Siamo veramente già arrivati alla sedicesima settimana di NFL?
Ogni anno tentiamo di spiegarci come sia possibile che questi quattro mesi di regular season volino via senza nemmeno avere la decenza di avvisarci, ma ciò significa solo una cosa: la postseason si sta avvicinando e di conseguenza l’esito di una percentuale piuttosto alta delle partite rimanenti avrà pesanti implicazioni sulla composizione della griglia playoff.
Non rattristiamoci, probabilmente il miglior football deve ancora arrivare, anche se guadando per un attimo ciò che è successo la scorsa stagione a gennaio quanto detto qualche secondo fa perde senso: delle undici partite giocate negli scorsi playoff solo tre sono finite con uno scarto minore o uguale ad un possesso.
Ci mancherai tanto regular season.
Le partite più interessanti della settimana
Atlanta Falcons @ New Orleans Saints, domenica ore 19.00
Siamo senza dubbio di fronte alla partita più importante della settimana: la NFC South si è rivelata essere la division più competitiva e bilanciata della lega, ed al momento a condurla troviamo New Orleans, forte dei due successi su dei Panthers che però in un modo o nell’altro hanno una seria probabilità di vincere la division, soprattutto nel caso di una vittoria dei Falcons sui Saints.
Sto certamente complicando un po’ troppo il discorso, troppi se -Carolina e Atlanta si sfideranno la settimana prossima- e poco football giocato, ma l’importanza dell’esito di questa partita non trova paragoni in questa penultima domenica di campionato: due settimane fa i Falcons riuscirono a sorprendere i Saints, che però persero Kamara al primo possesso per una concussion, e con un Freeman rigenerato – 5.0 yards per portata nelle ultime tre partite- sembrano aver ritrovato una certa brillantezza offensiva che viene però oscurata dall’inspiegabile incapacità di integrare a dovere un fenomeno come Julio Jones, che nonostante le 1215 yards ricevute ci continua a dare l’impressione di non essere usato nel modo corretto. Per i Saints questa è una vera e propria partita di playoff, in quanto un successo li metterebbe in posizione di vincere la division -ad attenderli all’ultima giornata troviamo i deludenti Buccaneers- e sperando in qualche errore di Minnesota pure di guadagnarsi il preziosissimo bye week: che Ingram e Kamara non possano essere fermati si sa, ma se il momento di forma di Michael Thomas -280 yards e 3 touchdown nelle ultime tre giornate- proseguirà pure in postseason, i Saints hanno ragionevoli motivi per sognare il Super Bowl.
Prima di tutto ciò, però, bisogna vedere quanto succederà domenica: must watch.
Los Angeles Rams @ Tennessee Titans, domenica ore 19.00
Alla vigilia del kickoff di settembre, molti -me assolutamente compreso- vedevano Tampa Bay e Tennessee come legittimo materiale da playoff: se i Bucs ci stanno deludendo costantemente da settembre, altrettanto non si può dire dei Titans, che fino a due settimane fa erano al comando della AFC South su un 8-4 figlio di vittorie con margini di tre/quattro punti su compagini come Ravens, Browns, Bengals e Colts, non esattamente la crème de la crème della AFC.
Dinanzi alla seria possibilità di andare ai playoff per la prima volta dal 2008, i Titans si sono liquefatti, squagliati, sciolti e trovate voi l’ultimo sinonimo che renda l’idea di quanto repentino sia stato il loro tracollo, causato da sconfitte contro team non irresistibili come Cardinals e ‘Niners -anche se Jimmy G è un fe-no-me-no-: Jacksonville potrebbe essere troppo distante per pensare ancora ad una rimonta per la division, e la difficoltà delle due partite rimanenti mette a serio rischio il solo ingresso in postseason, in quanto battere Rams e Jaguars quest’anno si sta rivelando piuttosto difficile.
Il 42 a 7 con cui L.A. ha umiliato Seattle ci ha ribadito per l’ennesima volta che questi Rams non hanno nulla a che fare con quelli dell’era Fisher, e purtroppo per Tennessee per riuscire a batterli serve una partita pressoché perfetta, cosa che con un Mariota che ha finora lanciato più intercetti che touchdown non si è mai vista: fermare Goff e Gurley oltre che essere decisamente complicato potrebbe non bastare per vincere, poiché il reparto difensivo dei Rams è tranquillamente in grado di annichilire l’attacco avversario, chiedere a Wilson per maggiori dettagli.
Come nel trentaquattresimo Super Bowl, i Rams potrebbero fermare i sogni di gloria dei Titans a pochi centimetri dal loro compimento.
Seattle Seahawks @ Dallas Cowboys, domenica ore 22.25
Vincere entrambe le partite rimanenti non basterà ai Cowboys per accedere alla postseason, in quanto avrebbero comunque bisogno di almeno una sconfitta di Detroit e che una squadra fra le tre sorelle della NFC South le perda tutte e due: non ci troviamo sicuramente di fronte ad uno scenario ideale.
Piccola curiosità: Seattle è nella stessa identica situazione, in quanto per raggiungere i playoff dovranno sperare esattamente nell’analoga sequenza di eventi.
Come potete vedere entrambe le compagini si trovano in una posizione estremamente complicata con i playoff non proprio a portata di mano -impronosticabile ad inizio stagione-, anche se Dallas si presenta a questo appuntamento decisamente in una condizione migliore di Seattle: dopo le tre vittorie di fila che hanno riacceso le speranze dei tifosi dell’America’s Team, tornerà finalmente nel backfield il fenomenale Ezekiel Elliott, runnigback della cui importanza abbiamo già ampiamente parlato.
Seattle nelle ultime settimane si è dimostrata battibile e in confusione come mai nell’ultimo lustro, ed il 42 a 7 contro i Rams è stato visto da molti addetti ai lavori come l’inizio della fine della dinastia degli ‘Hawks: forse è ancora troppo presto per parlare di tutto ciò, ma senza dubbio una mancata qualificazione ai playoff dopo cinque anni con almeno una vittoria a gennaio rappresenterebbe una novità alquanto interessante.
I protagonisti
Ezekiel Elliott
Nel caso non si fosse notato nelle ultime sei settimane dietro le larghe spalle di Dak Prescott non si trovava il solido, compatto, tanto spigoloso quanto aggraziato numero 21, Ezekiel Elliott: per valutare l’importanza della presenza di Zeke mi servirò di qualche statistica che potrebbe tornare d’attualità fra qualche settimana in caso di mancata qualificazione ai playoff. Con l’ex Ohio State, Dallas era sul 5-3 -e pure in un discreto momento di forma- con 28.25 punti segnati a partita: durante la squalifica si sono fermati sul 3-3 con ben 10 punti a partita in meno, 18.33. Avere Elliott nel backfield innalza non solo l’efficacia e la produttività di tutto l’attacco, che con lui ha guadagnato più di 370 yards a partita, numero ben migliore del deprimente 294 nelle ultime sei partite, ma toglie molta pressione a Dak, che con il suo miglior amico a fianco ha lanciato 16 touchdown a fronte di soli 4 intercetti guadagnando circa 227 yards aeree a partita: con la combo Morris/Smith Prescott ha lanciato più intercetti che touchdown -7 a 5- e trenta yards in meno a partita.
Come avete avuto modo di vedere probabilmente è proprio Zeke il giocatore più importante dei Cowboys -anche se ad onor del vero durante le ultime settimane Tyron Smith è stato molto cagionevole di salute-, e con le speranze di arrivare ai playoff tristemente vicine allo zero, Dallas avrà bisogno del miglior Elliott possibile e di tanta, forse troppa, fortuna.
Tre’Davious White
Tendo a riservare spazio in questa colonna ai giocatori che secondo me avranno un impatto decisivo sulla partita nella quale saranno impegnati, e se devo essere sincero non credo che il buon White riuscirà a condurre i suoi Bills alla vittoria sui Patriots -stiamo comunque parlando del terzo miglior cornerback in assoluto per gli analisti di Pro Football Focus-: in questo caso ho preferito lasciare spazio ad una retro-ma neanche tanto-storia, in quanto un paio di settimane fa Gronkowski, vistosamente trattenuto da White e leggermente alterato si è lanciato a tutta velocità contro un inerme Tre’Davious procurandogli così una inutile, pericolosa ed assolutamente evitabile concussion.
Nel post partita tutto lo spogliatoio dei Bills si è unito attorno al proprio rookie, dichiarando più o meno velatamente guerra al mastodontico numero 87 dei Pats: l’ultimo drive contro Pittsburgh ha messo in evidenza per l’ennesima volta l’importanza di Gronkowski nel crunch time, quindi tenere d’occhio che la temperatura fra i due non si alzi troppo sarà assolutamente interessante.
Nonostante la violenza sia nel DNA di questo sport, evitare casi gratuiti sarebbe particolarmente apprezzato in un momento in cui giocatori con in bacheca un Walter Payton Man of The Year Award decapitano ricevitori indifesi.
L’orgoglio dei Browns
I Browns ancora fermi a zero vittorie con il Natale alle porte: déjà-vu?
L’anno scorso Cleveland riuscì a trovare l’unica vittoria della propria stagione alla vigilia di Natale, stesso giorno in cui giocheranno quest’anno a Chicago contro i Bears: con la trasferta a Pittsburgh programmata per la prossima settimana, appare lecito affermare che questa probabilmente sarà l’ultima possibilità per i Marroni di evitare la stagione perfetta al contrario e finire 0-16.
Non posso mascherare la delusione parlando di questa franchigia, da cui quest’anno mi aspettavo almeno un paio di vittorie e segnali incoraggianti per il futuro, provenienti soprattutto dal quarterback Kizer, che invece sembra destinato ad essere l’ennesimo giovane signal caller ad aver gettato la propria carriera in quell’enorme tritacarne chiamato Cleveland Browns: a preoccupare non sono tanto i 19 intercetti lanciati a fronte di soli 9 touchdown, in quanto abbiamo tutti ancora negli occhi i numeri dell’anno scorso di Goff, ma l’assurdo turnover ratio del 9.5% in red zone, in pratica una giocata ogni dieci i Browns -che sicuramente non si distinguono per brillantezza e consistenza offensiva- riconsegnano gentilmente il pallone nelle mani degli increduli avversari di turno.
Contro Chicago Cleveland si giocherà la faccia e la credibilità di questa ennesima “rifondazione” che sembra destinata ad una morte prematura.
Uno spunto per le altre partite della settimana
Indianapolis Colts @ Baltimore Ravens, sabato ore 22.30
Se Baltimore dovesse centrare l’ingresso in postseason sarebbe opportuno che riempissero di regali colui che ha messo insieme il calendario: Cleveland, Indianapolis e Cincinnati nelle ultime tre giornate sono un vantaggio troppo grande da non sfruttare a pieno. Bisogna però giocarla e vincerla, cosa mai banale in NFL, neppure contro i Colts di Brissett.
Minnesota Vikings @ Green Bay Packers, domenica ore 02.30
Il ritorno di Aaron Rodgers è già ufficialmente concluso: data la vittoria dei Falcons e la conseguente eliminazione dalla corsa alla postseason, i Packers hanno messo una volta per tutte il loro quarterback nella IR list.
Per Hundley i Vikings potrebbero essere troppo da gestire, ma attenzione che a Green Bay succedono cose strane… a volte.
Detroit Lions @ Cincinnati Bengals, domenica ore 19.00
Nelle ultime due partite i Bengals hanno guadagnato in 104 snaps offensivi 395 yards e messo a segno solamente 14 punti, subendone 67: affermare che Cincinnati abbia definitivamente tirato i remi in braca potrebbe essere la cosa più banale detta nel 2017.
Salvo improvvisi moti d’orgoglio, Detroit dovrebbe essere la prossima squadra ad approfittare di questo ammutinamento.
Miami Dolphins @ Kansas City Chiefs, domenica ore 19.00
Hunt tocca il pallone, Kansas City vince; Hunt non tocca il pallone, Kansas City perde: sì, a volte spiegare il football è veramente facile. Miami ha tutte le carte in regola per mettere in difficoltà dei Chiefs che dopo la vittoria contro i Chargers difficilmente vorranno andare a complicarsi la vita contro una squadra che a questa stagione non ha più nulla da chiedere.
Buffalo Bills @ New England Patriots, domenica ore 19.00
Vincere per garantirsi il fattore campo durante i playoff contro vincere per garantirsi l’accesso ai playoff: la posta in palio in questa partita è estremamente alta, ci sono buoni motivi per credere che sarà uno scontro discretamente aperto.
TB12 permettendo.
Cleveland Browns @ Chicago Bears, domenica ore 19.00
Ultima chance per Cleveland.
Ultima chance per coach Fox di “abbellire” il suo record alla guida dei Bears: non che cambi così tanto da 13-34 a 14-33.
Tampa Bay Buccaneers @ Carolina Panthers, domenica ore 19.00
Carolina non può assolutamente permettersi passi falsi nella domenica di Saints contro Falcons: se quanto fatto vedere domenica dall’attacco dovesse confermarsi, attenzione che i Panthers potrebbero fare strada in postseason.
Denver Broncos @ Washington Redskins, domenica ore 19.00
Partita che non ha particolari motivi di esistere, immagino che Washington sia interessata a regalare una gioia al pubblico ed evitare una stagione sotto il 50% di vittorie: in ogni caso nulla di che.
Los Angeles Chargers @ New York Jets, domenica ore 19.00
La sconfitta contro Kansas City ha complicato notevolmente la rincorsa dei Chargers ai playoff: adesso bisognerà vincere gli ultimi due incontri in programma e sperare in passi falsi di Bills, Ravens o Titans. Sulla carta non sarà sicuramente una passeggiata portare a casa l’intera posta in palio contro questi commoventi Jets.
Jacksonville Jaguars @ San Francisco 49ers, domenica ore 22.05
Molta curiosità attorno a questa partita, in quanto tutti vogliamo vedere come si comporterà Garoppolo contro l’impressionante difesa dei Jaguars: com’è che i ‘Niners sono diventati uno dei team più interessanti dell’intera NFL?
New York Giants @ Arizona Cardinals, domenica ore 22.25
Due squadre che assolutamente non hanno più nulla da chiedere al proprio campionato: se New York riuscirà a replicare la prestazione di domenica scorsa contro Philadelphia potremmo avere fra le mani un match stranamente interessante.
Pittsburgh Steelers @ Houston Texans, lunedì ore 22.30
Non ci sarà Antonio Brown, ma francamente mi servirebbe troppa fantasia per immaginarmi Houston vincitrice, anche se a Natale… no, non credo.
Oakland Raiders @ Philadelphia Eagles, martedì ore 02.30
I Raiders sono con un piede -e mezzo- fuori dai playoff, gli Eagles di Foles si sono già assicurati il bye week ai playoff: non saprei chi vedere come favorita, in quanto fino a prova contraria i Raiders hanno Carr under center.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Mattia una domanda, visto che hai nominato il CB rookie White. Ma come vengono definiti i “grades” su ProFF? White è al num 3 con 91.5 e Griffin, il CB rookie dei Seahawks, è al numero 66 con 74. Visto che mi sembra che il grosso del voto lo faccia il lavoro in copertura non capisco molto questa differenza: Griffin (436 snaps in copertura) quest’anno ha concesso solo 1 TD e 470 yards (174 dopo contatto), White (541 snaps) 3 TD e 556 y (103 dopo contatto). E’ vero che il giocatore dei Bills ha 4 intercetti contro gli 0 del CB di Seattle, ma se proprio devo scegliere tra 1 CB che crea turnovers ma concede qualche TD (quindi punti sicuri subiti contro EVENTUALI punti fatti grazie all’INT) e uno magari meno spettacolare ma più impermeabile in red zone, prendo quest’ultimo. Senza contare che anche per quanto riguarda le voci Run Stop e Tackling Efficiency Griffin è davanti a White. E per metà stagione Griffin ha giocato opposto a Sherman, quindi x forza di cose era il bersaglio preferito dai QB avversari. Forse non ho capito i meccanismi dei voti, sicuramente tu li hai più chiari.
Grazie x la risposta
Se proprio devo essere sincero non li ho presenti fino a fondo nemmeno io, dato che per maggiori dettagli mi servirebbe l’account Elite -200 bombe così, tanto per-: credo che sia più “play by play” il sistema di voti, cioè magari i touchdown contro White sono arrivati in big play, che in caso sarebbero “coperte” da un numero superiore di buone giocate. Tutto ciò significa che White ha giocato meglio in media, che gli sono state fischiate contro meno penalità, però questa è una mia suggestione, non saprei sinceramente dirti di più.
Se magari un giorno lavorassi per loro sarei ben lieto di spiegarti ogni singolo meccanismo :D
Buone feste caro!