L’epilogo della scorsa stagione ha confermato un sentore che molti fans dei Packers avevano da tempo, ovvero che la presenza di un fuoriclasse del calibro di Aaron Rodgers abbia contribuito a mascherare tutti i limiti di una franchigia che negli ultimi anni aveva sbagliato diverse mosse, in campo come fuori, dove a pagare è stato Ted Thompson, sostituito nel ruolo di general manager dall’emergente Brian Gutenkust, dirigente che dopo essersi fatto le ossa alle spalle del suo predecessore ha preso le redini di Green Bay in questa offseason, cambiando fin da subito da subito rotta.
Per prima cosa in pieno accordo con il confermato head coach Mike McCarthy, giunto alla tredicesima stagione in Wisconsin, ha operato un passaggio di consegne nelle posizioni di coordinator, riportando a casa Joe Philbin, che in attacco ha preso il posto di Edgar Bennett, e mettendo sotto contratto il validissimo Mike Pettine, reduce dalle comunque positive esperienze con Bills e Jets e pronto a guidare la difesa al posto di Dom Capers, ritenuto da molti esperti il principale responsabile del fallimento della passata season.
Due cambi che sicuramente influiranno in modo determinante sul futuro dei Packers, decisamente molto attivi durante l’offseason, periodo in cui rispetto al recente passato il nuovo GM ha adottato un approccio notevolmente più aggressivo, andando a firmare dei top free agent in due ruoli che hanno creato non pochi problemi nel 2017, quello di tight end, sistemato con la firma della stella Jimmy Graham, e quello di DE, puntellato con l’arrivo da NY del veterano Muhammad Wilkerson.
A queste due operazioni si è aggiunta quella che ha portato in Wisconsin il promettente DeShone Kizer, quarterback di talento epurato da Cleveland a causa dell’ennesima rivoluzione Browns che può crescere in maniera esponenziale sotto l’ala protettiva di Rodgers, andando ad insediare il backup spot di Brett Hundley, deludente quando è stato chiamato a sostituire il numero 12 in cabina di regia; una mossa, in ogni caso, che potrebbe rivelarsi davvero proficua in ottica futura se il prodotto di Notre Dame rispetterà le premesse fatte nelle tappe di avvicinamento al Draft dello scorso anno.
Comunque vada i Packers continueranno a godere delle prestazioni di quello che può essere tranquillamente considerato il miglior quarterback attualmente in attività, giunto all’alba delle trentacinque primavere ma ancora deciso a stupire, inanellare record ed esaltare i ricevitori che il coaching staff gli mette a disposizione; ultimo, in ordine di esplosione, Davante Adams, autore di 10 TD nella passata stagione, che nella prossima regular season fungerà da WR #1 dopo l’addio di Jordy Nelson, andando ad affiancare sulle sideline offensive il veterano Randall Cobb, alla guida di un gruppo che annovera tanti giovani, da Geronimo Allison, Trevor Davies e DeAngelo Yancey, fino ad arrivare ai tre rookie draftati quest’anno, J’Mon Moore, Equanimeous St.Brown e Marquez Valdez-Scantling.
In lizza tutti e tre per conquistarsi un posto a roster, cercheranno di ottenere un po’ di visibilità in situazioni di gioco che vedranno ampiamente coinvolto il già citato Graham, pronto a rilanciarsi dopo un paio di anni vissuti tra alti e bassi in quel di Seattle; pronto a svolgere il solito ruolo di ricevitore aggiunto, lascerà ai colleghi Lance Kendricks e Marcedes Lewis, quest’ultimo arrivato dai Jaguars, il compito di dare manforte alla linea in fase di pass protection o run blocking.
Una OL che recupererà il RT Brian Bulaga, opposto all’ottimo David Bakhtiari, sempre efficace su un lato sinistro, completato dalla guard Lane Taylor e dal centro Corey Linsley, che sembra essere il punto di forza del quintetto a protezione di A-Rod; fronte cinque del quale fa parte anche Justin McCray, attualmente in vantaggio sui colleghi Lucas Patrick e Cole Madison, quinta scelta di quest’anno, per lo spot di right guard grazie alle buone prove offerte l’anno passato, quando era stato chiamato spesso in causa in sostituzione dei lineman infortunati.
Alle loro spalle i second year Jamaal Williams e Aaron Jones si divideranno i compiti in un backfield ancora una volta piuttosto affollato ma che rispetto al recente passato può contare su due ragazzi in grado di contribuire e svolgere un lavoro complementare; in assenza di Jones, che starà fermo ai box ad inizio stagione per aver violato il regolamento NFL sull’utilizzo di sostanze proibite, ci sarà spazio anche per Davante Mays, altro runner sbarcato a Green Bay lo scorso anno, che in depth parte un gradino sotto il versatile Ty Montgomery, sempre un fattore sui terzi down grazie alle sue abilità da ricevitore.
In difesa il già citato Wilkerson andrà a rinforzare gli esterni di una linea a tre che aveva già diverse armi a disposizione, a partire da Mike Daniels e Dean Lowry fino ad arrivare al giovane Montarvious Adams, visto in campo con il contagocce nello scorso torneo ma pronto ad accrescere minutaggio e statistiche in questo 2018 alle porte; in mezzo Kenny Clark ha consolidato il suo starting spot dopo le prestazioni positive offerte come NT l’autunno passato e sarà ancora lui la prima scelta nel nuovo front three di Green Bay.
Lavoro extra in vista per Pettine per quanto riguarda la pass rushing, dove oltre a fare i dovuti scongiuri perché i veterani Clay Matthews e Nick Perry stiano lontani dagli infortuni, dovrà lavorare incessantemente alla crescita degli emergenti Kyle Fackrell e Vince Biegel, prospetti che vestono da dodici mesi la divisa delle cheeseheads e che oltre a rappresentare il futuro del team dovranno farsi trovare pronti in caso di assenza di uno o più titolari; la quasi totale assenza di investimenti nel reparto LB aveva già reso critica una situazione complicatasi ulteriormente dopo l’infortunio subito da Jake Ryan, che sarà costretto a saltare l’intera stagione dopo essersi strappato il legamento crociato anteriore del ginocchio.
In sua assenza il rookie Oren Burks, che giù avrebbe trovato ampio spazio nelle difese di situazione, sarà chiamato ad affiancare fin dal primo snap della stagione il leading tackler 2017 Blake Martinez, reduce da una campagna che lo ha visto chiudere ai vertici della lega con 144 placcaggi all’attivo; anima e guida del gruppo allenato dall’ex HC dei Browns, il prodotto di Stanford è stato individuato come giocatore su cui costruire la nuova difesa dei Packers.
Reparto decisamente rivoltato nelle secondarie, dove Ha-Ha Clinton-Dix sarà chiamato ad incrementare ulteriormente il proprio apporto dopo la partenza del veterano Morgan Burnett, sostituito nel ruolo di SS dal promettente Josh Jones in attesa che Quinten Rollins completi la trasformazione da CB a safety; sulle side le maggiori novità per Green Bay, che oltre al ritorno di Tramon Williams registra gli arrivi delle matricole Jaire Alexander e Josh Jackson. Unico confermato Kevin King, che prima dei problemi alla spalla aveva fatto intravedere ottime cose nella sua rookie season.
Volti nuovi, infine, anche per quanto riguarda gli special team, con il long snapper Hunter Bradley e il punter J.K. Scott che vanno ad aggiungersi al veterano Mason Crosby, da undici stagioni punto fermo dei Packers e confermato nonostante la leggera flessione mostrata l’anno passato.
Altra azione che dimostra come nella sua prima offseason da GM Gutenkust ha cercato di lavorare in punta di fioretto, mettendo le pezze ove necessario ma senza stravolgere più di tanto gli equilibri all’interno del roster, e solo con il passare delle settimane di regular season capiremo se la sua è stata una scelta corretta o meno, soprattutto nei confronti di McCarthy, confermato al timone del team nonostante le molteplici critiche nei suoi confronti; certo, insediarsi e fare fuori il tuo sponsor principale non sarebbe stato un bel modo per guadagnarsi la fiducia dei tuoi nuovi collaboratori, ma l’inserimento di due nuovi coordinator pare un messaggio abbastanza chiaro, e se non dovessero arrivare i risultati sperati, in linea soprattutto con quel talento che indossa la casacca numero 12, il futuro sembrerebbe, di per sé, già tracciato.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…