Si può asserire con una certa dose di tranquillità che i Los Angeles Chargers siano risultati essere la miglior squadra del 2017 a non aver ottenuto l’accesso ai playoff. L’assenza di cura nei dettagli si paga tuttavia a caro prezzo nel football americano, e la franchigia californiana ne ha provato le conseguenze direttamente sulla propria pelle riprendendosi troppo tardi da un poco veritiero bilancio di 3-6 compilato fino a metà novembre, per poi organizzare il grande rush finale ottenendo 6 vittorie nelle ultime 7 partite, una dimostrazione delle vere qualità di squadra giunta troppo tardi per strappare il biglietto che avrebbe altrimenti permesso la postseason.
Eppure sarebbero bastati pochi ed essenziali particolari. Nel disastroso 0-4 iniziale figurano due sconfitte consecutive in apertura di campionato, conflitti terminati con una similare dicitura nel tabellino di resoconto delle rispettive gare (YoungKoe Hoo missed FG, con distanza da cambiare a piacimento), appesantiti dalla folle partita persa contro i Jaguars, con due intercetti recuperati negli ultimi due minuti e mezzo del quarto periodo e non convertiti nei possibili punti della vittoria, la concessione del drive che ha portato all’overtime, fino ad arrivare alla resa definitiva. Modificando l’esito di una sola di queste tre esemplificazioni il quadro avrebbe visto la facile esclusione di Bills o Titans, squadre che hanno giocato i playoff sostanzialmente al posto dei Chargers, sminuendo l’ottima annata da rookie di coach Anthony Lynn ed una serie di partite dove, al di là del risultato finale, Los Angeles ha tenuto testa a Jaguars, Eagles e Patriots, ovvero tre delle quattro partecipanti ai rispettivi Championship di Conference.
Pur non essendosi qualificati per la stagione che conta la franchigia ha messo in campo il miglior attacco aereo della Lega, la quarta miglior produzione di yard totali, ed una difesa capace di terminare terza per sommatoria di punti concessi al passivo. Dato che i principali protagonisti di entrambi i fronti sono rimasti al posto di combattimento, non c’è motivo di pensare che con una maggiore attenzione alla gestione della gara i risultati non possano migliorare istantaneamente, consentendo ai Chargers di risultare favoriti per la conquista della Afc West.
Nonostante Melvin Gordon abbia varcato la barriera delle 1.000 yard stagionali per la prima volta nella sua triennale carriera professionistica, i Chargers non potranno mai essere scambiati per una squadra in grado di gestire i possessi offensivi con bloccaggi fisici e corse sfiancanti per la difesa avversaria. Philip Rivers non ha mostrato il benché minimo segno di declino fisico giocando una quattordicesima stagione di football ai limiti della perfezione, rappresentando il 74% della produzione offensiva complessiva portando 280 yard di media a gara con i suoi lanci, ottenendo nel contempo la sua terza miglior prestazione di sempre in termini di intercetti, rimediandone solo una decina a fronte di 28 passaggi vincenti e l’oramai consueto oltrepasso delle 4.000 yard. La sua capacità di comandare la linea di scrimmage, di leggere gli allineamenti pre-snap grazie alla possibilità di muovere running back e tight end per smascherare il tipo marcatura, la precisione testimoniata dall’abbondante 62% di completi e l’intesa con i suoi ricevitori anche in fasi di improvvisazione in uscita dalla tasca, rappresentano caratteristiche in grado di confermarlo, a 36 anni, nelle fasce di rendimento più alte che il ruolo abbia visto in questi anni.
Una consistente motivazione dei successi offensivi dei Chargers va sicuramente in direzione di Keenan Allen, il cui 2016 non è sostanzialmente nemmeno cominciato a causa del rovinoso infortunio al crociato anteriore durante la prima giornata di gioco, evento sorpassato da un recupero eccellente, trasformatosi nella consistenza mostrata in ogni singola gara del campionato scorso. Allen non solo è tornato lo stesso di prima, ha proseguito una crescita che lo ha portato ad essere un ricevitore primario fatto e finito, distintosi per l’estrema precisione nelle tracce, per la concentrazione nella presa, e soprattutto per i movimenti dopo la presa, il settore potenzialmente più preoccupante dopo un’operazione del genere data la mole di cambi direzionali che le ginocchia debbono sopportare, tutti dubbi fugati dalla miglior prestazione di carriera – 1.393 yard – e dal fatto che sia stato nettamente il giocatore più cercato da Rivers, tanto da detenere un numero di target sostanzialmente doppio rispetto al secondo classificato.
Le opzioni secondarie non mancano, creando i presupposti affinché il gioco aereo possa brillare ancora una volta. I guadagni sul profondo saranno nuovamente garantiti dalla coppia formata da Travis Benjamin e Tyrell Williams, entrambi capaci di sfiorare le 17 yard di media per ricezione fornendo 4 touchdown ciascuno, e si conta molto su una possibile stagione priva di problemi fisici per il secondo anno Mike Williams. L’ex-ricevitore di Clemson era difatti sbarcato in California con la settima selezione assoluta del Draft 2017 e con un vagone carico di promesse solo per raccogliere neanche 100 yard stagionali, frutto dell’infortunio alla schiena patito al primissimo giorno di mini-camp che lo ha limitato per tutta l’annata d’esordio. E’ invece in subbuglio la situazione del settore tight end per via dell’infortunio che terrà lontano dai campi Hunter Henry per tutto il campionato, lasciando la depth chart in mano a Virgil Green e ad una serie di free agent pescati dalla strada nelle ultime due offseason, lasciando aperta la porta per un eventuale ritorno di Antonio Gates.
Ciò potrebbe ampliare le possibilità in ricezione per un backfield che nei rari momenti di riposo concessi a Gordon ha visto eccellere Austin Ekeler quale wide receiver aggiunto (279 yard e 3 mete) grazie alla possibilità di rendere non equilibrata la sua marcatura. Chiaro, Gordon rimane l’indiscussa macchina da touchdown di squadra e continuerà una crescita esponenziale che lo ha portato ad ampliare il suo bagaglio tecnico rispetto ad una carriera collegiale che gli richiedeva espressamente il guadagno sistematico a terra, e che lo ha visto ritoccare i primati di ricezioni, yard e mete diventando parte integrante del gioco aereo.
Nonostante la presenza dell’ottimo Melvin il running game di Los Angeles è risultato il ventiseiesimo della Nfl con 3.8 yard per portata, e da questa punto di vista l’arrivo dell’atletico ed esperto centro Mike Pouncey dovrebbe certamente apportare dei benefici, regalando al ruolo un giocatore di talento che può fornire stabilità alla linea per la prima volta dal ritiro di Nick Hardwick. I possibili progressi nel gioco di corse saranno affidati ad un settore guardie molto giovane, che vedrà il rientro da infortunio del secondo anno Forrest Lamp e la confermata presenza del compagno di draft class Dan Feeney, il quale non ha totalmente convinto. La linea offensiva è stata invece molto efficace nella protezione del quarterback, grazie all’esperienza fornita dal veterano Russell Okung.
Guardando la difesa, impossibile non riuscire ad alimentare una sensazione di ottimismo, basti pensare al fatto che i Chargers posseggono una combinazione assai rara, che abbina una possente pass rush ad una profonda ed eccellente batteria di cornerback e consente quindi un’ottimale copertura dei ricevitori togliendo almeno due letture al quarterback, aumentando i secondi a disposizione della linea per ribaltare la tasca come un calzino creando incompleti facili, perdite di terreno, e turnover.
Il fronte è più che carico di talento grazie alla presenza di due maestri della pass rush come Joey Bosa e Melvin Ingram, una coppia che ha apportato al reparto il 50% dei 43 sack complessivamente messi a segno. Dinamismo ed esplosività sono le specialità di casa, ambedue posseggono difatti un primo passo devastante per velocità ed una versatilità che permette al defensive coordinator Gus Bradley di assegnare loro schieramenti e compiti differenti a seconda delle circostanze, intrecciandone spesso le traiettorie per creare una tardiva reazione dell’uomo di linea offensiva.
Proprio l’ex-head coach dei Jaguars ha importato in California i tradizionali schemi utilizzati ai tempi in cui fungeva da coordinatore difensivo a Seattle, giocando una Cover 3 di base mischiandola a coperture a uomo potendo contare sulla versatilità dei propri defensive back. In Casey Hayward è possibile individuare un corner contro il quale è assolutamente sconsigliato lanciare, un giocatore dal rendimento altissimo e costante, un elemento veloce, rapido ed in possesso dell’istinto giusto per rompere il gioco aereo, ma il resto delle secondarie non difetta certo di talento, vista la presenza di un Trevor Williams cresciuto tantissimo dal primo al secondo anno di professionismo, una valvola di sicurezza fondamentale per la sostituzione in corsa di Jason Verrett. Su quest’ultimo è caduta l’ultima devastante tegola di carriera, dopo i due infortuni allo stesso crociato in altrettante stagioni e la fresca rottura del tendine d’Achille subita dal Pro Bowler terranno un defensive back di alta qualità fuori per la stagione. Il fatto che poi la nickel defense proponga pure Desmond King, altro ragazzo che ha difeso i passaggi in maniera ottima trovando anche un parziale utilizzo come blitzer, suggerisce che lanciare contro i Chargers non sarà esattamente una passeggiata.
La lacuna da risolvere con urgenza è invece la difesa contro le corse, settore nel quale la squadra è stata sovente dominata, terminando ultima per yard concesse. I Chargers hanno concesso ben 994 yard dopo il primo contatto evidenziando dei problemi nel tempismo degli interventi e nelle tecniche di placcaggio, e sperano di risolvere parte della problematica con il rientro a tempo pieno di Denzel Perryman, pezzo-chiave del puzzle difensivo. Il linebacker proveniente dall’università di Miami non ha ancora giocato 16 partite in una stagione, ma quando c’è fa la differenza, come evidenziato dalle 25 yard in meno concesse in media a partita con lui in campo, e si attendono progressi in merito da un nucleo ancora tutto sommato giovane, all’interno del quale ruotano Kyle Emanuel, Jatavis Brown e Pullard Hayes, ai quali si aggiunge il secondo round Uchenna Unwosu, un elemento dotato di spiccata velocità e per questo probabilmente più idoneo ad un ruolo di pass rusher esterno.
Il quadro è fortemente arricchito dalla scelta di Derwin James, super-prospetto da Florida State piovuto tra le braccia dei Chargers alla scelta numero 17 e che ha giocato ad altissimi livelli sin dal suo anno da true freshman dimostrando una duttilità assai rara, qualità che permetterà a Bradley di assegnargli una moltitudine di differenti assegnazioni. James è un ottimo elemento nella difesa contro le corse e per questo gli si prospetta preferibilmente un ruolo di strong safety, con la possibilità di utilizzarlo come elemento ibrido senza mostrare all’attacco verso chi saranno dedicate le sue indubbie capacità in copertura. Questo potrebbe comportare il possibile spostamento a free safety per Jahleel Addae, elemento meno veloce ma molto istintivo, con Adrian Philips fungere da backup per entrambe le posizioni.
La parte interiore del reparto è sostenuta da Corey Liuget, che sarà tuttavia squalificato per il primo mese di gioco per violazione delle policy Nfl in materia di uso di sostanze non consentite, motivo per cui si conterà su un giocatore con potenzialità interessanti come Darius Phylon, che ha dimostrato in piccole porzioni di azione di poter pressare adeguatamente dal mezzo, nonché sul rookie Justin Jones, che ha stazza per riempire le corsie altrimenti percorse dai running back e l’esplosività per colpire lo spazio tra guardia e tackle, qualità determinante per la riuscita dello schema praticato da Bradley, traguardo che il deludente Brandon Mebane, sin dal suo arrivo da Seattle, non ha mai raggiunto con la necessaria continuità.
Dopo le amare vicissitudini della scorsa stagione si cerca un minimo di stabilità nel ruolo di kicker, dove si sono avvicendati ben quattro giocatori, con una battaglia attualmente aperta tra Caleb Sturgis e Roberto Aguayo il cui vincitore verrà proclamato dopo il training camp. Confermato il punter Drew Kaser, dopo una stagione assai soddisfacente per piazzamento del pallone, con il nono risultato assoluto per yard ottenute al netto dei ritorni.
I Los Angeles Chargers, salvo evitare eventi catastrofici che ne hanno minato le ultime due stagioni attraverso infortuni cumulativi e inadeguatezza dei propri special team, sono pronti per recitare un ruolo di primaria importanza nel quadro della Afc West, e quanto dimostrato nella stagione scorsa parrebbe metterli in seria competizione anche nei riguardi delle migliori squadre della Conference. L’attacco è guidato da un quarterback navigato, competitivo e consistente, le armi offensive non mancano e la difesa propone diverse possibilità di recuperare palloni e mettere la museruola agli avversari più attrezzati. E’ un bel mix, che i Chargers devono saper sfruttare in un anno dove le tre concorrenti divisionali propongono un maggior numero di incertezze rispetto a loro.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.