Per quanto ci piaccia ricordare che i numeri registrati alle Combine non misurino cuore, leadership e mentalità vincente, non possiamo sicuramente negare che vedere un giocatore, già rivelatosi interessante durante lo studio dei film, rafforzare la propria candidatura con un ottimo tempo sulle quaranta yards o con un esplosivo salto in lungo ci faccia andare a letto un minimo più soddisfatti e sereni: dopo tutto serviranno pur a qualcosa queste maledette Combine, no?
Difficile rispondere, in quanto ora la prima scelta assoluta sembra essere, a furor di popolo, Kyler Murray, ragazzo che in questo weekend non ha corso, saltato, lanciato o sollevato pesi: una semplice misurazione era tutto ciò di cui aveva bisogno per chiarire i moltissimi dubbi intorno al suo nome e, soprattutto, al suo fisico. Vediamo dunque chi in questo weekend è riuscito ad aiutare la propria causa e chi, sciaguratamente, ci ha appena rimesso qualche milione di dollari.

Chi sale

Kyler Murray, QB, Oklahoma

Gli americani sono fissati con le dimensioni, non sarò sicuramente il primo a farlo presente, ma quanto successo nei giorni passati con Kyler Murray è abbastanza ridicolo: senza aver nemmeno lanciato un pallone Murray si è guadagnato, secondo la maggioranza degli addetti ai lavori, la prima scelta assoluta solamente grazie ad una misurazione, ovverosia cinque piedi, dieci pollici ed un ottavo -vi prego, adattavi al Sistema Internazionale e passate una volta per tutte al metro- per circa 207 libbre, o essendo banali, un metro e settantotto per circa novantaquattro chilogrammi.
L’interesse attorno al prospetto a lungo diviso a metà fra MLB ed NFL permetterà ad Arizona, possessori della prima chiamata in assoluto, di esplorare varie ed intriganti opzioni: affidare il proprio attacco a lui dopo essersi sbarazzati di Rosen, scambiare tale scelta a peso d’oro o seguire la testa e prendersi il miglior giocatore disponibile, Nick Bosa. In ogni caso ciò che sembra essere sicuro è che al momento il quarterback numero uno di questo draft sia proprio il “ridotto” Kyler Murray.

D.K. Metcalf, WR, Ole Miss

Per un giocatore non estremamente produttivo con a suo nome “solamente” 67 ricezioni in due anni di carriera collegiale, le Combine rappresentano una seria possibilità di mettere il proprio nome nel radar di qualche squadra facilmente impressionabile: missione senza dubbio compiuta per D.K. Metcalf, dominatore assoluto di questo atletico weekend.
Volete sapere cos’ha fatto? Vi sciorinerò dei numeri e confronti di cui sentirete parlare a lungo, molto a lungo:

  • Ha corso le quaranta yards in 4.33 secondi, tempo migliore rispetto a quello fatto registrare da Brandin Cooks, uno dei più temuti deep threat della lega
  • È riuscito a fare 27 ripetizioni alla panca piana, più di quante ne sia riuscite a fare Khalil Mack
  • Il suo salto verticale è stato migliore di quello di Julio Jones, il ricevitore più fisicamente dotato della NFL

E non dimentichiamoci la foto a petto nudo!
Con questo weekend Metcalf si è garantito una sicura chiamata perlomeno nella top quindici, anche se troppi stanno omettendo i risultati “dubbi” fatti registrare in esercizi in cui si vanno effettivamente a misurare agilità e velocità di piedi.

Fa già abbastanza paura così.

Andy Isabella, WR, UMass

Se c’è un giocatore già associabile ad una squadra a quasi due mesi di distanza dal draft, è sicuramente Andy Isabella: il minuto ricevitore di UMass sembra essere stato fatto su misura per i New England Patriots, in quanto per intelligenza, agilità ed abilità nel generare yards dopo la ricezione sembra una replica di Julian Edelman con un pizzico di Golden Tate qua e là. Il fatto che Isabella non superi nemmeno il metro e ottanta non deve destare particolari preoccupazioni, in quanto abbiamo visto più volte quanto la lega si stia aprendo agli slot receiver in grado di prendere passaggi da cinque yards in mezzo al campo e di trasformarli in guadagni da trenta in un batter d’occhio: con un eccellente 4.31 nelle quaranta e con un ancor più incoraggiante 6.95 nel three-cone-drill Isabella ha scalato i tabelloni fino a guadagnarsi una probabile chiamata nel secondo giorno del draft.

Più o meno ogni defensive lineman ad Indianapolis

Montez Sweat ha fermato il cronometro a 4.41 sulle quaranta yards.
Rashan Gary non è stato altrettanto brillante, ma non rimanere impressionati davanti ad un folle 4.58 sarebbe ingiusto.
Il salto verticale di Ed Oliver è stato quattro pollici minore rispetto a quello del nuovo Hercules Metcalf.
Il big board di Pro Football Focus pullula di D-lineman e questo draft non solo sembra essere storicamente profondo, ma pure storicamente atletico: alcune delle cose che abbiamo visto fare a questi colossi potrebbero non essere replicate per altri vent’anni. La vostra squadra ha bisogno di aiuto nella difesa sulle corse? Questo è sicuramente il draft che fa per lei.

Noah Fant, TE, Iowa

La vera protagonista di queste Combine è stata senza ombra di dubbio la velocità: ogni giorno almeno un giovane ha fermato il cronometro su un tempo umanamente non concepibile per le sue dimensioni.
Noah Fant, già visto da tutti come il miglior tight end disponibile al draft, ha messo a segno un folle 4.52 sulle 40 yards, un altrettanto strabiliante 6.81 nel three-cone-drill e, dulcis in fundo, un metro tondo tondo di salto verticale: tutto ciò dovrebbe essere precluso ad un essere umano di due metri per 110 chilogrammi.
Ed invece…

Il chiaro tight end numero uno del draft.

Chi scende

Greg Little, OT, Ole Miss

Analogamente a quanto successo lo scorso anno con Orlando Brown Jr., uno dei migliori tackle disponibili ad aprile è incappato in una serie di prestazioni da dimenticare: a lungo incensato per il proprio atletismo, Little ha fermato il cronometro su un pessimo 5.33 per quanto riguarda le quaranta yards, si è esibito in un salto verticale di soli 63 centimetri e, soprattutto, non ha preso parte alla canonica sessione alla panca piana.
Avrà sicuramente tempo per rifarsi, in quanto mancano circa tre settimane al Pro Day, ma proprio come nel caso di Brown, questa giornata storta potrebbe essergli costata parecchi milioni di dollari poiché potrebbe sentire chiamare il suo nome più tardi di quanto credesse.

Jachai Polite, EDGE, Florida

Questo evento ha due fini precisi: confermare che la produzione in campo è supportata da tratti atletici fuori dal comune facilmente misurabili e, credo ancora più importante, conoscere un po’ meglio il prospetto come persona.
Spendere una scelta al primo round per un giocatore espone spesso e volentieri il GM a critiche e malumori nel caso tale scelta si riveli un bust, pertanto capire che essere umano si stia per draftare è assolutamente fondamentale: il fine giustifica i mezzi, dicono, pertanto è ovvio che durante le interviste di rito al prospetto di turno vengano fatte domande con il preciso fine di metterlo quanto più possibile sotto pressione.
Ed eccomi arrivare a Jachai Polite, ragazzo che si è lamentato con i media circa il fatto che durante tali “chiacchierate” i vari scout lo abbiano eccessivamente pressato facendogli vedere tutte le sue peggiori giocate e, ovviamente, chiedendo chiarimenti su tali insuccessi: invece di cogliere la palla al balzo e rafforzare la propria candidatura al primo round, Polite sbottonandosi decisamente troppo con la stampa ha compromesso la sua situazione per la notte del draft.

N’Keal Harry, WR, Arizona State

Il tempo sulle quaranta yards non è sicuramente il problema principale -4.53 è un tempo più che discreto- di Harry: in un draft in cui ancora non si riesce a capire chi sia l’alpha fra i ricevitori, Harris avrebbe potuto cementare la propria candidatura con un buon weekend di lavoro ad Indy, ma purtroppo per lui durante i vari drills ha mostrato palesi difficoltà e molta legnosità nel correre le tracce droppando troppi palloni.
Ciò che più preoccupa è l’apparente mancanza di esplosività, indispensabile in NFL per guadagnare separazione dai difensori.

Speriamo che tale affetto non scompaia la notte del draft.

Julian Love, CB, Notre Dame

Julian Love sarà sicuramente uno dei giocatori filosoficamente più interessanti dell’intera tre giorni del draft: tanto ottimo nei game films quanto deludente ed enigmatico durante le varie prove, Love ha indubbiamente delegittimato la propria causa correndo le quaranta yards in 4.54 secondi, tempo difficilmente accettabile per un cornerback soprattutto considerati i parziali fatti registrare dai “colleghi” ricevitori.
Salto in lungo e salto in alto fortunatamente sono accorsi in suo aiuto, testimoniandoci un’esplosività che sicuramente gli permetterà di sopperire -parzialmente- all’apparente mancanza di velocità: studio dei film e coraggio del GM di turno determineranno con ogni probabilità la sua posizione ad aprile.

One thought on “Chi e sale e chi scende dopo le NFL Combine

  1. Gli Americani sono proprio strani: i GM hanno 2,3 se non 4 anni di tapes dei giocatori da visionare e il 95% del loro giudizio si dovrebbe basare su una 4 giorni di Giochi della Gioventù ad Indianapolis?!?!? Ma uno come Metcalf come fa ad entrare nei primi 15?!? Ha fatto dei numeri pazzeschi su alcune prove, ma in quelle relative all’agilità (fondamentali per un ricevitore) sembrava di vedere un soldatino di latta ballare la danza classica!!
    Se uno per anni al College ha mostrato grandi caratteristiche tecniche, caratteriali e di leadership, è inconcepibile e ingiusto che magari un piccolo stiramento che lo limiti nelle 2 corse e 4 salti in croce che gli fanno fare possa rovinare tutto questo lavoro.

    p.s.: Murray sarà selezionato col numero 1, ma su diversi siti sono riportate voci secondo le quali le interviste effettuate dal minuto QB di Oklahoma sarebbero state tra le peggiori mai registrate dai GM delle squadre NFL alle Combine. Io fossi in Arizona farei 4 grandi respiri prima di buttarmi su di lui

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