Quella che si sta avvicinando si preannuncia essere una stagione speciale, poiché come già abbondantemente avrete sentito, sarà la centesima della storia della National Football League: oltre che a ridondanti cerimonie, una patch sulla maglia e la più assidua presenza delle maggiori leggende del gioco, a farci aumentare vertiginosamente la salivazione saranno ancora una volta le giocate dei signori in campo.
Ad un mese tondo tondo dall’inizio delle ostilità, come ogni anno, ho deciso di mettere insieme le trenta cose che stiamo attendendo con più impazienza dalla nuova stagione: vediamole insieme.
1) Sarà questo l’anno in cui effettivamente la dinastia Patriots crollerà?
Ce lo chiediamo ogni estate e, dopo due sconfitte nel mese di settembre, qualcuno ha addirittura il coraggio di iniziare con i tediosi “ve l’avevo detto”: Brady ha 42 anni ed è vero, ma non credo che basti un anno anagrafico in più per distruggere quella che fra qualche decennio potrà essere vista come la più grande dinastia della storia NFL.
2) I nuovi, spettacolari, Cleveland Browns.
Dopo essere finalmente riusciti a vincere una partita – a dirla tutta anche più di una – i Browns hanno messo insieme una delle offseason più affascinanti del ventunesimo secolo: basteranno innesti funambolici come quello di Odell Beckham a portarli ai playoff e, possibilmente, vincere qualche partita a gennaio?
3) I SuperChargers.
Se la salute – leggasi fortuna – non volterà loro le spalle, se il kicker di turno non costerà loro le classiche due o tre partite annuali e se Rivers non mostrerà segni di invecchiamento, i Chargers hanno tutte le carte in regola per guardarsi allo specchio e vedere il riflesso di una vera e propria contender: i se appena elencati, però, sono enormi.
4) Gurley sì? Gurley no?
La scomparsa ai playoff del fino ad allora candidato MVP Gurley è stata una delle principali storie di gennaio-febbraio, e soprattutto ora, con il promettente Darrell Henderson a roster, la domanda è piuttosto semplice: quale e soprattutto quanto Gurley vedremo da settembre in poi?
5) L’anno della verità per Winston e Mariota.
Entrati nella lega in pompa magna e mai totalmente in grado di giustificare tale entusiasmo, Winston e Mariota si trovano ad un vero e proprio bivio nella loro vita professionale: con i contratti in scadenza e la pazienza del front office oramai prossima allo zero, riusciranno a rimettere la propria carriera in carreggiata?
6) Duemila yards?
Siamo nella golden age del gioco aereo, pertanto aspettarsi che il sensazionale record di Calvin Johnson – 1964 yards nel 2012 – possa essere frantumato ha decisamente senso: Julio Jones ha recentemente millantato di poter raggiungere quota tremila yards, anche se non ce n’è necessariamente bisogno, in quanto per mandarci in estasi basterebbe sfondare la più modesta quota delle duemila.
Che sia questo l’anno buono?
7) Il disastro preannunciato dei Giants.
Il 2019 dei New York Giants non è esattamente partito con il piede giusto, in quanto nello spazio di 48 misere ore il loro receiving corp – già orfano del dipartito OBJ – è di fatto imploso e, dopo un draft vivamente criticato da tifosi e media per la scelta di affidare il futuro a Daniel Jones, l’ostica stampa di New York è pronta a banchettare sui resti dei Giganti, anche se…
8) L’anno buono dei Jets?
… potrebbe tranquillamente essere che i nuovi Jets rubino scena ed attenzioni agli odiati cugini a suon di vittorie: parliamoci chiaro, il roster a questo punto è finalmente giovane, competente ed abbastanza completo, pertanto avere delle aspettative ha decisamente senso. Il tutto se Darnold manterrà le promesse, ovviamente.
9) La vita senza drammi a Pittsburgh.
Fuori i tanto talentuosi quanto problematici Bell e Brown, aleggia molta curiosità attorno ai Pittsburgh Steelers: riuscirà Roethlisberger a sopravvivere alla dipartita di quello che è stato il suo go-to-guy -nonché miglior ricevitore degli ultimi sei/sette anni – e soprattutto riuscirà un giovane ricevitore ad emergere e togliere le asfissianti attenzioni difensive da JuJu Smith-Schuster?
10) Buona la prima… e la seconda?
Senza dilungarmi eccessivamente, riuscirà Patrick Mahomes a replicare quanto fatto vedere lo scorso anno? In caso di risposta affermativa vedo un bel Lombardi nel loro futuro prossimo.
E lasciatemelo dire, anche nel caso non dovesse raggiungere i livelli del 2018, vederlo in campo sarà comunque dannatamente divertente.
11) Il secondo anno della Gruden Experience.
Il primo anno, del quale ricordiamo principalmente la cessione del prodigioso Mack, non è andato per il verso giusto, ma dopo una offseason scoppiettante e ricolma di colpi ad effetto, riuscirà Gruden a sopravvivere in una delle division più competitive della lega ed a portare i Raiders ai playoff per la seconda volta dal 2002 a questa parte?
12) L’attacco dei Ravens.
Vari esponenti di spicco della stampa d’Oltreoceano sono rimasti stupiti di fronte all’innovazione mostrata al training camp dal reparto offensivo dei Ravens: formazioni stravaganti, impiego smodato di set a tre tight end ed un gioco di corse nel quale quattro giocatori hanno credenziali più che valide per vedere più di dieci portate a partita avranno l’ingrato compito di dimostrarci se nel 2019 sia ancora possibile vincere muovendo le catene via terra.
13) Ancora un po’ di Fitzmagic?
In un modo o nell’altro Ryan Fitzpatrick riesce sempre a cadere in piedi: nonostante una squadra disperatamente affamata di talento ed un 2018 costellato da alti e bassi, il barbuto quarterback nomade sembra essere il chiaro favorito per la maglia da titolare dei Dolphins a settembre, a scapito del povero Rosen. La domanda, quindi, sorge spontanea: avremo modo di assistere a dell’altra Fitzmagic?
14) Superman returns?
Fino a quando la spalla non lo ha tradito, Cam Newton ha giocato da indiscutibile candidato MVP: il recupero sembra procedere a gonfie vele, la linea d’attacco sembra essere esponenzialmente migliore rispetto allo scorso anno e pure il reparto difensivo sembra essersi concretamente rafforzato. L’interrogativo a questo punto è solo uno: come sta Cam?
15) Il primo anno del post McCarthy.
La convivenza fra l’enigmatico Rodgers ed il neo-arrivato LaFleur al momento è apparentemente idilliaca, i rinforzi – principalmente riguardanti il versante difensivo – sono arrivati ed il sopracitato numero 12 rimane uno dei quarterback più talentuosi della storia del gioco: che sia questo l’anno in cui finalmente i Packers riusciranno a riportare il Lombardi a casa?
16) Trubisky… MVP?
Titoletto molto provocatorio, ne sono consapevole, ma a vari bookies a Las Vegas è piaciuto associare il nome del quarterback dei Bears alla sigla MVP: non credo che ciò sia possibile, ma con Nagy in panchina sicuramente possiamo aspettarci un ulteriore salto di qualità. E con una difesa del genere alle spalle…
17) Murray, Kingsbury ed il nuovo attacco dei Cardinals.
L’hype attorno all’esplosivo Murray ed all’altrettanto scoppiettante allenatore è riuscito da solo a rendere nuovamente interessanti i derelitti Cardinals: basterà ciò a renderli competitivi per la prima volta dal 2015?
18) Wentz, a te la palla.
Carson Wentz è un quarterback di infinito talento e brillantezza, ma a questo punto deve dimostrare di riuscire a rimanere sano per un’intera stagione: sarà in grado, senza la rassicurante presenza di Nick Foles alle spalle, di vincere a gennaio?
19) I giovani e scontenti Cowboys.
Con degli ottimi draft Dallas è riuscita a costruire un nucleo giovane ed estremamente promettente, ma si sa, le cose belle durano sempre troppo poco: questi giovani, giustamente, stanno battendo cassa ed il fondamentale Elliott addirittura non sta prendendo parte al training camp. Riuscirà Dallas a sfruttare l’ultima annata nella quale – presumibilmente – tale nucleo vestirà quasi sicuramente la stessa divisa?
20) L’anno del giudizio per Cousins ed i Vikings.
Il 2018 non è andato esattamente secondo i piani per i Minnesota Vikings e Mr. 84-milioni-garantiti Kirk Cousins, ma con un roster ancora una volta completo, profondo e di livello abbiamo motivi per aspettarci una decisa inversione di marcia: la cosa sicura è che un’altra stagione sulla falsariga della passata potrebbe fare saltare molte teste.
21) Guardare la panchina dei Bengals…
… e non vedere Marvin Lewis.
Crudele? Forse, ma dopo quasi un ventennio di nulla un cambiamento era più che necessario.
22) I ‘Niners di Jimmy G.
Come? Vi siete già dimenticati di Jimmy Garoppolo e dei San Francisco 49ers?
Con un Garoppolo in salute tecnicamente di motivi per non centrare i playoff non dovrebbero esisterne: Shanahan è un allenatore dall’indubbio talento ed acume tattico, ma dopo due anni e dieci misere partite vinte, il front office esigerà immediatamente risultati. Essere impazienti in questa lega e disciplina spesso porta a disastri.
23) Un drop di DeAndre Hopkins.
Non è umanamente possibile non droppare nemmeno un pallone in una stagione, figuriamoci in due: nel caso Hopkins riuscisse a replicare quanto fatto l’anno scorso continuare a discutere su chi al momento sia il miglior ricevitore non avrebbe il benché minimo senso.
24) Il ritorno di Gronk?
Spoiler: dopo ogni intercetto di Brady, dopo ogni sconfitta dei Patriots con prestazione sottotono del leggendario numero 12 o più semplicemente dopo ogni momento critico della loro stagione, potete stare sicuri che il nome del mastodontico ex tight end dei verrà immancabilmente tirato in ballo.
Dopotutto a chi non piace sognare?
25) Un’altra stagione di Aaron Donald.
Vederlo giocare è una gioia per gli occhi – e non solo – e dopo la miglior stagione di sempre per un D-tackle, l’unica domanda rimanente è una: riuscirà a superare quota 22.0 sack?
26) L’oramai classico prodigioso running back rookie.
Elliott. Kamara. Barkley. E la lista potrebbe andare avanti altri due o tre righe.
Come tradizione vuole, ogni stagione un running back al primo anno sconvolge la lega distruggendo sistematicamente le difese avversarie: chi sarà quest’anno? Jacobs? Singletary? Sanders? Montgomery? Henderson?
27) Le diciannove della domenica.
Questa voce la ripropongo ogni anno, ma non è colpa mia se ogni anno le diciannove della domenica per cinque mesi diventano il nostro chiodo fisso per tutto l’arco della settimana.
28) La Red Zone.
“Seven hour of commercial-free football.”
Quando sentirete il fantastico Scott Hanson pronunciare questa magica frase, vorrà dire che la nostra personalissima agonia sarà ufficialmente finita.
29) Il fantasy football.
Anche se a quanto pare sono progettato biologicamente per non vincerlo mai, parlare e giocare al fantasy football ci aiuta ad apprezzare ancora di più – se possibile – la stagione NFL.
30) Il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica…
… perché qui su Play.it USA il football lo viviamo tutta la settimana.
Recap, preview, approfondimenti, oltre che curiosità varie sulla nostra pagina Facebook, vi terranno compagnia per tutta la durata della stagione e, ruffiano che non sono altro, ciò è quello che personalmente più mi manca durante la offseason: resistete ancora un mese, oramai ci siamo!
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/