Dell’ultima stagione dei New York Jets sono poche le cose che meritano di essere salvate. Una di queste è l’attacco, non tra i primi della lega ma comunque performante grazie al lavoro dell’OC John Morton. L’ex USC è stato in grado di rendere Josh McCown, per la prima volta in quindici anni di carriera, un quarterback dignitoso. Il journeyman per eccellenza della lega ha segnato il proprio record personale per yards lanciate, touchdown e percentuale di completi in una stagione. Il tutto all’interno di un contesto alquanto povero con una linea d’attacco tra le peggiori del campionato e un reparto ricevitori privo di nomi importanti dove però è riuscito a spiccare il rapidissimo Robby Anderson, una delle rivelazioni della stagione NFL 2017, che ha chiuso con 941 yard ricevute e 7 marcature in endzone. Inoltre la percentuale di realizzazioni in redzone è passata dal tristissimo 35% del 2016 ad oltre il 54% e in generale l’impressione è che comunque al di là delle difficoltà generali la squadra avesse un’idea di gioco.
Ma siccome i Jets sono sempre i Jets e non riescono a frenare le proprie tendenze masochiste a causa di dissidi col capo allenatore Todd Bowles, Morton è stato licenziato a sorpresa al termine della stagione. Evidentemente il front office ripone in Bowles più fiducia di quanto si possa credere visti i risultati delle ultime due stagioni e a riprova di ciò il contratto dell’head coach è stato prolungato fino al 2020.
Per il 2018 dunque la Green Gang ripartirà poco più che da zero. Bowles intende puntare decisamente sulla terza scelta assoluta Sam Darnold con McCown nel ruolo di backup/assicurazione e di mentore per il prodotto di University of Southern California. Certamente Darnold dovrà limare quei difetti che hanno fatto storcere il naso nell’ultima stagione di college e i Jets rappresentano un contesto dover poter crescere senza troppa pressione: il 38enne McCown non è un rivale ingombrante e visto il passato recente in cui abbiamo visto come QB titolari Mark Sanchez e Geno Smith, a New York non storceranno troppo il naso per le possibili difficoltà del rosso. Come terzo quarterback è stato messo a roster in free agency Teddy Bridgewater, il quale ad eccezione di una comparsata nell’ultimo quarto della partita tra Vikings e Bengals nella week 15 dell’ultima stagione non vede il campo da due anni dopo il brutto infortunio alla gamba sinistra. L’ex giocatore di Minnesota dovrà dimostrare di poter essere ancora un atleta NFL anche se difficilmente troverà qualcuno che possa scommettere su di lui come starter in un futuro prossimo.
L’attacco guidato dal nuovo OC, l‘ex allenatore dei QB Jeremy Bates dovrà fare ancora i conti con una offensive line di scarsa qualità. Dopo il ritiro di Nick Mangold la posizione di centro ha rappresentato una criticità non da poco. Lo scorso anno il duo di centri a roster, Wesley Johnson e Jonotthan Harrison ha prodotto solo disastri. Il primo è stato lasciato andare da svincolato mentre Harrison avrà un futuro da backup ma come guardia. Per il posto al centro della linea sono stati ingaggiati Spencer Long e Travis Swanson, con il primo favorito per la titolarità. Al suo fianco ci saranno a destra Winters e a sinistra l’ex Seattle Carpenter con Dakota Dozier che potrebbe dire la sua per subentrare a stagione in corso. Il RT titolare sarà ancora Brandon Shell con Qvale come rincalzo, all’opposto ci sarà Beachum, il migliore dell’OL nel 2017.
Uno degli elementi di scontro tra Bowles e Morton era la volontà del primo di imporre un maggior utilizzo del running game e in offseason il reparto running back è stato rafforzato notevolmente. Sono stati infatti ingaggiati Isaiah Crowell e l’ex Seahawks Thomas Rawls, intrigante nella sua rookie season ma reduce da due annate negative perciò in cerca di rilancio. I due si aggiungeranno a Bilal Powell ed Elijah McGuire. Inoltre ci sarà ancora il fullback Lawrence Thomas che darà un’alternativa al sistema col doppio RB.
Tra i ricevitori ci si aspetta una conferma da Robby Anderson, il quale ha avuto i suoi bei problemi off the field in offseason. Reduce da una brutta stagione a Washington è arrivato il free agent Terrelle Pryor con un’operazione che non convince molto date le caratteristiche molto simili a quelle di Anderson. Sono poi chiamati ad una stagione da protagonisti Jermaine Kearse, che sulla carta può diventare l’arma principale dell’attacco, e Quincy Enunwa che dopo l’infortunio dello scorso anno dovrà mostrare di avere il talento lasciato intravedere nel 2016. In offseason è arrivato anche l’esperto Andre Roberts mentre Hansen, Peake e Stewart dovranno lottare per una conferma tra i 53.
Archiviato il biennio infausto di Seferian-Jenkins, il tight end titolare per la prossima stagione sarà Eric Tomlinson, mani tutt’altro che raffinate ma solido bloccatore mentre Leggett e Sterling si contenderanno il posto da primo backup.
La difesa riparte dal DC Kacy Rodgers, alla sua terza stagione nella Grande Mela e dal defensive end Leonard Williams ma non da Muhammad Wilkerson. Nonostante quest’ultimo avesse firmato nel 2016 un quinquennale da 86 milioni di dollari (di cui 53 garantiti) il rendimento modesto e le reiterate violazioni del regolamento interno hanno spinto la dirigenza ad agire. Quello che nelle previsioni della franchigia doveva essere un leader, tecnico e carismatico, anche per gli anni a venire era diventato un elemento negativo per l’equilibrio della squadra. Di conseguenza i Jets hanno deciso di tagliarlo, pur accollandosi una cifra consistente in dead money.
Tutto ciò responsabilizza ulteriormente Williams, il quale uscito da USC nel 2015 in pompa magna, non ha mai dimostrato di essere il dominatore che la franchigia newyorkese si augurava di aver scelto. Certamente le sue stagioni sono sempre ben oltre la sufficienza ma se lo rapportiamo con Aaron Donald, giusto per spendere un nome con cui veniva spesso paragonato prima e dopo il draft, ce n’è di strada da fare.
Accanto a lui nella linea a 3 ci sarà il nose tackle McLendon, mentre per il terzo slot la situazione è aperta. Il favorito potrebbe essere Henry Anderson che dovrà però vedersela con la concorrenza di Xavier Cooper e soprattutto del rookie Shepherd, uscito da un minuscolo college di Division II Fort Hays State, che si sta ben comportando nel training camp. Tra i defensive linemen continueranno per un’altra stagione anche Deon Simon e Mike Pennel.
Avrà di certo molte responsabilità sulle spalle il neoarrivato Avery Williamson, firmato per prendere il posto di Demario Davis. Williamson che ha brillato a Tennessee di fianco all’esperto Woodyard dovrà dimostrare di possedere le doti di leader per guidare il reparto dei linebacker. In offseason sono arrivati altri due ILB, Kevin Minter e Kevin Pierre-Louis. La presenza di questi due, del primo soprattutto, motiverà certamente Darron Lee, alla terza stagione in NFL, a dare qualcosa in più rispetto alla stagione scorsa al fine di garantirsi in posto negli undici titolari.
Confermati i due OLB titolari Jenkins e Martin, nonostante nel 2017 il loro contributo sia stato perlomeno deficitario. Per migliorare il pass rushing, poco produttivo nell’ultima annata e ultimo secondo PFF.com in vista della stagione imminente, Bowles e Rodgers dovranno cercare di cavare qualcosa di buono dal turbolento Donahue e soprattutto da Lorenzo Mauldin, entrambi rientranti da infortuni.
Il grande colpo dell’offseason dei Jets si chiama Trumaine Johnson, autentico playmaker difensivo per cui la dirigenza ha dovuto allentare e non poco i cordoni del borsello. Con un mega contratto da 72 milioni (di cui 34 garantiti) per cinque anni, Johnson è ora il secondo cornerback più pagato dell’NFL poco distante da Josh Norman. La firma dell’ex Rams garantirà un passo in avanti notevole per la secondaria arricchita ora in termini di talento e leadership. L’altro CB titolare sarà Morris Claiborne mentre per quanto riguarda le safety largo ai giovani con Maye e Jamal Adams che faranno coppia per il secondo anno dopo una buona stagione da matricole. A roster ci sono anche riserve di qualità come Buster Skrine, Rashard Robinson e Darryl Roberts oltre alla free safety Rontez Miles. Inoltre avranno un ruolo nelle rotazioni l’ex di Steelers e Cowboys J.J. Wilcox, Terrence Brooks e Juston Burris.
Il punter sarà ancora Lac Edwards mentre come nuovo kicker vedremo il paulista Cairo Santos in cerca di rivalsa dopo essere stato mollato dai Chiefs per far spazio al rampante Butker.
Anche se i Jets approcciano la stagione senza troppe pretese, Todd Bowles non può permettersi altri passi indietro che renderebbero pericolante la sua posizione. Vedremo la Green Gang correre di più come il coach desidera e questo scaricherà un po’ di peso dalle spalle larghe di Sam Darnold, il quale verosimilmente avrà bisogno di tempo per adattarsi al gioco NFL. Ma anche in una franchigia che si barcamena tra tentare di costruire qualcosa e navigare a vista non ci si potrà permettere di scendere sotto un’asticella già di suo bassa. A prescindere dal progetto Darnold se alcuni giocatori in primis Robby Anderson vanificheranno i progressi del 2017 e la squadra dovesse chiudere sotto le 5 vittorie è probabile che la fiducia che la dirigenza ha ampiamente mostrato a coach Bowles possa venire meno.