Credevate seriamente che non vi raccontassimo quanto successo nelle tre classiche tre partite del giorno del Ringraziamento?
Potrei offendermi, dato che l’esito di ogni singola partita ha avuto pesanti conseguenze sulla corsa playoff NFC: insomma, ne ho di cose da dirvi!
Come da tradizione, il “nostro” Thanksgiving Day è iniziato a Detroit, dove i Lions hanno chinato la testa -23 a 16- al cospetto dei Chicago Bears e del loro backup quarterback Chase Daniel: un infortunio alla spalla rimediato domenica contro Minnesota ha infatti costretto il futuro dei Bears Trubisky a bordo campo, gettando così nella gabbia dei leoni un quarterback che non lanciava un passaggio ufficiale da sostanzialmente due anni, e ciò, almeno all’inizio si è visto, poiché al three n’ out con cui Detroit ha aperto le danze, i Bears hanno risposto nello stesso modo. Senza girarci attorno, i primi quindici minuti di gioco non sono stati per niente piacevoli, in quanto ogni singolo drive dei sei giocati è terminato allo stesso modo, con un punt; la svolta è però arrivata con una giocata difensiva dei Lions, che dopo aver permesso a Trey Burton di guadagnare le yards necessarie per convertire finalmente un terzo down, si sono impossessati del pallone grazie ad un’ottima giocata di Shead, veloce e preciso nel tirare un pugno all’ovale e farlo uscire dalle mani dell’ex tight end degli Eagles: galvanizzati dal turnover, i Lions sono finalmente riusciti a mettere punti a tabellone grazie ad una corsa di quattro iarde del possente Blount, resa possibile però da una fortunosa conversione di quarto down del fullback Bellore, abile e lesto nell’impossessarsi di un pallone deviato dalla secondaria dei Bears.
La risposta di Chicago non si è però fatta attendere, in quanto dopo cinque minuti di drive Chase Daniel ha condotto i suoi ai primi tre punti della giornata grazie ad un piazzato di Parkey, arrivato non senza rammarico: Daniel ha infatti clamorosamente mancato un Tarik Cohen completamente libero in end zone. Dopo un altro punt dei Lions, ecco arrivare il touchdown di Chicago, messo a segno su ricezione da 10 iarde dal quasi-sconosciuto Taquan Mizzell, piccolo runningback simile a Cohen per stazza e skillset: il conseguente errore sulla conversione da due punti ha spedito -non prima di un turnover of downs dell’attacco dei Lions- le squadre negli spogliatoi sul 9 a 7 Bears. La seconda metà di gioco si è aperta sulla falsariga della prima, ovvero con un poco incoraggiante tris di punt: resosi conto di aver bisogno di una scossa, Stafford si è ricordato che direzionare l’ovale nei pressi di Golladay sarebbe anche una buona idea, ed ecco come d’incanto la prima big play della giornata, un ricezione da 43 yards dell’iper dinamico sophomore che ha avvicinato Detroit alla Terra Promessa. Una buonissima ricezione di Riddick ha messo Detroit dentro le “dieci” di Chicago ed un paio di corse di Blount dopo, ecco la doppietta personale dell’ex Patriots, arrivata grazie ad un altro touchdown da quattro yards: pure Detroit, però, da tutto ciò ha portato a casa “solamente” sei punti, poiché analogamente ai Bears hanno fallito il tentativo di conversione da due. Ricordatisi di avere fra le proprie file un certo Tarik Cohen, i Bears dopo un drive di otto giocate hanno messo a segno immediatamente il touchdown del controsorpasso proprio grazie al piccolo ma dinamico runningback, che come Mizzell ha ricevuto un passaggio da Daniel e lo ha portato in end zone per i sei punti. Sotto di tre, Detroit è riuscita a pareggiare grazie ad un piazzato di Prater da 20 yards, piazzato che deve essere visto come magro contentino, in quanto la difesa di Chicago è riuscita a fermarli sulla linea delle proprie 2 yards: a questo punto, visto il flow della partita, il primo in grado di mettere punti a tabellone probabilmente si porterà a casa l’intera posta in palio. L’immediato three n’ out dei Bears ha dato a Detroit il possesso ed una potenziale match ball: Eddie Jackson, però, non era di questa idea, e grazie ad una fantastica lettura è riuscito prima ad intercettare l’ovale e poi a riportarlo in end zone per la pick six del +7 Bears. Il seguente drive di Detroit, quello della disperazione, è terminato in modo analogo al primo, poiché Kyle Fuller ha spento ogni sogno di rimonta dei Lions con un intercetto in end zone.
Vittoria fondamentale questa per i Lions, che sopravvivono all’assenza del proprio quarterback battendo dei volenterosi ma spuntati Lions che a questo punto sono quasi-ufficialmente fuori da ogni possibile battaglia per una wild card.
Il 31 a 23 con il quale Dallas ha avuto la meglio sui Washington Redskins di Colt McCoy è arrivato al termine di una partita non eccessivamente divertente ma ciò nonostante ricca di big plays: la prima è arrivata poco meno di cinque minuti dopo il kickoff, quando Zeke Elliott ha trovato la end zone con un’ottima corsa da 16 yards. I due successivi three n’ out hanno immediatamente calmato i nostri spiriti bollenti, parzialmente riscaldati dall’intercetto con cui Anthony Brown ha scritto la parola fine ad un promette drive Redskins: ciò nonostante, le squadre sono rientrate in uno stato di quiescenza e ci hanno regalato altri tre punt, seguiti però dalla prima vera big play della giornata di Washington, ovverosia il touchdown della parità da 53 yards ricevuto dall’eterno Vernon Davis. Risvegliati dalla big play dei Redskins, i Cowboys sono riusciti a portare a casa solamente tre punti da un drive di quattordici giocate, riportandosi così in vantaggio, questa volta di tre punti: la prima metà di gioco, dunque, si è conclusa su un poco entusiasmante 10 a 7 Cowboys. I secondi trenta minuti di gioco si sono aperti con, tanto per cambiare, due punt, ma un ottimo ritorno del rookie Quinn ha dato a Washington un’ottima posizione di campo magistralmente sfruttata da McCoy che connettendo, guarda un po’, proprio con Quinn ha portato sopra i suoi di quattro punti: allarmati dal touchdown avversario, riecco i Cowboys, che si sono riportati avanti grazie ad un pregevole touchdown di 40 yards di Amari Cooper, abile nel seminare gli avversari una volta ricevuto il pallone. Dopo che Washington non è riuscita ad andare oltre al punt, ecco nuovamente Amari Cooper, questa volta con un touchdown da 90 yards, pure in questo caso mostruoso nel macinare yards dopo la ricezione.
Siamo sul 24 a 13 Cowboys, Washington ha bisogno di una big play immediatamente, ma ecco beffardo arrivare un altro intercetto di Colt McCoy, questa volta messo a segno da Lawrence nella metà campo di Washington: per trovare il terzo touchdown consecutivo a Dallas sono bastate tre giocate, fra cui la corsa da 5 iarde con la quale Dak Prescott ha portato i suoi sopra 31 a 13. Il seguente touchdown di Kapri Bibbs da una iarda ha rimesso in gioco i Redskins, che però dopo aver costretto Dallas al turnover of downs hanno commesso l’ennesimo turnover di giornata nel momento in cui McCoy ha trovato le mani di Woods. Il piazzato messo a segno con poco più di un minuto da giocare ha rimesso Washington sotto di un possesso, ma fallito il tentativo di onside kick Dallas ha finalmente potuto festeggiare una vittoria che vale doppio: grazie a questa W infatti i Cowboys si sono presi la prima posizione in NFC East, division dalla quale sembravano essere tagliati fuori solo qualche settimana fa.
Il nostro viaggio si conclude a New Orleans, dove i Saints hanno portato a casa la loro decima vittoria consecutiva imponendosi 31 a 17 sugli Atlanta Falcons. Come nel caso dei Cowboys, a mettere i primi punti a segno ci ha pensato la squadra di casa, grazie ad un touchdown ricevuto dall’improbabile Tommylee -nome definitivo- Lewis: Atlanta, però, diversamente da Bengals ed Eagles non è voluta rimanere a guardare la partita scivolare via dalle proprie mani, e molto velocemente ha percorso il campo, salvo poi sciaguratamente commettere un turnover in red zone nel momento in cui Ryan ha perso il controllo dell’ovale a causa di un sack di Williams, lesto pure a guadagnare il possesso dell’ovale. I Saints, però, il possesso lo hanno tenuto solo per una manciata di secondi, in quanto a seguito di una holding difensiva clamorosamente non fischiata, Kazee è riuscito ad intercettare Brees, mettendo così i suoi in posizione di rimediare all’errore appena commesso: da tutto ciò, però, Ryan e compagni sono riusciti a portare a casa solamente tre punti, ai quali i Saints hanno replicato immediatamente con un piazzato del loro affidabilissimo Lutz portandosi così sul 10 a 3.
Ripreso il possesso dell’ovale dopo un punt, ecco nuovamente i Saints andare a segno, questa volta grazie ad Austin Carr che con questa segnatura ha permesso ai suoi di chiudere 17 a 3 la prima metà di gioco. Dopo aver concluso i primi trenta minuti con un fumble di Julio Jones, Atlanta ha aperto la seconda metà di gioco con un turnover of downs, seguito da uno scambio di punt terminato nel momento in cui Brees ha pescato in end zone il tight end Arnold per uno spettacolare touchdown da 25 yards: il TD di Ridley con cui Atlanta ha risposto immediatamente a New Orleans sembrava averci ridato una partita competitiva, soprattutto dopo che a seguito di ciò New Orleans ha immediatamente puntato il pallone dopo un three n’ out, ma purtroppo per loro i sogni di rimonta sono durati solo una manciata di minuti, poiché un lancio di Ryan sporcato dalla D-Line dei Saints ha permesso a Klein di mettere a segno un agevole intercetto in pieno territorio Falcons, dando così a Brees l’opportunità di chiuderla definitivamente nel momento in cui ha pescato Kirkwood in end zone per il TD del 31 a 10. Il seguente drive dei Falcons è terminato ancora con un fumble, questa volta commesso da Ridley nei pressi della goal line ed il touchdown ricevuto da Tevin Coleman a poco meno di due minuti dal termine della partita altro non è servito che a rendere felice qualche fantasy owner in giro per il mondo.
Sul 4-7 la stagione di Atlanta sembra essere seriamente finita, mentre New Orleans, sul 10-1, al momento sembra troppo forte per chiunque: che sia il loro anno?
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
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