Quando ci si presenta alla nuova stagione con un anello al dito le responsabilità sono molte, se ti chiami Philadelphia Eagles ce ne sono ancora di più, e per molteplici motivi: vuoi che ci si è arrivati in soli due anni della gestione di Doug Pederson, che ha preso una squadra letteralmente distrutta dalla pessima epoca Kelly, riuscendo a ricucirla pezzo dopo pezzo, vuoi per la corsa inarrestabile, vuoi che il trofeo sul campo l’ha conquistato il secondo quarterback, è facile capire che le aspettative siano altissime.
Certo, ripetere un’annata di successo come quella finita, è, realisticamente, molto difficile da pensare. Nessuno avrebbe potuto sperare in una regular season finita 13 – 3, prima squadra di division, una difesa quasi sempre perfetta, un attacco tra i più prolifici dell’ intera league, Wentz che ogni settimana lavorava per abbattere record e regalava magie. Figuriamoci poi il Super Bowl, se si pensa che l’anno prima si era chiuso con un 7-9, all’ultimo posto di division, grazie anche alle grandi prestazioni delle dirette avversarie. Sperare, sognare in un “bis” non costa nulla, anche se le incognite che si troveranno ad affrontare non saranno poche.
I movimenti di mercato postseason sono stati, stranamente, molto agitati. Stranamente perché, dopo un titolo conquistato, ci si aspetta un rinnovo della squadra minimo, giusto qualche colpo al draft per sistemare qualche posizione, invece per gli Eagles la parola chiave è stata “monetizzare”. I primi cambiamenti hanno riguardato gli allenatori: per quanto riguarda il pacchetto offensivo, il testimone passa a Mike Groh, dopo che Frank Reich è passato al comando degli Indianapolis Colts. Anche il coach dei qb è cambiato: l’ottimo John DeFilippo, che tanto ha contribuito nel costruire i movimenti di Wentz e Foles, è passato al comando del pacchetto offensivo dei Vikings. A sostituirlo è stato chiamato Press Taylor, che dovrà continuare l’opera. Per la difesa, nonostante ci fosse l’ipotesi di un comando ai Giants, rimarrà l’affidabilissimo Jim Schwartz.
In attacco vi sono state tre partenze eccellenti: il running back “carroarmato” Blount (com’era prevedibile), il tight end Trey Burton (a sorpresa, essendo stato uno dei protagonisti nella realizzazione del Philly Special), e soprattutto il veterano tight end Celek, rilasciato dopo 11 anni agli Eagles, con tanto di lettera pubblica da parte della presidenza, a ringraziare questo giocatore così importante. Il ruolo di running back è ampiamente “ricopribile”; Jay Ajayi e Corey Clement sono collaudati e in più dovrebbe rientrare anche Darren Sproles, o come rinforzo per ricomporre il terzetto di Running back, oppure solo nello special team. Come tight end ci si aspetta molto dal rookie Dallas Goedert, colpaccio del draft e, pare, un vero talento, che andrà a far coppia con Zach Ertz. Altra mossa importante dal draft, e tutta da scoprire, riguarda l’offensive tackle Jordan Mailata, un gigante australiano di 2 metri per 157 kg, che non ha mai giocato a football americano, arrivando lui dal mondo del rugby. Resteranno ai posti di wide receiver Alshon Jeffery e Nelson Agholor, mentre il fronte vedrà rientrare il 35enne Jason Peters, reduce anche lui dalla rottura del legamento crociato anteriore rimediata il 22 ottobre, che ne ha chiuso la stagione, con Jason Kelce e Lane Johnson a fornire ulteriori sicurezze.
Sui quarterback si potrebbe scrivere per pagine intere. La situazione è piuttosto semplice: le posizioni sono chiare, Carson Wentz è il titolare, Nick Foles è il secondo, e non si parla d’altro. Il problema riguarda essenzialmente le condizioni di Wentz dopo l’infortunio subito al legamento crociato anteriore il 10 dicembre 2017, nella partita contro i Rams: lanciandosi in end zone per effettuare il touch down, veniva chiuso da un doppio placcaggio (sacrificio peraltro inutile perché il touchdown è stato annullato per un fallo in attacco). Wentz poi era riuscito a completare altri quattro snap – con il crociato andato – mandando in touchdown Jeffery. Dopo questo, aveva chiesto la sostituzione, uscendo con il ginocchio che andava letteralmente a pezzi. La diagnosi è stata chiara: rottura del legamento crociato anteriore e stagione finita. I medici avevano previsto un recupero dai 9 ai 12 mesi.
Recupero che sta procedendo piuttosto bene, Wentz ha preso parte al training camp, lancia, si muove, ma il campo della regular season è cosa ben diversa. Quindi, finché non si avrà certezza delle sue condizioni, il titolare sarà Foles (che ha ancora un contratto di un anno) e quando Wentz sarà pronto a rientrare, gli Eagles potrebbero concedersi il lusso di far sedere in panchina l’ MVP (Most Valuable Player) del Super Bowl 52. Certo, se le condizioni di Wentz saranno certe e sicure fin da subito, si potrebbe assistere ad una trade. Ma queste sono solo ipotesi che lasciano il tempo che trovano. Gli Eagles su questo punto non hanno alcun dubbio: il titolare è Wentz.
Nonostante questo, non si può certo sorvolare sul discorso Foles; Nick è un quarterback ottimo, ma è uno di quei giocatori che trovano la propria dimensione in una squadra e che se li togli da quel contesto non rendono più. Foles fu scelto al terzo giro del draft del 2012 come backup di Vick. A causa di una commozione cerebrale riportata dal titolare, scese in campo per disputare le ultime partite, ma è nel 2013 che si ha la svolta. Partito ancora come backup di Vick, prese il posto di titolare nella settimana 5 e da lì inizio una serie di successi, incluso il record (detenuto da soli altri 6 giocatori) di 7 touchdown passati in una singola partita. In quella partita completò 22 passaggi su 28 senza subire nemmeno un intercetto. Era novembre e a fine mese stabilì il passer rating più alto della storia della nfl, con 152,8. In quell’anno riuscì a portare gli Eagles ai playoff, anche se vennero sconfitti al primo turno dai Saints. I problemi iniziano l’anno successivo quando si fratturò una clavicola e fu costretto ad uno stop di un mese, venendo sostituito da Sanchez.
Nella post season, con grande sorpresa di tutti, Kelly decise di cederlo ai Rams, scambiandolo con lo zoppicante Bradford. Da quel momento Foles, il quarterback con dei record importanti nel suo curriculum, non fu più lo stesso. Venne ceduto anche dai Rams (su sua richiesta, dopo che gli stessi presero Jared Goff come primo assoluto ai draft del 2016). Andato ai Chiefs come backup di Smith, non passò una grande stagione, giocò 3 partite passando per 3 touchdown e senza subire nessun intercetto. Nel 2017, Pederson gli chiede di tornare come backup di Wentz, con un contratto biennale. Foles non se lo fa ripetere due volte e firma. Mai scelta fu più azzeccata! Il resto è storia recente, e possiamo collegarci a poco sopra. Foles entra in sostituzione di Wentz e guida gli Eagles alla conquista del Super Bowl 52, completando 28 passaggi su 43, 373 yard, 3 touchdown passati, 1 segnato (primo quarterback nella storia ad aver lanciato 1 touchdown e ad averlo ricevuto – terzo nella storia ad aver ricevuto un passaggio da touchdown) e 1 intercetto, venendo premiato come MVP. Tutto questo per farvi capire chi è Foles e cosa significhi per i Philadelphia Eagles poterlo tenere. Almeno ancora per un anno e sempre che lui non desideri il posto da titolare chiedendo di essere scambiato ad inizio stagione. Ma, come dicevamo prima, questo si vedrà. Foles a Philadelphia sta bene, questo è certo, e nella città dell’amore fraterno, dove la gratitudine è merce rara ma presente, Foles è nella storia, non solo della squadra, ma della città intera.
La difesa ha visto la partenza di giocatori come Mychal Kendricks – non uno qualunque – e del veterano Patrick Robinson, artefice di intercetto e td durante la sfida contro i Vikings per il titolo di campioni NFC. Sono arrivati, però, Haloti Ngata dai Lions e Michael Bennett dai Seahawks, quest’ultimo con chiari compiti di portare pass rush. Qui però la situazione si fa complicata, perché su di lui pende un ordine di arresto per l’aggressione (nei fatti, uno spintone che ne ha causato la lussazione di una spalla) nei confronti di una donna disabile, facente parte dello staff dello stadio, durate il Super Bowl 51. Se l’arresto venisse confermato, uno dei colpi di mercato più importanti sfumerebbe, e sarebbe una perdita non da poco per gli Eagles, comunque forti delle presenze fidate di Fletcher Cox, l’emergente Derek Barnett e, nelle rertrovie, della sicurezza Malcolm Jenkins. Nessuna novità anche per i ruoli di cornerback, ricoperti da Ronald Darby e Jalen Mills.
Variazioni in arrivo per il ruolo di punter, dopo il ritiro del 37enne veterano Donnie Jones, dovrebbe partire titolare Cameron Johnston, nessun dubbio invece sul kicker, che rimarrà Jake “the foot” Elliott, divenuto titolare la scorsa stagione ed autore del field goal più lungo nella storia degli Eagles, 61 yards, all’ultimo secondo dell’ultimo quarto in casa contro i Giants, calcio che ha portato gli Eagles alla vittoria in quella partita. Un kicker buono, con una percentuale di affidabilità molto alta soprattutto nei field goal da più di 40 yards.
La domanda finale è una: riusciranno i nostri eroi a percorrere un’altra stagione stellare? Per iniziare a capirlo, basterà attendere ancora poco: giovedì 6 settembre, alle 2.20 (ora italiana), in casa contro i Falcons, si alzerà il sipario. E sarà curioso vedere se dietro ad esso ci sbucherà fuori Wentz, o se Foles potrà gustarsi ancora qualche settimana da titolare prima di cedere il passo.