È un’abitudine oramai, quindi non so nemmeno io se ribadire il concetto per l’ennesima volta o darlo per scontato: la terza partita di preseason rappresenta il dress rehearsal per ogni squadra, l’occasione per dare un po’ di tempo in più ai titolari per vedere effettivamente in che condizioni questi si trovino a circa due settimane dal kickoff.
Ovviamente non tutti seguono questo protocollo, Rodgers per esempio non ha nemmeno giocato uno snap, ma mediamente la terza settimana tende ad essere la più importante, la più scrutinata e la più seguita: cosa sto aspettando ad incominciare?
Chi sale
Kerry Wynn, DE, New York Giants
La rotazione della difensive line dei New York Giants è di buonissimo livello, anche se l’addio di Jason Pierre-Paul ovviamente li fa sembrare molto più deboli rispetto a quanto lo fossero di questi tempi lo scorso anno: se Kerry Wynn riuscisse a replicare anche solo la metà di quanto fatto venerdì notte contro i Jets nel derby della Grande Mela, probabilmente i G-Men non avranno nessuna preoccupazione su chi dovrà accollarsi la produzione svanita con l’addio di JPP. Wynn è risultato semplicemente incontenibile mettendo a segno un sack, una quarterback hit ed un paio di tackle for a loss nel running game: tanto efficace contro le corse quanto nel mettere pressione al QB avversario, con questa prestazione Wynn potrebbe essersi guadagnato l’opportunità di incominciare l’anno da titolare, anche se il rookie B.J. Hill sembra essere ancora il favorito.
Michael Dickson, P, Seattle Seahawks
Sì, pure un punter può trovare spazio in questa rubrica: punters are people too è uno dei credo per il quale combatto con più fervore. Molti, me compreso, avevano deriso i Seahawks per aver selezionato un punter al quinto giro dell’ultimo draft, ma dopo quanto emerso in queste settimane di preseason e training camp dobbiamo delle doverose e sincere scuse al front office di Seattle: oltre ad aver di fatto “cacciato” il veterano Jon Ryan, Dickson ha esibito una precisione chirurgica nell’affossare gli attacchi avversari dentro la linea delle loro 10 yards mostrando comunque di poter dare all’ovale potenza fuori dal comune. Contro Minnesota i suoi cinque punts hanno viaggiato in media per 53.6 yards, e ciò non è nemmeno l’aspetto più impressionante della sua prestazione: in un’occasione ha fatto ruzzolare il pallone fuori dal campo sulla linea delle 3 yards dei Vikings, per poi migliorarsi poco dopo con un punt di fatto perfetto che ha costretto Minnesota a partire ad una misera iarda di distanza dalla propria end zone.
Ripeto, punters are people too.
Derwin James, S, Los Angeles Chargers
Su come Derwin James fosse ancora disponibile con i Chargers on the clock alla numero diciassette ci siamo interrogati a lungo: probabilmente dopo la sua prova contro i Saints anche molti GM avranno avuto modo di ripensare alle loro decisioni nell’ultimo draft vista la bontà del giocatore in questione.
Contro Drew Brees e l’esplosivo attacco dei Saints James ha messo a segno il primo intercetto della sua carriera, leggendo perfettamente la situazione e strappando il pallone dalle mani di un Ted Ginn Jr. troppo arrendevole; attenzione che la difesa dei Chargers potrebbe tranquillamente essere la più completa e forte della lega.
Javon Wims, WR, Chicago Bears
Che i Bears abbiano fatto enormi passi in avanti lo si era capito da mesi, dopo aver messo insieme una buonissima free agency ed un grandioso draft: l’attacco, uno dei più anemici della lega nella passata stagione, è palesemente migliorato ed il rookie Javon Wims, scelto al settimo round, contro Kansas City ha messo insieme una prestazione che molto probabilmente gli garantirà un posto nel roster.
Continuando a macinare yards dopo la ricezione, Wims ha raccolto ben 114 yards in sole quattro catches, di cui una da sette iarde in end zone: il brillante Nagy avrà un altro playmaker su cui contare per tentare di far rumore in una NFC North estremamente competitiva.
John Kelly, RB, Los Angeles Rams
La settimana scorsa le sue quotazioni sembravano essere inesorabilmente precipitate, ma dopo la prova contro Houston si può dire con quasi assoluta certezza che Kelly si sia assicurato un posto nel roster dei 53: dalle 15 portate affidategli ha ricavato 64 yards trovando la end zone in ben due occasioni contro l’arcigna difesa degli Houston Texans.
Il touchdown messo a segno su terzo-e-lunghissimo è fra le corse più impressionanti di tutto questo mese scarso di offseason: running with a purpose, dicono Oltreoceano.
Bene così.
La difesa degli Arizona Cardinals
Non penso serva dilungarsi troppo in analisi: difesa e special team dei Cardinals hanno costretto l’attacco di Dallas ad otto turnovers. Lodare l’individuo e non il collettivo avrebbe poco senso in questo caso, poiché la prestazione messa insieme dal reparto difensivo di Arizona è stata incredibile sotto tutti i punti di vista: intercetti, pressione al quarterback, strip sacks e pure fumble su punt returns.
Totali.
Chi scende
Ronald Jones II, RB, Tampa Bay Buccaneers
Lucidità e buonsenso sono attributi imprescindibili se si vuole anche solo provare ad analizzare questo sport, ed altrettanto importante è ribadire per la centoventesima volta che stiamo parlando solamente di preseason, ma è difficile riuscire a non far scattare qualche allarme parlando della preseason di Ronald Jones, runningback a cui teoricamente sarà affidato il backfield di Tampa Bay per gli anni a venire: in tre partite Jones ha ricevuto 18 handoff guadagnando complessivamente… 18 yards. Una iarda per portata, non certamente il miglior biglietto da visita per un giocatore al quale lo staff tecnico vuole dare ogni possibilità immaginabile per garantirsi la maglia da titolare: contro i Lions a rendere la sua prestazione perlomeno dignitosa ci ha pensato una ricezione da 37 yards, ma guadagnare sette iarde in sei portate avrà fatto accapponare la pelle a tifosi e front office.
È giovane, ha tempo e talento necessario per rifarsi, ma nel mentre Peyton Barber si sta dimostrando molto più pronto a gestire il lion’s share di portate: che disastro di preseason.
Reuben Foster, LB, San Francisco 49ers
La già problematica offseason di Reuben Foster ha preso un’ultima drammatica piega nella partita di sabato notte contro gli Indianapolis: Foster, già sospeso per le prime due partite dell’imminente stagione, ha rimediato una commozione cerebrale che non gli farà perdere tempo vista la già presente squalifica ma che comunque rimane un infortunio preoccupante.
Oltre all’acciacco Foster è stato autore di una partita assolutamente sottotono facendosi spesso trovare fuori posizione quando in copertura: il touchdown di Eric Ebron ne è la più clamorosa dimostrazione.
Segnali poco incoraggianti per un giocatore che sembra pronto a diventare una stella, comportamenti fuori dal campo permettendo.
Marcus Mariota, QB, Tennessee Titans
Di quanto il 2018 sarà importante per il futuro di Marcus Mariota ne ho già abbondantemente parlato nella preview della loro stagione e, vista la prova contro Pittsburgh messa insieme sabato notte, di motivi per essere fiduciosi non sembrano essercene molti: Mariota è risultato esitante, impreciso e scriteriato nelle proprie decisioni completando cinque degli otto passaggi tentati per 43 yards ed un intercetto.
Non devo ribadire che stiamo parlando di offseason solamente davanti ad una tanto buona quanto inaspettata prestazione di un membro a caso di una practice squad qualunque, ciò vale anche nel caso di una prova da mani nei capelli come quella di Mariota, però se il buongiorno si vede dal mattino… abbiamo visto ben poco per cui essere ottimisti!
Matt Milano, LB, Buffalo Bills
Prestazione piuttosto opaca di tutto il reparto difensivo di Buffalo, ma se costretto ad indicare qualcuno punterei sicuramente il dito contro Milano, troppo spesso colto fuori posizione e totalmente incapace di contenere Joe Mixon, che dal canto suo sembra veramente pronto ad esplodere: il buon lavoro di Milano in difesa sulle corse è stato vanificato dalla totale inefficacia in copertura e ciò nel 2018, purtroppo, può costare posti di lavoro in quanto ogni team predilige linebackers in grado di giocare tutti e tre i downs.
Cam Newton, QB, Carolina Panthers
No, Newton non si trova qua a causa di una prestazione deludente, ma per una scelta alquanto rivedibile: perché buttarsi di testa per guadagnare un primo down in una partita di preseason?
Cam, seriamente, COSA C**** TI PASSA PER LA TESTA A VOLTE? Rischiare un infortunio alla testa o al collo per muovere le catene a fine agosto?
Fortunatamente dal terribile tuffo ha rimediato solo un occhio nero, ma che spavento inutile per i Panthers.
Stati Uniti d’America
Un’altra sparatoria, questa volta ad un torneo di Madden: com’è possibile che ad un ragazzo in grado di arrivare a questo sia concesso di trasportare un’arma da fuoco?
Teoricamente il nostro settore sarebbe lo sport, non la sociologia, però la situazione armi è da tempo sfuggita di mano e se aprire il fuoco è diventata la risposta più Americana alle delusioni della vita -perdere un torneo con un buon montepremi in palio, questo caso- ha ancora senso parlare di progresso umano?
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/