Lo dico spesso che siamo nella lega dei quarterbacks: ciò è alquanto risaputo e la sua più evidente manifestazione la si ha ogni aprile, quando nel draft franchigie impantanate da lustri nella mediocrità cercano di invertire la rotta scegliendo al primo round un quarterback.
Ma almeno funziona? Basta selezionare un quarterback -creduto- competente per riempire la bacheca?
Il football americano è lo sport di squadra per eccellenza ed è successo già più volte che l’encomiabile lavoro di quarterbacks da Hall of Fame sia stato vanificato dall’inefficacia del reparto difensivo -guardare Drew Brees prima della passata stagione-: dunque no, non basta un semplice quarterback per incanalare su binari favorevoli il destino di una squadra NFL.
Però -altra ovvietà- la competitività di una squadra è direttamente proporzionale alla qualità del proprio quarterback, motivo per cui si tende a spendere la propria scelta al primo round per indirizzare la posizione: in ben 32 occasioni -ovvero più del 38% delle volte- il nome di un quarterback ha accompagnato il mitico “And with first pick of the draft…” , fatto che mette in risalto quanto le trentadue franchigie siano disposte a sacrificare per accaparrarsi il miglior signal caller disponibile.
Vediamo però quanto ci si può effettivamente aspettare da un quarterback selezionato entro le prime 32 scelte -o 31 se i Patriots non rigano dritto-: signori, preparatevi che sono in arrivo una carrellata di numeri e statistiche.
Dall’inizio dell’era Super Bowl -1967- ben 112 QB hanno sentito il commissioner -o chi per lui- scandire il loro nome al primo round: il record di quarterbacks chiamati al primo round è stato registrato nel 1983, quando ne vennero scelti addirittura sei -uno in più rispetto a quest’anno- fra cui John Elway, Dan Marino e Jim Kelly, tre Hall of Famer.
Solamente in cinque occasioni -l’ultima nel 1996- non è stato scelto alcun quarterback al primo giro: riassumendo, all’anno vengono scelti circa due quarterbacks di cui adesso tenteremo di analizzare longevità e rendimento.
La carriera media di un giocatore NFL si protrae solamente per 3.3 anni, numero sensibilmente inferiore all’8.9 dei quarterbacks scelti al primo giro, e qui occorre prendere in considerazione due aspetti: è vero che giocatori come quelli menzionati poco fa hanno avuto carriere eccezionali che alzano indubbiamente la media, ma forse il motivo per cui la differenza è così marcata sta nel fatto che difficilmente con un quarterback si getta la spugna dopo due o tre stagioni e Blaine Gabbert può essere visto come l’esempio più lampante, in quanto nonostante non abbia mai dimostrato di essere il franchise quarterback in cui Jacksonville sperava ardentemente, è riuscito a reinventarsi come affidabile backup che si sta preparando all’ottava stagione fra i professionisti.
Le esperienze più fugaci -solamente due anni- sono state quelle di Johnny Manziel, Cade McNown, Jim Druckenmiller, Todd Marinovich e Greg Cook: leggendo questa breve lista di nomi penso abbiate intuito che dietro a tale brevità ci siano motivi che con il campo non hanno molto a che fare.
Perciò, in media, selezionare un quarterback al primo giro garantisce alla squadra di turno un prospetto la cui carriera è quasi il triplo più lunga rispetto a quella di un qualsiasi altro giocatore: da questo punto di vista selezionare un QB al primo round ha decisamente senso.
Analizziamo adesso qualcosa di più concreto, ovvero la percentuale di passaggi completati.
Nella NFL moderna, qualsiasi percentuale sotto il 60% viene bollata come inaccettabile: la percentuale di completi in carriera più alta appartiene a Drew Brees -66.9%, e stiamo parlando di uno scelto al secondo giro-, mentre la più bassa per uno chiamato al primo giro è il 40.4% del buon -si fa per dire- Jim Druckenmiller.
Ma la media? La media è pari al 56.4%, numero che se inserito nella NFL moderna potrebbe provocare parecchia nausea: come verrebbero definiti -prendo loro a titolo di esempio- Baker Mayfield o Josh Rosen se a fine carriera avessero una percentuale del genere? Bust da lista Top 10 NFL Draft bust of all time?
Questo 56.4% è in grado di far figurare egregiamente pure Josh Allen!
Passiamo ora al mio amato passer rating, ovverosia quel numerino magico che mi permette di mantenere in piedi -nonostante tutto- il mio personalissimo connubio Rodgers-G.O.A.T: in media, un quarterback scelto al primo round fa registrare un passer rating di 74, lontano quasi 30 lunghezze dal 103.8 del mio amato Aaron Rodgers, il leader indiscusso in questa particolare graduatoria. Sapete chi ha un rating del genere? Mark Sanchez.
Contando che fra tutte le statistiche il passer rating è quello che spesso riassume più efficacemente -anche se non basta un numero per valutare un QB- il rendimento di un signal caller, in media da una prima scelta ci si può aspettare il rendimento di Mark Sanchez?
Leggendo questa domanda, viene naturale diffidare dai quarterbacks al primo round.
Normalmente nei pensieri di un giemme NFL aleggia un’equazione piuttosto semplicistica, ma sicuramente reale: scelta al primo round uguale Pro Bowl. Sinceramente, quanti di voi ritengono la prima scelta della propria squadra del cuore un bust -o presunto tale- nel caso in cui non riesca a raggiungere un Pro Bowl? Ci siamo capiti.
Solamente il 41.1% dei quarterback selezionati entro le prime 32 scelte hanno preso parte ad almeno un Pro Bowl, con Peyton Manning ovviamente leader indiscusso in questa graduatoria con 14 convocazioni, circa il 10% dei 143 viaggi -o vacanze- al Pro Bowl accumulati dai questi quarterbacks.
Ovviamente, il fratellone di Eli guida anche il ranking delle partecipazioni al First Team All-Pro: solamente 19 volte il nome di un first rounder è stato inserito in questa speciale formazione -sette appartengono a Peyton-, mettendoci davanti ad un numero piuttosto deprimente, 9.35%, ovvero il numero di QB del primo round che sono riusciti a fregiarsi di tale onore.
Se togliessimo l’ex QB di Colts e Broncos, dunque, circa un quarterback su dieci potrebbe eventualmente approdare in un team All-Pro, non esattamente un numero incoraggiante vista la cospicuità dell’investimento.
Nello sport di squadra per eccellenza -quante volte l’ho ormai usata questa espressione?- però i riconoscimenti individuali contano relativamente, poiché la cosa più importante è vincere, soprattutto a gennaio: come si sono comportati, nella storia, i first rounders ai playoffs?
Sulle 413 partite giocate, le vittorie ammontano a 218 -52.78%- e pure in questo caso a guidare la truppa troviamo Manning con ben 27 apparizioni, anche se le sue 13 sconfitte rappresentano ovviamente il peggior dato fra i giocatori presi sotto esame: la miglior percentuale di vittorie, udite udite, la possiede Trent Dilfer che in gran parte grazie alla prodigiosa difesa dei Ravens del 2000 è riuscito a vincere cinque delle sei partite giocate quando conta.
Solo il 56.74% dei first rounders è riuscito a giocare almeno una partita di playoff, e probabilmente questo è il dato più inquietante: in sostanza un quarterback ogni due è playoffs’ material.
Concludiamo questo viaggio concentrandoci sulla partita, ovvero il Super Bowl: dei 104 possibili quarterbacks che hanno giocato almeno un biggest game of them all, in 44 occasioni under center c’era una scelta del primo giro, e solo il 22.43% di questi quarterbacks è riuscito ad apparire in un Super Bowl, ovvero uno ogni cinque, il che significa che -stando alla storia ed alla matematica- solo uno fra Mayfield, Darnold, Allen, Rosen e Jackson riuscirà ad arrivare ad un passo dal Lombardi.
Ma cosa significa tutto ciò?
Perché ho sentito il bisogno di scrivere tutti questi “fatti”?
Probabilmente perché spesso una franchigia ripone nel proprio quarterback eccessive responsabilità, speranze e pressioni dimenticandosi sovente che senza una linea d’attacco affidabile, senza giocatori nelle skills position in grado di produrre con costanza e senza una difesa competente questo quarterback difficilmente riuscirà a raccogliere il successo pronosticato e pronosticabile: dopo tutto già sappiamo che da un Mark Sanchez non ci si può aspettare più di tanto, o sbaglio?
Perciò tifosi dei Browns, Jets, Bills, Cardinals e Ravens non esaltatevi, in quanto la storia ci dice che probabilmente la vostra squadra ha selezionato un bust in grado di completare meno del 60% dei passaggi e che quasi sicuramente non sarà mai un First Team All-Pro… credo!
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Caro Mattia… leggendo questo tuo articolo sono piombato in una fossa depressiva di migliaia di metri sotto lo 0!!!!😂😂😂😂
Invito tutti gli sconsolati fan di franchigie allo sbando ad invocare l’unico “TOTEM” in grado di respingere la malasorte del Righetti…
Le cornaccieeeee!!!!
🤘🏻🤘🏻🤘🏻🤘🏻
😂😂😂😂
Un abbraccio a tuttiiiii!!!!🤣
Se tifi una delle cinque squadre che hanno preso un QB al primo round… scusami tantissimo!
Sicuramente in questo ultimo draft si sono create troppe aspettative su Rosen, Mayfield, Allen, Darnold e L. Jackson. Auguro a tutti un luminoso futuro, ma così non sarà per tutti sicuramente. A volte grandi QB vengono fuori non dal primo giro (Brees) o addirittura al quinto o sesto (vedi Brady) e sono rari i casi in cui al primo giro sai che saranno scelti dei sicuri fenomeni (io sono vecchietto e nel 1983 seguivo già una rivista meravigliosa che si chiamava “Superbowl” che in Italia ha circolato per pochissimo, ma ricordo bene Kelly ed Elway erano attesi come dei Messia visto cosa avevano fatto all’Università (Marino era meno quotato…). Io finora ho visto giocare pochissimo i nuovi 5 fenomeni dell’ultimo draft (quello che ho visto giocare di più è Lamar Jackson, che secondo me, al momento è grezzissimo nel lanciare e nella accuracy; poi ho visto un pochino Allen e Mayfield… e soprattutto il primo, non mi sono sembrati veri fenomeni, ma ho visto davvero poco e spero vivamente di sbagliarmi). In ogni caso, la prossima stagione sarà da seguire anche solo per seguire l’evoluzione di questi ragazzi.
Immagino che l’anno cruciale sarà il secondo, in quanto:
– Rosen credo giochi perché Bradford non è in grado di rimanere integro per una stagione, anche se con Glennon che gira non si sa mai
– Allen non è stato messo nella condizione di rendere da subito e deve sicuramente sgrezzarsi prima di assaggiare il campo
– Mayfield sì, è la prima scelta, ma Tyrod Taylor… Tyrod a me piace
– Lamar Jackson credo sia impossibile che giochi
– Darnold… immagino diano qualche chance a Teddy prima!
articolo spaventoso!!! per la quantità di statistiche che dici…mi lasci senza parole per la tua bravura, concordo su tutta la linea su quello che scrivi, ma se io fossi un GM farei le stesse scelte loro, senza andare sul particolare ruolo per ruolo, ma secondo me mentre gli altri con allenamenti intensi dalla mattina alla sera li puoi portare a buoni livelli, il quaterback no….o nasce forte e fenomeno, ma non ci diventa, può diventare un buon mestierante, fare qualche buona stagione, io seguo il football da quando Montana giocava, ho visto i veri fenomeni e secondo me dietro a Brady Rodgers e Bress di questi nuovi non ne vedo, sono rimasto con questi negli occhi, Elway Kelly Young Warner Aikman, a me questi che corrono poco mi piacciono,certo è il mio modestissimo parere…ciao mattia
Sarebbe interessante sapere le speranze che danno gli altri ruoli. cioè, quanti LB o WR scelti al primo turno hanno giocato un Super Bowl? Ma credo sia un lavorslavo che va oltre le possibilità umane.
Dato il mio feticcio sui WR avevo pensato di fare qualcosina pure su di loro, anche se penso dovrei restringerlo agli ultimi venti/trent’anni, anche se a differenza dei quarterback le statistiche sulle quali costruire un discorso sono ovviamente minori.
Detto ciò… se fra un po’ avrò più tempo libero…
Grazie e ciao!