Quando la corsa playoff inizia ad entrare nel vivo, gli allenatori o i GM medi NFL reagiscono in tre modi: possono iniziare a mettere in fila mosse senza senso -Tyrod Taylor? Ne parliamo a breve-, oppure rassegnarsi e quindi iniziare a pensare all’anno successivo, sempre se ci sarà, -Giants, che disastro…- o infine cercare di rafforzare il più possibile un roster che dovrà rimanere competitivo fino a gennaio inoltrato -bella mossa Martellus Bennett, vero Bill?-: nel mentre i ventidue giocatori in campo devono portare la squadra fino alla postseason, e soprattutto nel caso della NFC una competizione così vasta non si vedeva da tempo.
Sperando che non ci siano altri sei rushing TD di una squadra o sacks di un giocatore -ridete voi, ma dopo cose come queste si capisce quanto poco i vari “analisti” o wannabe capiscano di questo sport-, iniziamo a vedere cosa renderà imperdibile l’undicesima settimana di NFL.
Le partite più interessanti
Los Angeles Rams @ Minnesota Vikings, domenica ore 19.00
La partita più interessante della settimana: alzi la mano chi aveva immaginato che Vikings e Rams potessero incontrarsi entrambe a quota sette vittorie dopo nove partite. Sto aspettando! Come credevo.
I primi tre quarti dell’esaltante incrocio con i Redskins hanno fatto capire che Minnesota, se in giornata, di problemi a mettere punti a tabellone non ne ha assolutamente: Bridgewater è finalmente sano, chiunque sa che nel progetto dei Vikings nella casella “franchise quarterback” il suo nome è già stato inciso da un paio di anni, ma al momento lasciare fuori Keenum è pressoché impossibile, specialmente dopo i quattro touchdown -ed un paio di intercetti orribili- di domenica. Dall’altra parte troviamo dei Rams che per due quarti, contro Houston, ci hanno ricordato troppo vividamente la versione “Fisher”: una bomba a Robert Woods, un drive altrettanto veloce concluso da Watkins -è vivo!- ed un altro fulmineo touchdown di Woods hanno ribadito che quest’anno contro Los Angeles non si scherza, come se sul 6-2 qualcuno ancora li stesse sottovalutando, e che forse effettivamente sono loro i favoriti per la NFC West.
Rams contro Vikings, la prova del nove per Goff, l’opportunità definitiva per Keenum -infortuni a parte- di confermare per l’ennesima volta che il titolare è lui: spero di essere riuscito a vendervela bene.
In caso contrario per i palati più finiti c’è Buccaneers-Dolphins: venduta definitivamente.
New England Patriots @ Oakland Raiders, Ciudad de México, domenica ore 22.25
Notato qualcosa di strano? Il triste tentativo di dimostrare a me stesso che effettivamente all’università sto imparando qualcosa serve a farvi presente che questa partita, fra quelle che avrebbero dovuto essere le due regine della AFC, si giocherà in Messico: a dei Raiders infinitamente -al momento- inferiori dei Patriots, perdere il fattore campo per portare avanti il progetto dell’NFL International Series nella partita più complicata dell’anno non è certamente il massimo, però ci tengo subito a precisare che in casa o meno questa partita sarebbe rimasta altrettanto proibitiva per i Raiders.
New England è riuscita finalmente a vincere convincendo -leggasi “stravincere”- contro i resti dei Denver Broncos, quindi pensare cosa possa combinare Tom Brady contro l’unica difesa che deve ancora mettere a segno un intercetto in tutta la stagione dovrebbe di fatto risolvere ogni possibile dubbio sull’esito di questa partita, almeno che… almeno che Carr e l’attacco sfoderino una prestazione simile a quella contro Kansas City -incrociando le dita che Brady per qualche motivo perverso inizi a sparare a salve- e che escano vincitori da un botta e risposta di touchdown che si protrarrà per tutta la partita. La buona notizia per Oakland è che un modo per portarla a casa esiste, anche se la cattiva eclissa quanto appena detto: questo tipo di partita è il preferito di New England.
Atlanta Falcons @ Seattle Seahawks, martedì ore 02.30
La rivincita del divisional game dello scorso anno non poteva arrivare in un momento più strano: Seattle per la prima volta dopo anni dovrà rinunciare al proprio leader Richard Sherman, mentre Atlanta, parzialmente ritrovatasi dopo il successo contro degli incompleti Cowboys, giocherà senza il proprio runningback titolare Devonta Freeman che vede così interrompersi a 30 la serie di partite da titolare -il primo è l’immortale Gore a 102… chi altro sennò?-, proprio nel momento in cui l’attacco dei Falcons sembrava aver ricominciato a ricordare la versione 2016, quando a guidare la banda c’era il maestro Shanahan. La vittoria è d’obbligo per entrambe le squadre, costrette affannosamente a rincorrere Rams e Saints (e Panthers): che due delle più credibili contendenti per il Super Bowl al momento si trovino al secondo posto della propria division, non conference, è un buon indicatore della follia che permea questa stagione NFL.
Sapranno dunque i Falcons dare continuità a quanto di buono mostrato contro i Zeke-free Cowboys o coerentemente a ciò che hanno dimostrato finora si spegneranno sul più bello?
Signori miei, che bella che è diventata la NFC!
I protagonisti
Tyrod Taylor
L’idea sarebbe quella di parlare sempre e comunque di ciò che succede in campo, non in panchina o nell’ufficio Ovale, ma ignorare la notizia della settimana in una rubrica di antipasto alla domenica non ha senso: contro i Chargers under center per i Bills giocherà Nathan Peterman, rookie visto come futuro della franchigia più per disperazione e testardaggine che per altro.
Lo dico subito, Tyrod Taylor è uno di quei giocatori per cui faccio un tifo particolare, quasi come se dal loro successo ne traessi un vantaggio personale, quindi per quanto il mio giudizio possa essere influenzato dalle emozioni, davanti ai numeri -che non sempre raccontano la verità, ma di sicuro non dicono balle- la situazione dovrebbe apparirci più chiara: come si può mettere in panchina un quarterback che ha lanciato o corso 59 TD a fronte di soli 15 intercetti in tre anni per un rookie senza la benché minima esperienza? Certo, la sconfitta contro i Saints è stata particolarmente imbarazzante, ma per quanto Taylor abbia faticato domenica difendere il gioco di corse avversario non era compito suo.
Il pacchetto ricevitori è veramente osceno, poiché se il miglior ricevitore è uno che l’unico tipo di catch che può fare è la fifty-fifty jump ball come Benjamin -spettacolare sì, ma è un ottimo modo per lanciare tanti intercetti questo- come si può pretendere qualcosa in più rispetto a 10 TD e soli 3 intercetti?
La verità dei fatti è una e semplice: Taylor altro non è che l’ennesima epurazione -Darby, Watkins, Ragland e Dareus fra gli altri- del nuovo regime McDermott-Beane, e come le altre era già stata pianificata da tempo.
Peccato, evidentemente imporre le proprie idee è diventato più importante che vincere partite.
Tyron Smith
Sempre per la serie “solo giocatori in campo”, eccoci a Tyron Smith.
Senza di lui Dak Prescott ha vissuto il pomeriggio più lungo e doloroso della propria carriera, in quanto il sostituto Chaz Green è stato ripetutamente battuto ed umiliato da Adrian Clayborn -6 sacks ed altre 6 pressioni, imbarazzante- che è sicuramente un buon giocatore, ma probabilmente non troverebbe molto spazio negli Eagles, prossimi avversari dei Cowboys: la rotazione di defensive ends di Philadelphia comprende Graham, Long, Curry ed il rookie Barnett, con il primo che potrebbe seriamente rendersi protagonista di una partita mostruosa se il tackle di Dallas giocherà come contro Atlanta.
L’importanza del protettore del lato cieco è diventata nota anche a chi di NFL non sa nulla grazie al film Blind Side, ma forse prima dell’esplosione di Clayborn mai nessuno aveva visto effettivamente quanto possa essere fondamentale avere un tackle di livello: le speranze di fermare questi Eagles, senza Elliott, non sono tante e se a tutto ciò aggiungiamo un’altra dose di Chaz Green/Byron Bell, bisognerà iniziare a preoccuparsi anche della salute del quarterback.
Patrick Peterson
Nonostante Cardinals-Texans non sia sicuramente la partita che più stiamo attendendo della settimana -Savage vs Gabbert, triplo wow!-, il match up fra Patrick Peterson e DeAndre Hopkins manda gente come me, ossessionata dalle statistiche e dai numeri, in brodo di giuggiole: se al fatto che nelle ultime due partite Savage ha indirizzato ben 29 palloni al numero 10 aggiungiamo che Peterson è il cornerback per il quale passano più snap da una catch concessa alla successiva (una catch ogni 29.7 snap in coverage), esaltarsi per questo scontro diventa clamorosamente più facile.
Solitamente partite del genere vengono decise proprio dalle giocate delle superstar, ed al momento nei due roster non spiccano giocatori più talentuosi o importanti di Peterson e Hopkins: uno dei receiver più cercati della lega testa a testa con il cornerback più temuto dai quarterback avversari.
Ecco il motivo per guardarsi questa partita.
Julian Edelman e Danny Amendola
Sapete benissimo che Edelman è uno dei miei giocatori preferiti in assoluto, quindi il posto in più in questo paragrafo se lo merita a prescindere.
Guardate cos’hanno combinato questi due per promuovere un approfondimento di NFL Network su di loro due in Messico.
Uno spunto per le altre partite della domenica
Detroit Lions @ Chicago Bears, domenica ore 19.00
Dopo aver sudato le sette proverbiali camicie per battere i tutt’altro che convincenti Browns -eufemismo dell’anno- è logico pretendere di più da questi Lions: giocare contro i Bears oggi è tutt’altro che una passeggiata -chiedere a Baltimore, Pittsburgh e Carolina- ed i preoccupanti segnali mandati da Stafford e compagni nei primi due quarti contro Cleveland ci potrebbero far pensare che questa possa essere una di quelle partite in cui Chicago fa il colpo grosso.
Improbabile, non impossibile.
Jacksonville Jaguars @ Cleveland Browns, domenica ore 19.00
Creare qualcosa in attacco contro Jacksonville quest’anno è veramente complicato: che i Browns trovino il primo successo stagionale contro i Sacksonville -calmatisi clamorosamente nelle ultime due partite- è veramente impensabile, anche se quest’anno abbiamo visto sorprese più grandi… no, effettivamente di più sbalorditivo di una vittoria di Cleveland non c’è molto.
Baltimore Ravens @ Green Bay Packers, domenica ore 19.00
Sarà una battaglia, una partita estremamente fisica che probabilmente lascerà molto a desiderare dal punto di vista tecnico, ma lo scontro fra Ravens e Packers è fra i più affascinanti della giornata: una vittoria di Green Bay li terrebbe ancora abbondantemente in corsa per i playoff, mentre per Baltimore la W sarebbe fondamentale per reinserirsi nel gruppo delle inseguitrici, mettendosi così in grado di sfruttare un calendario decisamente facile.
Arizona Cardinals @ Houston Texans, domenica ore 19.00
Savage contro Gabbert… Tom Savage versus Blaine Gabbert… e Colin Kaepernick è ancora senza lavoro?
Viva la libertà di parola, viva il primo emendamento!
Tampa Bay Buccaneers @ Miami Dolphins, domenica ore 19.00
Prosegue la sagra del trash: si recupera domenica l’incontro che doveva essere giocato alla prima giornata ma rimandato per l’uragano Irma. A settembre ci si attendeva uno scontro fra due squadre pronte per i playoff, due mesi dopo eccoci davanti ad una delle partite più brutte della giornata: come girano in fretta le cose in NFL.
Kansas City Chiefs @ New York Giants, domenica ore 19.00
Ammutinamento in corso a New York: vedere lo sforzo di Janoris Jenkins sul touchdown di Celek.
Kansas City non è più quella di inizio campionato, ma al momento contro questi Giants rischierebbe di vincere pure Cleveland… forse ho esagerato pure ora.
Washington Redskins @ New Orleans Saints, domenica ore 19.00
Washington non molla mai -vedasi la rimonta completata contro Seattle e quella accennata contro Minnesota- e New Orleans non sa smettere di segnare e di correre con efficacia: partita veramente interessante, i favoriti sono chiaramente i Saints, ma non date mai e poi mai per morti questi Redskins.
Buffalo Bills @ Los Angeles Chargers, domenica ore 22.05
Taylor non giocherà e forse verrà imitato da Philip Rivers, ancora nel concussion protocol: per ora sulla disponibilità del numero 17 si sa veramente poco. Buffalo ha bisogno di vincere per poter credere ancora nei playoff, Los Angeles ha altrettanto bisogno del successo giusto per ricordarsi di sapere come si fa a portare a casa l’intera posta in palio in NFL: una buona idea sarebbe evitare fumble quando si sta tentando di mangiare il cronometro.
Cincinnati Bengals @ Denver Broncos, domenica ore 22.25
Un paio di anni fa questo sarebbe stato lo scontro fra due delle più credibili candidate al trono della AFC, oggi invece siamo davanti ad una partita bruttina -eufemismo dell’anno parte due- fra due squadre ferme sul 3-6: questa è un’ottima occasione per i Broncos per rimettersi in carreggiata, soprattutto per la loro difesa, umiliata prima da Wentz e poi da Brady. Il triste epilogo dell’era Lewis sembra essere alle porte: saprà Cincinnati vincere almeno qualche partita?
Philadelphia Eagles @ Dallas Cowboys, lunedì ore 02.30
Con un Zeke ed un left tackle in più questa sarebbe la partita della settimana, ma quanto mostrato da Dallas contro Atlanta ha veramente inquietato; ecco Philadelphia, sotto tutti i punti di vista la squadra più completa della lega, che arriva allo scontro di domenica riposata dal bye week: non voglio dire che non ci sarà storia, ma probabilmente Dallas per portare a casa la vittoria dovrà sfoderare la miglior prestazione dell’anno.
Anche se quando si ha di fronte questo Wentz, essere perfetti non basta.
Tennessee Titans 17 @ Pittsburgh Steelers 40, Thursday Night Football
Ecco finalmente i veri Steelers: dopo due poco esaltanti vittorie a domicilio, Pittsburgh ha annientato sotto ogni punto di vista Tennessee, fino a ieri convinta di potersela giocare contro team da playoff. La difficile prestazione di Antonio Brown contro i Colts da 3 ricezioni per 47 yards è stata totalmente cancellata da 10 ricezioni per 144 yards e 3 touchdown: in 10 partite AB ha già ricevuto per 1026 yards. Grandissima prova pure quella di Roethlisberger che completando il 66% dei lanci tentati ha sfiorato le 300 yards trovando per ben 4 volte la end zone: quattro sono pure gli intercetti lanciati da Mariota, in netta difficoltà per tutta la partita.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
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In 10 giorni Seattle ha perso fino a fine stagione Sherman e Chancellor, 2 colonne fondamentali (seppur a mio parere leggermente incrinate..) della Legion of Boom. Non un ottimo viatico x lo sprint finale prima dei playoff.. Avendo visto tutte le partite della stagione non riesco purtroppo a pensare all’attacco Seahawks che trascina la difesa e tutta la squadra verso grandi traguardi. Senza un minimo segnale di vita dal running game ed i cronici problemi della O-line al momento non riesco ad immaginare Seattle più in là di una Wild Card. Non si può sempre sperare che Wilson houdinizzi di qua e di là a proprio piacimento..