Proporre qualcosa di diverso allontanandosi nettamente da una formula consolidata e ben recepita può essere visto come poco saggio, ma il cambiamento è ciò che ci contraddistingue come esseri umani: dopo avervi propinato top five di reparto, l’idea di quest’anno è quella di mettere sul tavolo qualcosa di più fresco ed innovativo e visto che di top five NFL’s offensive line et cetera l’Internet ne è pieno, perché non provare con qualcosa di diverso?
La serie di classifiche che vi proporrò in queste settimane sarà inusuale poiché si propone di mettere in ordine giocatori prendendo in considerazione aspetti che normalmente non trovano spazio in questo genere di articoli: partiamo dai giocatori più sottovalutati della lega… e già qua abbiamo un problema, in quanto cosa si intende con il termine “sottovalutato”?
La discriminante è il numero di Pro Bowl? No, nella lista troveranno spazio giocatori con vari Pro Bowl nel curriculum e prima che possiate solo pensarlo metto in chiaro che non dipende nemmeno dai numeri del loro contratto: il mio “sottovalutati” è una maldestra traduzione di overlooked, ed infatti parlerò di giocatori che per un motivo o per l’altro non vengono celebrati ed acclamati come dovrebbero.
E senza indugiare ulteriormente…

Glover Quin

Come potete vedere, Quin è spesso nel posto giusto al momento giusto.

Volente o nolente, gli intercetti tendono spesso ad essere il metro di giudizio più utilizzato quando si parla di un defensive back, e se proprio volessimo ragionare così, Glover Quin dovrebbe essere considerato fra i migliori nel suo ruolo poiché da quando si è accasato a Detroit, nell’oramai già lontano 2013, solo Grimes, Nelson e Sherman hanno messo le mani su più palloni rispetto ai suoi 19. Qualcuno potrebbe farmi presente -più che giustamente- che valutare l’operato di un D-back attraverso i suoi intercetti è alquanto pigro: in questo caso vengono in mio aiuto i geni di Pro Football Focus, il quale voto tende ad essere un indicatore affidabile circa le prestazioni di un giocatore. Dicevo, le valutazioni degli amici di PFF sul 2017 di Quin lo posizionano al quarto posto fra i safeties, free o strong che siano, con un 89.0 che lo mette davanti ai ben più celebrati Landon Collins, Kam Chancellor –sniff sniff-, Earl Thomas, Devin McCourty e Malcolm Jenkins.
Nel 2014 Quin guidò la NFL in intercetti mettendone a segno sette, ottenendo così la prima ed ultima convocazione al Pro Bowl, il primo ed ultimo posto in un Team All-Pro ed un piazzamento nell’annuale Top 100 di NFL Network: cos’è successo da quel momento in poi? One year wonder? Nemmeno per scherzo, in quanto -tanto per fare un esempio- solo lo scorso anno Quin ha messo insieme una stagione da 84 tackles, tre intercetti e quattro forced fumbles, oltre che sei passaggi deviati.
Produzione, consistenza e pure l’approvazione degli analisti: Glover Quin ha tutto, tranne il rispetto che merita da parte dei media… e da chi vota per i Pro Bowl, anche se questi contano relativamente.

Casey Hayward

Marzo 2016, inizia la free agency: come sempre i cornerbacks sono fra i primi a ricevere contratti nuovi e piuttosto succosi.
Sean Smith firma con gli Oakland Raiders un quadriennale da circa quaranta milioni, Janoris Jenkins un quinquennale da 62.5 milioni di dollari, imitato da Josh Norman che dal suo quinquennale ricava addirittura 75 milioni di dollari: la firma di Casey Hayward con gli allora San Diego Chargers -triennale da quindici milioni di dollari- passa decisamente in secondo piano, nonostante nella sua annata da rookie ai Packers si sia guadagnato il più alto voto mai dato da PFF ad uno slot defender.

Posizionamento impeccabile e mani sempre in moto: Hayward è il miglior cornerback nella NFL, punto.

Forse frustrato dalla mancanza di riconoscenza da parte di Green Bay, Hayward in questi due anni in California si è trasformato nel miglior cornerback dell’intera NFL: in questo periodo nessuno ha intercettato più palloni, così come nessuno ha difeso più passaggi dei suoi 42 e, soprattutto, il suo 96.4 di valutazione nel 2017 lo pone in cima alla folta graduatoria PFF riguardante i cornerbacks, con un margine di 4.4 punti, span nel quale sono compresi il secondo classificato -Tre’Davious White, 92.0- ed il dodicesimo -A.J. Bouye, 88.0- e nonostante tutto ciò, provate a domandare a qualche vostro amico chi sia al momento il miglior cornerback nella National Football League.
Un attempato ed acciaccato Richard Sherman? Il perennemente Pro Bowler Patrick Peterson? Baby Sherman Jalen Ramsey? Aqib Talib? Tutti estremamente validi, ma ora come ora nessuno è nella stessa atmosfera di Casey Hayward e ciò nonostante viene pagato solamente come il dodicesimo miglior cornerback della lega.
Magnifico… se solo non avesse firmato il nuovo contratto quattro mesi fa!

Ryan Kerrigan

Questo sack esemplifica magnificamente il ritmo no-stop di Kerrigan: ogni snap, fino al fischio degli arbitri.

Restiamo in difesa ancora per qualche istante.
Come nel caso di Hayward, nessuno inserirà mai Ryan Kerrigan in una frettolosa top ten di pass rushers, ma spero che dopo questa dozzina di righe possiate avere ben presente un semplice concetto: Ryan Kerrigan è l’affidabilità fatta a giocatore.
Oltre al fatto che in sette anni di carriera debba ancora saltare una partita, dal 2011 in poi solo Von Miller, J.J Watt e Cameron Wake hanno atterrato il quarterback avversario più volte del numero 91 dei Redskins, che con i suoi 71.5 silenziosissimi sacks ha costantemente fatto passare notti insonni all’offensive coordinator di turno.
Il problema -se così si può definire- di Ryan Kerrigan è la mancanza del fattore wow, poiché il suo career-high in sacks è di “soli” 13.5, messi a segno nel 2014, ma come Brandon Graham ci ha insegnato in tutti questi anni, il numero grezzo di sacks deve essere sempre e comunque preso con le pinze, poiché non rende giustizia alle sua abilità: alle 51 QB-pressures fatte registrare nel 2017 non si dà, purtroppo, la giusta rilevanza.
Volete una piccola chicca? I 22 fumbles causati dal 2011 gli valgono il primo posto -insieme a Miller e Avril- nella lega.

T.Y. Hilton

Come può un quattro volte Pro Bowler trovare spazio in questo articolo?
Può senza dubbio sembrare audace questa scelta, però esiste un ricevitore altrettanto “dato per scontato”? Non credo.
Dal suo arrivo fra i professionisti nel 2012, solo quattro ricevitori hanno guadagnato più yards del fidato amico di Andrew Luck, e guardando i loro nomi -Antonio Brown, Julio Jones, Demaryius Thomas e A.J. Green- si può notare come almeno tre di loro siano agevolmente inseriti nella conversazione miglior ricevitore della NFL, conversazione nella quale T.Y. Hilton non viene mai inserito: può sembrare parecchio pacchiano giustificare la sua presenza in questa lista per un motivo così effimero, però le premesse le avete lette!
Non siete convinti? Nel 2016 Hilton ha condotto la lega in yards ricevute, ma nonostante ciò nella lista dei migliori cento giocatori NFL si è guadagnato solamente la 61esima piazza, con ben UNDICI ricevitori davanti a lui: undici, avete letto bene.

Probabilmente il deep threat più efficace dell’ultimo lustro.

La scorsa stagione, segnata dall’assenza di Luck, ha visto Indianapolis uscire vincente da soli quattro incontri sui sedici in programma: tolto l’inutile successo contro Houston, arrivato all’ultima giornata di un campionato che non aveva più senso di esistere per entrambe le squadre, nelle altre tre vittorie Hilton ha sempre guadagnato almeno 153 yards trovando la end zone in tre occasioni. Come potete vedere, nonostante il malapena mediocre Brissett under center, Hilton è riuscito da solo a condurre il proprio derelitto team alla doppiavù: facciamocene una ragione, T.Y. Hilton è uno dei migliori cinque ricevitori della lega, anche se trovargli uno spazio fra i vari Brown, Jones, Green, Beckham, Allen, Thomas e Hopkins non è poi così facile.

Delanie Walker

Concludiamo questo primo episodio della Top Five(ish) con un giocatore sicuramente rispettato, ma non apprezzato a dovere, ovvero il buon vecchio Delanie Walker.

Capacità di rompere tackle e di correre in campo aperto: Delanie Walker è uno dei tight end più completi di tutta la NFL.

Probabilmente la cavalcata con i Titans è riuscita a portarlo nella conversazione dei migliori tight end della lega, però come nel caso Hilton, raramente troviamo il suo nome vicino a quello dei vari Gronkowski, Kelce, Ertz ed Olsen eppure dal 2013 -anno d’arrivo ai Titans- solo Gronk ed Olsen hanno ricevuto più yards: l’affidabilità è il fiore all’occhiello del quasi trentaquattrenne, poiché negli ultimi quattro anni è sempre stato in grado di ricevere per 800 yards, un numero che può essere tranquillamente visto come 1100/1200 yards per un ricevitore, in quanto occorre far presente che il massimo di yards mai ricevute da un tight end sono “solamente” 1327, messe insieme da Gronkowski nel suo storico 2011.
Un posto nella Hall Of Fame non lo troverà mai, questo è qualcosa di assolutamente sicuro, però quando fra vent’anni parleremo alla nostra progenie dei migliori tight end di questo secolo, sarebbe quantomeno opportuno inserire Walker in questo discorso: da lui dipenderà buona parte del futuro prossimo di Marcus Mariota.
Nel frattempo, guardatelo ricevere anche quest’anno i suoi sacrosanti 60 palloni per almeno 800 yards: la consistenza, cari miei lettori, è una skill.

Sottovalutati ma non troppo

Landon Collins, Tyrod Taylor, Brandon Graham, Doug Baldwin, Akiem Hicks e Leonard Williams.

 

One thought on “NFL Top Five(ish): i cinque giocatori più sottovalutati della NFL

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