFC in carica e squadra da battere. Hanno iniziato vincendo sul difficile campo di Charlotte contro un redivivo Cam Newton tornato in forma smagliante e affiancato da un Christian McCaffrey con cui divide il peso della leadership. Poi hanno tenuto a zero touchdown uno dei migliori attacchi della lega e gli unici rivali che possono impensierire la loro leadership, i New Orleans Saints. E alla week 3 si sono sbarazzati dei Brows che hanno chiare velleità da Super Bowl.
Giusto? Giusto ma non giustissimo.
E’ giusto perchè i Rams hanno effettivamente vinto, ma tre giornate sono sufficienti per valutare anche gli avversari che i Rams hanno affrontato finora. Carolina Panthers sta performando veramente al di sotto delle aspettative e proprio su queste pagine abbiamo parlato della profonda crisi da cui Cam Newton non riesce a uscire, e se è vero che i Rams sono sempre sembrati in controllo della gara è altrettanto vero che non hanno chiuso la partita quando dovevano, lasciando sempre uno spiraglio per un triste Newton (notizia di oggi, fuori anche alla week 4 e non si ha un timetable precisa per il suo rientro) e un combattivo McCaffrey di poterla recuperare. E anche noi l’abbiamo guardata con quegli occhi.
Nella week 2 il risultato è ingannevole. Se è vero che i Saints, attacco formidabile, sono rimasti all’asciutto è però vero anche e soprattutto perché sono stati privati quasi subito del loro future-all-of-fame qb. Il backup Bridgewater, e la squadra tutta, non sono riusciti a recuperare lo shock e non hanno combinato davvero nulla. Ma, fino verso la fine del 3 quarto, il risultato era in bilico e la difesa targata Saints ha limitato parecchio Goff e compagni. Arrivato il td in corsa di Gurley, la mente dei Saints ha fatto click e hanno abbandonato il campo lasciando dilagare gli avversari. Che però fino a quel momento non avevano affatto brillato.
Nella week 3 i Rams hanno sistemato i Browns. Ok vero, una W è sempre una W, ma la prova del campo ci ha dato dei Browns che sono lontani anni luce dalla squadra dipinta questa estate e che parlava di Super Bowl. Certo i miglioramenti sono stati tanti e decisivi, ma le prestazioni mancano ad arrivare come anche le W, e il record 1-2 vede una vittoria solo contro New York sponda Jets. Vincere a Cleveland era quindi facile, necessario, doveroso, ma per vincere i Rams si sono dovuti affidare alla difesa sull’ultimo lancio, mentre gli avversari erano arrivati fino alla linea delle 2 yard, mentre il tempo stava scadendo… non il quadro che ci aspetta da una finalista.
Nel vedere come sono arrivate le vittorie sta tutta la “fragilità” dei Rams versione 2019. Forse fragile è esagerato, ma di certo questa squadra vince, ma non convince.
Da una parte abbiamo una difesa stellare che si conferma su altissimi livelli. Donald, Matthews, Talib sono solo alcune delle stelle a roster in un reparto che sta rendendo al livello atteso. Ma l’attacco invece non riesce a ottimizzare tutti gli stop che arrivano dalla difesa e dal duro lavoro sporco. Se si dice che gli attacchi fanno vendere i biglietti, ma le difese fanno vincere le partite, dev’esserci qualcosa di vero. E infatti c’è. Lo abbiamo visto allo scorso Super Bowl e lo stiamo vedendo ora con questi Rams.
Il motivo per cui Panthers, Saints e Browns sono rimasti in partita per lunghi tratti nonostante la sceneggiatura prevedesse qualcosa di diverso sta proprio nell’attacco dei Rams che non macina yard, primi down e punti.
Questo ci riporta all’immediato post Super Bowl quando il commento di coach McVay ha riassunto come meglio non si poteva fare la partita: I’ve been outcoached. Vero, verissimo, ma non è che quella sensazione di essere arrivato secondo per via di questioni tattiche sta avendo degli strascichi? Forse McVay è inciampato nella foga della vendetta cercando di elevare il suo gioco, rendendolo imprevedibile, azzardato, strategico all’ennesima potenza, al punto da renderlo fragile? A fare le cose troppo complicate i Rams si stanno dando la pala sui piedi? In queste prime 3 uscite sembrerebbe di sì, anche se ben mascherato. Se per esempio contro i Browns Kupp ha messo in campo la sua prova migliore di sempre, è pur vero che per tutto il primo tempo i Rams non hanno segnato TD. Da guardare con attenzione è il lavoro della linea offensiva perchè a Goff arriva tanta pressione che porta fumble, sacks e intercetti sanguinosi, e Gurley difficilmente trova la strada spianata, anzi, i tackle for loss sono tanti con i difensori che possono andargli incontro quasi indisturbati. Quindi qui o l’attacco si sta un po’ distraendo, forse consapevole di essere forte si sta rilassando un po’ troppo oppure tutte le difese hanno capito come attrezzarsi per difendere sia su Goff che su Gurley. Chissà che il Super Bowl magistrale messo in campo dal maestro di scacchi Belichick non abbia fatto scuola.
In ogni caso è compito di McVay migliorarsi e migliorare la situazione. Lui stesso, viste le ultime dichiarazioni, sembra consapevole della situazione e ha tutto il tempo che vuole per correggere la corsa anche perché semplificare è ben più facile che complicare, ma anche se i Rams sono al momento in prima posizione e tranquilli del loro 3-0, è altrettanto vero che non devono dare nulla per scontato perché i fasti dello scorso anno sono passati e l’hangover da Super Bowl ha sempre mietuto vittime. Pure illustri.
Si avvicina agli sport americani grazie a un amico che nel periodo di Jordan e dei Bulls tifa invece per gli Charlotte Hornets. Gli Hornets si trasferiscono in Louisiana ed è amore a prima vista con la città di New Orleans e tutto quello che la circonda, Saints compresi, per i quali matura una venerazione a partire dal 2007 grazie soprattutto ai nomi di Brees e Bush. Da allora appartiene con orgoglio alla “Who Dat Nation”.
Sarà outcoached anche quest’anno e mette le mani avanti. D’altra parte pensavata che un 30enne alla prima esperienza potesse fregare 50/60enni che ne hanno viste di tutti i colori? Eddai.
L’unico che sa come ingabbiare Belichick è Tom Coughlin. Ma adesso che non allena piu’ Patriots ancora favoriti. Ma che linea d’attacco hanno? Brady lancia che sembra giochi contro nessuno. Ciao a tutti.