Alcune maledizioni della Afc sono diventate molto complicate da scacciare. Basta una telefonata presso gli uffici di riferimento di Bills e Bengals per qualche informazione in più, dato che i primi hanno rotto solo quest’anno l’incantesimo maligno della loro personale postseason dopo un digiuno eterno, ed i secondi non sono mai stati capaci – sotto Marvin Lewis – di superare la Wild Card. Da quest’anno la Conference si arricchirà di un’altra statistica atta ad individuare l’allungamento di una nuova streak negativa, ovvero l’assenza di vittorie casalinghe post-stagionali da parte dei Kansas City Chiefs, che sono stati una delle principali storie di questo campionato, lo stesso che ieri sera hanno salutato con netto anticipo.

Per qualcuno sarà la solita elucubrazione numerica tanto cara agli americani, ma questo resta in ogni caso un fattore che creerà pressione a qualsiasi edizione futura di squadra che si troverà ad affrontare la prossima partita di postseason presso l’Arrowhead Stadium, e – considerazione più grave – la pur risicata sconfitta contro i Titans è destinata ad aprire una offseason lunghissima, dove lo stimato Andy Reid dovrà rispondere dell’ennesimo fallimento nel raggiungere un traguardo minimo che da qualche anno pareva poter essere la finale di Conference, se non altro per la qualità delle regular season confezionate in questi ultimi anni.

Ieri sera i Chiefs sono stati devastanti come avevano già dimostrato di poter essere in avvio di campionato, quando avevano castigato i Patriots delle due B sotto un cumulo di 42 punti di macerie all’attivo inscenando i primi ed insensati discorsi di chissà quale fine della Dinasty bostoniana, nonché quando avevano raccolto quelle prime cinque vittorie consecutive dominando tutti i power ranking americani. Sono stati la squadra altamente produttiva in attacco e capace di generare turnover in difesa, proprio come in quel primo mese abbondante di regular season, ma lo sono stati solo ed esclusivamente nel primo tempo, dando luogo ad un’esibizione dalla preoccupante doppia identità.

La storia della gara può essere tranquillamente inquadrata dal solo terzo quarto, l’esatto momento in cui Tennessee ha capito che poteva gareggiare ed osare di portare a casa il risultato a sorpresa, la madre di tutti i turning point. Prima, era stato un poco pietoso spettacolo a senso univoco che si era limitato a rispettare fedelmente la trama scritta dai pronostici, con i Chiefs letteralmente incontenibili, l’Arrowhead bello pompato e la prospettiva di un secondo tempo utile solamente ad effettuare poche e sensate manovre per condurre in porto la nave. Alex Smith, nei primi trenta minuti, aveva già raccolto statistiche più che sufficienti per un’intera partita (19/23 per 231 yard e 2 mete) grazie ai fruttiferi guadagni nelle connessioni con Tyreek Hill ed i continui mal di testa creati dallo strapotere fisico ed atletico di Travis Kelce nei confronti di chiunque. L’attacco era andato a segno già in tre occasioni portandosi sul +18 all’intervallo e donando il primo touchdown di carriera nei playoff a Kareem Hunt, mentre la difesa faceva collezionare fastidiosi 3 & out al discusso Marcus Mariota (in agio solo con il fido Delanie Walker) ed al suo attacco poco fruttifero, marcando l’effettivo dislivello esistente tra le due compagini.

Dopo il rientro dagli spogliatoi è toccato invece ai Titans mutare il proprio viso, passando da quello cattivo e criticato a quello di compagine in grado di soddisfare la sete di old school del loro head coach, mettendo seriamente in moto un gioco di corse già fruttifero nel primo tempo ma costretto dal divario ad assentarsi presto, e colpendo con i creativi blitz proposti da quella vecchia volpe di Dick LeBeau. Si chiamano aggiustamenti da halftime, e Mularkey li ha disegnati senz’altro meglio di Reid. Quando sarebbe bastato impostare il secondo tempo su un congruo numero di chiamate per Hunt (solo 11 corse in tutta la competizone), il piano di gioco di Reid e del suo coordinatore Matt Nagy si è intestardito su passaggi troppo frequenti nonostante l’assenza di Kelce (trauma cranico per una testata di Cyprien, multa in arrivo si spera…), ed in tali casi se il giochino non riesce le conseguenze non possono che essere due: la mancata gestione del cronometro e tanto tempo per gli avversari per cercare la rimonta dal 3-21.

I Titans hanno invece colto l’occasione per sperimentare cosa significhi assegnare maggiori responsabilità a Derrick Henry in assenza di DeMarco Murray, e la risposta è stata più che positiva. 23 corse più o meno equamente distribuite tra primo e secondo tempo, 156 yard, 35 yard su ricezione, una meta di 35 yard sono tutto ciò che serviva in un palcoscenico come questo per aggiungere fiducia al secondo anno da Alabama, che con un maggior successo contro i blitz in pass protection non avrà più motivo di condividere le portate con chissà chi. Il gioco di corse, con l’aiuto del mobile Mariota, ha sezionato la difesa dei Chiefs per tutto il secondo tempo portando via più di metà del terzo quarto in occasione del drive dove il quarterback ha lanciato un bizzarro td pass per… se stesso, ed il tema si è estesto anche nel quarto decisivo con altri due drive di 62 e 80 yard, tutto ciò che è servito a Tennessee per mettere la testa davanti.

L’unico drive fruttifero per un attacco capace di racimolare solo 33 yard su passaggio negli ultimi due quarti si è arenato dinanzi all’ennesima pressione spedita in direzione di Smith, quando Derrick Morgan ha raccolto il sack più importante della partita costringendo i padroni di casa ad un improbabile quarto e nove la cui conversione è scivolata la le mani di Albert Wilson per una mera questione di centimetri, lasciando cadere a terra il pallone della staffa. Marcus Peters avrebbe illuso tutti di lì a poco, strappando dalle mani di Henry un fumble riportato in meta da Derrick Johnson (35 anni, una vita ai Chiefs, sarebbe stata una conclusione poetica), salvo scoprire che il running back era già abbondantemente down by contact ed avrebbe preso, pochi secondi dopo, il primo down di chiusura di ogni discorso sancendo una rimonta storica, facendo di Tennessee solo la terza squadra di sempre a cancellare 18 punti di svantaggio in trasferta nei playoff.

Così, in uno degli scenari meno prevedibili del quadro complessivo, i Titans faranno di nuovo le valigie e punteranno il navigatore verso il luogo sancito dall’esito della sfida di oggi tra Jaguars e Bills, preparandosi ad affrontare Steelers o Patriots, ambedue sfide che non sembrano alla portata di un team che ha mostrato con troppa discontinuità il suo lato migliore ed è in ogni caso alle prese con una rete di passaggi troppo poco affidabile. Giocheranno la partita che avrebbe dovuto vedere i Chiefs protagonisti contro una delle due maggiori potenze della Afc per misurare le loro velleità da Super Bowl, come si diceva ad inizio anno, ed invece le uniche misure che Reid e staff prenderanno saranno relative ai nuovi prospetti in uscita dal College, il prossimo capitolo della tribolata stagione di Kansas City.

 

8 thoughts on “Sorpresa-Titans, i Chiefs cadono (di nuovo) all’Arrowhead

  1. Come i Titans, anche oggi autori di una partita inguardabile, siano al Divisional e i miei Seahawks a casa a guardare le partite è un vero mistero..

  2. La storia della gara, senza troppe manfrine, è Kelce infortunato + kick sbagliato da Kansas. E sarebbe bastato quest’ultimo a vincere.
    Cose che capitano: chiedere a Patriots, Seahawks e Vikings.
    Notevole il carattere dimostrato da Mariota dopo un primo tempo disastroso dei suoi.

  3. Come mai KC Non ha deciso per il field goal piuttosto che lanciare sul 4down e 9?grazie

    • Forse perché era un bel rischio dalle credo 57/60 yards e Reid probabilmente con i 3 time out ha pensato che aveva tempo per rigiocare in attacco, contando sulla propria difesa…con il senno di poi era meglio tentarlo, ovviamente. Ma questo è il football e noi lo amiamo proprio per questo! 🏈💙

  4. 2 mie brevi considerazioni: 1. Se i Chiefs giocano un solo tempo, pensando di aver già vinto, perderanno sempre ai playoff (così come qualunque squadra NFL e pure in regular season, naturalmente); 2. I Titans paiono sopravvivere grazie agli scramble di MM, se avessero qualche wide receiver decente (Decker sembra in parabola discendente della propria carriera, sempre che ne abbia avuta una ascendente, perchè con Peyton Manning più di qualche ricevitore ha visto “casualmente” lievitare le proprie percentuali…) forse Mariota riuscirebbe a fare qualcosa in più per la propria squadra…

  5. E con questa fanno 6 sconfitte ai play-off in casa. Roba da lasciaci sempre vincere la AFC West Division per non pensarci più. Scherzi a parte KC ha dimostrato di non poter fare a meno di Kelce. soprattutto nelle conversioni di terzo down. Credo che la chiave della partita sia stata il suo infortunio. Poi quando ti dice male agli altri succede anche che un QB riceva un passaggio deflettano e lo trasformi in un TD. Bravi comunque i Titans a non mollare e a crederci fino al TD del sorpasso. Questo è il football …bellezza

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