Nonostante le notizie che filtrano e che parlano di parti sempre più vicine per raggiungere un nuovo accordo contrattuale prima della partenza della regular season i Dallas Cowboys non hanno ancora trovato una soluzione economica che convinca Ezekiel Elliott a terminare l’holdout e rientrare attivamente a roster, dove nel frattempo gli è stato conservato il posto tagliando il rookie Mike Weber Jr., Darius Jackson, Jordan Chunn, e mantenendo il veterano Alfred Morris e l’altra matricola Tony Pollard, colui che pare già aver stregato il coaching staff e il factotum Jerry Jones, tanto da fargli declamare l’ormai celebre “Zeke who?”
Come ricordato dallo stesso owner/gm nelle ultime ore i rinnovi con Zeke, Amari Cooper e Dak Prescott non saranno un problema per la franchigia texana, che ha tirato dritto e rimodellato il defintivo gruppo dei 53 secondo le esigenze, tagliando, tra gli altri, il terzo quarterback Mike White, il ricevitore da Boise State Cedrick Wilson, il CB selezionato al quinto round dell’ultimo Draft Mike Jackson e la safety veterana George Iloka, messo alla porta dopo pochissimi mesi anche a causa di un infortunio alla spalla che potrebbe addrittura costringerlo a sottoporsi ad un intervento chirurgico nelle prossime settimane.
Infortuni che hanno caratterizzato anche la maggior parte dei movimenti effettuati dai New York Giants costretti ad inserire in Injury Reserve alcuni giocatori su cui sembravano voler puntare nel corso della stagione, il TE Scott Simonson, il LB Jonathan Anderson e il RB Rod Smith, ex Cowboys che era stato in lizza a lungo con Wayne Galliman per occupare lo spot di backup alle spalle di Saquon Barkley; posto che ha perso rapidamente Kyle Lauletta, prima superato dal rookie Daniel Jones e poi tagliato per fare spazio al veterano Alex Tanney, trentunenne da Monmouth, Illinois.
Corposi i tagli anche nel reparto difensivo, dove in un solo colpo sono usciti di scena due pick del Draft 2017, i linebacker Avery Moss e Keion Adams, a cui si è aggiunto l’undrafted rookie Joey Alfieri, standout da Stanford che non ha finora convinto i coach professionistici; la safety Kamrin Moore e l’OT Chad Wheeler i nomi di altri due ragazzi che sembravano destinati ben ad un’altra carriera in NFL e che invece dovranno cercare posto altrove per provare a rilanciarsi, un po’ come spera di fare l’ex Bengals Cody Core, prodotto di Ole Miss che è stato firmato nella giornata di ieri da New York per rimpinguare un corpo ricevitori non ancora ben definito alle spalle di Sterling Shepard.
Chance che proprio l’ex Lauletta vorrebbe ottenere con i rivali Philadelphia Eagles, pronti a metterlo sotto contratto ed inserirlo nella propria practice squad a poche ore dal taglio e intenzionati, a quanto pare, ad inserirlo in futuro a roster al posto dell’attuale terzo quarterback Nate Sudfeld, che ha agevolmente vinto la position battle con l’ex promessa Cody Kessler e Clayton Thorson, messi alla porta al pari di due runningback che nelle ultime due stagioni sembravano essere sul punto di esplodere, Josh Adams e Wendell Smallwood, entrambi sacrificati in nome dell’abbondanza che caratterizza il backfield di Philly, in cui dovrebbero dividersi abbondantemente le portate Jordan Howard, il rookie Miles Sanders e Corey Clement, ormai prossimo al rientro.
Stessa sorte per il promettente Boston Scott, ex Saints che sembrava destinato a ritagliarsi uno spazio importante una volta approdato in NFL, e per diversi veterani che cercavano un nuovo rilancio in Pennsylvania, dal centro Stephen Wisniewski, ormai martoriato dagli infortuni, al cornerback Orlando Scandrick, dal linebacker Eli Harold al defensive tackle Trayvon Hester; spazio invece nella IR list per l’ex TE dei Packers Richard Rodgers e il wide receiver Charles Johnson, sparito dai radar e reduce da un’avventura nella All-American Football League dopo aver vissuto il suo attimo di gloria nella stagione 2014 con i Vikings.
Un altro passaggio all’interno della stessa division è quello che ha riguardato il già citato Smallwood, su cui si sono fiondati rapidamente i Washington Redskins per rendere ancora più profondo un backfield che può già contare su Adrian Peterson, Chris Thompson e Derrius Guice, al rientro da un infortunio che lo ha costretto a saltare l’intera rookie season; malanni fisici che non hanno mai concesso chances a Samaje Perine, tagliato alla deadline e raggiunto appena dopo la firma dell’ex Eagles dal collega Byron Marshall, altro talento non molto fortunato che ora andrà a cercare probabilmente fortuna altrove.
Rilasciato, come era ormai nell’aria, anche l’ex first rounder, ventiduesima scelta assoluta nel Draft 2016, Josh Doctson, altro atleta che non sembra aver legato molto con la dea bendata visti i continui acciacchi che lo hanno limitato proprio quando sembrava pronto a salire un nuovo gradino sulla scala della sua crescita sportiva e professionale; lascia la capitale statunitense con appena 81 ricezioni, per 1,100 yards e ( TD, in 33 match disputati, seguito dai colleghi di reparto Jehu Chesson, Cam Sims e Brian Quick, ormai ben lontano dal livello prestazionale raggiunto qualche stagione fa con la divisa dei Rams.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…