Ci siamo, il primo evento degno di nota dopo il Super Bowl è finalmente arrivato: la notte dopo -guarda caso- l’uscita di questo episodio di Eligibles, andrà in scena ad Arlington il primo round del draft e, finalmente, potremmo per qualche settimana mettere da parte le speculazioni su dove approderà il talento di turno… per iniziare a speculare su come giocherà, se tale team sarà quello giusto per lui et cetera et cetera.
Fortunatamente, però, qui di spazio la mera speculazione ne trova poco -di solito- e quindi iniziamo subito con una cronaca seria -negli intenti- su quanto accaduto in questi ultimi sette giorni.
1) Another one bites the dust…
Da oramai qualche anno, uno dei momenti più intriganti dell’offseason era prevedere dove andasse a finire il buon vecchio Dwight Freeney: il suo obiettivo dichiarato era giocare in una contender in grado di fargli aggiungere un altro anello nella sua ricca bacheca.
Dopo fugaci esperienze con Cardinals, Falcons, Seahawks e Lions -14.0 sacks in queste ultime tre stagioni- Freeney ha deciso di appendere scarpette, caschetto ed armatura al chiodo -forse più di uno in questo caso- e firmare un contratto da un giorno con il team che lo ha draftato, Indianapolis, per ritirarsi da Colt: la settimana scorsa abbiamo salutato un probabile Hall of Famer augurando il meglio a James Harrison, mentre ora mi sento di dire che stiamo omaggiando un SICURO Hall of Famer, uno dei pass rushers più temuti del ventunesimo secolo grazie al brevettato ed inimitabile spin move che gli ha permesso, sack dopo sack, di arrivare a 125.5 sacks in carriera.
Grazie e buona fortuna per qualsiasi cosa tu abbia in mente di fare, Dwight.
2) …and maybe, another one will!
In questo caso a dar manforte alla mia argomentazione mancano fatti e dichiarazioni ma sono discretamente convinto che il taglio di Brandon Marshall da parte dei New York Giants potrebbe scrivere la parola “fine” alla sua stupenda carriera: dopo un anno assolutamente terribile nella squadra con forse il peggior spogliatoio della lega -almeno nel 2017- non credo ci siano molti team interessati ad un 34enne che non ha mai fatto segreto di voler proseguire la sua vita nel mondo dello spettacolo e del giornalismo, motivo che fra l’altro lo ha spinto a firmare con i Giants in quanto vicini agli studi di New York di NFL Network, ovvero la prossima “squadra” di cui farà parte.
Quando si ritira un giocatore del genere, fra le prime cose alle quali si pensa è se il suo busto troverà spazio a Canton e, pure in questo caso, secondo me sì anche se ai votanti non piacciono molto giocatori “con problemi caratteriali”: lasciando perdere le sette stagioni consecutive sopra le mille yards, ciò per cui mi sento in dovere di ringraziarlo è il coraggio avuto da Marshall di parlare apertamente della sua patologia mentale, dimostrando così al distratto pubblico NFL che certe malattie, seppur non evidenti all’occhio nudo, possono compromettere vita e carriera di qualsiasi persona.
3) La fedeltà paga
Avere un piano B in NFL è sempre e comunque fondamentale e nessuno è a conoscenza di ciò meglio dei Philadelphia Eagles: per premiare quel Nick Foles che è riuscito a condurli al loro primo Lombardi Trophy, il front office gli ha dato un contratto nuovo che potrebbe portarlo a guadagnare 14 milioni di dollari a stagione, anche se nessuno se lo augura in quanto ciò coinciderebbe con qualcosa di brutto accaduto a Carson Wentz.
In ogni caso il buon Nick ha ricevuto un bonus alla firma di due milioni di dollari e, dopo mesi e mesi di speculazione, è finalmente ufficiale: Foles rimane a Philadelphia e ciò fa sicuramente notizia, soprattutto con il draft ed un’eventuale trade che continuavano ad aleggiare sopra la sua bionda chioma.
4) I Ravens sembrano aver capito il proprio errore… sembrano!
Del 2017 dei ricevitori dei Baltimore Ravens ne abbiamo già abbondantemente parlato, ma a questo punto siamo obbligati a riprendere il discorso da dove eravamo rimasti: le acquisizioni di John Brown e Michael Crabtree hanno rinforzato un reparto assolutamente bisognoso di una ventata di novità, ed ora, con il draft sempre più vicino, è arrivato il terzo colpo grazie alla firma dell’ex Saints Willie Snead.
L’esplosione di Michael Thomas e le esaltanti prestazioni del duo Ingram-Kamara hanno fatto dimenticare ai più la bontà di Snead che, nelle due stagioni precedenti all’ultima, aveva totalizzato 149 ricezioni per quasi duemila yards: tre partite di sospensione e ripetuti infortuni lo hanno limitato a sole 92 yards nel 2017, ma a questo punto attendersi una decisa inversione di rotta ha decisamente senso, o almeno così sperano i Ravens.
5) E Dez?
Arrivati a questo punto della offseason di giocatori noti ancora disponibili nella palude chiamata free agency ce ne sono -giustamente- pochissimi: a far capolino troviamo sicuramente Dez Bryant che per come si sono messe le cose aspetterà la fine del draft per accasarsi in una nuova squadra.
Voci di corridoio parlano di un rifiuto ad un’allettante proposta dei Baltimore Ravens che a quanto pare gli hanno offerto un contratto pluriennale, seccamente rifiutato dall’ex 88 dei Cowboys: le stesse voci appena menzionate parlano di un Dez interessato ad un contratto annuale, il classico prove it deal con cui cercherà di incassare l’ultimo contrattone l’anno prossimo.
O almeno, pure in questo caso, così spera.
6) Maglia nuova vita… nuova, parte uno
Sempre per il principio della maglia scontata su NFL Europe Store, già da tempo si era intuito che i Dolphins avessero programmato un cambio di divisa: poco dopo la pubblicazione dello scorso episodio, tramite un video sulla pagina Instagram della NFL, sono state rivelate al pubblico.
Come già detto con i Titans, i Dolphins sperano che il cambio di divisa coincida con un netto cambio di rotta nel loro andamento. A voi.
7) Maglia nuova vita… nuova, parte due
Siccome ho poco da dire questa settimana, ecco a voi le nuove maglie dei Jaguars che, deo gratia, hanno eliminato le bande scure sulle maniche: in questo caso non c’è bisogno di invertire la rotta, poiché i Jaguars sembrano già incanalati sulla strada giusta.
8) Una voce fuori dal coro, per fortuna
Da quando alla Casa Bianca è atterrato il nuovo “presidente” la visita di rito dei team vincitori è diventata meno scontata e banale: avendo vinto il Super Bowl, quest’anno toccherebbe ai Philadelphia Eagles fare visita a Donald Trump ma, purtroppo per lui e per gli amanti del politically correct -che poi, associare Trump al politically correct…-, gli Eagles sono la squadra più impegnata sul sociale e con maggiore sensibilità per quanto riguarda la discriminazione razziale, tutte cose che purtroppo non aderiscono alla mentalità “shut up and dribble” tanto cara all’Arancione.
Fortunatamente esistono owners come Lurie, che in un incontro di ottobre incentrato sulle proteste dei giocatori durante l’inno nazionale ha espresso un chiaro disinteresse nel supportare la volontà degli altri owners di reprimere questo tipo di “protesta”: in uno spogliatoio in cui giocatori come Jenkins, Smith e Long non hanno problemi ad esprimere con sincerità il loro pensiero, è bello sapere che il loro datore di lavoro li supporti pienamente.
Anche se non a tutti piacerà.
9) And with the first pick of the 2018 NFL Draft, the Cleveland Browns select…
I mesi che precedono il draft sono un susseguirsi di inganni e bluff, perciò ogni singola affermazione deve essere presa con gigantesche pinze: dopo averli associati ad ogni quarterback -soprattutto Allen e Darnold-, i Cleveland Browns secondo alcuni report di ben informati insiders avrebbero ridotto a due le loro possibili scelte con la prima chiamata assoluta, ed indovinate un po’ qual è l’ultimo nome ad essere emerso?
Ovviamente quello del controverso Baker Mayfield, l’unico quarterback finora mai associato con troppa convinzione ai Marroni: a quanto pare si sono ridotti a due i nomi della possibile prima chiamata assoluta, Mayfield ed Allen.
Staremo a vedere se questo era solo uno dei tanti tranelli pre-draft: sarebbe clamoroso se Mayfield venisse chiamato con la prima scelta assoluta.
10) Nuggets!
Questa settimana di Nuggets non ce ne sono, poiché nessun movimento si è rivelato sufficientemente rilevante, soprattutto a poche ore dall’inizio dal draft: per questo motivo vorrei fare qualcosa di diverso ed usare questo spazio per rivolgere domande a voi lettori.
Dunque, per voi quale sarà l’ordine dei quarterbacks al draft? Barkley andrà ai Giants o sarà ancora disponibile quando i Browns dovranno effettuare la quarta scelta? Nelson, uno dei migliori O-linemen degli ultimi anni disponibile al draft, verrà scelto nella top ten nonostante la posizione poco “sexy”? E Lamar Jackson?
Tante domande e per ora nessuna risposta: ci vediamo stanotte… o sotto nei commenti!
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
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